- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione
- Annaffiatura
- Potatura
- Trapianto
- Ubicazione stagionale
- Raccolta
- Malattia e cure
- Prima di mettere a dimora il glicine, bisogna considerare l’ingombro che la pianta occuperà in giardino, conseguenza della sua capacità di crescita molto vigorosa.
- Le foglie di glicine sono decidue, ovali-lanceolate, imparipennate, di un bel colore verde acceso.
- Il fiore di glicine è un racemo, o grappolo, formato da numerosi fiorellini composti da 5 petali, di cui 2 saldati insieme a formare la carena. Il singolo racemo porta fiori in grado di aprirsi in modo scalare per prolungare la fioritura.
- La fioritura del glicine è copiosa e duratura: dalla primavera si protrae per tutta l’estate.
- Il violetto non è l’unico colore caratteristico dei petali di glicine: bellissima è anche la varietà a fiori bianchi.
- I piccoli petali viola del glicine sono commestibili: si consumano freschi oppure fritti, ma nessun altra parte della pianta è edibile.
Il glicine è tra le piante rampicanti più spettacolari e suggestive che esistano, tanto che viene usato per creare delle vere e proprie pareti vegetali dal sicuro impatto scenografico. Originaria dell’Asia e appartenente alla famiglia delle Fabaceae, questa pianta è particolarmente adatta ad essere coltivata nei nostri climi, tipicamente temperati, e cresce maestosa con poche cure (e una corretta potatura). Le foglioline sono ovali ed ellittiche, di colore verde chiaro, mentre i fiori (bianchi, viola-azzurri o rosa) sono molto profumati e raccolti in lunghi grappoli pendenti. Trattandosi di una pianta dal vigoroso sviluppo, il glicine necessita di molto spazio e di appositi sostegni che ne andranno a definire la forma e attorno cui potranno aggrapparsi i rami.
Riproducibile tramite propaggine, il glicine è una pianta da esterno e piena terra, che si concima con un buon terricciato di letame maturo o, in caso di esemplari giovani, un prodotto granulare a lento rilascio per piante da fiore. Resistente alla siccità, va bagnato comunque una volta la settimana durante l’estate, mentre l’esposizione ideale è il pieno sole ma con la base ben fresca e ombreggiata. Il trapianto si esegue in autunno e in inverno fino a marzo, in un terreno profondo ed esteso (non troppo a ridosso dei muri), ben drenato e ricco di sostanza organica, ma è la potatura l’operazione più delicata cui sottoporre il glicine: tra luglio e agosto si accorciano i rami di un anno e si eliminano i polloni e gli stoloni che si formano alla base della pianta; in inverno si accorciano nuovamente tutti i rami di un anno, lasciando almeno quattro o cinque gemme, e si eliminano i polloni basali, che rovinano la linea della pianta, e i rami rotti, secchi o danneggiati. Il glicine è pianta soggetta a diverse malattie, tra cui clorosi, funghi e muffa: in via preventiva occorre assicurare alla pianta un ottimo drenaggio e procedere correttamente con i tagli di potatura.
Frutescens ‘Amethyst Falls’ è un glicine di origine americana che fiorisce da giugno, per circa due mesi, sui rami che si sono formati nei mesi di aprile e maggio. Di vigoria contenuta, 6/7 metri, può essere adatto per piccoli giardini o per ricoprire facciate di piccoli edifici di complemento. I fiori di colore ametista sono raccolti in grappoli lunghi 10/15 cm, così densi da sembrare a prima vista doppi.
Il glicine Wisteria brakybotrys ‘Schowa Beni’ ben si adatta alla coltivazione in vaso. I fiori di colore rosa carico, talvolta vinati, sono grandi, fino a 5 cm o più di diametro, solitari e formati da quattro sepali. Le foglie sono di colore verde con sfumature bronzo, composte da tre segmenti lanceolati a margine dentato, portate da piccioli verde porpora. Fiorisce prima dell’emissione delle foglie, con abbondanza e già da giovane.
Il glicine bianco W. Alba, rispetto agli altri, azzurri, blu o viola, crea un effetto completamente diverso. La ragione non è soltanto cromatica, ma è dovuta alla forma del grappolo dei fiori: allungata e più rada, mobile a ogni piccolo soffio di vento. Il che lo rende adatto per allestire pergole e camminamenti protetti dall’aspetto molto romantico. I fiori di colore bianco crema sono raccolti in grappoli lunghi da 25 a 35 cm sottili e numerosi. Sono profumati e la pianta, seppure in misura meno imponente, torna a fiorire dopo il grande caldo estivo.
Wisteria sinensis ‘Prolific’ esibisce un’infiorescenza meno vistosa, ma di certo molto elegante, per il bel gioco di chiari e di scuri all’interno dei singoli fiori. È una scelta che, nel tempo, non stanca e regala grandi soddisfazioni mescolando i colori estremi di questa pianta, il bianco e il blu.
Fioritura
La fioritura del glicine comincia all’inizio della primavera, a partire da marzo/aprile, e prosegue per tutta l’estate.
Per le fioriture di aprile-maggio scegliere W. sinensis, in maggio-giugno W. floribunda e le W. frutescens, mentre in giugno-luglio sboccia la W. brachybotrys.
In luglio rifiorisce la W.sinensis. Chi volesse avere fioriture prolungate dovrà accostare due o più specie di glicine, ad esempio W. frutescens ‘Amethyst Fall’ a Wisteria macrostakia ‘Clara Mack’ con fioritura primaverile, rifiorente in estate, e dai grappoli crema profumati.
Commestibilità
Riproduzione
Il glicine si riproduce per seme, propaggine o talea. La semina richiede però tempi molto lunghi prima che la pianta giunga alla maturità (e quindi alla fioritura): si parla anche di decenni, al contrario dei 2 o 3 anni impiegati dalla talea.
Le talee erbacee si prelevano in agosto (rami lunghi 10 cm con una porzione del ramo portante vengono interrate e tenute umide finché non radicano); le talee legnose in gennaio-febbraio (talea lunga 15-20 cm, preferibilmente presa da polloni giovani o da stoloni).
La propaggine, da separare dopo un anno, è in generale la tecnica più facile per riprodurre il glicine.
Semi
Il frutto di glicine è un legume peloso lungo fino a 20 cm, che si apre con uno schiocco rumoroso facendo fuoriuscire i semi tondeggianti, piatti e di colore brunastro.
Informazioni e curiosità
Esistono 10 specie e numerose varietà di glicine in commercio, con colori, profumi e sviluppi differenti. Un criterio per effettuare la scelta è sicuramente il collocamento della pianta, tenendo conto che questa vanta una vigoria sorprendente: i fusti possono stritolare ringhiere in acciaio, mentre le radici possono smuovere le pavimentazioni esterne, anche se solitamente le radici preferiscono andare in profondità.
Chi volesse coprire un muro, necessiterà di cavi d’acciaio fissati alla parete, in orizzontale o verticale, a 30 cm l’uno dall’altro partendo da 70 cm dal terreno. Per evitare danni dovuti dalla vigoria delle radici, mettere un robusto telo plastico accanto alle radici nel lato dove non si desidera che si sviluppino, ad esempio accanto alle fondamenta della casa: saranno costrette a svilupparsi nella direzione opposta. Per evitare che stritoli e deformi ringhiere e cancellate bisogna evitare che la punta dei giovani rami si avvolga sui sostegni: meglio legare il ramo, lasciando le punte libere.
Coltivazione
Per la sua crescita esponenziale e velocissima il glicine viene coltivato principalmente in piena terra.
Per la coltivazione in vaso, occorrerà scegliere delle specie dalle dimensioni più contenute, come W. brachybotrys (tra cui la bellissima varietà a fiore bianco, molto profumata, ‘Schiro Kapitan Fuji’), che raggiunge al massimo i 6 metri e fiorisce già dal primo anno, o la ‘Okayama’ con fiori malva.
Il vaso deve essere largo almeno 40 cm e piuttosto alto: negli anni la terra andrà ad esaurirsi e sarà necessario togliere la pianta, potare radici e chioma di un terzo e ripiantarla con altro terriccio universale nello stesso vaso.
Collocazione
Il glicine è una pianta da esterno, perfetta per abbellire la facciata di casa o ricoprire la pergola (ma non adatta all’alta montagna).
Concimazione
Evitare la concimazione del glicine usando prodotti ricchi di azoto per non favorire il già esplosivo rigoglio. Meglio un buon terricciato di letame maturo o, in caso di esemplari in formazione, un prodotto granulare a lento rilascio per piante da fiore. Al momento della messa a dimora porre sul fondo della buca uno strato di ciottoli o argilla espansa, all’interno del quale mescolare terriccio, letame maturo e concime chimico a lenta cessione.
Esposizione
Come per tutti i rampicanti vige la cosiddetta regola “testa al sole e piede all’ombra”: il glicine deve cioè crescere lungo un muro esposto al sole ma con la base protetta da un cespuglio ombreggiante.
Annaffiatura
Il glicine è resistente al secco per merito di un’apparato radicale vigoroso e molto esteso. Bagnarlo comunque con regolarità, circa una volta la settimana, durante l’estate.
Potatura
Le potature (una estiva, tra luglio e agosto; l’altra invernale, dopo la caduta delle foglie) sono fondamentali per garantire alla pianta di glicine una fioritura rigogliosa e contenerne la vigoria. Durante quella estiva, terminata la fioritura, vanno tagliati i rami di un anno (dando loro la lunghezza massima di 1 m) e tolti i polloni e gli stoloni (grossi rami) che si formano alla base. Con la potatura invernale si accorciano nuovamente tutti i rami di un anno, lasciando almeno quattro o cinque gemme, e si eliminano i polloni basali, che rovinano la linea della pianta, e i rami rotti, secchi o danneggiati.
Trapianto
Prima di trapiantare un glicine occorre pensare fin dall’inizio a quale sarà il suo sviluppo nel tempo: la pianta cresce sì in altezza, ma si sviluppa anche orizzontalmente quindi potrebbe essere utile predisporre tiranti metallici posti a circa 50 cm l’uno dall’altro.
La messa a dimora va effettuata in autunno e in inverno fino a marzo, in un terreno profondo ed esteso, ben drenato e ricco di sostanza organica (creare sul fondo di una buca di 60 cm di lato uno strato di ciottoli o argilla espansa, all’interno della quale mescolare terriccio, letame maturo e concime chimico a lenta cessione), meglio se leggermente argilloso, visto che nei suoli molto calcarei il glicine potrebbe andare incontro a problemi di clorosi con conseguente ingiallimento delle foglie (si rimedierà distribuendo zolfo e solfato di ferro vicino alla pianta).
Evitare di trapiantare il glicine troppo vicino ai muri (da un minimo di 30 fino a 60 cm) perché le radici si troverebbero imprigionate e la pianta soffrirà la mancanza di spazio sufficiente.
Dopo aver posizionato la pianta con tutto il pane di terra, legarla a un tutore e comprimere bene il terriccio, annaffiandolo abbondantemente. Nei mesi successivi bagnare la terra ogni 10-15 giorni, per garantire un buon attecchimento.
I glicini coltivati in contenitore non amano i rinvasi frequenti, al massimo uno ogni tre anni, ma se si acquista una pianta di buone dimensioni si può già alloggiarla nel contenitore finale. Il minimo è un vaso di 50 cm di diametro e della stessa altezza, meglio se quadrato così da offrire una base stabile e un maggior volume. Sul fondo del vaso deve essere posto un efficiente strato drenante di 8 cm d’altezza formato da ghiaia o sabbia, così che non si creino mai condizioni di ristagno perché i glicini amano una buona umidità costante del terreno, ma mai ristagni. Per questo è una buona scelta posizionare uno spessore fra vaso e sottovaso per impedire il riassorbimento.
Ogni anno rimuovere lo strato superficiale del terriccio e rinnovarlo con materiale fresco e organico, ma senza eccedere con le fertilizzazioni azotate e preferendo prodotti per piante da fiore che favoriscono l’indurimento del legno e la colorazione intensa dei fiori.
Se possibile, scegliere un vaso non di colore scuro affinché non si scaldi troppo assorbendo la radiazione solare e, se è possibile, ombreggiarlo con un cespuglio o un arredo.
Ubicazione stagionale
Il glicine vive all’esterno tutto l’anno e praticamente ovunque. Pur adattandosi bene a molti climi, non può essere però coltivato in zone eccessivamente fredde (diversi gradi sotto lo zero) o umide.
Bonsai
Il glicine bonsai regala in formato ridotto le stesse spettacolari fioriture della pianta madre. La taglia però resta comunque medio-grande poiché i lunghi grappoli di fiori necessitano di una certa altezza da cui pendere.
Raccolta
I baccelli, simili a fagioli, che pendono dai rami di glicine si possono raccogliere e far seccare durante l’inverno per estrarne i semi da piantare (tenendo conto però dei lunghissimi tempi di attesa di questa tecnica di moltiplicazione).
Malattia e cure
Il nemico più comune per il glicine è rappresentato dalla clorosi, che provoca l’ingiallimento delle foglie e una fioritura stentata legati ad un cattivo assorbimento del ferro. Colpisce gli esemplari che vegetano in terreni molto calcarei e poco argillosi e si cura distribuendo due volte l’anno zolfo in polvere (50-100 grammi per mq) e solfato di ferro (30-50 grammi per mq) vicino alla pianta. Il glicine può essere attaccato anche da parassiti (come afidi), funghi (come le carie del legno) e muffa grigia.
- afide nero: in primavera o in periodi particolarmente umidi possono verificarsi infestazioni su boccioli o giovani germogli di pidocchietti neri. Con l’arrivo del caldo scompaiono da sé, ma se persistono si può utilizzare un aficida.
- ragno rosso: durante l’estate si possono osservare nella pagina inferiore delle foglie di glicine ragnetti e uova. Le foglie adulte si presentano sciupate, ma con l’arrivo del fresco il problema scomparirà da solo oppure mediante l’uso di un acaricida.
- agrobacterium tumefacens: si tratta di un batterio mortale ma fortunatamente molto raro, che colpisce l’apparato radicale portando alla morte le piante con una patologia chiamata “galla del colletto”. Non esistendo un rimedio è bene intervenire con una disinfestazione preventiva a base di rame se si verificano tagli o rotture importanti alla base della pianta.
- carie del legno: tipica delle piante vecchie, è provocata da funghi che attaccano il legno maturo. Si interviene con strumenti disinfettati, togliendo tutto il legno vecchio fino a portare a nudo quello sano, trattandolo successivamente con un fungicida.
Se il glicine non fiorisce, una ragione potrebbe essere legata all’eccesso di concime azotato: un sovradosaggio spinge alla formazione di foglie a scapito dei fiori. Meglio utilizzare un concime povero di azoto e ricco di potassio, che favorisce invece la comparsa dei fiori.