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I lamponi, Rubus idaeus, producono durante l’estate piccoli frutti rossi e dolci, graditi da tutti e facili da coltivare nel frutteto, accanto ad altri piccoli frutti, oppure isolati. Ma per portare a casa un raccolto abbondante e di ottima qualità, adesso è importante curare con attenzione gli esemplari a dimora nel frutteto e conoscerne caratteristiche ed esigenze.
Esigenze limitate
Il lampone si diffonde spontaneamente in natura, nel sottobosco, in un clima fresco e ama conseguentemente anche latitudini medio alte. In coltivazione, la produzione migliore si otterrà da esemplari messi a dimora in zone soleggiate, ma i lamponi riescono a sfruttare molto bene anche le posizioni a mezz’ombra, caratterizzate da movimenti d’aria, non venti secchi ma brezze che scongiurino il diffondersi delle malattie fungine. La pianta offre un raccolto abbondante, occupa uno spazio ridotto, ma ha un’unica reale necessità: una corretta e abbondante annaffiatura.
Il terreno deve riprodurre le caratteristiche del sottobosco: con un pH moderatamente acido e una buona quantità di sostanza organica al suo interno. L’apparato radicale è molto superficiale: i primi 25 cm di suolo sono quelli in cui affonda le sue radici. Sarà necessario assicurarsi che la terra che lo ricopre, aderisca perfettamente all’apparato sommerso in modo che eventuali sacche d’aria non portino al rinsecchimento delle radici. Sempre a causa delle radici superficiali, quando le temperature aumentano si rende necessaria una buona pacciamatura di almeno 5 cm, che mantenga l’umidità del terreno e protegga dal calore le radici.
Maturazione da tenere sotto controllo
Ci sono due macrocategorie di lamponi, gli uniferi e i rifiorenti. Gli uniferi producono il raccolto una sola volta nel periodo compreso tra giugno e luglio, ma in maniera abbondante. I rifiorenti hanno una produzione meno ricca ma continua nel tempo, da metà di luglio per proseguire fino all’autunno inoltrato, e le piante sopravvivono circa ventiquattro mesi. In ogni caso le piante vanno monitorate quotidianamente, e i frutti devono essere raccolti quando diventano di colore rosso brillante e si presentano turgidi.
Congelarli con qualche accortezza
Spesso i raccolti di lamponi, come quelli di tutti i piccoli frutti (more, mirtilli, ribes ecc.), sono abbondanti, ma i frutti si deteriorano velocemente, quindi, per non essere costretti a consumarli rapidamente e in una volta sola senza poterseli godere a lungo, si può prendere in considerazione la possibilità di congelarli.
Servono però alcuni accorgimenti per evitare di ritrovarsi, al momento dello scongelamento, con una poltiglia di piccole bacche appiccicate una all’altra.
I piccoli frutti che siano more, lamponi, mirtilli o altri, vanno raccolti e selezionati. Quelli destinati al congelatore dovranno essere maturi, sodi e integri. Raccolti dalle piante andranno sciacquati con meticolosità, mondati da eventuali steli, e asciugati accuratamente. A questo punto si dovrà trovare un contenitore idoneo al freezer, largo e con il fondo piatto, e disporre i piccoli frutti sul fondo uno staccato dall’altro. Se il contenitore fosse profondo, si potranno fare più strati intervallandoli con carta forno o altri materiali idonei per alimenti. Poi si pongono in freezer a congelare per un paio d’ore, o più. Una volta estratti, saranno perfettamente congelati e rigidi ma separati gli uni dagli altri. Solo a questo punto si potrà rovesciarli in più comodi e poco ingombranti sacchetti da congelatore e poi rimettere in freezer da consumare durante l’anno.
E dopo?
A fine produzione sarà necessario ricordarsi di recidere con cesoie affilate e ben pulite i rami più gracili e quelli che hanno fruttificato; lasciando quelli più robusti si avrà la garanzia di una produzione ancora più copiosa l’anno seguente. A febbraio occorre potare le piante e impostare la forma legandole a una struttura.
Anche in vaso
I lamponi possono essere coltivati anche in vaso sul balcone.