Orto di novembre: cosa piantare, seminare e raccogliere

In questa stagione occorre eliminare i residui di vegetazione, lavorare correttamente il terreno e concimare: solo così si potrà avere un raccolto importante la primavera successiva.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 11/11/2024Aggiornato il 11/11/2024
nell'orto a novembre

Con l’ingresso nell’autunno inoltrato i grandi lavori dell’orto sono giunti al termine, ma nelle giornate più tiepide e assolate c’è ancora qualcosa da fare: in questo periodo, infatti, si gettano le basi per ottenere produzioni abbondanti e sane l’anno successivo.

Per questo, occorre dedicarsi ad alcuni interventi fondamentali per evitare l’insorgenza di malattie: tra questi, il primo è la pulizia delle aiuole a fine ciclo, dopodiché, per ristabilire le migliori condizioni del terreno, occorrerà effettuare la concimazione e la ridefinizione degli spazi.

Cosa seminare a novembre

Non sono molte le colture in grado di affrontare e superare indenni i gelidi mesi che si apprestano ad arrivare; a seconda dell’area geografica di appartenenza (escludendo le zone montuose e le regioni al Nord in cui è consigliabile attendere direttamente il mese di marzo), in campo si possono piantare fave e piselli, i bulbi di aglio e cipolla. In tunnel freddo, sempre se le temperature lo consentono, si può ancora seminare qualche insalata e gli spinaci. In semenzaio non conviene procedere con nessuna semina: le piantine, una volta cresciute, non potrebbero essere trapiantate al momento giusto per via dell’inverno ancora rigido e il conseguente rischio di gelate.

I lavori nell’orto di novembre

Anche se la semina si riduce a pochi ortaggi, come già anticipato in questo periodo l’orto non va trascurato e occorre procedere con alcuni lavori fondamentali.

La pulizia

Per prima cosa, l’orto di novembre va ripulito da tutti i detriti vegetali ancora presenti, apparati radicali compresi, da togliere con l’aiuto di una vanga. I materiali raccolti possono avere tre diverse destinazioni:

  • si bruciano dopo averli lasciati seccare sul terreno, sempre con le dovute cautele, e meglio se su una lamiera tenuta sollevata dal terreno dopo che quest’ultimo è stato ben inzuppato d’acqua;
  • si immettono nella compostiera, ma solo se sani e non attaccati da parassitosi e marciumi. Le malerbe possono essere inserite solo se giovani e non salite a seme perché esistono semi capaci di mantenere la loro capacità germinativa anche dopo un valido processo fermentativo;
  • si interrano in una buca dopo averli coperti con terra, uno strato di calce e ancora terra, se si tratta di frutti marci o parti di piante malate.

Per melanzane, pomodori e zucchini la tentazione di lasciare sul terreno i resti delle colture è forte, ma bisogna considerare che questa pratica aumenta il rischio di insorgenza di problemi fitosanitari l’anno successivo.

Le paglie dei fagioli rampicanti, invece, sono fra i resti più laboriosi da raccogliere ma possono essere interrati come tutte le altre rimanenze di leguminose: eseguendo cioè una vangatura e utilizzandoli come materiale da sovescio che arricchirà il terreno di azoto.

La concimazione

Dopo la pulizia, occorre vangare per interrare i fertilizzanti organici (da 3 a 5 kg di letame per metro quadrato), oppure compost (ottenuto dalla fermentazione degli scarti nella propria compostiera) e sabbia, molto utile per migliorare la composizione dei terreni pesanti e argillosi.

Il riordino

A questo punto è necessario ripristinare il sistema di scoline che consente l’allontanamento dell’acqua piovana senza ruscellamenti. In questa fase si rende utile anche già prevedere l’assetto delle aiuole future. Per un progetto di base, si ricordi che una buona aiuola è quella che si lavora (semina, sarchia, zappa, irriga, raccoglie) senza dovervi entrare ma solo sporgendosi. La larghezza, se esistono camminamenti su entrambi i lati, non deve superare i 150 cm, ovvero la lunghezza del braccio steso da un lato e dall’altro dei camminamenti. Un camminamento, che in questo caso coinciderà con il sistema di scoline, per consentire passaggio e lavoro non può essere largo meno di 40 cm.

Infine, bisogna definire subito le aiuole e destinare lo spazio secondo questa suddivisione:

  • alle coltivazioni da bacche come pomodoro, zucchini, melanzana e peperoni va riservata un’area piuttosto ampia, essendo gli ortaggi più amati e consumati;
  • non dimenticare colture serbevoli come aglio, cipolla, fagioli, patate e legumi in generale;
  • ripensare alla produzione di verdure da foglia e se, come spesso accade, è stata gettata buona parte del raccolto, dimezzare la superficie destinata, ricorrendo su una stessa aiuola a semine scalari, distanziate di 10-15 giorni, su un quarto di terreno per volta così da avere un prodotto sempre fresco;
  • dedicare un piccolo spazio all’aiuola di aromatiche.

Infine, si può lasciare una superficie libera per provare qualcosa di nuovo e magari anche un’area dedicata ai fiori da recidere per abbellire la casa o realizzare dei fai da te, come un bellissimo centrotavola autunnale.

Frutta e verdura dell’orto di novembre

Per quanto riguarda la raccolta, gli ortaggi pronti in questo mese sono finocchi, porri, tutti i tipi di cavoli (verza, cavolo nero, cavolo cappuccio, cavolfiore e così via), cime di rapa e radicchio. Nelle regioni più miti d’Italia, anche a seguito dei mutamenti nel clima, è possibile trovare disponibili anche alcune verdure estive come le zucchine e persino i pomodori.

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