Come coltivare i pomodori: lavori e cure da fare

L'ortaggio più tipico della dieta mediterranea si coltiva facilmente e con successo nell'orto domestico: ecco tutto quello che c'è da sapere.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 23/05/2024Aggiornato il 28/08/2024
Come coltivare i pomodori: lavori e cure da fare

I pomodori sono i grandi protagonisti di ogni orto, oltre che i re indiscussi della cucina mediterranea. Mentre per altri ortaggi la scelta della varietà è semplice (ad esempio, zucchino chiaro o scuro, tondo o lungo), per i pomodori le proposte sono tantissime: ce n’è uno adatto per il sugo, un altro per il pinzimonio, uno da gratinare e uno da insalata. Facciamo allora un po’ di chiarezza: vediamo quali acquistare, quando seminare, come trapiantarli nell’orto e curarli nel modo giusto mese per mese.

Le migliori varietà di pomodoro

Il pomodoro San Marzano

Il pomodoro San Marzano è una pianta a maturazione medio-precoce (impiega poco più di 80 giorni), con frutti allungati di colore rosso vivo e polpa soda. La buccia è spessa, il sapore ottimo.

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Viene utilizzato sia per produrre salse sia per produrre pelati. La pianta è di tipo indeterminato, in altre parole continua crescere nel tempo, sviluppando sempre nuovi palchi, e ha bisogno di essere coltivata con l’ausilio di tutori. Ne esistono diverse tipologie, ma il loro impiego è ormai limitato agli orti familiari perché richiedono parecchio tempo e lavoro. Non sono adatti a essere coltivati in orti di seconde case, a frequentazione saltuaria e dove l’acqua scarseggi perché bagnature irregolari esaltano la loro predisposizione al marciume apicale.

Il pomodoro Costoluto di Parma

Varietà a diffusione locale, piuttosto tardiva, il pomodoro Costoluto di Parma nel tempo ha trovato un sempre maggior numero di estimatori. Produce frutti grandi, schiacciati, con evidenti costolature, di consistenza elevata già solo al vederli.

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Pomodoro ottimo anche da insalata se consumato a maturazione parziale, quando il colore si presenta fra il rosso e il verde, ha un costo maggiore e non sempre si trova sui banchi del mercato a piena maturazione. Come tutti i pomodori costoluti è ottimo per la salsa perché poco acquoso, saporito e con pochi semi. La buccia è spessa.         

Il pomodoro Costoluto Fiorentino

Ai più può ricordare un “cuore di bue” per via della polpa consistente e piacevole al palato. Si tratta di una varietà antica che però ha saputo conquistarsi ovunque nel nostro Paese un mercato. Le bacche del Costoluto Fiorentino sono schiacciate e allargate, con costolature che, durante lo sviluppo, si accrescono e si approfondiscono.

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Il colore è rosso intenso e la pezzatura è media arrivando intorno ai 200 grammi. Pianta produttiva, deve essere diradata per ottenere una pezzatura maggiore lasciando solo cinque bacche per palco. Unico difetto: i frutti malformati con buccia interclusa nella polpa non sono rari e devono essere eliminati subito.

Il pomodoro Riccio di Parma

Il pomodoro Riccio di Parma è una varietà storica, oggi disponibile in diversi ecotipi selezionatisi nel tempo, caratterizzati tutti dal colore rosso intenso e brillante e dalla forma con solchi profondi e costolature che solo a piena maturazione diventano rosse.

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Utilizzato inizialmente per la produzione di salsa industriale, fu abbandonato negli anni ’50 sopravvivendo solo negli orti familiari della zona. Ha frutti medio-grandi, 300-400 grammi, elevata dolcezza che contrasta con una nota acidula di fondo, buccia sottile e media consistenza.

Il pomodoro Canestrino di Lucca

Il Canestrino di Lucca è un pomodoro bellissimo da vedere perché grande, ben formato e di colore vivido. Si raccoglie a piena maturazione e, data la sua capacità di mantenere inalterati per più giorni dopo la raccolta gusto e consistenza, è molto apprezzato.

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Versatile in cucina, con polpa spiccatamente dolce, non acquosa, e buccia sottile, forma piante molto alte, con palchi distanti fra loro, e frutti di forma diversa secondo l’altezza. Quelli sui rami bassi sono piriformi e con solchi appena accennati, quelli sui rami alti presentano costolatura più evidente. Riesce meglio in pianura in terreni limoso-sabbiosi, e vuole abbondanti fertilizzazioni organiche.

Pomodoro Dunne

Il pomodoro Dunne è una nuova varietà che, pur avendo una forma classica, del tutto simile a un pomodorino a grappolo leggermente allungato, ripropone le caratteristiche del datterino che ne è il capostipite, e quelle di un San Marzano.

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La polpa è dolce e aromatica, sempre soda, quasi croccante, il che lo rende perfetto come snack da consumare fresco. Il peso di ogni bacca è di circa 40 grammi. Attaccate al rachide mostrano una buona resistenza allo sgrappolamento e sono resistenti al trasporto. Precoce, capace di elevate produzioni, il pomodoro Dunne deve essere ripulito dalle femminelle per ottenere frutti di misura soddisfacente.

Pomodoro Fantasio

È una nuova selezione di pomodoro rotondo a grappolo da insalata. Il peso medio arriva intorno ai 250 grammi, al taglio si presenta sodo e polposo, ma sono soprattutto le sue caratteristiche agronomiche a indicarlo come una scelta interessante.

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Resiste bene alla peronospora e le piante sono in grado di prolungare il ciclo vegetativo, ha una buona tolleranza al marciume apicale e si spacca con difficoltà. Si distingue per il colore rosso intenso, il gusto fresco ma deciso e una buona sugosità senza essere eccessiva.  

Pomodoro Brandywine

Disponibili in colorazioni diverse, sempre con un disegno che è possibile riconoscere anche quando mascherato a piena maturazione, i pomodori Brandywine sono considerati più che eccellenti.

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Si tratta di una vecchia varietà, oggi ritornata alla ribalta, con frutti grandi, peso fra i 400 e i 500 grammi, profumo intenso e un sapore che ricorda quello dei ‘pomodori di una volta’: pieno, aromatico, senza acidità, dolce ed equilibrato. La produzione è buona, i frutti possono avere anche forma irregolare, hanno buccia fine e pochi semi. Si tratta di una specie produttiva e resistente alle malattie.

Quando seminare i pomodori

La semina in piena terra dei pomodori si effettua, in semenzaio, dalla fine del mese di aprile. Ecco come:

  1. Dopo aver effettuato la preparazione del terreno, rastrellare la superficie per livellarla. 
  2. Distribuire la semente in modo uniforme.
  3. Una volta che le piantine avranno raggiunto circa 15 centimetri d’altezza, trapiantarle nel terreno definitivo, ben esposto al sole, lavorato a 30 centimetri di profondità.
  4. Quando le piantine avranno raggiunto 30/40 cm d’altezza, posizionare i tutori e rincalzare la terra contro le file servendosi di una zappa. Per anticipare la produzione, effettuare la “potatura verde” eliminando i getti che crescono all’ascella delle foglie e quelli che si sviluppano alla base delle piante.
  5. Procedere ad una regolare irrigazione, meglio se per scorrimento, ed eliminare le erbe infestanti attraverso sarchiature.

Ai meno esperti si consiglia di acquistare piantine giovani in vasetto, con foglie sane e senza boccioli, alte una ventina di centimetri con radici bianche. A tarda primavera, mettere a dimora le piantine in una buca grande, in terreno ben concimato, in pieno sole e in posizione riparata dal vento, munendole di un sostegno. Una volta legata la piantina al tutore, annaffiare abbondantemente, vicino al piede.

Come coltivare e curare i pomodori

Per i neofiti, una delle cause d’insuccesso nella coltivazione dei pomodori è una scelta e una preparazione inadeguata dell’aiuola. Per prima cosa, verificare che l’aiuola sia in pieno sole per il maggior tempo possibile. Per avere risultati soddisfacenti il terreno deve essere fertile e ricco di sostanza organica, per questo prima di eseguire la vangatura autunnale occorre spargere sul terreno 5 kg di letame maturo per metro quadrato. In caso di terreno argilloso, aggiungere sabbia e torba per migliorare il drenaggio e ridurre la compattezza. La torba migliorerà anche la capacità di trattenere l’umidità rilasciandola lentamente, così che le radici possano assorbirla e renderà il pH leggermente acido.

Scegliere e trapiantare le piantine di pomodoro

In vivaio bisogna acquistare piante vigorose, con internodi corti, mai filate o deboli, con foglie verdi ben formate, possibilmente senza fiori e senza radici che fuoriescano dai fori di fondo del contenitore. Dal momento dell’acquisto al trapianto deve passare meno tempo possibile. Non è mai tardi per trapiantare le piantine di pomodoro, perché è vero che le ultime messe e dimora inizieranno a fruttificare più tardi, ma, se non ci saranno bruschi abbassamenti di temperatura, permetteranno di prolungare i raccolti autunnali quando le prime piante tenderanno a esaurirsi. Per effettuare il trapianto, scavare una buca profonda grande il doppio del pane di terra, aggiungere sul fondo terriccio per piante da orto e collocare la pianticella in modo che il colletto sia a livello del terreno. Infine, pressare con cura il terriccio per eliminare sacche d’aria e bagnare, ma prima infiggere nel terreno il tutore al quale fissare, accompagnandone la crescita, la pianta del pomodoro. Il tutore deve essere posto nel terreno per almeno un quarto della sua lunghezza così da assicurare, per tutta la stagione, la stabilità necessaria. Le tradizionali canne di bambù possono essere sostituite da sostegni in metallo, meno naturali, ma più durevoli nel tempo e più facili da far penetrare nel terreno.

Annaffiare i pomodori

Nei primi giorni dopo il trapianto, riparare le pianticelle dal sole delle ore più cocenti e, solo quando avranno mostrato chiari segni di crescita, esporle liberamente. L’acqua, con stagione calda e terreno ben preparato, è il vero motore della crescita dei pomodori. Il segreto è bagnare la sera o il mattino prima che il sole sia alto, sempre al piede, magari predisponendo delle conche ad anello intorno alla pianta così che l’acqua possa essere assorbita lentamente senza ruscellare intorno, realizzando una sorta di scorrimento localizzato. Non utilizzare mai acqua fredda, meglio a temperatura ambiente, e mai bagnare direttamente la vegetazione. Gli apporti devono sempre essere regolari e vanno aumentati man mano che cresce il numero dei frutti in fase di formazione e ingrossamento. Ricordarsi che bagnare con abbondanza dopo giorni di asciutto è un errore che spesso può tradursi nella crepacciatura delle bacche. In questi casi, bagnare regolarmente il primo turno, dimezzando il tempo di attesa per il successivo.

Controllare lo sviluppo delle piantine

I pomodori si dividono in due grandi categorie: le varietà determinate, che sviluppano solo un certo numero di palchi fiorali, e le varietà indeterminate, che continuano a crescere fino a quando le condizioni climatico-ambientali lo consentono. Le seconde sono le più usate negli orti familiari. La pratica di cimare le piante accorcia il loro ciclo vegetativo e si pratica nelle coltivazioni da industria, per ottenere bacche mature in tempi più ristretti. Negli orti familiari la maggior produzione si ha nella seconda metà dell’estate e si suggerisce, quindi, di non cimare così da prolungare al massimo il ciclo vegetativo e la disponibilità di prodotto per il consumo.

Pomodoro cuore di bue

Uno dei difetti più comuni negli orti familiari destinati alla produzione di pomodori sono le ridotte dimensioni delle bacche. Il numero delle bacche prodotte e le loro dimensioni sono inversamente correlati: più numerose sono le bacche e più piccole saranno le loro dimensioni. Per ovviare a questo problema si può procedere alla “sfeminellatura”, anche chiamata scacchiatura, ossia si eliminano i germogli ascellari perché formerebbero nuovi fusti, tanto da rendere la massa vegetativa eccessiva. Le bacche formate su questi fusti laterali si riconoscono perché sono di piccole dimensioni, a causa della nutrizione insufficiente, e tardano a maturare.

Concimare, raccogliere e conservare i pomodori

L’uso dei fertilizzanti è molto importante per avere un orto sano e rigoglioso: infatti, per avere produzioni elevate di pomodori è consigliabile distribuire concime anche durante il ciclo vegetativo. Quello granulare a lenta cessione abbina praticità e sicurezza evitando sovraddosaggi. Le concimazioni devono proseguire fino alla fine del mese d’agosto e i pomodori vanno raccolti appena sono completamente maturi. Lasciarli ancora sulla pianta non ne migliora la qualità, anzi, impedisce a quelli più piccoli di crescere al pieno delle loro potenzialità. Allo scopo, utilizzare sempre le forbici per non esercitare trazione sui fusti e stendere il raccolto all’interno di una cassetta in un unico strato affinché non si schiacci. Pur essendo serbevole anche se raccolto non del tutto maturo e mantenuto in frigo, il pomodoro dà il meglio di sé quando viene messo in tavola appena colto.

Come curare i pomodori mese per mese

I pomodori sono presenti in tutti gli orti familiari italiani. L’orto assume sempre più non solo la valenza di scelta produttiva sana e controllabile in ogni suo passaggio, ma anche economica, e gli esperti, così come i nuovi orticoltori, possono facilmente ottenere un raccolto di pomodori soddisfacente semplicemente applicando le cure giuste ogni mese

Pomodori

Maggio: acquistare e trapiantare i pomodori

All’inizio della coltivazione occorre privilegiare lo sviluppo della struttura della pianta e non la produzione di frutti, quindi l’ideale è acquistare piante che non siano già in fase di fioritura. Le piantine acquistate vanno trasportate senza farle soffrire: bisogna evitare quindi di lasciarle rinchiuse in sacchetti di plastica o in auto al sole dove la temperatura sale parecchio. È importante trapiantarle lo stesso giorno dell’acquisto ponendo nel terreno a fianco della pianta, da subito, il tutore interrato per almeno un terzo della lunghezza totale. Si bagnano con regolarità e con moderazione, tutti i giorni, come sono abituate in vivaio, fino a quando non mostrano i segni di una certa ripresa di crescita.

All’inizio vanno ombreggiate: le foglie soffrono in particolar modo l’esposizione al sole diretto perché sono state tenute in vivaio, luminoso ma con un irraggiamento scarso o assente. All’aperto le foglie avvizziscono con facilità e si seccano lasciando vuota la base dei rami. Per evitare questo problema, ombreggiare le pianticelle con una rete, con una campana di carta o con semplici schermi come potrebbero essere cassette di plastica, aumentando progressivamente l’esposizione al sole.

Giugno: accompagnare la crescita e irrigare bene

Le piantine di pomodoro devono essere fissate ai tutori con legature non troppo strette: per non correre il rischio di “segare” la pianta, queste vanno verificate periodicamente. Mano a mano che la pianta di pomodoro cresce, allentare e rifare le legature che accompagneranno la pianta fino alla cimatura. Raggiunta l’altezza desiderata si cimano le piante asportando l’apice con le mani. Il consiglio di intervenire dopo la formazione di quattro-sei palchi è valida solo per chi dispone di molte piante e/o desidera frutti di grossa pezzatura e prima qualità. Chi ricerca un maggiore volume di produzione, con fruttificazione protratta nel tempo, a scapito in parte della pezzatura, lascerà crescere la pianta spesso in modo indefinito ed opererà solo una parziale sfeminellatura. Come detto, tale si definisce l’eliminazione dei getti laterali che si sviluppano all’ascella delle foglie. Questi getti laterali, se non eliminati, produrranno altri rami e altre infiorescenze che daranno vita ad altri grappoli di frutti, spesso di taglia minore.

Per ottimizzare al massimo l’apporto d’acqua, bisogna localizzare l’apporto idrico nella zona di terreno esplorata dalle radici. Il metodo d’irrigazione a pioggia è quello meno efficace e più dannoso per il pomodoro perché buona parte dell’acqua non raggiunge il terreno e lo bagna tutto indistintamente e crea condizioni di elevata umidità all’interno della vegetazione favorendo il proliferare di insetti, parassiti, funghi e batteri. Per bagnare solo nella zona di terreno esplorato dalle radici, si può ricorrere al tubo forato o alla formazione di piccole conche alla base delle piante. Ricordarsi di annaffiare tutti i giorni, o a giorni alterni, sempre con quantitativi d’acqua capaci di affondarsi nel terreno e raggiungere le radici.

Luglio: verificare i tutori e concimare i pomodori

Operazione importante e spesso trascurata, è il controllo della stabilità dei tutori. Per verificare che sia ben infisso nel terreno, piegare il tutore di circa 15 cm e, dopo qualche secondo, rilasciarlo. Se ben infisso si riposizionerà com’era in origine, in caso contrario provvedere a ribatterlo dopo aver allentato le legature. Quando i primi frutti cominceranno ad ingrossarsi, usare un buon fertilizzante di tipo adatto: i pomodori preferiscono il terreno fertile e la loro capacità di asportare principi nutritivi è proverbiale. Quindi si deve approntare un reintegro annuale accompagnato da concimazioni di copertura con prodotti a lento rilascio.

Agosto: raccogliere i pomodori

In estate, e fino a quando le temperature serali non si saranno abbassate sensibilmente, i pomodori devono essere raccolti ogni giorno, ma solo a maturazione completa. I frutti si devono presentare perfettamente colorati, con la buccia tesa e lucida, sodi al tatto, non molli e non gommosi. Si staccano dalla pianta recidendo il picciolo con le forbici e mai con le mani perché in questo modo si evitano rotture di rami che creano ingressi facilitati a parassiti, insetti e malattie.

pomodori verdi

In autunno, quando si teme che i pomodori non riescano a completare la maturazione sulla pianta o si protraggono freddo e pioggia per più giorni, si possono raccogliere i frutti ancora verdi, si asciugano e si mettono in casa nella cesta della frutta dove cambieranno colore e sapore. In collina e in montagna si pratica la spogliazione delle piante, che consiste nell’eliminare la maggior parte delle foglie per favorire la maturazione degli ultimi frutti. A fine stagione i pomodori verdi possono essere conservati sottolio dopo cottura in aceto bianco.

Settembre: eliminare le piante disseccate

Sul finire dell’estate le piante disseccano improvvisamente, le foglie appassiscono, divengono brune e i frutti restano attaccati assumendo lo stesso colore. Senza attendere l’inverno, in autunno si sradicano con cura le piante, utilizzando una vanga e non per semplice trazione, si raccolgono anche i pomodori caduti e si elimina il tutto per impedire la proliferazione degli agenti infettivi che l’anno successivo potrebbero attaccare le nuove piante. Il materiale può anche essere bruciato o interrato in una buca, profonda almeno 50 cm, ricoperta con uno strato di calce idrata prima di essere chiusa. Evitare di immettere all’interno della compostiera le piante di pomodoro perché difficili da trasformare.

Quando piantare i pomodori 

Nel mese di giugno è possibile mettere a dimora nell’orto le piantine di pomodori da trapianto acquistate presso vivaisti e garden center o fatte crescere da seme. C’è solo una condizione: aver preparato il terreno per tempo. Questo deve essere già concimato, sminuzzato e rastrellato e anche i sostegni devono essere già stati predisposti.

Le piantine di pomodori a crescita indeterminata (che raggiungono grandi altezze) vanno messe a dimora a una distanza di 30-40 cm l’una dall’altra sulla fila e a circa 60 cm tra le fila. I pomodori a crescita determinata (specificata sulla confezione al momento dell’acquisto) devono essere posti alla distanza di 30 centimetri l’uno dall’altro sulla fila e tra le fila. Se ben curati, si potranno ottenere in media tra i 5 e i 7 kg di pomodori per ogni metro quadrato coltivato.

Come si trapianta il pomodoro

1. Estrarre la piantina dal vasetto di trapianto o dal contenitore alveolato, facendo attenzione a non rompere il pane di terra intorno alle radici.

1. Estrarre la piantina di pomodoro dal vasetto di trapianto o dal contenitore alveolato, facendo attenzione a non rompere il pane di terra intorno alle radici.

2. Inserire la piantina nella buca già predisposta e riempire gli spazi vuoti con altro terriccio, compattandolo leggermente ed annaffiare.

2. Inserire la piantina di pomodoro nella buca già predisposta e riempire gli spazi vuoti con altro terriccio, compattandolo leggermente, ed annaffiare.

 
3. I pomodori a crescita determinata hanno la necessità di un tutore singolo per ogni pianta (basta una canna di 60 cm) che deve essere infisso ad almeno 20 cm di profondità nel terreno. Legare poi con il filo plastificato il fusto al sostegno, senza stringere troppo in modo da non impedire al fusto di ingrossarsi.

3. I pomodori a crescita determinata hanno la necessità di un tutore singolo per ogni pianta (basta una canna di 60 cm) che deve essere infisso ad almeno 20 cm di profondità nel terreno. Legare poi con il filo plastificato il fusto al sostegno, senza stringere troppo in modo da non impedire al fusto di ingrossarsi.

4. I pomodori che raggiungono grandi altezze (come per esempio il pomodoro cuore di bue che raggiunge i 150 cm) hanno la necessità di avere una struttura di sostegno (anche di bambù) più organizzata. Si può preparare infilando i paletti a una distanza di 4 metri uno dall’altro e poi collegandoli da 3-4 fili zincati posti ad altezza variabile a partire da 15 cm dal livello del terreno.

4. I pomodori che raggiungono grandi altezze (come per esempio il pomodoro cuore di bue che raggiunge i 150 cm) hanno la necessità di avere una struttura di sostegno (anche di bambù) più organizzata. Si può preparare infilando i paletti a una distanza di 4 metri l’uno dall’altro e poi collegandoli con 3-4 fili zincati posti ad altezza variabile a partire da 15 cm dal livello del terreno.

Come potare i pomodori

La potatura dei pomodori è un’operazione non troppo complessa che richiede però una certa precisione, costanza e pazienza. Gli interventi da eseguire sono diversi:

  1. Durante tutto il ciclo di sviluppo della pianta, si esegue la “sfemminellatura”, ovvero l’asportazione delle “femminelle”, i germogli laterali che si sviluppano all’ascella delle foglie. Questi germogli, se lasciati sviluppare liberamente, daranno origine a ramificazioni laterali che produrranno bacche di piccola pezzatura, assorbendo nutrienti ed indebolendo la pianta, che porterà una produzione di qualità inferiore. Con la sfemminellatura si vuole favorire lo sviluppo di frutti solo sul fusto principale, in numero inferiore, ma di qualità indubbiamente superiore. La sfemminellatura deve essere eseguita in media una volta alla settimana, intervenendo sui germogli laterali quando ancora sono teneri. Quest’operazione viene eseguita a mano: ogni singolo germoglio viene staccato semplicemente afferrandolo tra l’indice e il pollice della mano, piegandolo fintanto che non si stacca nettamente ed evitando di creare dannose e antiestetiche sfilacciature dei tessuti.
  2. Un altro intervento utile è lo sfoltimento della chioma, se ritenuta troppo fitta; situazione che si verifica nel caso di piante troppo vigorose, spesso come conseguenza di concimazioni azotate abbondanti. Foglie sovrapposte le une alle altre devono essere diradate, mantenendone solo una, cercando di riequilibrare la chioma ed arieggiarla, evitando condizioni umide e asfittiche, favorevoli allo sviluppo di infezioni fungine a scapito della qualità della produzione. Per lo stesso motivo, è bene asportare le foglie basali della pianta man mano che invecchiano e ingialliscono. Quest’operazione viene eseguita preferibilmente con delle forbici da giardiniere, dotate di lame ben pulite e affilate, evitando, sempre, di creare sfilacciature dei tessuti.
  3. Un’altra operazione utile a favorire una migliore produttività, nel caso di varietà di pomodori prodotti su grappoli lunghi, è quella di asportare il fiore apicale del grappolo, ancor prima che si sviluppi la bacca. Quest’intervento serve a rendere la produzione più omogenea, ottenendo bacche più uniformi su ogni singolo grappolo.
  4. Infine, quando la pianta avrà raggiunto l’altezza desiderata, che solitamente si intende pari all’altezza del tutore lungo il quale viene fatta crescere, si interviene con la cimatura apicale: si recide, cioè, l’apice della pianta, interrompendo la sua crescita in altezza e favorendo, in questo modo, il convogliamento dei nutrienti alla maturazione dei frutti piuttosto che all’ulteriore allungamento della pianta.

Come prolungare il raccolto dei pomodori

Le piantine di pomodoro nei garden restano disponibili più a lungo di quanto comunemente si possa pensare. È possibile metterne a dimora una seconda serie che inizi la fruttificazione più tardi e sostenga la produzione calante delle prime piante. Anche nella scelta delle varietà da mettere a dimora è consigliato disporre di varietà precoci (primo raccolto dopo 65 giorni), medie (75 giorni) e tardive (80 giorni), così da allungare al massimo l’epoca di raccolta attenuando il classico fenomeno della sovrapproduzione della seconda metà del mese di luglio.

Ecco allora le regole per far durare più a lungo la raccolta dei pomodori.

Il terreno giusto

Il pomodoro è pianta esigente in fatto di calcio e la coltivazione ripetuta sulla stessa superficie porta spesso a fenomeni di carenza che, uniti a irregolari apporti idrici, causano il marciume del frutto a partire dalla zona apicale. La presenza di frutti bucati indica la presenza di parassiti che si cibano della polpa affondandovisi dentro: in questo caso bisogna eliminare le bacche colpite e distruggerle. Frutti crepati sono indice di apporti irregolari d’acqua che provocano una crescita in volume, per forte apporto, superiore a quella della buccia: il fenomeno è chiarissimo subito dopo il verificarsi di forti piogge estive e per evitare la perdita dei frutti occorre raccogliere subito. L’umidità favorisce tutte le malattie del pomodoro e, in particolar modo, la ruggine che provoca la morte delle piante.

Ad agosto l’orto è in piena produzione e la raccolta dei pomodori è già cominciata. Le piante sono ricche di frutti rossi e succosi, che maturano ogni giorno sotto il sole estivo. Hanno già prodotto tanto, per gran parte dell’estate, e a breve inizieranno a rallentare il loro ciclo, con l’abbassarsi delle temperature, soprattutto quelle notturne, e l’affievolirsi dei raggi del sole. Ma c’è ancora tempo, un mese almeno (condizioni meteo permettendo), per effettuare la raccolta dei pomodori. Bisogna raccogliere i pomodori man mano che maturano, giornalmente, utilizzando preferibilmente delle forbici in modo tale da staccare anche parte del peduncolo, e senza strapparli, con il rischio di rompere il ramo cui il frutto è attaccato alla pianta.

raccolta-pomodoro

Quando a settembre i pomodori inizieranno a faticare a diventare rossi, si potrà procedere comunque alla raccolta e far proseguire loro la maturazione in casa, in un ambiente più caldo e sempre luminoso. Nel giro di pochi giorni, pomodori raccolti ancora verdi diventeranno rossi e saporiti, quasi come appena raccolti nell’orto.

Limportanza della concimazione

La produzione ininterrotta di frutti ha indebolito la pianta, che ha asportato dal terreno una notevole quantità di elementi nutritivi impoverendolo: è assolutamente necessario reintegrare la fertilità del suolo e restituire forza e vigore alla pianta, tramite un intervento di concimazione. È sufficiente somministrare un prodotto granulare a lento rilascio, incorporandolo superficialmente al terreno nella zona attorno alla pianta: gli elementi nutritivi verranno rilasciati gradualmente e assorbiti dalla pianta con notevole giovamento per la sua vigoria. Dosi e modalità di somministrazione vanno sempre lette sull’etichetta del prodotto acquistato, e seguite con scrupolo, per avere i migliori risultati.

Le annaffiature regolari

Le piante devono essere sempre bagnate regolarmente, considerando l’andamento climatico e lasciando asciugare il terreno tra un intervento irriguo e quello successivo; le temperature settembrine, meno calde rispetto a quelle di luglio, consentono di diminuire leggermente gli apporti di acqua necessari.

Gli indispensabili tutori

Con il peso dei pomodori e la crescita continua della pianta, i tutori ai quali è stata legata potrebbero essersi indeboliti o incurvati e potrebbero aver perso di stabilità. È necessario controllarli e sistemarli nel caso non siano più ben fissi al terreno e stabili. Anche una riveduta ai legacci è necessaria.

La corretta pulizia

Un’altra operazione vivamente consigliata in questo periodo è la pulizia e il riordino delle piante. Se la chioma è troppo fitta e disordinata, è bene asportare qualche foglia, soprattutto quelle che iniziano a mostrare i primi ingiallimenti e disseccamenti. Occorre tagliare anche i rami rotti e quelli troppo fitti (ad esempio, quelli cresciuti all’ascella delle foglie). In questo modo, oltretutto, si darà più luce alla pianta e si esporranno i frutti ancora presenti sulla pianta alla luce del sole, che inizia ad essere meno forte e calda, permettendo loro di maturare più facilmente.

Attenzione agli insetti dannosi

pomodoro-malattieOccorre monitorare regolarmente le piante di pomodoro per scongiurare la presenza di insetti dannosi, soprattutto delle cimici (la cimice verde, Nezara viridula è la più diffusa), che, soprattutto in primavera, agiscono indisturbate nascondendosi nella vegetazione della pianta e creando danni sui frutti di pomodoro con le loro punture di nutrizione. In questo caso è necessario intervenire per allontanarle: sempre meglio optare per l’utilizzo di un prodotto insetticida di origine naturale, come il piretro, o un macerato d’ortica fatto in casa, naturale ed efficace.

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