Aquilegia

Aquilegia

Aquilegia

  • Aquilegia vulgaris Double Winky red/white.
  • Aquilegia Double Winky red/white con i caratteristici colori bianco e rosso.
  • Aquilegia adonis blue.
  • Aquilegia nana "red hobbit".
  • Aquilegia canadensis.
  • Aquilegia vulgaris William Guiness.
  • Aquilegia chrysantha.
  • Aquilegia flabellata.
  • Il caratteristico sperone e le variopinte fioriture sono le caratteristiche principali della pianta di aquilegia.
  • Aquilegia Rose Queen.
  • L'aquilegia può formare un cespuglio leggero, elegante e colorato in giardino, ma si riesce a coltivare facilmente anche in vaso.
  • Aquilegia vulgaris Double Winky red/white.
  • Aquilegia Double Winky red/white con i caratteristici colori bianco e rosso.
  • Aquilegia adonis blue.
  • Aquilegia nana “red hobbit”.
  • Aquilegia canadensis.
  • Aquilegia vulgaris William Guiness.
  • Aquilegia chrysantha.
  • Aquilegia flabellata.
  • Il caratteristico sperone e le variopinte fioriture sono le caratteristiche principali della pianta di aquilegia.
  • Aquilegia Rose Queen.
  • L’aquilegia può formare un cespuglio leggero, elegante e colorato in giardino, ma si riesce a coltivare facilmente anche in vaso.

Le piante di aquilegia (circa 100 specie diverse) sono fra le più facili da coltivare. Originarie dell’emisfero boreale, appartengono alla famiglia delle ranuncolaceae e oggi sono diffuse in Europa, Asia, America e Nord Africa. In Italia sono quattro le specie spontanee (aquilegia vulgaris, la più diffusa nel continente europeo, a. pyrenaica, a. bertolonii, e a. alpina) e si coltivano in piena terra, ma anche in vaso, come piante singole e nelle bordure miste del giardino, oppure rinaturalizzate in un angolo ai piedi della vegetazione arborea, nei parchi, nei boschetti, nella gola di un piccolo corso d’acqua. Persino ai margini della proprietà, se questa confina con l’aperta campagna, le aquilegie possono giocare un ruolo da protagoniste poiché crescono spontanee in luoghi tranquilli, non di passaggio e non battuti dal vento, parzialmente ombreggiati, luminosi e freschi.

L’aquilegia si riproduce per seme o divisione dei cespi e si accontenta di davvero poche attenzioni: non necessita di particolari concimazioni (se non terricciato di foglie e letame maturo una volta l’anno), né potature e anche in fatto di terreno è piuttosto versatile, purché questo sia ben drenato e mantenuto fresco da annaffiature regolari ma non abbondanti. La pianta va collocata preferibilmente in ombra luminosa e resiste bene alle basse temperature, meno al caldo intenso estivo, specie se il substrato è secco. La malattia più pericolosa che può colpire l’aquilegia è il virus del mosaico del cetriolo, poiché non è curabile. Infine, si ricorda che la raccolta della pianta spontanea è assolutamente vietata.

L’aquilegia ha fiori tendenzialmente blu, ma le ibridazioni sono moltissime e ampliano la palette di colori disponibili: i fiori possono essere bianchi, rosa, crema, rossi, cremisi, gialli e anche bicolori (è il caso dell’acquilegia Double Winky red/white). Ogni fiore è formato da cinque sepali esterni e cinque petali veri e propri che si uniscono in un cornetto e si estroflettono a formare uno sperone ricurvo. Proprio la forma del fiore, così particolare e riconoscibile, rende l’aquilegia una pianta unica. La corolla è sempre portata verso il basso, nel migliore dei casi è solo leggermente inclinata verso terra. Questa particolarità, che in altre piante sarebbe penalizzante perché nasconde la visuale frontale del fiore, premia, invece, le forme dell’aquilegia, mettendo in risalto gli speroni, forti e definiti, che contrastano con la leggerezza della corolla.

Le particolarità del fiore non finiscono di stupire: dopo essere stati fecondati si raddrizzano, lasciano cadere i petali, ingrossano i carpelli, formano capsule allungate rivolte a raggiera verso l’esterno che, a maturazione, si aprono e diffondono nell’ambiente numerosi semi di colore nero-verdastro.

Tutte le diverse specie di aquilegia hanno foglie simili nella forma: a tre lobi, più o meno incisi, con lamina spessa e forte. Il colore è grigio-verde, ma in autunno la vegetazione di alcune varietà assume un’intensa sfumatura vinaccia. 

Aquilegia vulgaris, chiamata un tempo “amor nascosto”, è specie tipica delle radure, di grande taglia (40-100 cm d’altezza) e adatta a formare macchie e bordure.

Le specie da bordura (a. longissima, a. canadensis, a. caerulea) si prestano ad essere inserite nelle aiuole di perenni, utilizzate in secondo piano, come cortina verde e fiorita al tempo stesso, dopo elementi di altezza più contenuta e con colorazione a contrasto. La fioritura e il fogliame leggero, punto di forza, sono valorizzate disponendo le piante in ricchi cespi con la tecnica delle macchie di colore.

Le aquilegie a sviluppo più contenuto (a. alpina, a. bertolonii, a. pyrenaica, a. flabellata), indicate nei testi come aquilegie alpine, sono utilizzate per l’allestimento di giardini rocciosi e alpini dove formano macchie di colore e bordure di accompagnamento.

L’aquilegia nana è perfetta per la coltivazione in vaso, anche in balcone.

Fioritura

InvernoPrimaveraEstateAutunno

Il periodo di fioritura dell’aquilegia varia tra le diverse specie ma in linea generale va dalla primavera all’estate inoltrata.

Commestibilità

SemiFoglieFioriFustoFruttiRadici

Riproduzione

SemeTaleaDivisioneBulboInnestoMargottaPropaggine

L’aquilegia si riproduce per seme (la semina si effettua a inizio primavera o in autunno) oppure, più semplicemente, per divisione dei cespi più vigorosi (questi si possono dividere a ottobre oppure a marzo riponendoli subito a dimora e avendo cura di mantenere umido il terreno per almeno due settimane, così da favorire l’attecchimento).

I semi di aquilegia si raccolgono appena le capsule sono mature, prima della loro schiusa, e si seminano solo dopo adeguata vernalizzazione, mantenendole, ad esempio, per una settimana almeno, nel reparto più freddo del frigorifero. Si seminano quindi direttamente nel terreno se questo è idoneo: leggero, soffice, ben drenato, ricco di sostanza organica e profondo.

Seminate in semenzaio, quando hanno raggiunto lo stadio di sviluppo di tre foglie le piantine possono essere trapiantate in vasetti e messe a dimora definitivamente nell’anno successivo.

Le piante nate da seme, per la facilità di ibridazione, non ripropongono fedelmente i caratteri della pianta madre.

Semi

Piccoli e neri, i semi di aquilegia si raccolgono appena le capsule che li contengono sono mature, ossia poco prima della loro schiusa.

Informazioni e curiosità

Il nome “aquilegia”, benché di origini latine, non ha un significato chiaro e sono almeno tre le origini possibili: potrebbe derivare da “acquam legere” (trattenere l’acqua) perché le foglie di questa pianta hanno la capacità di restare bagnate trattenendo sulla loro superficie grosse gocce; oppure da “aquilegium” (si chiamavano così i depositi d’acqua degli acquedotti romani) per la capacità di raccogliere acqua nella parte esterna e prossimale della corolla, o ancora, e questa è la versione più suggestiva, per la forma del fiore che, con i caratteristici speroni, richiama i possenti artigli dell’aquila.

Coltivazione

VasoPiena Terra

Versatile e capace di adattarsi a qualsiasi terreno, l’aquilegia si coltiva in piena terra ma anche in vaso.

Collocazione

InternoEsterno

L’aquilegia è una tipica pianta da esterno, ma si adatta bene anche alla vita in appartamento.

Concimazione

L’aquilegia non richiede particolari concimazioni: ogni anno basta apportare un buon terricciato di foglie e letame maturo, rinnovando lo strato superficiale dopo che le piante hanno ripreso a vegetare da circa un mese.

Esposizione

SoleMezz’ombraOmbra

La posizione preferita dall’aquilegia, tipica pianta da bosco, è l’ombra luminosa, o comunque al riparo dal sole nelle ore più calde. Nei giardini riesce ad adattarsi con facilità anche ad aiuole in pieno sole: basta mantenere umido il terreno con bagnature regolari, quotidiane in estate e durante il periodo della fioritura.

Annaffiatura

GiornalieraFrequenteRegolareOccasionale

Il terreno dove cresce l’aquilegia deve sempre essere mantenuto fresco, evitando però di inzupparlo con annaffiature troppo abbondanti.

Dove possibile, bagnare tutti i giorni in estate, o in assenza di precipitazioni, con modesti quantitativi d’acqua localizzati e non a pioggia.

Potatura

L’unica operazione di potatura necessaria a favorire una fioritura prolungata della pianta di aquilegia, consiste nel recidere gli steli che portano le corolle sfiorite: le specie a grande sviluppo si tagliano a livello del terreno, le altre si cimano soltanto.

Trapianto

L’aquilegia è molto versatile in fatto di terreno, purché sia ben drenato. Meglio ancora se il terriccio è anche soffice, ricco di humus e profondo. Per rinvasare, mescolare tre parti uguali di terriccio per piante da fiore, terra di foglie e sabbia.

Per il trapianto o la semina, occorre prima lavorare il terreno con una vangatura profonda. In presenza di terreno pesante aggiungere sabbia per migliorare il drenaggio, in terreni poveri aggiungere terricciato di foglie.

Ubicazione stagionale

Autunno/inverno: l’aquilegia resiste bene al freddo, quindi può essere lasciata all’esterno senza problemi. Le piante in vaso devono però essere protette con una pacciamatura di terra di foglie se trattate come perenni.

Primavera/estate: la pianta di aquilegia non tollera il grande caldo estivo, specie se unito a mancanza d’acqua ed esposizione diretta al sole. Quindi, in caso di estate particolarmente torrida, spostare le piante in vaso all’interno.

Raccolta

Poiché è sempre più difficile trovare l’aquilegia in natura allo stato spontaneo, oggi ne è vietata la raccolta e la pianta è stata inserita nell’elenco delle specie protette.

Malattia e cure

Fra i nemici dell’aquilegia quello più temibile è il virus del mosaico del cetriolo che attacca lamina e nervature fogliari. Le parti colpite diventano gialle, talvolta brune, la pianta non fiorisce e la crescita è stentata. Una pianta ammalata può solo essere eliminata, giacché non esistono cure efficaci.

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