- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione
- Annaffiatura
- Potatura
- Trapianto
- Ubicazione stagionale
- Raccolta
- Malattia e cure
- L’albero di cachi è capace di una bell’ombra nel periodo estivo e diventa molto decorativo nella stagione autunnale perché le foglie, prima di cadere, assumono un intenso colore rosso e poi dorato.
- I cachi si raccolgono a partire dall’autunno inoltrato, fino anche a dicembre per alcune varietà.
- I frutti di cachi hanno forma diversa secondo le varietà, ma possono essere distinti fra quelli ottenuti per impollinazione, di dimensioni più modeste, contenenti un numero variabile di semi, e di colore rosso-bruno, e quelli partenocarpici (i cachi-mela) più appuntiti e di colore giallo chiaro.
- I cachi vanno raccolti quando la colorazione della buccia vira dal verde verso il giallo-arancio, staccandoli dall’albero e lasciando ad ogni frutto un corto rametto, quindi ponendoli all’interno di cassette di legno in unico strato. I contenitori vanno posti in un luogo asciutto, ventilato e mediamente luminoso per far completare la maturazione.
- La pianta di cachi predilige il clima mediterraneo o temperato e cresce bene in pieno sole.
- Il cachi è un albero da frutto rustico e molto longevo, nonché straordinariamente produttivo.
- Il cachi è un albero a fioritura primaverile.
Il cachi è una pianta da frutto, ma anche ornamentale per la sua bellezza, che può superare i 7 metri di altezza (fino ad arrivare in alcuni casi persino a 12-14 metri). Chiamato anche diospiro, appartiene alla famiglia delle Ebenaceae, è originario della Cina e dell’Asia Orientale ed è conosciuto dall’uomo da più di 2000 anni anche se è stato introdotto in Italia solo nella seconda metà del 1700; è un albero molto longevo (può raggiungere i 100 anni!), rustico, e la sua chioma, generalmente di forma globosa e dal fogliame molto fitto, garantisce molta ombra per tutto il periodo estivo, permettendo la nidificazione di varie specie di uccelli tra i suoi rami.
Riproducibile tramite innesto o semina, il cachi non si può coltivare in vaso e necessita di una posizione calda, soleggiata e riparata dal vento. La pianta va bagnata nella fase di fioritura e primo sviluppo dei frutti se le precipitazioni sono scarse, mentre la concimazione va riservata alla fase di messa a dimora: al momento dell’impianto o del trapianto (da effettuare in autunno), basta aggiungere al terreno sabbia e terricciati, per migliorarne la struttura, e fertilizzanti a lenta cessione come la cornunghia o il cuoio torrefatto. In genere, l’albero di cachi non si dimostra particolarmente esigente in merito alla tipologia di terreno, ma se possibile, si consiglia di optare per suoli profondi, freschi, ricchi di sostanza organica e privi di ristagno. La potatura consiste nella rimozione dei succhioni, dei rami spezzati e in un leggero diradamento della chioma, mentre le problematiche che più facilmente si riscontrano sono il marciume radicale e la presenza di cocciniglie. Il cachi vive bene in zone a clima caldo e temperato, ma si adatta anche a temperature più rigide, purché vanga protetto l’apparato radicale e il fusto (specie di esemplari giovani) con adeguata pacciamatura.
Nello stadio adulto il kaki ha portamento arboreo, con un tronco molto robusto, a volte leggermente incurvato, ricoperto da una corteccia scura rugosa, percorsa da numerose e irregolari screpolature. L’albero è dotato di un apparato radicale fittonante che si affonda nel terreno con poche radici secondarie.
È una specie spogliante, dotata di chioma tondeggiante, caratterizzata da foglie ampie e cuoriformi, verdi lucenti nella pagina superiore e leggermente vellutate in quella inferiore, che, all’approssimarsi dell’autunno, virano verso una tonalità giallo-rossiccia molto decorativa e in grado di permetterne il riconoscimento anche a grande distanza. Le foglie autunnali sono utilizzabili per produrre compost od humus di grande qualità.
La specie comprende sia piante dioiche (ovvero con fiori solo maschili o solo femminili) sia piante monoiche (ovvero con fiori sia maschili sia femminili). I fiori femminili sono solitari, quelli maschili riuniti in gruppi di tre all’ascella delle foglie. I fiori femminili sono più grandi, formati da quattro petali di colore verde-giallognolo con un calice evidente verde chiaro. L’impollinazione avviene ad opera degli insetti, ma molti frutti hanno origine partenocarpica, e quindi non presentano semi.
Ogni pianta è in grado di produrre anche 200 kg di cachi all’anno: questi si raccolgono a partire dall’autunno inoltrato, staccando il frutto dal ramo completo di picciolo.
Fioritura
La fioritura dell’albero di cachi avviene in primavera, verso maggio.
Commestibilità
Riproduzione
La riproduzione della pianta di cachi avviene per innesto o semina , anche se la tecnica più facilmente eseguita prevede l’utilizzo dei polloni che si sviluppano alla base della pianta a partire generalmente dal settimo-ottavo anno di vita. I polloni vanno prelevati preferibilmente in primavera quando sono alti circa 40-50 centimetri, estirpandoli dalla zona del colletto con una vanga o con altro arnese tagliente, possibilmente con alcune radici proprie.
Vanno quindi posti a radicare in gruppi di 5-10 in contenitori (vasi, oppure cassette profonde almeno 30 centimetri) riempiti con una miscela formata in pari misura da terriccio universale e sabbia. La collocazione in ambiente moderatamente riscaldato (se l’operazione avviene in autunno) accelera la formazione delle nuove radici. Dopo circa un anno i polloni possono essere piantati singolarmente in vasi (diametro 18-22 cm) riempiti con terriccio universale ben fertile, e al quarto-quinto anno possono venire piantati nel terreno.
Semi
Il seme si trova all’interno della polpa del caco, è lungo 1-2 cm, ha scorza marrone e, tagliandolo a metà, è possibile scoprire la “posatina” in miniatura che contiene (coltello, forchetta o cucchiaio). Secondo la tradizione contadina quest’ultima sarebbe in grado di svelare che inverno sarà (rispettivamente gelido e tagliente, mite o con tanta neve da spalare).
Ci sono inoltre varietà che maturano anche dopo il raccolto, dette “partenocarpiche”, ovvero senza semi, e che pertanto non necessitano di fecondazione perché i frutti possano formarsi.
Informazioni e curiosità
In Italia i cachi vengono coltivati soprattutto in Emilia Romagna e Campania e le varietà più diffuse sono il Loto di Romagna, la Vaniglia della Campania, il Fuyu, la Kawabata, la Suruga, il Cioccolatino e i cachi-mela (dalla polpa più consistente e croccante).
In generale, si tratta di frutti ricchi di vitamina C (se maturi), beta-carotene, antiossidanti, potassio, ma anche zuccheri, il che li rende poco adatti nelle diete per il controllo del peso.
Coltivazione
Il cachi viene coltivato in piena terra anche perché si tratta di un albero particolarmente maestoso una volta adulto.
Collocazione
Come tutti gli alberi da frutto, il cachi cresce all’esterno.
Concimazione
Il kaki è pianta molto rustica, che necessita di concimazione solamente nel corso dei primi due-tre anni dopo l’impianto: si effettua in primavera, con gli stessi elementi impiegabili all’atto della piantagione, distribuiti in superficie, attorno al colletto della pianta e miscelati al terreno con zappettatura superficiale (si può aggiungere al terreno sabbia e terricciati per migliorarne la struttura e fertilizzanti a lenta cessione come la cornunghia o il cuoio torrefatto). In caso di crescita stentata, si può aumentare il dosaggio dei concimi, anche se sovente il rallentamento di sviluppo è dovuto ad una collocazione in terreno inadatto o in ambiente climatico non idoneo.
Esposizione
Il cachi necessita di una posizione calda e soleggiata; le piante in ombra stentano a crescere. Attenzione anche al vento: meglio prediligere una zona riparata poiché i rami, specie se carichi di frutti (dal peso notevole) rischiano di spezzarsi facilmente se sottoposti a raffiche troppo intense.
Annaffiatura
Il kaki ha un apparato radicale profondo e riesce a superare senza difficoltà periodi di carenza idrica limitati. In mancanza di precipitazioni è comunque importante non fare mancare acqua nella fase di fioritura, di allegagione (quando i fiori si trasformano in frutti), e durante le prime fasi di sviluppo. Attenzione a non eccedere con le annaffiature nella fase di maturazione perché i frutti migliori (quelli più dolci) si ottengono in annate con clima caldo e moderata piovosità.
Potatura
L’albero di cachi fruttifica sui rami misti (rami provvisti di gemme a legno e di gemme a frutto) e sui brindilli (esili e corti rami dotati di una gemma apicale mista, ovvero in parte a legno e in parte a frutto). I frutti vengono pertanto prodotti sui rametti dell’anno.
La potatura deve essere effettuata alla fine dell’inverno operando un blando diradamento di queste formazioni fruttifere. Gli interventi di potatura si eseguono generalmente su piante di modesta altezza (al massimo 4-5 metri). Gli esemplari di grande dimensione non necessitano di alcun intervento, che peraltro risulterebbe estremamente difficile e oneroso.
Va ricordato che la pianta di cachi ha rami fragili, spesso soggetti a rotture anche sotto il peso di un eccessivo carico di frutti. Pertanto la potatura deve avere come scopo anche la salvaguardia dell’integrità dell’albero. Con la potatura si devono inoltre eliminare tutti i rami secchi e quelli deformati o spezzati da eccessivi carichi di frutti o di neve.
Il kaki va soggetto a forte perdita (ovvero “cascola”) di fiori e di frutti (generalmente quando questi sono grandi come una noce): queste sono forme naturali di “autopotatura” che la pianta mette in atto per evitare di portare a maturazione un eccessivo, quindi troppo pesante, carico di frutti.
In certi ambienti particolarmente caldi, ad esempio nel Sud Italia, il kaki può mostrare alternanza di produzione: ad un anno di forte presenza di frutti, ne segue uno di grande riduzione di produzione. Le cause sono sia di ordine ambientale, sia fisiologico.
Trapianto
Il trapianto dell’albero di cachi si effettua a primavera inoltrata nel Centro-Nord, oppure anche in autunno nelle regioni meridionali.
Vanno scelte piante di circa tre-quattro anni (piante più giovani possono creare problemi di attecchimento o non sopportare adeguatamente periodi di freddo) ben strutturate, con tronco lineare, rami omogeneamente disposti alla sommità e privi di anomale curvature. L’apparato radicale deve essere consistente e robusto, avvolto da un adeguato pane di terra. Vanno preferite piante allevate in contenitore o comunque con zolla avvolta da idonea protezione. Si devono invece evitare assolutamente le piante a radice nuda.
La pianta ben si adatta ad essere messa nel giardino-frutteto come singolo esemplare: in tal caso è bene che non vi siano a ridosso della medesima altri alberi d’alto fusto che possano creare zone d’ombra, dannose sia per la crescita del kaki, sia per la formazione dei frutti.
Nel caso si voglia creare un piccolo frutteto, di sole piante di kaki, è consigliabile optare per distanze d’impianto di circa 6 metri tra pianta e pianta sulla fila e di 8 tra le file.
La buca d’impianto va scavata tenendo conto della dimensione della zolla: piantagioni troppo profonde risultano dannose perché compromettono la capacità di respirazione dell’apparato radicale, esponendo il medesimo a temperature troppo basse. Sul fondo della buca può essere messo uno strato (15-20 centimetri) di letame bovino ben maturo o di terricciato. Se il terreno è moderatamente fertile, non è necessario aggiungere concime chimico complesso.
Nel caso opposto, oltre al letame, è possibile addizionare una modesta quantità (15-20 grammi per pianta) di concime chimico in granuli, quale fosfato ammonico o solfato ammonico che deve essere sempre ben miscelato con la terra sul fondo della buca.
Dopo la messa a dimora, la pianta va protetta con paglia o foglie secche da disporre attorno alla zona del colletto.
Molto adatti alla coltivazione del cachi sono i terreni di medio impasto, freschi, ricchi di humus, quindi ben fertili. Il kaki tollera male i suoli compatti, argillosi, freddi e poco drenanti. La messa a dimora in un terreno non adatto rallenta vistosamente la crescita delle giovani piante, riduce la quantità e la qualità dei frutti e compromette la sanità dell’apparato radicale, rendendo la pianta soggetta ad attacchi da parte di funghi, che dal terreno penetrano nelle radici, determinando in esse danni più o meno gravi.
Ubicazione stagionale
L’albero del cachi predilige ambienti temperato-caldi. Tuttavia, se messo a dimora in posizioni riparate e mediamente soleggiate (ad esempio nel lato sud del giardino, oppure a ridosso di un edificio) si adatta anche a climi relativamente freddi; in questo caso, per scongiurare il rischio di danneggiare seriamente la pianta, specie se giovane, conviene comunque avvolgere e proteggere il fusto con fasci di paglia.
In ogni caso va assolutamente evitata una collocazione esposta ai venti provenienti dal nord, specialmente nelle regioni del Nord Italia: questi, infatti, possono danneggiare lo sviluppo dei germogli e determinare gravi rotture dei rami, che sono piuttosto fragili.
La produzione dei frutti può inoltre essere seriamente compromessa, se si manifestano temperature di pochi gradi inferiori allo zero, anche solo per poche ore, nel periodo immediatamente precedente la schiusura delle gemme a frutto.
Queste particolari esigenze rendono pertanto il cachi pianta da frutto adatta essenzialmente alla collocazione in zone di pianura o di mezza collina.
Bonsai
Tra i bonsai da frutto, il cachi è sicuramente quello più spettacolare perché i suoi piccoli pomi arancioni sanno rallegrare l’ambiente circostante. Si distingue per una crescita vigorosa, tronco grosso e rami fini; ha bisogno di un vaso profondo, con terriccio molto drenante, e teme i terreni troppo umidi e i ristagni.
Raccolta
La raccolta dei cachi avviene in autunno inoltrato, generalmente tra fine ottobre e novembre ma può protrarsi fino a dicembre per alcune varietà. Il frutto deve essere raccolto completo del suo picciolo, magari aiutandosi nell’operazione con una cesoia; in alternativa si può ruotare il cachi torcendo il peduncolo fino a provocarne la rottura. Una volta raccolti, specialmente se non del tutto maturi, i frutti vanno posti (non sovrapposti e ben distanziati tra loro) in una cassetta di legno, da conservare a sua volta in un luogo poco illuminato, fresco e asciutto.
Malattia e cure
Il cachi è una pianta molto longeva e assai resistente alle avversità parassitarie, al punto tale che anche nei frutteti specializzati non si interviene praticamente mai con trattamenti antiparassitari. Non si segnalano particolari nemici, né tra gli insetti né tra i funghi, a parte alcuni patogeni fungini terricoli, che possono danneggiare le radici di giovani alberi messi a dimora in terreni poco drenanti, per combattere i quali è preferibile spostare la pianta in suoli più favorevoli.
Proprio per questa sua resistenza il cachi può essere pertanto assunto come emblema di pianta rappresentativa della frutticoltura biologica.