- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione
- Annaffiatura
- Potatura
- Trapianto
- Ubicazione stagionale
- Raccolta
- Malattia e cure
- Il fiore di loto si presta ad essere coltivato in grandi vasche, stagni e laghetti domestici.
- In estate il fiore di loto produce spettacolari infiorescenze, molto simili a ninfee.
- Il fiore di loto ha generalmente petali di colore rosa, giallo chiaro o bianco.
- Il fiore di loto si caratterizza per le grandi foglie verdi tondeggianti, erette sugli steli.
- Il fiore di loto rende incantevole il laghetto in giardino, ma se lasciato crescere indisturbato diventa in breve tempo infestante.
- Le foglie di fiore di loto sono impermeabili all’acqua (come si nota bene in foto).
Al genere nelumbo, famiglia nelumbonaceae, appartiene la specie n. nucifera (o n. lutea), comunemente nota come fiore di loto. In natura si trova sulle sponde fangose di laghi o stagni delle regioni dell’Asia subtropicale ma si è diffusa e naturalizzata in molte altre zone, compresa l’Italia.
Il loto è una pianta acquatica a bassa manutenzione: adattatasi alla vita in contenitore senza problemi, radica in terreni argillosi, sabbiosi o calcarei posti sul fondo delle vasche, resi fertili ogni anno da una concimazione a base di letame. Il livello dell’acqua va mantenuto sempre costante, versando giornalmente acqua fresca e priva di cloro in estate; il fiore di loto non necessita di potatura, ama le esposizioni calde e soleggiate e mal tollera il freddo: all’arrivo dell’autunno è buona norma estrarre i rizomi dall’acqua e conservarli al riparo in attesa di poterli ripiantare sul fondo di laghetti e vasche nella primavera successiva. Il trapianto si effettua principalmente con la tecnica dei vasi sommersi, mentre la riproduzione prevede il ricorso ai semi (commestibili) o alla divisione dei rizomi (decisamente più facile). Il fiore di loto è tendenzialmente immune alla malattie, se non sporadici attacchi da parte di funghi o afidi.
Il fiore di loto si presenta come un cespo di foglie molto allargato che si origina da un rizoma di colore bruno. Le foglie sono molto ampie (il diametro arriva sino ad 80 cm), rotondeggianti, vellutate. La lamina è ondulata e in corrispondenza dell’inserzione del picciolo, al centro, leggermente depressa. Le gocce di pioggia scivolano via senza bagnare le foglie perché rivestite da una cuticola cerosa con funzione idrorepellente. Il colore è sempre verde-glauco. Spesso le piante di fiore di loto vengono confuse con le ninfee, ma basta osservare il loro portamento per capire subito la differenza: la ninfea ha foglie che poggiano sulla superficie dell’acqua, mentre le foglie del loto sono molto più grandi e fuoriescono dall’acqua grazie agli steli.
I fiori rappresentano il vero incanto del loto: solitari e portati da un lungo peduncolo ben eretto (da 50 a 100 cm), sono vistosi, profumati, di colore bianco, rosa o rosso, talora sfumati di giallo, striati o doppi. I fiori delle varietà classiche arrivano a 30 cm di diametro, quelli delle varietà nane a 10 cm.
I frutti sono grandi ricettacoli appiattiti che si riconoscono per la forma di disco con molti fori circolari; questi, dopo l’essiccazione, si usano nelle composizioni di fiori secchi.
Fioritura
La fioritura del loto avviene in estate ed è preceduta dalla formazione di grossi boccioli ovali.
Commestibilità
Riproduzione
La riproduzione del fiore di loto avviene tramite rizoma o seme, anche se questa seconda tecnica è sconsigliata soprattutto perché non c’è garanzia che tutti i semi ricavati dalla pianta siano fertili, inoltre richiede molto tempo e un ambiente condizionato dove mantenere i vasi a temperatura costante. Per effettuare la divisione dei rizomi, in primavera tagliare in due porzioni un rizoma ben formato così che entrambe abbiano almeno un germoglio integro e vitale; ripiantare subito dopo.
Semi
I semi di loto sono molto duri e lisci, quasi completamente impermeabili all’acqua. Sono assolutamente commestibili e molto utilizzati nella cucina tradizionale asiatica.
Informazioni e curiosità
Il loto è un fiore sacro per il Buddhismo e l’Induismo: la sua capacità di ergersi dal fango per sbocciare alla luce del sole incarna l’elevazione spirituale dell’uomo virtuoso.
Coltivazione
Il fiore di loto è una pianta acquatica che però radica nel terreno, in particolare in terreni argillosi, sabbiosi o calcarei, sia all’interno di vasche artificiali sia laghetti in giardino.
Collocazione
Il fiore di loto va collocato all’esterno.
Concimazione
Tutti i manuali per la cura e la coltivazione dei fiori di loto consigliano di mescolare ogni anno letame ben maturo al terreno di fondo.
Esposizione
Originari dell’Asia subtropicale, i fiori di loto si adattano a vivere all’aperto anche nel nostro Paese purché sia possibile garantire loro una posizione in pieno sole e calda. Riescono con più facilità nei laghetti con un ricambio d’acqua limitato o nullo, come nei bacili e nelle fontane a ricircolo, purché la temperatura dell’acqua, nelle ore più calde, sia intorno ai 25°C.
Annaffiatura
Sebbene non si possa parlare di annaffiature, occorre controllare spesso il livello dell’acqua in cui si trova il fiore di loto e mantenerlo costante: in estate, in particolare, è bene intervenire quotidianamente per rabboccare con acqua fresca e pulita, lasciata decantare così che perda il cloro immesso nelle condutture dell’acquedotto a scopo sanitario, ma sgradito a piante e microflora del terreno.
Potatura
Il fiore di loto non ha bisogno di potatura ma buona norma resta quella di eliminare fiori e foglie avvizziti.
Trapianto
Il fiore di loto è pianta molto vigorosa, che cresce parecchio, ed è per questa ragione che la profondità in cui devono essere interrati i rizomi, rispetto al pelo dell’acqua, è piuttosto variabile andando dai 20 cm ai 2 metri; la maggior parte delle varietà da giardino richiede una profondità d’impianto compresa tra i 20 e i 60 cm. Per la coltivazione in mastello esistono varietà nane, di dimensioni contenute, ma con fiori egualmente grandi e colorati. Alcune hanno fiori doppi così da ricordare nella forma le peonie.
Perché i fiori di loto possano radicare saldamente, il terreno deve avere uno spessore minimo di 30 cm ed essere compatto, per evitare che i rizomi vengano scalzati dal flusso dell’acqua o dall’eventuale lavorio dei pesci di fondo.
Per piantare i loti in vasche si deve ricorrere alla tecnica dei vasi sommersi. All’interno di un vaso di coccio si pongono terreno e rizomi, si termina il riempimento con uno strato di ghiaia protettivo e si calano i fiori molto lentamente in acqua lasciando che il terreno si imbibisca completamente. Terreno asciutto, immersione troppo veloce e mancanza di ghiaia possono provocare la fuoriuscita di parte del contenuto del vaso per la spinta al galleggiamento dell’aria nel terreno. Negli stagni si preferisce impiegare cesti di rete di buon diametro (circa 50 cm) da recuperare a fine stagione.
Ubicazione stagionale
I fiori di loto sono piante perenni che però non sopravvivono in climi molto freddi, ad esempio dove l’acqua dei laghetti e degli stagni gela. In ogni caso, a fine estate bisogna svuotare gli invasi, le vasche o i mastelli e raccogliere i rizomi (con attenzione perché sono delicati e facili a rompersi) per porli in sabbia mantenuta umida ad una temperatura costante di circa 10°C. A primavera andranno ripiantati sul fondo e ricoperti con pochi centimetri d’acqua, aumentando progressivamente il livello dell’acqua.
Raccolta
La raccolta dei fiori di loto rappresenta una tradizione vietnamita di grande suggestione. Ogni anno, da fine maggio a metà agosto, pescatori e appassionati si ritrovano su piccole barchette di legno sul fiume Hanoi per raccogliere questi splendidi fiori utilizzati come spezie e nella preparazione di infusi e tisane.
Malattia e cure
In genere, in quanto pianta acquatica, il fiore di loto non viene attaccato da insetti e parassiti, ma può essere colpito da funghi e afidi, per sconfiggere i quali bisogna ricorrere a prodotti specifici facilmente reperibili in commercio.