Raccogliere le melagrane e conservarle

Pianta tipica della macchia mediterranea, il melograno viene coltivato sia a scopo ornamentale per i fiori rossi, sia per la raccolta dei frutti, le melagrane, dalla buccia coriacea e dai chicchi succosi, che adesso sono pronte da raccogliere e conservare.

Giovanna Rio
A cura di Giovanna Rio
Pubblicato il 08/10/2020Aggiornato il 12/07/2024
melagrane

Punica granatum, il melograno, appartiene alla famiglia delle Punicaceae ed è presente nella flora dell’intera area mediterranea. La pianta viene coltivata per la bellissima fioritura rossa e, limitatamente a una pianta nel frutteto domestico, per la produzione dei suoi frutti commestibili pieni di semi succosi, rosati, rinfrescanti e aciduli. Questi si possono mangiare sgranati oppure spremuti o, ancora, trasformati in marmellate. Tra le cultivar più impiegate per la produzione di frutti troviamo le varietà ‘Dente di cavallo’ e ‘Acco’ che maturano a fine settembre e le varietà ‘Valenciano’ e ‘Rosso di Sicilia’ che sono pronte a fine agosto.

Come capire se il frutto maturo

La melagrana è il frutto, una bacca di forma rotonda o leggermente allungata, molto robusta con buccia dura e coriacea. All’interno ha diverse partizioni che contengono i semi di colore rosso circondati da una polpa traslucida colorata dal bianco al rosso rubino, più o meno acidula. In posizione apicale (opposta al picciolo) presenta una caratteristica corona che rappresenta i residui del calice del fiore.

La melagrana deve essere raccolta quando è completamente matura. Per capirlo basta conoscere il colore caratteristico della varietà: a buccia rossa, buccia gialla oppure buccia striata; quando i frutti raggiungono questi colori sono pronti da raccogliere. Anche la dimensione è un segnale di maturazione: la melagrana matura è piena di chicchi succosi. Estrarre i semi dalla polpa non è facile.

1. Tagliare a metà il frutto, poi incidere la buccia in corrispondenza delle membrane bianche che separano gli spicchi. Quindi aprire il frutto con le mani. 

1. Tagliare a metà il frutto, poi incidere la buccia in corrispondenza delle membrane bianche che separano gli spicchi. Quindi aprire il frutto con le mani.

2. Le spremute di melograno possono essere fatte con un semplice spremiagrumi dopo avere tagliato a metà il frutto. Filtrare prima di bere. 

2. Le spremute di melograno possono essere fatte con un semplice spremiagrumi dopo avere tagliato a metà il frutto. Filtrare prima di bere.

La raccolta

Al momento della raccolta utilizzare cesoie ben affilate in modo da recidere il gambo del frutto con un taglio netto e pulito. Fare attenzione a non strappare il frutto a mano perché si potrebbero scoprire porzioni di corteccia che rimarrebbero esposte a malattie e insetti.

Può succedere che frutti molto maturi si aprano quando ancora sono inseriti sui rami, in questo caso occorre raccoglierli subito, per evitare marcescenze.

Se la buccia tende a creparsi per carenza o per eccesso di acqua (causata dalle forti piogge autunnali), purtroppo non ci sono rimedi e non sempre il frutto risulta buono da consumare. In questo caso possono essere usati per fare composizioni autunnali con fiori e frutta oppure centrotavola per le feste

I frutti devono essere conservati in un luogo fresco, al buio, a una temperatura di 5-6 °C. Per conservarli per periodi più lunghi occorre metterli in frigorifero.  

Esigenze di coltivazione

Il melograno è pianta termofila che ama il caldo e le posizioni soleggiate, non deve essere posto a Nord e deve godere di una buona esposizione protetta dal vento. Preferisce terreni ben drenati, sabbiosi, al massimo di medio impasto, tendenzialmente acidi. Il melograno teme il ristagno idrico e non riesce bene in suoli pesanti e argillosi.

Coltivato in piena terra deve essere irrigato con regolarità solo nel primo anno d’impianto per garantire l’attecchimento e un ottimo sviluppo della prima struttura. Nei giardini basta la semplice irrigazione del prato a garantire gli apporti richiesti.

Per quel che riguarda la concimazione, il melograno è pianta esigente. Una mancanza di ferro e altri microelementi può indurre alla ripresa vegetativa uno stato di clorosi con ingiallimento della nuova vegetazione. Ogni anno a primavera si provveda a somministrare un concime che apporti ferro, microelementi, azoto e potassio. L’azoto deve essere somministrato nelle due forme: solubile e a lenta cessione.

Messa a dimora

I soggetti in vaso, acquistati o troppo cresciuti, possono essere messi a dimora in piena terra tutto l’anno, anche se è meglio evitare il periodo estivo più caldo. La buca d’impianto deve essere larga e profonda. Verificare l’assenza sul fondo di lenti d’argilla che ostacolerebbero l’affondamento delle radici, poi riempire con terreno sciolto. La concimazione d’impianto si riduce a una distribuzione di stallatico molto maturo, nell’area interessata dalla chioma, da mescolare con il terreno superficiale.

Anche in vaso

La pianta cresce bene e fruttifica anche in vaso e si presta per decorare terrazzi e balconi di grande dimensione mescolato ad altre piante mediterranee. Ma attenzione, il contenitore deve essere di dimensioni adeguate a quelle della pianta: per un soggetto d’altezza di 150 cm è consigliato un vaso di almeno 50 cm di diametro.

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