- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione
- Annaffiatura
- Potatura
- Trapianto
- Ubicazione stagionale
- Malattia e cure
- Pianta di echeveria in fiore: come si vede in foto, le infiorescenze portate da lunghi steli si ergono dal centro di ogni rosetta.
- Echeveria è una succulenta riconoscibile per la caratteristica forma a rosetta, di colore variabile.
- Echeveria varietà Diamond.
- Vaso di echeveria in giardino: nell’immagine si notano le rosette particolarmente carnose.
- Echeveria gibbiflora a fiori rosa.
- Sole e temperature non troppo fredde anche in inverno sono indispensabili per mantenere in salute la pianta di echeveria.
Sono circa 150 le specie di echeveria coltivate e quasi tutte si adattano con successo alle nostre condizioni climatiche. Sono originarie delle aree desertiche, asciutte e montane del Sud America e dell’America Centrale, caratterizzate da giornate molto calde e notti fredde. La variabilità delle forme all’interno del genere è una continua variazione sul tema della rosetta, non troppo stretta, di foglie carnose addensate fra loro e avviluppate in modo spiralato. Il colore delle foglie varia da una specie all’altra, ma la forma è tendenzialmente ovale o triangolare con margini sfrangiati o ondulati. Le echeverie appartengono alla famiglia delle Crassulaceae e le specie coltivate più diffuse hanno dimensioni comprese fra i 6 e i 30 cm di diametro e gli 8 e i 30 cm di altezza (ma in natura non mancano esempi di gigantismo: rosette con 60 cm di diametro e altezza fino a 150 cm).
La coltivazione dell’echeveria, possibile sia in vaso sia in piena terra (se le temperature invernali lo consentono) richiede un’attenzione particolare al tipo di terreno e alla luce solare: è preferibile utilizzare un substrato ben drenato, come un mix di terriccio da fiori, torba e sabbia (non meno del 20%), per evitare ristagni idrici ed esporre la pianta a luce intensa e diretta, posizionandola in un luogo dove possa ricevere almeno sei ore di sole al giorno. Nei periodi più caldi, è utile fornire una leggera ombreggiatura per evitare scottature alle foglie. La concimazione dell’echeveria va effettuata durante la stagione di crescita, ossia in estate. Si utilizza allo scopo un fertilizzante specifico per piante succulente, una volta al mese, per sostenere lo sviluppo della pianta e favorirne una crescita sana e vigorosa. In inverno, quando la succulenta entra in dormienza, è meglio sospendere la concimazione. La potatura non è necessaria, se non limitata all’asportazione delle foglie secche o danneggiate in modo da prevenire eventuali malattie parassitarie (afidi e cocciniglia sono i principali nemici di echeveria). Infine, le annaffiature devono essere regolate in base alla stagione: durante l’estate, è consigliabile annaffiare anche due volte la settimana, evitando di bagnare le foglie. In autunno e in inverno, le annaffiature vanno ridotte notevolmente (basta una sola volta al mese) per prevenire eccessi di umidità che possono portare a marciumi radicali. È preferibile annaffiare al mattino presto o alla sera, per permettere al terreno di asciugarsi durante il giorno.
Come spesso accade per tutte le piante grasse, il punto debole di echeveria è senza dubbio la temperatura: la succulenta mal sopporta il freddo e già sotto i 5°C rischia di morire improvvisamente. Per questo, il suo trapianto in piena terra è consentito solo nelle regioni caratterizzate da inverni non troppo rigidi; in alternativa è opportuno optare per la coltivazione in contenitore, avendo cura di effettuare un rinvaso ogni 2 anni e portando la pianta al riparo (ideale sarebbe una scala vetrata luminosa e parzialmente riscaldata), all’arrivo dei primi freddi.
La riproduzione dell’echeveria può avvenire per talea di foglia, per seme o per divisione dei polloni basali. La tecnica più comune è la propagazione per talea di foglia, che consiste nel rimuovere una foglia sana e lasciarla asciugare per alcuni giorni prima di piantarla in un substrato adatto. Dopo alcune settimane, la talea svilupperà radici e darà origine a una nuova pianta.
Fioritura
L’echeveria fiorisce a partire dalla primavera per tutta l’estate, quando dal centro della rosetta cresce un lungo stelo sul quale sbocciano numerosi piccoli fiori campanulati.
Commestibilità
Riproduzione
Per riprodurre con successo l’echeveria si può optare per la talea di foglia, separando le nuove rosette che si formano alla base o sui fusti fioriferi e ripiantandole in terriccio leggero. In alternativa, altre tecniche riproduttive sono la semina o la divisione dei polloni.
Semi
I semi di echeveria sono piccoli, di forma tonda o leggermente ovale, e hanno una superficie liscia o leggermente rugosa. La loro colorazione varia dal marrone scuro al nero, e sono molto sottili: questo aspetto implica un’attenzione particolare in fase di semina per evitare di seppellirli troppo profondamente.
Informazioni e curiosità
Tre specie di echeveria particolarmente interessanti sono e. glauca, e. pulvinata ed e. gibbiflora.
- Echeveria glauca forma dense rosette di foglie dal tipico colore glauco, fra il verde e l’azzurro. Il colore, unito alla patina cerosa, conferisce alle foglie un aspetto prezioso e delicato, che contrasta, accrescendone il fascino, con la loro apparenza quasi “metallica”. Le piante più vecchie assumono sfumature rossastre lungo il margine, specie nella zona apicale delle foglie, impreziosite dalla forma rotondeggiante che crea una piccola punta. Ad aumentare il pregio di echeveria glauca è la capacità di emettere lunghi steli alla cui estremità si aprono i fiori colorati e altre piccole rosette che potranno essere impiegate per avere nuove piante. I fiori, fino ad un numero di venti per stelo, hanno colori compresi fra il giallo, l’arancio e il rosso.
- Echeveria gibbiflora è meno fiorifera dell’e. glauca, ma in primavera emette lunghi steli alla cui estremità si aprono fiori rossi. Le foglie, a forma di punta di freccia, sono carnose e spesse, a sezione ellittica, di colore glauco, fra il verde, il rosa e l’azzurro. In autunno assumono tinte più marcate.
- Echeveria pulvinata crea una densa vegetazione composta da rosette di foglie a forma di punta di freccia, carnose e spesse, a sezione ellittica, di colore glauco fra il verde e l’azzurro, schermato dal manto lanuginoso che ne riveste tutta la superficie. In autunno le foglie si tingono di una sfumatura rossastra più marcata nella zona apicale e lungo il profilo, creando una marginatura quasi bruna. Le rosette sono portate da fusti ricoperti da una tomentosità bruna. Alta fino a 30 cm, può allargarsi fino a 50, decombendo, nella porzione periferica, oltre il limite del vaso.
Coltivazione
Echeveria si può coltivare sia in vaso sia in piena terra, ma si consiglia l’utilizzo di contenitori poiché la pianta non tollera le basse temperature e d’inverno ha bisogno di essere ricoverata all’interno.
Collocazione
Echeveria può essere spostata all’interno o all’esterno a seconda dell’andamento stagionale e delle temperature.
Concimazione
Durante l’estate, quando la pianta di echeveria è in piena attività vegetativa, si distribuisca un fertilizzante specifico per piante grasse ad alto contenuto di potassio.
Esposizione
Come tutte le piante succulente, l’echeveria richiede tutta la luce possibile specie durante l’inverno. In estate, all’aperto, porla in pieno sole per almeno metà della giornata: il luogo ideale è un portico dove sia al riparo dai raggi del sole nelle ore più calde, ma dove non manchi né luce, né calore.
Annaffiatura
In estate, con alte temperature, annaffiare l’echeveria anche due volte la settimana senza parsimonia. L’acqua deve uscire dal fondo del vaso, ma non deve permanere a lungo nel sottovaso, quindi va eliminata dopo circa dieci minuti.
In inverno bagnare secondo la temperatura del locale di ricovero: con temperature inferiori ai 18°C, basta una volta al mese per impedire che le foglie perdano di tono e tendano ad avvizzire.
Bagnare sempre sotto le foglie perché un ristagno d’acqua nella rosetta può essere causa di marciumi.
Potatura
Echeveria non necessita di potatura. Basta solo eliminare le eventuali foglie danneggiate per evitare che veicolino malattie parassitarie.
Trapianto
Come tutte le succulente, echeveria richiede un terriccio con drenaggio perfetto. Mescolare quindi terriccio da fiori, torba e sabbia. La sabbia, di granulometria grossolana e ben lavata sotto acqua corrente, non deve mai scendere sotto il 20% del totale.
Per la coltivazione in vaso, di norma si procede con il rinvaso ogni 2 anni, rinnovando il terreno ed eliminando quello ormai privo di nutrienti.
Prima di effettuare il trapianto (possibile solo nelle zone costiere più miti del Sud Italia) occorre informarsi sul tipo di varietà più compatibile con la propria area geografica di appartenenza. Echeveria può crescere anche su roccaglia o muretti a secco.
Ubicazione stagionale
Sotto i 5°C la pianta di echeveria comincia a soffrire e può morire improvvisamente senza aver mostrato nessun segno premonitore. Durante l’inverno deve quindi essere ricoverata su una scala vetrata luminosa e parzialmente riscaldata (con una temperatura di circa 16°C). In estate e primavera può stare all’esterno senza problemi.
Malattia e cure
Il parassita più diffuso sulle piante di echeveria è la cocciniglia. Può presentarsi in forma di piccoli scudetti adesi alle foglie, come fiocchi lanuginosi bianchi localizzati sulla parte aerea ma anche a livello delle radici. In quest’ultimo caso è sempre bene osservare con attenzione l’apparato radicale al momento del rinvaso, specie in piante che hanno evidenziato un arresto nella crescita.
Per curare la pianta utilizzare un insetticida a base di piretro, sulle foglie, o diluito in acqua per sciacquare le radici dopo averle ripulite completamente dalla terra. Rinvasata la pianta, si attende quindici giorni prima di bagnarla.
Anche gli afidi, piccoli insetti verdi che possono attaccare i fiori e le parti giovani della pianta quando portata all’esterno, sono sempre in agguato ma si combattono efficacemente con un piretroide.