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Con il termine “coltura protetta” si indicano tutte quelle coltivazioni che vengono eseguite all’interno di ambienti protetti in cui è possibile modificare almeno un parametro ambientale per favorire la crescita delle piante. Le protezioni più basilari sono i semplici tunnel in alluminio, ferro o vimini rivestiti di nylon o tessuti vari, ma ci sono anche le serre o le strutture a letto caldo.
Letto caldo
Le strutture a letto caldo, siano esse semenzai, serre o cassoni, sono quelle che raccolgono nella parte inferiore un abbondante quantitativo di stallatico fresco: la fermentazione del letame è in grado di sviluppare una quantità di calore elevata, alimentata e conservata dalla chiusura della struttura.
Il letame al culmine del processo di fermentazione sviluppa temperature molto elevate: quello di cavallo tocca anche i 70°C durante il picco del processo per stabilizzarsi poi su temperature più basse emettendo un calore stabile per circa un mese. Il letame bovino raggiunge temperature meno elevate ma più stabili e durature.
Se il cassone è coperto con materiale trasparente aumenterà l’effetto serra grazie all’eventuale irraggiamento solare di un buon orientamento.
A che cosa serve il cassone
Se il cassone è di dimensioni sufficienti non verrà solo utilizzato per semine e germinazioni, ma potrà essere riparo invernale per alcune piante. Il posto migliore per realizzarlo è nell’orto, in una zona esposta a Sud, ben soleggiata e al riparo dai venti. Un’altra possibilità potrebbe essere anche quella di adagiarlo sul fianco di una serra esistente che lo ripari dal freddo stagionale.
Come si fa la coltura protetta
Le tecnologie più nuove
Le moderne tecnologie hanno permesso di realizzare nuove tipologie di colture a letto caldo; non viene più utilizzato il letame, difficile da reperire, ma serpentine elettriche collegate a un termostato. Le serpentine sono disposte su un compatto letto di sabbia e protette da una rete elettrosaldata che impedisce alle colture soprastanti di danneggiarne l’impianto.
La temperatura viene regolata come un impianto domestico di riscaldamento a pavimento se si dispone di termostato, altrimenti rimane fissa sui 20-21°C.
La problematica più evidente delle nuove tecnologie è il dispendio di energia per l’alimentazione delle serpentine; il sistema tradizionale ha caratteristiche più ecologiche, ma è anche sicuramente più impegnativo.