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Nel mese di settembre, spesso senza che noi ce ne accorgiamo, si decidono i destini dell’orto. Potremmo continuare a raccogliere ancora per molto tempo oppure potremmo vedere gli sforzi prodotti negli ultimi mesi vanificarsi in breve tempo. Un orto florido, seppur maturo, o un orto senescente ingiallito e con molte piante che portano gli ultimi frutti e scarsa vegetazione. Adesso è il momento di affrontare gli imprevisti nell’orto e pensare ai mesi futuri.
L’acqua è il primo elemento
Le bagnature devono essere regolari e continue anche se le piante rallentano la produzione perché a ingrossare i frutti sono gli zuccheri prodotti dalla fotosintesi fogliare. Mantenere una vegetazione sana e rigogliosa è dunque il segreto per continuare a raccogliere. Piante con poca acqua a disposizione per ridurre le perdite non aprono gli stomi fogliari interrompendo anche lo scambio gassoso con l’esterno e inibendo la fotosintesi.
Una volta la settimana
A soffrire saranno in particolar modo gli orti delle seconde case e quelli in cui le bagnature si concentrano nel fine settimana. Un errore grave è affogare le piante nel tentativo di recuperare il tempo perduto. Bagnatele con generosità ma non saturate il terreno perché aumenterete le cause di stress per apparati radicali già in crisi che passano da una situazione di carenza dove è difficile assorbire acqua a una di asfissia dove esiste, per motivi opposti, la stessa difficoltà. Nel momento della partenza potrete bagnare con generosità ma senza esagerare e per aumentare l’efficacia del vostro apporto provvedete a pacciamare il terreno con materiale come paglia o, in mancanza, le malerbe tenute e fatte essiccare.
La pacciamatura aiuta
Una buona pacciamatura per le piante singole, come pomodoro, peperone, melanzana e zucchino, sempre di un’altezza di circa 10 centimetri per essere efficace, è un’ottima scelta ma impone, al momento della bagnatura di infiggere la canna nel materiale fino a raggiungere il terreno.
Questa tecnica è ancor più efficace se affiancata alla formazione intorno alle piante di piccole doline, in pratica delle conche del raggio di circa 10-20 centimetri secondo la specie: la pacciamatura non andrà persa ma resterà ordinata e l’acqua si spanderà nell’area esplorata dalle radici delle piante.
Evitare l’acqua fredda
Evitiamo, quando possibile, di utilizzare acqua fredda ma lasciamola in recipienti e depositi così che sia a temperatura ambiente. In caso di temperature molto elevate provvediamo a irrorare le piante, evitando le ore di sole a picco quando per l’effetto lente delle gocce potrebbe causare delle ustioni. Irroriamo con generosità per raffreddare e idratare i tessuti fogliari fino a quando le piante non grondano proprio come se si trattasse di una pioggia “efficace”. Per piante con evidenti segni di disidratazione somministriamo acqua, senza esagerare due volte il giorno, cercando se possibile di ombreggiarle.
Grandi piogge
Tra gli imprevisti nell’orto più frequenti ci sono i temporali arrivano spesso senza nessun preavviso e senza che nemmeno la capacità previsionale dei moderni sistemi meteo ci possa mettere in allarme. In pochi minuti scaraventano al suolo, e con forza, ingenti volumi d’acqua che ben poco servirà per bagnare a fondo il terreno ma in gran parte sarà dispersa per ruscellamento superficiale.
Fra un’aiuola e l’altra dovrebbe sempre essere presente una fossetta così che vi scoli l’acqua in eccesso oppure da utilizzare per l’irrigazione per infiltrazione laterale. Questa pratica sempre prescritta è ormai desueta e fra un’aiuola e l’altra spesso si vede soltanto uno spazio libero compattato dall’andirivieni dell’operatore oppure un’asse di legno sulla quale camminare per non sporcarsi le scarpe entrando nell’orto. Bella da vedere ma per nulla funzionale in caso di forte temporale. Una buona rete di fossette, utilizzabili anche come camminamento di servizio, imbriglierà l’acqua allontanandola lungo percorsi definiti riducendo i danni.
Passato il temporale valutate i danni e provvedete a chiudere le ferite nel terreno, rincalzate le piante prima che le radici esposte all’aria si secchino, verificate la tenuta dei tutori. Sospendete le bagnature fino a quando il terreno resta fradicio.
E se fosse grandine
Tra gli imprevisti nell’orto , la grandine apporta danni ben superiori alla pioggia perché i chicchi rompono i tessuti di foglie, fusti e frutti. La rete è antigrandine è la miglior difesa, spesso viene confusa con quella ombreggiante ma si tratta di un prodotto diverso. La maglia è più larga e vuota, può essere scelta in misure diverse ma è sempre leggerissima, stabilizzata ai raggi UV, e dovrà essere rinforzata nella fascia perimetrale per poterla fissare con maggiore facilità e tenuta. E’ importante montarla sempre tesa perché non faccia “pance” dove la grandine potrà accumularsi. In caso di grandinate forti il peso di questi accumuli potrebbe essere tale da provocare il crollo dei montanti se non adeguatamente proporzionati con danni maggiori di quelli subiti dai chicchi. Potrete sceglierla fra reti verdi, quelle classiche, e quelle trasparenti o bianche se volete ridurre l’ombreggiamento che è comunque sempre limitato.
La rete antigrandine deve permettere sempre una buona circolazione dell’aria.
Le uniche pratiche che potete mettere in atto sono la raccolta di tutti i frutti danneggiati, la ridefinizione dei tagli in caso di rami strappati e, appena la vegetazione si asciuga, un trattamento rameico generalizzato sugli ortaggi da frutto per ridurre il rischio di insorgenza di problemi sanitari causati da funghi e altri patogeni che possono trovare nelle ferite vie preferenziali di ingresso.
Le verdure da foglia possono essere tagliate, irrigate e concimate per favorirne una ricrescita.
Una grandinata abbondante ha come effetto secondario, oltre ai danni immediati, un arresto della crescita che può protrarsi per diversi giorni perché il ghiaccio sciogliendosi lentamente penetra nel terreno raffreddandolo, causando un abbassamento anche di oltre 20°C. L’effetto è tanto maggiore quanto più le piante sono piccole (quindi con apparati radicali superficiali) e quanto più sono sensibili alle basse temperature come pomodori, melanzane e peperoni.
Lotta ai nemici
Tra gli imprevisti nell’orto, ora possiamo già scorgere i primi segni di problematiche sanitarie che dopo le prime piogge abbondanti e prolungate di settembre, con temperature più basse e umidità elevata, è facile esplodano riducendo di molto la produzione dell’orto. Si possono trattare con prodotti biologici oppure con quelli fai da te.
Il mal bianco
Per gli zucchini gli imprevisti nell’orto sono diversi, ma la patologia più diffusa e quella che provoca i danni maggiori è il mal bianco che si manifesta quando le foglie nel giro di una settimana si ricoprono di una patina bianca prima di iniziare a seccarsi. Senza fotosintesi la pianta sarà presto a corto di nutrienti e non riuscirà a far crescere e a differenziare nuovi fiori e frutti. La pianta assume un aspetto misero e per non diffondere ancor più il problema deve essere eliminata, apparato radicale compreso. Al primo segno di comparsa, anche minimo, trattare con zolfo bagnabile-80 alla dose di 2 grammi ogni litro d’acqua, rispettando i tempi di sospensione di 5 giorni.
La peronospora
Favorita da pioggia e umidità, colpisce il pomodoro e, in casi gravi, porta alla perdita del raccolto per avvizzimento e disseccamento e per distruzione diretta dei frutti. Sulle foglie si formano macchie irregolari, prima decolorate e poi brune. A essere attaccati sono i pomodori ancora verdi che presentano aree edematose a profilo irregolare che poi si “asciugano” e diventano depresse mostrando, se tagliati, in corrispondenza polpa scura di consistenza stopposa. I pomodori colpiti non maturano, cadono e marciscono. Da trattare con solfato di rame tribasico alla dose di 3 ml per litro d’acqua, rispettando i tempi di sospensione di 3 giorni.
La cimice verde
In questo periodo tra gli imprevisti nell’orto compare anche questo insetto che rende immangiabili i pomodori con le sue punture. Trattate con piretro naturale alla dose di 1 ml per litro d’acqua, rispettando i tempi di sospensione di 2 giorni.
Le lumache
Per catturare le lumache che possono attaccare le nuove semine di verdure da foglia ponete nell’orto delle vecchie tegole, bagnate il terreno che coprono così che si formi un ambiente umido e ospitale dove le lumache possano trovare rifugio al levare del sole. Una volta al giorno ispezionatele per catturare gli ospiti indesiderati.