- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione
- Annaffiatura
- Potatura
- Trapianto
- Ubicazione stagionale
- Raccolta
- Malattia e cure
- Il giglio fiorisce nel periodo primaverile-estivo, anche allo stato spontaneo.
- Alcune varietà di giglio possono crescere sui prati alpini e nei boschi fino a 2500 metri.
- Il giglio cresce in terreni ben soleggiati, ma teme il sole diretto delle ore centrali e la base con le radici deve sempre rimanere fresca e in ombra.
- I gigli sono piante di gran pregio, non troppo difficili da curare.
- Il giglio presenta grandi fiori profumati, variamente colorati e dall’aspetto inconfondibile.
- Lilium varietà “Deep Red”.
- Il giglio è decorativo anche come fiore reciso, perfetto per composizioni in vaso.
Apprezzato sin dall’antichità per la sua straordinaria capacità di proliferare, il giglio appartiene al genere lilium, che comprende innumerevoli specie e varietà, simili nella struttura generale ma riccamente differenziate nelle forme, nei colori, nel portamento, nelle esigenze colturali e nelle dimensioni.
Il giglio è una bulbosa economica, ma dalla grande resa, se coltivata in modo adeguato: si riproduce per seme e può essere coltivata sia in vaso sia in piena terra, tanto all’esterno quanto in appartamento. La pianta va concimato con fertilizzanti naturali in primavera e prima della fioritura e le annaffiature devono essere abbondanti e regolari, ma senza mai eccedere poiché, come tutte le bulbose, anche il giglio non tollera i ristagni (causa di malattie fungine). Il giglio richiede un’esposizione calda ma non asciutta, in mezz’ombra, o anche in pieno sole purché la base venga mantenuta fresca; si trapianta in primavera o in autunno in un terreno ricco di sostanza organica, humus e sabbia, privo di calcio e, soprattutto, ottimamente drenato, mentre vanno evitati i suoli freddi e argillosi, aridi e sabbiosi o anche pesanti. Il giglio non va potato e resiste abbastanza bene al freddo: solo nelle regioni con clima invernale eccessivamente rigido si consiglia la coltivazione in vaso, sempre a seconda della varietà, in modo da poter riparare la pianta in caso di gelo. Oltre alle infestazioni fungine, il giglio può essere colpito da un pericoloso coleottero, la criocera del giglio.
Cercando di fare un discorso generale sull’aspetto, per quanto difficile vista l’imponente varietà di specie disponibili, su questa pianta di origini orientali si può dire che i fiori hanno sei tepali (tre petali e tre sepali petaloidi), e sono terminali, spesso riuniti in numerose infiorescenze portate da lunghi steli, con forme e colori diversissimi, e spesso profumatissimi. Il centro dei fiori, a forma di imbuto o di tromba, è occupato da grandi stami. Le foglie generalmente lanceolate, più o meno strette con venature parallele, sono disposte attorno al fusto eretto, mentre le radici del bulbo sono perenni e non si rinnovano tutti gli anni come è tipico invece della altre bulbose. Allo stato naturale, il giglio può raggiungere anche 1 metro di altezza e, anche se può rifiorire per qualche anno, la sua durata di vita in appartamento è abbastanza breve e di solito la sua fioritura avviene solo una volta.
Fioritura
Il giglio è una pianta a fioritura estiva.
Commestibilità
Riproduzione
La riproduzione del giglio per seme è una pratica lunga e complessa ad appannaggio esclusivo degli ibridatori. La germinabilità del seme è infatti quanto mai irregolare e può richiedere da soli venti giorni a un anno intero.
A livello amatoriale la tecnica più sicura è la divisione dei cespi che si effettua ogni cinque anni. Data la fragilità dei bulbi di tutte le specie di giglio e la loro elevata sensibilità alla disidratazione, la divisione dovrebbe essere evitata così che i bulbilli sotterranei lasciati in loco possano rinnovarsi naturalmente e arricchire i cespi.
Alcune specie di giglio, fra cui il lilium tigrinum (giglio asiatico), producono bulbilli all’ascella delle foglie. Si raccolgono quando sono maturi, vale a dire quando cadono al suolo. Si allevano in vasetti singoli o in vivaio per tre anni, quando saranno pronti per salire a fiore.
Semi
I semi di lilium sono piatti e sottili, di forma irregolare e colore marrone.
Informazioni e curiosità
Il giglio è un fiore che, nel corso della storia, è stato associato a innumerevoli significati: per la tradizione cristiana è simbolo della purezza e castità della Madonna, fu spesso stemma monarchico nella Francia imperiale, mentre un giglio rosso su sfondo bianco divenne, nel 1251, emblema della città di Firenze.
Coltivazione
Il giglio si può coltivare sia in vaso sia in piena terra.
Collocazione
Il giglio cresce all’esterno ma anche all’interno: è infatti particolarmente adatto per essere coltivato in appartamento o in un ambiente con temperatura costante.
Concimazione
Per nutrire il giglio effettuare almeno due fertilizzazioni l’anno: una a primavera, l’altra prima della fioritura. Utilizzare allo scopo fertilizzanti naturali come terricciato di letame molto maturo, farina di ossa, cuoio torrefatto.
Esposizione
Il giglio richiede un’esposizione calda, ma non troppo asciutta, sempre protetta da venti dominanti, al sole o in ombra parziale. È la classica pianta che desidera avere “la testa al sole e i piedi all’ombra”, ossia con vegetazione alla base per mantenerla fresca. Ideali sono le aiuole esposte al sole solo di mattino, perché consentiranno ai singoli fiori di durare più a lungo e di prolungare il tempo di fioritura. Esistono altri due accorgimenti per migliorare la fioritura: recidere al di sotto del calice i fiori sfioriti e affiancare specie e varietà, non necessariamente dello stesso gruppo, ma omogenee per colore e dimensioni, di precocità diversa.
Annaffiatura
La quantità d’acqua necessaria al giglio varia molto secondo l’andamento stagionale, lo stadio di sviluppo e il tipo di terreno. I gigli soffrono il ristagno e non crescono in terreni fradici: infatti i bulbi marciscono o sopravvivono solo per pochi anni dando vita a piante stentate con pochi fiori. Le bagnature devono essere significative, per raggiungere i bulbi che sono piantati a una buona profondità, e devono essere regolari per mantenere il terreno umido, ma sempre senza eccessi. Per essere certi che sia giunto il momento di bagnare i gigli non limitarsi a saggiare il terreno superficialmente, ma affondare un dito per almeno cinque centimetri. Bagnare al piede e non a pioggia.
Potatura
Il giglio non necessita di potatura. È comunque buona regola eliminare foglie e fiori appassiti affinché non diventino veicoli di parassiti.
Trapianto
Il giglio si trapianta in primavera o in autunno, mantenendo una distanza di 20 cm tra una pianta e l’altra. Per piantare un bulbo singolo è necessario scavare una buca tre volte più profonda del bulbo stesso e tre volte più larga. In caso di terreno inadatto lo scavo dovrà essere più profondo per predisporre un drenaggio con ghiaia, sabbia e terriccio acido scelto fra quello di bosco, o ancor meglio, se fosse possibile, di brughiera (in vendita si può trovare come terra di erica).
Posto il bulbo sul fondo, lo strato di terriccio di copertura deve essere di circa 15 cm. Il terriccio ideale sarà ricco di sostanza organica, humus e sabbia, privo di calcio. Meglio ancora, prima di provvedere a queste operazione, sarebbe lavorare tutta la superficie dell’aiuola addizionando terra di bosco, torba e letame molto maturo. Si termina con una pacciamatura a base di aghi di pino.
I gigli temono i terreni pesanti, fradici e con ristagno. Non amano, quindi, i suoli freddi e argillosi e neppure quelli aridi e sabbiosi, ma prediligono suoli leggeri e ricchi.
Ubicazione stagionale
I gigli temono solo il freddo molto intenso, vivendo senza problemi in collina e nella prima montagna. Non resistono in zone o regioni con clima molto rigido, quindi in queste aree è opportuno coltivarli in vaso in modo che possano essere trasferiti all’interno durante l’inverno, oppure porre a dimora i bulbi molto in profondità. Allo stesso modo, specialmente i gigli asiatici, temono il grande caldo e in estate è bene aggiungere al piede terricciato a protezione dell’eccessiva calura e come ostacolo all’eccessiva evaporazione del substrato.
Raccolta
Il giglio appare molto frequentemente nei mazzi di fiori recisi grazie al suo profumo intenso, la grande bellezza e la lunga durata. Chi volesse cogliere il giglio deve recidere lo stelo a circa un terzo dell’altezza, al mattino presto o alla sera. Meglio compiere l’operazione però ad anni alterni, in modo che la pianta abbia tempo di riprendersi e non si indebolisca.
Malattia e cure
Il giglio è soggetto a malattie fungine come il marciume grigio (botrytis) e il marciume del bulbo (fusario), provocate da condizioni metereologiche caldo-umide. Si consiglia, se possibile, di coltivare specie resistenti ed eseguire trattamenti con propoli ed estratto di ortica. Fondamentale è poi che il terreno sia sempre ben drenato ed evitare di piantare i gigli in giardino troppo vicini l’uno all’altro. La farina di roccia e la calciocianamide svolgono un’azione disinfestante dalle spore fungine.
Per quanto riguarda i parassiti, la criocera del giglio è un vorace coleottero rosso in grado di divorare l’intera pianta. L’unico modo per proteggere la pianta è rimuovere manualmente sia gli adulti che le larve.