Come coltivare gli ortaggi anche al freddo con il semenzaio a letto caldo

Uno strumento utile per far germogliare i semi e per far crescere le giovani piantine già alla fine dell'inverno, in modo da poterle trapiantare nell'orto in primavera, prolungando così la stagione.

A cura di Francesca Scarabelli
Pubblicato il 31/01/2025Aggiornato il 31/01/2025
cassone letto caldo ortaggi

Con il termine coltura protetta si indicano tutte le coltivazioni che vengono eseguite all’interno di ambienti in cui è possibile modificare almeno un paragrafo ambientale per favorire la crescita delle piante. Le protezioni più basilari sono semplici tunnel in alluminio, ferro o vimini rivestiti di nylon o tessuti vari, ma ci sono anche le serre o le strutture a letto caldo. Il semenzaio, in particolare, è un ambiente protetto in cui si possono far germogliare i semi e far crescere le giovani piantine nel migliore dei modi, in modo da poter anticipare le colture.

Con un semenzaio caldo, infatti, si può cominciare già dalla fine dell’inverno a far nascere le prime piantine, che con l’arrivo della primavera si potranno trapiantare nell’orto, risparmiando tempo. Ci sono poi alcune coltivazioni per cui il semenzaio caldo è indispensabile, come ad esempio alcune varietà di peperoncini che hanno bisogno di un periodo di caldo molto prolungato.

In generale, per la germinazione dei semi la temperatura è un fattore importante: è proprio quanto le temperature cominciano ad alzarsi che i semi cominciano a germogliare. In un semenzaio caldo la temperatura viene elevata forzatamente per favorire la nascita e la crescita delle piantine. Tradizionalmente per realizzare il letto caldo si sfrutta la fermentazione del letame, ma ora ci sono anche altri metodi che sfruttano ad esempio una serpentina, un cavetto oppure un tappetino riscaldante.

A che cosa serve il cassone

Se il cassone è di dimensioni sufficienti non verrà solo utilizzato per semine e germinazioni, ma potrà essere riparo invernale per alcune piante. Il posto migliore per realizzarlo è nell’orto, in una zona esposta a Sud, ben soleggiata e al riparo dai venti. Un’altra possibilità potrebbe essere anche quella di adagiarlo sul fianco di una serra esistente che lo ripari dal freddo stagionale.

Come riscaldare un semenzaio

Ci sono diversi metodi per scaldare un semenzaio: il più tradizionale prevede l’uso del letame, ma ci sono anche altri metodi più innovativi, da utilizzare nell’orto o sul balcone.

Strutture a letto caldo con letame

Le strutture a letto caldo, siano esse semenzai, serre o cassoni, sono quelle che raccolgono nella parte inferiore un abbondante quantitativo di stallatico fresco: la fermentazione del letame è in grado di sviluppare una quantità di calore elevata, alimentata e conservata dalla chiusura della struttura.

Il letame al culmine del processo di fermentazione sviluppa temperature molto elevate: quello di cavallo tocca anche i 70°C durante il picco del processo per stabilizzarsi poi su temperature più basse, emettendo un calore stabile per circa un mese. Il letame bovino raggiunge temperature meno elevate ma più stabili e durature. Se il cassone è coperto con materiale trasparente aumenterà l’effetto serra grazie all’eventuale irraggiamento solare di un buon orientamento.

Le tecnologie con serpentina

Le moderne tecnologie hanno permesso di realizzare nuove tipologie di colture a letto caldo: non viene più utilizzato il letame, difficile da reperire, ma serpentine elettriche collegate ad un termostato. Le serpentine sono disposte su un compatto letto di sabbia e protette da una rete elettrosaldata che impedisce alle colture soprastanti di danneggiarne l’impianto.

La temperatura viene regolata come se fosse un impianto domestico di riscaldamento a pavimento se si dispone di termostato, altrimenti rimane fissa sui 20-21°C. La problematica più evidente per questo tipo di tecnologia è il dispendio di energia per l’alimentazione delle serpentine; il sistema tradizionale ha caratteristiche più ecologiche, ma è anche sicuramente più impegnativo. Per fortuna ai semi basta in genere poco spazio per germogliare, quindi nella maggior parte dei casi sarà sufficiente riscaldare un contenitore di piccole o medie dimensioni.

Con cavo riscaldante

In un semenzaio non è importante riscaldare l’aria, ma generare calore sotto il letto di semina. Una delle possibili fonti di calore per il semenzaio caldo può essere un cavo riscaldante, da disporre sotto alla vaschetta in cui si metterà il terriccio. Questo metodo evita di disperdere il calore e risulta molto efficiente.

Semenzaio con tappetino riscaldante

Anche un tappetino riscaldante è una soluzione economica ed efficiente per scaldare un piccolo semenzaio, di dimensioni adatte a soddisfare le esigenze di un orto domestico. Questo sistema genera una temperatura uniforme; alcuni modelli, inoltre, consentono di impostare diversi di calore e di programmarne l’attivazione con un timer.

I semenzai caldi già pronti

Chi non è abile con il fai da te può puntare su un semenzaio già pronto, che si può acquistare sia nei negozi di giardinaggio che online. Si tratta di kit che comprendono tutto il necessario per realizzare un semenzaio caldo: basterà assemblarlo per cominciare a mettere a dimora i semi.

Come si fa la coltura protetta

1. Si scavi una buca che abbia una profondità di circa 80 cm. Per poter lavorare comodamente al suo interno si consiglia di dimensionare il cassone con delle misure di almeno 80 cm per un metro. La larghezza e lunghezza sono chiaramente modificabili a seconda dello spazio a disposizione e delle esigenze colturali.

1. Si scavi una buca che abbia una profondità di circa 80 cm. Per poter lavorare comodamente al suo interno si consiglia di dimensionare il cassone con delle misure di almeno 80 cm per un metro. La larghezza e lunghezza sono chiaramente modificabili a seconda dello spazio a disposizione e delle esigenze colturali.

2. Sul fondo della buca vanno adagiati sassi e pietre così da creare uno strato di drenaggio che scongiuri ristagni idrici di ogni genere. Su questo fondo drenante va adagiato uno strato di 40-50 cm di letame fresco. Il letame, dopo essere stato mescolato eventualmente con della paglia, va pressato perché il processo sia più efficace.

2. Sul fondo della buca vanno adagiati sassi e pietre così da creare uno strato di drenaggio che scongiuri ristagni idrici di ogni genere. Su questo fondo drenante va adagiato uno strato di 40-50 cm di letame fresco. Il letame, dopo essere stato mescolato eventualmente con della paglia, va pressato perché il processo sia più efficace.

3. Si interrino a questo punto le paretine laterali di legno della struttura e si copra lo strato di letame interno con uno di terriccio di circa 20 cm.
Le pareti possono essere in legno, svasate in modo da consentire la sistemazione di una copertura in materiale trasparente, ad esempio policarbonato dello spessore di 1 cm a struttura alveolare. L’ideale è che rimanga chiuso e ben orientato verso l’irraggiamento solare diretto.

3. Si interrino a questo punto le paretine laterali di legno della struttura e si copra lo strato di letame interno con uno di terriccio di circa 20 cm.
Le pareti possono essere in legno, svasate in modo da consentire la sistemazione di una copertura in materiale trasparente, ad esempio policarbonato dello spessore di 1 cm. L’ideale è che rimanga chiuso e ben orientato verso l’irraggiamento solare diretto.

Cosa mettere in una serra non riscaldata

Per continuare a coltivare i proprio ortaggi anche in inverno si può optare anche per una serra non riscaldata. Ci sono infatti alcune varietà che sopportano bene le basse temperature e che quindi possono essere coltivate in serra in inverno. Tra queste ci sono:

  • patate, che possono essere piantate in sacchi già a gennaio e raccolte a marzo;
  • carote, scegliendo una varietà resistente al freddo;
  • broccoli e cavoli, che richiedono una temperatura compresa tra i 10 e i 20 gradi di giorno e tra i 7 e i 12 gradi di notte;
  • spinaci, che crescono rapidamente per quasi tutto l’inverno;
  • lattuga, sempre scegliendo varietà resistenti al freddo;
  • aglio, da piantare a gennaio e trapiantare a marzo o aprile.
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