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Ad aprile le temperature più calde e le giornate che iniziano gradualmente ad allungarsi invitano a dedicarsi maggiormente ai lavori nell’orto. Diminuisce anche il rischio di gelate tardive (a cui bisogna comunque prestare attenzione), quindi si possono cominciare a piantare in pieno campo anche verdure e ortaggi che temono il freddo, sempre tenendo conto del meteo e della zona d’Italia in cui ci si trova. Ci sono diversi lavori nell’orto che si dovrebbero effettuare ad aprile, così come molte coltivazioni da seminare in pieno campo o da trapiantare, senza dimenticare le verdure e gli ortaggi che si possono raccogliere in questo mese ormai primaverile.
I lavori nell’orto ad aprile
Ad aprile i lavori nell’orto cominciano ad entrare nel vivo. Se ancora non è stato fatto, bisogna preparare il terreno per la colture dei mesi successivi, usando una vanga per rompere la crosta del terreno che impedisce l’evaporazione e per eliminare le infestanti, facendo però attenzione e non girare il terreno, cioè a non capovolgere le zolle che si stanno lavorando. Soprattutto nelle regioni del Nord Italia si può continuare a tenere coperto il suolo con la pacciamatura per proteggere alcuni ortaggi dalle possibili gelate tardive, per rallentare lo sviluppo delle piante infestanti e per minimizzare la perdita di acqua del terreno.
Aprile è anche un buon periodo per interrare nel suolo le piante da sovescio, cioè un mix di graminacee, brassicacee e leguminose che in questo momento dovrebbero essere circa a metà della loro fioritura. Si tratta di una tecnica antica per rendere più fertile il terreno utilizzando i nutrienti contenuto nelle piante stesse, che in genere vengono piantate in autunno e tagliate e interrate superficialmente prima della fine del loro ciclo vitale, quando sono ricche di sostanze preziose per fertilizzare il terreno.
In queste settimane si possono anche prevenire le infestazioni degli insetti nocivi, meglio ancora se con trattamenti preventivi naturali. Si può ad esempio provare il macerato d’ortica, che non solo difende l’orto dagli insetti, ma lo arricchisce di nutrienti. Si ottiene facendo macerare un chilo di ortica in una decina di litri di acqua per circa 24 ore per poi filtrare: il liquido ottenuto si può spruzzare sulle foglie delle piante con un buon effetto repellente nei confronti di afidi e altri insetti dannosi.
Cosa seminare nell’orto di aprile
Nel mese di aprile ci sono molti ortaggi che si possono già seminare in pieno campo, anche se ognuno dovrà decidere il proprio calendario delle semine in base alla regione in cui vive, all’esposizione e alle caratteristiche del proprio orto e alle condizioni climatiche del periodo. In generale si possono seminare barbabietole, carote, cardi, carciofi, cicorie, fagiolini, fagioli nani, fagioli rampicanti, rape, rapanelli, cipolle, valeriana, lattughe, indivia, scarola, bietola da coste, catalogna, porri, spinaci, pomodori, peperoni, melanzane, zucchine, zucche, ceci, fave, piselli, cetrioli, basilico e prezzemolo.
I trapianti dell’orto di aprile
Aprile non è solo un mese ricco di semine, ma anche di trapianti. Se quindi avete preparato piantine in semenzaio nei mesi precedenti, è il momento di pensare a trapiantarle nell’orto, sempre controllando il meteo per escludere il rischio di gelate che possono bloccare la crescita delle piantine. Chi abita nelle regioni del Sud Italia può anticipare questo momento di qualche settimana, mentre chi abita in zone particolarmente fredde potrebbe dover rimandare l’operazione fino al mitigarsi delle temperature. Ad aprile si può trapiantare ciò che si è seminato in semenzaio nei mesi precedenti, quindi bietola da coste, catalogna, basilico, cavolo cappuccio, cetrioli, finocchi, cipolle, indivia, lattuga, scarola, sedano, porro, melanzane, peperoni, pomodori e zucchine.
Come si effettua il trapianto?
Erroneamente si ritiene che il trapianto sia una pratica facile e priva di rischi, ma è proprio chi la esegue senza le dovute attenzioni che avrà gravi problemi, come piante che non crescono oppure esemplari avvizziti che non si riprendono. Trapiantare, come tutto nell’orto, è un’arte. Vediamo come fare step dopo step.
La preparazione del terreno
La prima operazione è quella della preparazione del terreno, che dopo i mesi invernali può essere indurito e impoverito. È quindi necessario eseguire una lavorazione superficiale rompendo la crosta e sminuzzando le zolle troppo grosse, così da rendere il terreno più soffice. Per eseguire questo tipo di lavorazione si consiglia di usare un motocoltivatore o una motozappa. Allo stesso tempo si eliminano sassi, impurità ed erbacce infestanti, da estirpare con le radici. Se si vuole ottenere un raccolto abbondante e di buona qualità è anche necessario che il suolo sia ricco degli elementi nutritivi necessari alle piante da orto per crescere sane e rigogliose. Non sempre il suolo è sufficientemente fertile ed è quindi necessario aggiungere nutrienti tramite concimazione. Contemporaneamente alla lavorazione, quindi, si procede incorporando concime organico (ad esempio letame, stallatico in pellet o cascame di lana) nelle dosi indicate in etichetta. Infine si livella bene il suolo con un rastrello.
Il trapianto delle piantine
È poi il momento del trapianto vero e proprio. Le piantine vanno estratte dal panetto con l’intero pane radicale (cioè radici e terra in cui sono avvolte), cercando di non lesionarle. Se si acquistano, spesso si trovano confezioni (o pack) di 4 o 6 piantine in alveoli di plastica: per estrarle senza rovinarle è utile premere gli alveoli dal basso oppure inserire un bastoncino nel foro basale per spingerle fuori dall’involucro con più facilità.
Il trapianto delle piantine va eseguito nelle ore meno calde del giorno: gambi e foglioline, sono ancora teneri e delicati ed è meglio evitare di esporli subito al sole caldo. Una volta stabilita la disposizione delle piante nell’orto, si procede a scavare le buchette per accogliere ogni singola piantina. La buca deve avere le dimensioni giuste a contenere la giovane pianta con tutto il suo pane radicale: deve essere scavata in modo tale che, una volta alloggiata sul fondo, la piantina si trovi con la zona del colletto (ovvero il punto di incontro tra radici e fusticino) a livello con la superficie del terreno. Sul fondo della buca, è consigliabile distribuire una manciata di concime misto a terriccio. Una volta alloggiata la piantina, si colma la buca con ulteriore terriccio e si preme bene ai bordi del terreno con le mani, per far aderire bene l’apparato radicale al suolo, quindi si innaffia.
Appena messe a dimora, le piantine devono essere bagnate quotidianamente ma con moderazione. Non bisogna esagerare con l’acqua ed inzuppare il terreno: l’apparato radicale non ancora assestato delle giovani piantine rischierebbe di asfissiare in un terreno intriso da troppa acqua. L’acqua va fornita direttamente alla terra, alla base delle piantine, mai sulle loro foglie e mai nelle ore più calde del giorno: si correrebbe il rischio di bruciarne i tessuti. Inoltre, le prime due-tre settimane dopo il trapianto, per evitare il contatto con i raggi diretti del sole particolarmente caldi, è consigliabile stendere una rete ombreggiante sulle giovani piantine, così da proteggerne le foglioline ancora troppo delicate.
Attenzione alle distanze
Riguardo le distanze d’impianto, è bene considerare le caratteristiche di ogni tipo di pianta: alcune piante si sviluppano molto in larghezza (ad esempio le zucchine) e sarà necessario metterle a dimora ad almeno un metro di distanza le une dalle altre. Altre piante (come ad esempio le melanzane) si sviluppano meno e richiedono distanze d’impianto meno ampie: in questo caso 50-60 cm sono sufficienti.
Come trapiantare le insalate
Le insalate sono vendute in multipack, ossia in contenitori alveolati con diverse piante. Di solito sono da preferire quelli a sei unità, dove le pianticelle sono già abbastanza cresciute e sono già pronte per iniziare fin da subito uno sviluppo rapido e vigoroso. E’ importante non farsi ingannare dalle dimensioni della pianticella, ma valutarne il vigore e la salute, osservando che fra una e l’altra, dove si toccano, conservino foglie integre e sane e non appassite o con segni di marcescenza. Questo difetto, se non valutato con attenzione, si rivelerà al momento di separare le singole unità.
Attenzione alle distanze, specie per i neofiti: si consiglia di procedere prima ad una simulazione, disponendo sul terreno le giovani pianticelle in zolla estratte dal contenitore. Prima di estrarle dal pack occorre bagnarle con generosità (senza però affogarle) per far sì che la zolla non si disgreghi quando verrà estratta, esponendo le sottili radici non solo all’aria che le seccherebbe, ma anche a traumi e rotture. Prima di procedere, verificate sul pack la distanza da tenere tra una pianta e l’altra, solitamente 30 centimetri per un cespo di insalata; questo significa che si deve lasciare uno spazio dal bordo dell’aiuola pari alla metà (cioè 15 cm), in modo da fare crescere liberamente il cespo radicale. Sfalsando le file fra loro la distanza fra le piante potrà essere ridotta, ma saranno minori gli spazi liberi per lavorare.
La buca da praticare nel terreno in cui sarà posizionata la pianticella con la zolla (per quanto possibile intera), rappresenta il nuovo mondo con cui questa dovrà confrontarsi. Il terreno dovrà quindi essere lavorato con cura e in profondità, aggiungendo fertilizzanti e ammendanti organici per garantire una buona fertilità e sabbia (se necessaria) per migliorare il drenaggio. Misurate l’altezza della zolla e scavare una buca delle stessa profondità, spianando bene il fondo così che possa appoggiare perfettamente.
Una volta posizionata correttamente la zolla nella buca di scavo, procedete ad assestare il terreno riempiendo gli spazi vuoti, utilizzando anche le dita per spingere il terreno in profondità. Alla fine appoggiate le mani aperte intorno al colletto della pianta e applicate una leggera compressione, ripetuta un paio di volte, per eliminare le sacche d’aria ancora presenti: è proprio in questi spazi vuoti che le giovani radici possono seccarsi e interrompere il loro sviluppo. Terminate con una buona bagnatura al piede: in questo modo il colletto sarà certamente posizionato a livello del terreno, non rilevato e non affogato.
Come trapiantare le aromatiche
Di solito le aromatiche sono piante destinate a rimanere diversi anni sul terreno, quindi è necessario prima di tutto disegnare su carta il progetto facendo riferimento allo spazio a disposizione, alle forme dei cespugli, al colore della vegetazione e alla successione delle fioriture. Quello che è importante conoscere con chiarezza sono le dimensioni finali delle specie e delle varietà impiegate. In un’aiuola simmetrica le varietà più grandi andranno al centro, se addossata a un muro andranno invece nella zona a ridosso di questo, lasciando ai bordi o sul fronte quelle striscianti o di modesto sviluppo.
Svasate le piante estraendole con delicatezza, girando il vaso in modo da far appoggiare la zolla sul palmo della mano; se la zolla non si stacca dal vaso verificate che questo non sia dovuto alle radici che fuoriescono dai fori di fondo. In quest’ultimo caso è possibile tagliarle con le cesoie affilate, senza strapparle, oppure sbloccarle esercitando una pressione sulla zona del foro. Se le radici sono dentro il vaso, per favorire la fuoriuscita della zolla potete battere leggermente sul fondo e sulle pareti del contenitore per favorirne il distacco e, solo se ce n’è bisogno, afferrare le piante arbustive al colletto ed esercitare una leggera ma costante trazione. Se le radici avvolgono tutta la zolla in un reticolo continuo, cercate con cura di aprirlo per favorirne un corretto sviluppo.
Le aromatiche come salvia, timo, rosmarino e lavanda, ma anche molte altre, possono essere considerate piante mediterranee, tipiche di luoghi caldi, assolati, con terreno mai troppo fertile e sempre ben drenato, ricco di pietrisco che favorisce una veloce percolazione dell’acqua verso gli strati profondi senza che si creino condizioni di ristagno. Nell’orto occorre garantire condizioni analoghe preparando il terreno d’impianto con l’aggiunta di una buona quota di sabbia a granulometria grossa. Anche così facendo è consigliato scavare una buca più profonda della zolla e mettere sul fondo un buon drenaggio formato da un vespaio di ghiaia o sabbia.
Anche se non abbisognano di bagnature continue, un buon impianto di irrigazione può semplificare la vita anche nella coltivazione di un’aiuola di aromatiche. Posizionati e messi a dimora i cespugli secondo il progetto, bisogna procedere a stendere il tubo flessibile di irrigazione. La scelta migliore sarebbe quella di un tubo intero, senza fori a distanze prefissate, su cui innestare gli ugelli nei punti richiesti. Il tubo dovrebbe passare vicino al centro dei cespugli, all’interno della proiezione della chioma, ma non addossato alla radice principale. Ricordate che questa parte dell’impianto non può essere messa in linea con quelle che servono gli ortaggi, ma deve funzionare con tempi e scadenze diverse, bagnando non tutti i giorni o a giorni alterni, ma ogni tre giorni nel cuore dell’estate e una volta la settimana in primavera e autunno.
Il servizio fotografico è stato realizzato negli Orti Fioriti di CityLife Milano, http://www.city-lift.it. Si ringraziano per la collaborazione la Cooperativa del Sole e Miriam Meroni.
Le semine in semenzaio del mese di aprile
In queste settimane si può pensare già ai trapianti di giugno, cominciando quindi a piantare in semenzaio le piantine da trapiantare nei mesi successivi e da raccogliere nel periodo autunnale e invernale. Tra le principali varietà su cui si può puntare ci sono cavolfiori, cavolini di Bruxelles, indivia, lattuga, cavolo verza, scarola e sedano.
Cosa si raccoglie ad aprile?
Il raccolto dell’orto nel mese di aprile dipenderà dalla zona geografica in cui ci si trova e a ciò che si è seminato. Di solito si possono ancora raccogliere alcuni ortaggi invernali come finocchi, carciofi e cavolfiori, ma anche alcuni dei primi ortaggi primaverili come i piselli, la rucola, la lattuga, il radicchi, il lattughino da taglio, i ravanelli, gli spinaci e le cipolle. Si possono inoltre raccogliere barbabietole, broccoli, carote, cime di rapa, crescione, fave e cipollotti.
Il servizio fotografico è stato realizzato negli Orti Fioriti di CityLife Milano, http://www.city-lift.it. Si ringraziano per la collaborazione la Cooperativa del Sole e Miriam Meroni.