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La maggior parte delle piante che coltiviamo in appartamento cresce in vivaio ma è originaria della foresta tropicale, un ambiente molto rigoglioso, caratterizzato da un elevato tasso di umidità atmosferica, luce diffusa e temperature mai inferiori ai 10°C. Per avere piante sane, altrettanto rigogliose in casa occorre replicare le stesse condizioni. In particolare, in questi ambienti il problema principale è l’umidità dell’aria, sempre carente, soprattutto in periodo invernale, quando sono accesi i riscaldamenti. Per aumentare il livello di umidità attorno alle chiome delle piante basta vaporizzare acqua frequentemente con un nebulizzatore per inumidire i panni, ma la pompa per la distribuzione degli antiparassitari riesce a produrre uno spray più fine.
Perché serve l’umidità alle piante
Per avere piante sane, occorre vaporizzare acqua sulle chiome: questo riduce le perdite per evaporazione negli ambienti caldi e, di conseguenza, i rischi di disseccamento delle punte fogliari. Al contrario, l’elevata umidità dell’aria rende gli stomi delle piante ben aperti e turgidi, donando una bella tessitura alle foglie. Inoltre nebulizzare spesso le piante, anche quelle coltivate nei balconi o in giardino, crea un ambiente sgradito ai ragnetti rossi (acari) che rifuggono l’umidità atmosferica.
Quale acqua
Per irrigare e avere piante sane, preferire acqua non calcarea: l’acqua di pioggia e quella distillata vanno benissimo. È opportuno preparare il nebulizzatore pieno fin dalla sera precedente e conservarlo in casa per evitare bruschi sbalzi di temperatura sulle foglie.
Con quale frequenza
Si nebulizza soprattutto di mattina, per aiutare la pianta a superare le temperature diurne. L’irrorazione va eseguita ogni giorno d’estate e anche d’inverno, quando il riscaldamento è in funzione. Nel corso delle stagioni intermedie, si interviene solo nelle giornate soleggiate con temperature superiori ai 20°C.
Chi ne ha più bisogno
Piante sane e belle che si avvantaggiano della pratica della nebulizzazione sono sia le piante epifite, come le bromeliacee, molte orchidee tropicali e numerose felci, sia i rampicanti da interno, provviste di radici aeree come filodendri e Pothos.
Come si fa

Durante l’irrorazione è bene evitare di bagnare gli eventuali fiori: basta proteggerli con un cartoncino o lastra di plastica; dirigere lo spray solo sulle foglie.

Se ci si assenta per un periodo, predisporre un sottovaso grande o addirittura una bacinella contenente acqua, inserire un elemento per sopraelevare la pianta e appoggiarci sopra il vaso in modo che non sia immerso nell’acqua. In tal modo, l’acqua evapora creando un ambiente gradito alle piante. Inoltre, conviene radunare le piante in un unico locale, avvicinandole le une alle altre, poiché la naturale evaporazione delle foglie reca un vantaggio comune.
Da evitare
- Non nebulizzare quando le piante sono colpite dai raggi solari: il sole, anche se filtrato dai vetri, per l’effetto lente creato dalle goccioline di acqua posate sulle foglie, determinerebbe ustioni fogliari.
- Non irrorare piante a fogliame tomentoso, cioè provvisto di peli, come quello di Saintpaulia o Gynura né le piante grasse: queste andrebbero incontro a fenomeni di marcescenza.