- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione
- Annaffiatura
- Potatura
- Trapianto
- Ubicazione stagionale
- Raccolta
- Malattia e cure
- L’albero di gelso deve crescere in piena terra, in posizione soleggiata ma riparata dal vento.
- In foto, i frutti di morus nigra: le more di gelso.
- Il gelso fruttifica durante l’estate, riempiendo i rami di piccoli frutti.
- In foto, un piccolo alberello della specie morus alba.
- In foto, le more di gelso bianche di morus alba.
- Le more di gelso sono frutti piuttosto delicati e poco serbevoli, per questo vanno consumati entro pochissimo tempo dalla raccolta.
Usato in passato nell’allevamento dei bachi da seta, il gelso ha perso progressivamente di popolarità ma oggi è stato riscoperto come albero da frutto per le sue deliziose e dolci more, bianche o scure, utilizzate soprattutto in forma di succhi e confetture. La pianta, di origine asiatica e appartenente alla famiglia delle Moraceae, vanta una straordinaria rusticità, capacità di adattamento e scarsità di cure richieste, oltre a una grande longevità. Estremamente produttiva, può crescere in qualsiasi clima, anche nei giardini del Nord Italia, poiché non teme né il freddo (è consigliabile comunque proteggerla dalle gelate tardive durante la fase giovanile), né la siccità, grazie a un apparato radicale particolarmente sviluppato. Il gelso è però anche una bellissima pianta ornamentale: la sua chioma globosa è fitta di rami, dalle forme spesso irregolari, ampia, fresca e ombrosa.
La riproduzione del gelso può avvenire per seme o per talea: la moltiplicazione per seme è meno comune, in quanto i tempi di crescita sono più lunghi e le piante ottenute possono non conservare le caratteristiche della pianta madre. La tecnica della talea è più frequentemente utilizzata, permettendo di ottenere piante identiche alla pianta madre e più rapidamente produttive. Come detto, il gelso richiede una manutenzione minima: le annaffiature si effettuano solo in caso di prolungata mancanza di piogge, giacché la pianta è in grado di procurarsi da sola l’acqua di cui ha bisogno, e anche la concimazione va eseguita con moderazione (basta impiegare ogni anno del letame maturo o del compost, da incorporare al terreno a inizio inverno). Anche in fatto di terreno per il trapianto, il gelso si dimostra scarsamente esigente: se possibile, si scelga comunque un suolo abbastanza sciolto e ricco di sostanza organica, evitando gli eccessi di argilla, che rendono asfittico il terreno, e i ristagni idrici che possono favorire il proliferare di malattie.
La potatura è l’unica operazione che svolge un ruolo importante nella gestione della pianta di gelso. Essa viene effettuata in inverno (è consigliato il mese di febbraio), durante il periodo di riposo vegetativo, per regolare la forma della chioma e garantire un’adeguata aerazione e illuminazione dei rami. La raccolta dei frutti di gelso avviene solitamente in estate: questi, che possono essere bianchi, neri o rossi a seconda della varietà, vengono raccolti manualmente quando raggiungono la maturità. La raccolta deve essere tempestiva, poiché i frutti maturi cadono facilmente dall’albero.
Il gelso, in generale, non soffre frequentemente di problemi di salute o infestazioni parassitarie, soprattutto se si mantiene la chioma ben ventilata attraverso le necessarie potature.
Fioritura
La fioritura del gelso è primaverile (di solito comincia a maggio).
Commestibilità
Riproduzione
Il gelso si può riprodurre per talea oppure tramite seme, anche se è consigliata la prima tecnica sia perché preserva la varietà originaria sia perché decisamente più rapida. Chi vuole piantare un gelso nel giardino di casa, più banalmente, può rivolgersi a un vivaio comprando la piantina in pane di terra oppure a radice nuda, pronta da trapiantare: in questo modo si ha la garanzia di scegliere varietà selezionate, più resistenti alle malattie e ben produttive.
Informazioni e curiosità
La pianta di gelso si distingue tra gelso bianco e gelso nero:
- Il gelso bianco (morus blanca), originario dell’estremo Oriente, è una pianta che può assumere dimensioni importanti se non viene sottoposto a potatura. Presenta foglie più piccole e i frutti che produce sono di un bel colore chiaro; sono meno gustosi delle bacche nere, ma si tratta comunque di un frutto gradevole e zuccherino. La pianta di gelso bianco vanta una maggiore resistenza alle basse temperature, per questo può essere preferito in climi rigidi.
- Il gelso nero (morus nigra), proveniente dalla Persia, assomiglia molto al gelso bianco, ma le dimensioni sono leggermente più contenute e i suoi frutti sono più pregiati. Le foglie del gelso nero sono di maggiori dimensioni e quindi più decorative; si possono utilizzare per preparare un infuso dalle proprietà antibiotiche.
Esiste anche il gelso rosso (morus rubra), di origine asiatica, che produce frutti di piccole dimensioni, simili alle more ma un poco più grandi e allungati, dal colore rossiccio e con un gusto molto dolce.
Coltivazione
Il gelso è una pianta che va coltivata in piena terra. Se acquistata in vaso, va subito effettuato il trapianto.
Collocazione
Il gelso è pianta da esterno.
Concimazione
La concimazione del gelso si può effettuare ogni anno usando del letame maturo o del compost, da incorporare al terreno a inizio inverno. Inoltre, fornire alla pianta del macerato di ortica in fase di fertirrigazione può essere un altro arricchimento utile durante il periodo estivo.
Esposizione
La pianta di gelso necessita di una buona esposizione al sole e di una posizione riparata dal vento.
Annaffiatura
Il gelso ha radici profonde ed è in grado, per questo, di trovare l’acqua in autonomia per gran parte dell’anno, richiedendo annaffiature solo in caso di prolungata siccità. Soltanto quando la pianta è giovane, ha bisogno di irrigazioni periodiche più frequenti.
Potatura
Il gelso deve essere potato a febbraio, fin dal primo anno dopo la sua messa a dimora. Lo scopo della potatura è favorire una crescita ordinata della chioma e garantire un’adeguata aerazione e illuminazione dei rami. Durante la potatura, si rimuovono i rami secchi, malati e i polloni, mantenendo la struttura della pianta equilibrata e facilitando così la raccolta delle drupe.
Trapianto
Il gelso non ha particolari pretese in fatto di terreno ideale per il trapianto, poiché si tratta di una pianta straordinariamente adattabile. In ogni caso, il suolo ottimale è abbastanza sciolto e ricco di sostanza organica, evitando gli eccessi di argilla che rendono asfittico il terreno e i ristagni idrici che possono favorire il proliferare di malattie.
In genere il mese di febbraio, alla fine dell’inverno, è il periodo più favorevole in cui trapiantare il gelso, ma a partire da novembre, fino alla ripresa vegetativa primaverile, si può sempre effettuare la messa a dimora.
Ubicazione stagionale
Il gelso è una pianta rustica, resistente tanto al freddo quanto alla siccità: per questo può vivere all’esterno tutto l’anno senza problemi. Il gelso bianco è la specie più resistente, ma anche la varietà a frutti scuri prospera senza difficoltà nei giardini del Nord Italia.
Bonsai
Il gelso si presta benissimo alla coltivazione come bonsai e produce gli stessi squisiti frutti della pianta originaria.
Raccolta
Le more di gelso maturano nel mese di giugno e, per valutare se sono pronte per la raccolta, bisogna controllare il colore e la facilità con cui si staccano dal peduncolo. Una volta raccolte, però, durano solo qualche giorno, ed essendo frutti molto delicati, non vanno sovrapposti per evitare che si schiaccino e rovinino. In alternativa, per farli durare più a lungo, si possono essiccare o trasformare in confetture.
Malattia e cure
Fortunatamente il gelso non è particolarmente soggetto a problemi di salute o attacchi parassitari, a patto che si mantenga la chioma areata con le necessarie potature.
Tuttavia, un problema che può manifestarsi è la fersa del gelso, causata da un fungo patogeno (Mycosphaerella morifolia), e riconoscibile per le macchioline brune sulle foglie. Questa malattia si combatte raccogliendo ed eliminando le foglie cadute in autunno (in modo che non marciscano contaminando il suolo), e con trattamenti rameici in primavera (poltiglia bordolese) per bloccare la diffusione delle spore.
Per quanto riguarda le eventuali infestazioni da parte di insetti, afidi e cocciniglie, si possono fronteggiare trattando il gelso con infusi casalinghi a base di ortica, aglio o peperoncino, oppure anche effettuando trattamenti a base di olio di Neem o sapone di Marsiglia.