- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione
- Annaffiatura
- Potatura
- Trapianto
- Ubicazione stagionale
- Raccolta
- Malattia e cure
- Poiché l’aloe mal tollera le temperature rigide, la sua coltivazione in vaso è obbligatoria nelle regioni settentrionali.
- Come si nota bene in questa immagine, le foglie di aloe sono lanceolate e disposte a rosetta, lunghe fino 50cm, con margine dentato.
- L’aloe è una pianta piuttosto rustica e se coltivata correttamente non presenta problemi sanitari ricorrenti.
- L’aloe non sopporta i ristagni d’acqua: garantirle un terreno ben drenante è fondamentale per il suo benessere.
- La fotografia ci mostra come l’aloe sia una pianta quasi sempre priva di fusto, formata da un ciuffo di foglie basali di un intenso colore verde.
Nel variegato e complesso mondo delle piante grasse, la famiglia delle aloaceae è molto ricca di specie, e tra queste, l’aloe (specialmente a. vera) è molto apprezzata per più di un motivo: è rustica, bella e utile. Ed è anche facile da coltivare, ma non solo: nella polpa delle sue foglie, infatti, sono contenute sostanze importanti dal punto di vista farmacologico, aloine e polisaccaridi.
Riproducibile tramite seme o talea, l’aloe si può coltivare sia in vaso sia in piena terra, ma tenendo conto delle condizioni climatiche: la pianta non sopporta le basse temperature invernali (al di sotto dei 5-7°C, va spostata al riparo) e va collocata sempre in pieno sole. La pianta si concima una-due volte in primavera e una a fine estate, utilizzando fertilizzanti liquidi specifici per piante grasse, ricchi di azoto, fosforo e potassio e con buone percentuali di ferro, manganese, rame e zinco. L’aloe non necessita di grandi quantità d’acqua (si bagna tendenzialmente solo in caso di alte temperature e mancanza di piogge, annaffiando il terreno e mai le foglie), né di potatura (basta rimuovere le foglie basali che via via disseccano), mentre il terriccio ideale per il trapianto o il rinvaso deve essere mediamente fertile, leggero e ben drenante. Rispettando queste poche indicazioni di coltivazione, l’aloe difficilmente si ammalerà: i problemi più comuni riguardano, infatti, un’esposizione poco luminosa o i ristagni idrici.
Il genere aloe annovera diverse specie tutte caratterizzate da aspetto cespitoso, con una rosetta di foglie più o meno allungate e a sezione triangolare, arcuate od incurvate, a volte dotate di spine.
Tali specie, quasi tutte originarie delle zone aride dell’Africa meridionale, si distinguono per la differente altezza: si va dai 15-20 cm di aloe ristata e aloe variegata, ai 50-60 cm dell’aloe vera, sino ai 2 metri potenziali dell’a. arborescens, dell’a. ferox e dell’a. plicatilis.
Al di là delle diverse varietà, in genere quando si parla di aloe, si fa riferimento essenzialmente alle due specie in grado di esercitare effetti benefici sulla salute dell’uomo, in virtù dell’abbondante presenza in esse, già a partire dal terzo anno, di molecole bioattive: l’aloe vera e l’aloe arborescens.
Detta anche aloe barbadensis, l’aloe vera è la specie certamente più nota. Originaria delle Isole Canarie e delle Isole di Capo Verde, questa pianta si è da tempo naturalizzata nelle regioni costiere del bacino del Mediterraneo, dove cresce spontaneamente nelle zone soleggiate e sabbiose a ridosso del mare.
È una pianta priva di fusto, caratterizzata da una struttura a rosetta fitta: le sue foglie succulente hanno forma lanceolata, si sviluppano a partire dalla parte centrale e si allungano fino a 50 cm o poco più. Di colore verde grigio, a volte con screziature più chiare, possiedono piccolissimi denti o spine lungo i margini ma hanno consistenza vellutata; in periodo estivo, dal centro della rosetta fuoriesce un’infiorescenza di colore giallo vivace, composta da singoli fiorellini tubolari (lunghi in media 3 cm) portati all’estremità di un lungo (90 cm) peduncolo ramificato.
Aloe vera ha un contenuto in aloine inferiore rispetto ad aloe arborescens, ma superiore in polisaccaridi, e i preparati da essa derivati sono più indicati per le applicazioni esterne.
Ben più alta e voluminosa, aloe arborescens si presenta con fusto ben visibile, sul quale si inseriscono foglie di colore verde scuro, lunghe sino a 40-50 centimetri, dotate di coriacee e fitte dentature lungo i margini; produce un’infiorescenza di colore rosso vivace o giallo-arancione, costituita da fiori tubulari, in primavera-estate o in autunno-inverno nella varietà “Natalensis”. Le foglie, triturate e frullate, costituiscono preparati commestibili.
Fioritura
L’aloe fiorisce dalla primavera all’autunno a seconda della varietà. I fiori generalmente sono di colore rosso, arancio o giallo.
Commestibilità
Riproduzione
L’aloe si riproduce per seme o per talea.
In particolare, nei luoghi di origine e per le piante cresciute all’aperto nelle località meridionali della nostra Penisola, la propagazione avviene tramite seme che si diffonde spontaneamente: tale metodo è comunque lento, tanto che possono trascorrere alcuni anni prima di avere piante di apprezzabile dimensione.
Il sistema più semplice e rapido per moltiplicare l’aloe è quindi rappresentato dalla talea o divisione vegetativa, mediante asportazione dal cespo di una pianta madre di germogli cresciuti alla sua base, che andranno a costituire le nuove piante.
La moltiplicazione si esegue durante il periodo estivo (indicativamente da giugno a fine settembre), recidendo con un coltello le radici dei germogli, alti almeno una decina di centimetri e dotati di 4-5 foglie, per poterli così staccare dalla pianta madre.
I germogli staccati devono essere messi a radicare singolarmente in piccoli vasi; i contenitori devono avere i fori di drenaggio e non devono essere troppo grandi: in questa fase si consigliano, indicativamente, vasetti di diametro compreso tra 8 e 12 centimetri, riempiti con il substrato tipico per piante grasse.
Nelle condizioni migliori bastano 2-3 settimane perché la pianta possa ritenersi ben radicata e possa riprendere a sviluppare nuove foglie.
Semi
I semi di aloe vera sono piccoli, di colore marrone scuro e forma allungata.
Informazioni e curiosità
L’aloe vera è una pianta molto preziosa: le sue foglie racchiudono un gel ricco di virtù curative, utile soprattutto per lenire la pelle irritata, escoriata o ustionata. Dallo stesso gel si estrae anche un succo, utilizzato per curare fenomeni di stipsi e per depurare l’organismo.
Ma i vantaggi di questa pianta non finiscono qui: l’aloe vera contribuisce a mantenere più pulita l’aria degli ambienti in cui si vive o soggiorna, perché assorbe sostanze dannose (in particolare formaldeide) e rilascia ossigeno continuamente, anche durante la notte. Questa caratteristica la rende adatta a tutti gli ambienti della casa, comprese le camere da letto.
Coltivazione
L’aloe vera si può coltivare sia in vaso (in contenitori di terracotta di grosse dimensioni), sia in piena terra. Nel secondo caso solo però nelle zone costiere meridionali, dove comunque va posta in posizioni soleggiate, ben al riparo dei venti.
Collocazione
Poiché l’aloe non sopporta le basse temperature, con l’arrivo del freddo, specialmente al Nord, è opportuno ricoverare la pianta trasportandola all’interno se in vaso. Se gli inverni sono miti, la pianta può vivere anche all’esterno.
Le temperature ottimali di crescita per l’aloe sono comprese tra 22 e 26°C . Tra le piante grasse, è una di quelle che meno sopporta le basse temperature del periodo invernale, pertanto deve essere garantita una temperatura minima di 5-7°C anche durante l’inverno.
Concimazione
Le esigenze di concimazione dell’aloe non sono elevate, tuttavia i fertilizzanti devono essere distribuiti regolarmente, specialmente nel caso di esemplari di considerevole età e dimensione, allevati in contenitore, al fine di promuovere la nuova emissione di foglie e il loro corretto sviluppo.
È consigliabile concimare una-due volte in primavera e una a fine estate, impiegando fertilizzanti liquidi specifici per piante grasse, ricchi di azoto, fosforo e potassio (macroelementi) e con buone percentuali di microelementi quali ferro, manganese, rame e zinco. Durante il periodo di riposo autunno-invernale è opportuno non effettuare alcuna concimazione.
Esposizione
L’aloe vuole pieno sole e ambienti ben illuminati: in appartamento va quindi collocata nei punti di massima luminosità, ad esempio a ridosso di una finestra esposta a Sud. Piante cresciute in ambienti con scarsa luminosità, rapidamente deperiscono e riducono fortemente la produzione delle sostanze bioattive.
Annaffiatura
La richiesta di acqua dell’aloe è modesta, ma l’annaffiatura non va comunque trascurata e occorre adattarla alla stagione:
- in primavera-estate irrigare con una certa frequenza (indicativamente una volta ogni 7-10 giorni ) e comunque non appena il terriccio risulti asciutto nei primi 1-2 cm superficiali;
- durante l’autunno-inverno bagnare una volta ogni 20-30 giorni, con dosaggi minori rispetto a quelli primaverili-estivi.
Distribuire l’acqua sul substrato e mai sulle parti verdi: i tessuti che permangono umidi potrebbero essere colpiti da marciumi e, qualora fossero esposti al sole (anche quello che filtra attraverso una finestra aperta), rischierebbero di subire scottature per “effetto lente” delle gocce colpite dai raggi solari.
Non irrigare con acqua fredda: la temperatura ottimale dell’acqua dovrebbe essere compresa tra 15 e 20°C.
Potatura
L’aloe non ha bisogno di potatura: basta eliminare le foglie basali che via via disseccano in modo che non diventino veicolo di malattie parassitarie.
Trapianto
Che si tratti di trapianto o rinvaso dell’aloe, bisogna tenere presente che il terriccio deve essere mediamente fertile, ma soprattutto leggero e ben drenante (allo scopo si possono posizionare, sul fondo dei contenitori, materiali inerti come argilla espansa, pietra pomice, ghiaietto).
La composizione di una corretta miscela del terriccio è la seguente: 50% terriccio universale (costituito prevalentemente da torba bionda finemente sminuzzata); 30 % sabbia di fiume, non calcarea; 20% materiale minerale finemente triturato (perlite, brecciolina, pietrisco).
Chi non disponesse di un giardino, deve propendere per il rinvaso: questo si esegue ogni anno scegliendo un vaso più alto che largo, dato che l’apparato radicale dell’aloe tende a spingersi in profondità. Sul fondo del vaso, dotato di almeno 4 fori di drenaggio, vanno stesi 3-4 cm di ghiaia per facilitare lo sgrondo dell’acqua in eccesso, quindi terriccio di tipo universale, misto a sabbia e agriperlite (1/3). È utile separare lo strato di ghiaia e il terriccio con un pezzo di tessuto-non-tessuto, in modo da trattenere il terriccio senza però ostacolare il passaggio dell’acqua.
Ubicazione stagionale
Primavera/estate: originaria, come tutte le altre piante grasse, di zone calde e semi-desertiche, l’aloe ama le temperature calde, preferibilmente comprese tra 22 e 26°C, quindi durante il periodo più caldo dell’anno la pianta cresce bene all’esterno senza problemi.
Autunno/inverno: molto sensibile al freddo, l’aloe va opportunamente protetta o ricoverata in casa se la temperatura minima scende al di sotto dei 5-7°C.
Raccolta
Il gel cicatrizzante, antinfiammatorio e antibatterico che l’aloe produce, si può raccogliere semplicemente tagliando una foglia nel senso della lunghezza. Si può applicare su lesioni cutanee, scottature, eritemi e punture di insetti per ottenere un immediato sollievo. La “cicatrice” lasciata sulla foglia si ripara in genere rapidamente non compromettendo la salute della pianta.
Malattia e cure
La mancanza di luce e l’eccesso di acqua sono i due principali problemi che possono interessare la pianta di aloe. In più, l’eventuale presenza di macchie sulle foglie può essere causata dal fluoro presente nell’acqua dal rubinetto, che andrà quindi precedentemente filtrata prima di essere somministrata alla pianta.