- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione
- Annaffiatura
- Potatura
- Trapianto
- Ubicazione stagionale
- Raccolta
- Malattia e cure
- Il cardo mariano cresce allo stato selvatico in tutte le regioni d’Italia.
- Il cardo mariano ha bisogno di pieno sole per crescere bene e in salute.
- In foto si notano benissimo le particolari screziature bianche che contraddistinguono le foglie del cardo mariano.
- Nonostante l’aspetto spinoso e poco invitante, il cardo mariano, una volta ripulito, rivela un cuore tenere e dolce come il carciofo.
- Il cardo mariano si riconosce immediatamente per la grande infiorescenza viola a pompon.
Il cardo mariano, Silybum marianum, famiglia delle Asteraceae, è una pianta biennale dal fusto eretto e vigoroso, di grandi dimensioni, che cresce nei prati incolti dell’area mediterranea. Si riconosce immediatamente per via delle foglie dal disegno marmorizzato non certo comune in natura: le grandi venature bianche spiccano su un colore di fondo verde chiaro. Tutta la superficie della foglia è lucida, quasi metallizzata, e la consistenza è coriacea ma flessibile; persino l’acqua scivola via o forma grosse gocce a causa del rivestimento ceroso.
Il cardo mariano viene coltivato, in piena terra e in vaso, sia per scopi ornamentali (e culinari) sia per le sue proprietà officinali, senza troppe difficoltà: la concimazione non è tendenzialmente necessaria (anche se una concimazione abbondante con azoto prima dell’impianto, e poi una seconda fertilizzazione nel mese di luglio agevolano una crescita più rigogliosa della pianta), così come le annaffiature vanno riservate ai periodi di prolungata assenza di piogge. La pianta si semina in primavera in un luogo ben soleggiato e non richiede potatura, se non l’eliminazione dei fiori e delle foglie secche o danneggiate, oltre che dei rametti che crescono in maniera disordinata. Il cardo mariano è una pianta pressoché indistruttibile: non teme le basse temperature, riesce a crescere anche in terreni incolti e non è particolarmente soggetto alle infestazioni parassitarie (l’unico possibile nemico è rappresentato dai marciumi radicali).
La crescita e lo sviluppo della pianta di cardo mariano prevede due fasi:
- Nel primo anno si sviluppa la rosetta basale, che presenta foglie grandi (fino a 40 cm) e profondamente lobate, mentre le foglie che si sviluppano sul fusto sono sessili, più piccole e meno incise, ma riportano lo stesso disegno delle prime. In generale, le foglie sono avvolgenti, grandi e profondamente ondulate, con margini sinuosi. Le spine, che si potrebbero sottovalutare, sono più resistenti di quelle degli altri cardi così che la pianta non sia facile da maneggiare, ma richieda sempre l’uso di guanti di pelle come protezione. Le spine sono giallastre e portate al termine di ogni lobo fogliare di forma triangolare.
- Nel secondo anno le piante di cardo mariano, a partire dal mese di maggio, iniziano a sviluppare il fusto glabro e poco ramificato che porterà i fiori, raggiungendo un’altezza compresa fra i 50 ed i 150 cm. Si tratta di capolini color porpora, profumati, simili a quelli del carciofo, con un diametro di circa 5 cm, incorniciati da una raggiera di brattee spinose. Fioriscono in modo scalare, all’interno della stessa pianta, da inizio giugno a fine luglio e sono portati in posizione terminale, sorretti da lunghi peduncoli. I frutti di cardo mariano sono acheni di colore scuro o marezzati di giallo con pappo chiaro formato da peli ruvidi. La radice è robusta e fittonante.
In ambienti ideali, il cardo mariano è capace di formare dense colonie tanto da divenire infestante, compare nei prati incolti, lungo le strade dove si accumula materiale di risulta, persino fra le macerie.
Fioritura
I boccioli del cardo mariano fioriscono in modo scalare, all’interno della stessa pianta, da inizio giugno a fine luglio.
Commestibilità
Riproduzione
Il modo più facile per riprodurre il cardo mariano è tramite semina in primavera. I semi vanno interrati in semenzaio caldo contenente un miscuglio di terriccio composto da 1/3 di terreno comune, 1/3 di sabbia e 1/3 di sabbia e torba.
Dopo la semina, il terriccio va mantenuto umido fino a che non saranno spuntati i primi germogli (dopo 10-30 giorni), i quali, una volta irrobustiti e facili da maneggiare, potranno essere impiantati a dimora definitiva.
In alternativa, si può effettuare la semina direttamente in piena terra, ad esempio nell’orto, a gennaio nelle regioni meridionali e tra aprile e maggio in quelle con clima più rigido.
Semi
I fiori del cardo mariano contengono piccoli semi, oblunghi, appiattiti e di colore grigio scuro. I semi infusi della pianta contengono silimarina, dalle proprietà antiossidanti, e altre sostanze che la rendono indicata per le cure depurative del fegato.
Informazioni e curiosità
Nell’antichità, il cardo mariano veniva utilizzato come antidoto per l’avvelenamento da funghi, in particolare contro il veleno dell’Amanita phalloides, conosciuta come “fungo della morte”.
Il nome mariano è legato a una leggenda cristiana, secondo cui le caratteristiche venature bianche presenti sulle foglie della pianta sono state create dal latte della Vergine Maria, che gocciolando mentre la Madonna era intenta ad allattare Gesù, resero il Silybum marianum benedetto.
Coltivazione
Il cardo mariano cresce spontaneamente in piena terra, ma si può far crescere anche in vaso.
Collocazione
Il cardo mariano è una pianta spontanea che cresce all’esterno.
Concimazione
Il cardo mariano tendenzialmente non necessita di concimazione, ma per ottenere piante rigogliose è consigliabile effettuare, durante la primavera, una concimazione abbondante con azoto (N), prima dell’impianto, e poi una seconda fertilizzazione nel mese di luglio. I concimi consigliati sono: humus di lombrico, pellets di stallatico o letame maturo.
Esposizione
Il cardo mariano ha bisogno di sole diretto per molte ore al giorno. Pianta tipica del Sud Italia vive, infatti, in luoghi assolati e asciutti, con suoli ben drenati, riparati dai venti.
Annaffiatura
Le piante di cardo mariano coltivate in piena terra generalmente si accontentano delle piogge, ma vanno annaffiate regolarmente nei mesi estivi, quando le precipitazioni sono scarse. Quelle cresciute in vaso vanno annaffiate ogni 20 giorni o solo quando il terreno è completamente asciutto.
Potatura
La potatura del cardo mariano, da effettuare tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, consiste più che altro nella rimozione dei fiori appassiti, tagliandoli alla base del loro stelo, e delle foglie secche o danneggiate tagliandole alla base. Anche i rami sottili e quelli che crescono in modo disordinato si possono eliminare in modo da dare alla pianta un aspetto curato e favorire la circolazione dell’aria.
Trapianto
Le piante di cardo mariano seminate e fatte crescere in vaso si possono trapiantare in piena terra nel mese di maggio. Il terreno ideale è compatto, profondo, ricco di sostanza organica e fresco, ma il cardo mariano si adatta bene a qualsiasi tipo di terriccio, purché non a pH acido.
Ubicazione stagionale
Il cardo mariano è pianta da esterno tutto l’anno. Tollera infatti temperature fino a -5/-10°C e la sua presenza è diffusa su tutto il territorio nazionale.
Raccolta
Il cardo mariano è una pianta commestibile in tutte le sue parti e possiede innumerevoli proprietà benefiche: è tra le erbe, infatti, protagoniste della pratica del foraging. Le foglie vanno raccolte tra maggio-giugno o in autunno; i semi tra luglio-agosto per scuotimento dei capolini essiccati; le radici quando la pianta entra in riposo vegetativo. Per farle durare a lungo, queste parti si tagliano a pezzetti, si fanno essiccare in un luogo ben arieggiato e poi si conservano in sacchetti di carta o in barattoli di vetro in cantina o in altro luogo buio e asciutto.
Malattia e cure
Il cardo mariano teme più che altro i marciumi radicali dovuti ai ristagni e la presenza di malerbe infestanti. Non è particolarmente soggetto all’attacco di parassiti.