- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione
- Annaffiatura
- Potatura
- Trapianto
- Ubicazione stagionale
- Raccolta
- Malattia e cure
- Una stupenda aiuola di iris variamente colorati.
- Fiori di iris nel classico colore violetto.
- L’iris presenta un fiore con 6 tepali: 3 sono rivolti verso l’alto, 3 si ripiegano in basso.
- Iris laevigata varietà “Mottled-Beauty”.
- Fiore di iris varietà “Classic Look”.
Il genere iris annovera diverse specie, circa trecento, oggetto di una complessa classificazione in due gruppi (rizomatose e non rizomatose), quattro sezioni e diverse sottosezioni. Dall’incrocio ripetuto delle specie originarie si sono ottenute le innumerevoli forme ibride oggi in commercio. Gli iris sono disponibili in una gamma di colori che, con sfumature e combinazioni diverse, coprono tutto l’arcobaleno. L’iris da tutti conosciuto, Iris germanica, viene anche chiamato comunemente giaggiolo. Vigoroso e rustico, con fiori lilla moderatamente profumati, alto circa 80 cm, presenta attorno ai tepali ricadenti del fiore una caratteristica “barba” (per cui è detto anche Iris barbata).
Le piante di iris si riproducono tramite divisione dei rizomi e necessitano di terreni ben drenati, freschi, moderatamente argillosi e posizioni in pieno sole per prosperare. Sono piante da esterno che non temono il freddo, non hanno bisogno di concimazione se il terriccio è già naturalmente fertile e neanche di annaffiatura (in genere si accontentano delle precipitazioni piovose) o potatura (se non il taglio degli steli fiorali alla base al termine della fioritura e delle infiorescenze appassite). Le malattie più comuni che possono colpire gli iris includono il marciume delle radici, spesso causato da un’eccessiva irrigazione o terreno mal drenato, e la batteriosi, che può danneggiare foglie e fiori. È importante monitorare attentamente la salute delle piante e adottare pratiche colturali che favoriscano una buona circolazione dell’aria e un adeguato drenaggio per prevenire problemi.
L’area d’origine dell’iris è quella delle regioni orientali che si affacciano sul mar Mediterraneo e la loro tenacia, che si manifesta in una spiccata tendenza infestante, ne ha garantito la diffusione un po’ ovunque: possono persino resistere nei giardini anche molti anni dopo il loro abbandono. Si perpetuano grazie al rizoma fortemente ramificato, strisciante sul terreno o sotto il primo strato di detriti vegetali. Già gli Egizi, e dopo di loro Greci e Romani, coltivarono attivamente l’iris come pianta medicamentosa, tintoria e da impiegare in profumeria. L’Iris barbata è pianta erbacea perenne che a fine ciclo può disseccare la parte aerea riprendendo la vegetazione molto precocemente, oppure mantenere la vegetazione sempreverde disseccando, in un fisiologico ricambio, le foglie più esterne al ventaglio. La parte erbacea si forma al termine d’ogni ramificazione del potente rizoma e questo è il punto di rottura preferenziale nel caso si eserciti una forte trazione su un intero ventaglio di foglie o su una sola foglia ancora ben inguainata con le altre.
Piacevoli al tatto, le foglie dell’iris, consistenti, sono ricoperte da una leggera pruina che aggiunge una nota azzurra sul colore di fondo verde chiaro. Le foglie non sono inserite su un fusto, ma partono tutte dalla base. Distiche, a portamento eretto, ensiformi, nella parte terminale possono arcuarsi. Il freddo ne danneggia di solito soltanto l’apice rendendole così marroni e poi scure; se non si eliminano alla base tagliare appena sopra il limite della zona necrotica. La forma del fiore a sei tepali è inconfondibile: tre sono rivolti verso l’alto, tre si ripiegano in basso. Uno scapo fiorifero può portare da tre a sei fiori, nelle nuove varietà anche molto grandi. Esiste così il rischio concreto che lo scapo, sotto l’azione del vento e del peso del fiore, alletti. Per le varietà alte e con grandi fiori si dovrà ricorrere all’utilizzo, come tutore, di una cannuccia di bambù da far correre parallela allo scapo ma sempre più bassa del punto di inserzione del primo fiore, così da non essere subito visibile. Come già anticipato, la colorazione, secondo le varietà, spazia fra tutte le possibili tonalità, ma il colore classico resta il violetto, declinato nel lavanda, nel blu e nell’azzurro.
Tra le infinite varietà di iris disponibili se ne segnalano alcune particolarmente meritevoli di attenzioni:
Fioritura
La fioritura dell’iris avviene a primavera inoltrata e può protrarsi per buona parte dell’estate.
Commestibilità
Riproduzione
La divisione degli iris, quando la crescita delle piante è regolare, si rende necessaria al più tardi ogni quattro anni, non solo per propagare le piante, ma anche per migliorare la fioritura. Al termine della fioritura estiva, all’inizio di settembre, tagliare dai rizomi principali porzioni terminali, dotate di un ciuffo di foglie e di un apparato radicale. Piantare, senza frapporre tempi d’attesa, a 30 cm di distanza in un terreno ben drenato perché le annaffiature, regolari nel primo mese, non facciano marcire i rizomi. Le foglie andranno accorciate ai due terzi della lunghezza originaria e la punta del rizoma, quella che porta le foglie, dovrà emergere dal terreno. I rizomi messi a dimora non superficialmente, ma interrati, produrranno più foglie e meno fiori.
Le nuove piante così formatesi andranno concimate la primavera successiva. La divisione degli iris è necessaria per ottenere fioriture abbondanti e regolari, così come è fondamentale una distanza di impianto sufficiente, tale da assicurare alle piante uno spazio per svilupparsi liberamente negli anni successivi. Gli iris producono ogni anno nuovi ventagli di foglie che sono quelli che più facilmente porteranno fiori; se la densità dei rizomi è tale da ostacolarne lo sviluppo anche la fioritura ne risentirà.
Semi
I semi di iris sono molto piccoli, marroni e di forma irregolare. Sono contenuti all’interno di capsule che in natura disseccano, aprendosi, e lasciando cadere i semi.
Informazioni e curiosità
Gli iris trovano diverse collocazioni per abbellire uno spazio esterno. Ad esempio, anche assortiti per colore, dimensioni e precocità, possono essere coltivati come bordura, a macchie su un prato in un giardino informale, a completamento di un giardino roccioso, ai piedi di muri a secco o a confine della proprietà, nei giardini di seconde case poco frequentate, ma anche in vaso o in fioriera insieme ai narcisi scegliendo varietà di taglia contenuta.
Un impiego alternativo può essere formare al piede di un albero con la base vuota un anello continuo di iris che, anche quando non in fioritura, sottolineeranno con le foglie slanciate il tronco alto e diritto.
In generale, affiancando diverse varietà di iris o specie differenti, scelte appositamente in base al periodo di fioritura, si potrà avere un’aiuola fiorita per oltre due mesi.
Coltivazione
Gli iris si coltivano per lo più in piena terra. Possono essere coltivati con successo anche nei vasi purché capienti, di diametro di almeno 50 cm. Le varietà più indicate sono da ricercare tra gli ibridi moderni di piccola taglia appositamente selezionati per spazi ridotti.
Collocazione
L’iris è un fiore che cresce all’esterno.
Concimazione
Piante rigogliose per natura, gli iris soffrono un eccesso di nutrienti che porta allo sviluppo di foglie poco consistenti e con forme irregolari. Non occorre concimare, quindi, se il terreno è di buona qualità. A fronte di casi di crescita stentata togliere i rizomi dal terreno e procedere ad una lavorazione non troppo profonda includendo terriccio di buona qualità ricco di sostanza organica.
Esposizione
Per assicurare una buona fioritura e una crescita sana, gli iris necessitano di essere coltivati in pieno sole, fatta eccezione per i barbati nani, Iris sibirica e Iris ensata, che possono vivere anche in mezz’ombra.
Annaffiatura
Gli iris possono resistere accontentandosi delle precipitazioni naturali e solo a fronte di forte siccità e temperature molto elevate necessitano di irrigazioni di soccorso, ma per favorire crescita e fioritura annaffiare solo quando il terriccio inizia a seccare.
Potatura
Per quanto riguarda la manutenzione, gli iris non hanno bisogno di potature vere e proprie, ma, dopo la fioritura, è opportuno tagliare gli steli fiorali alla base affinché la pianta non disperda le energie nella preparazione dei semi. È buona norma anche togliere all’occorrenza le foglie secche o macchiate, nonché i fiori appassiti.
Trapianto
Gli iris, come altre piante rizomatose, prediligono terreni ben drenati e fertili, possibilmente argillosi, leggermente siccitosi e al tempo stesso freschi, ma sanno adattarsi con successo a substrati anche molto diversi fra loro.
Gli ibridi, al momento dell’impianto, richiedono un terreno ricco di humus e di sabbia.
Ubicazione stagionale
La capacità di sopportare temperature anche molto al di sotto dello zero, rende gli iris adatti alla vita all’aperto senza necessitare, nella maggior parte dei casi, di protezione.
La temperatura ideale di crescita è comunque quella primaverile, intorno ai 18°C. La pianta in piena fioritura è più sensibile al freddo.
Raccolta
La raccolta dei rizomi per la moltiplicazione degli iris si effettua al termine della fioritura, ossia quando le piante entrano in riposo vegetativo. L’operazione non è facilissima e richiede l’utilizzo di una forca per l’estrazione dal terreno.
Malattia e cure
Gli iris sono piante abbastanza resistenti, tuttavia, a primavera e nei periodi umidi e piovosi, possono essere attaccati da afidi che si annidano alla base della pianta e fra le foglie, debilitandola e compromettendone la fioritura. Per risolvere il problema, occorre intervenire con prodotti specifici al primo segnale di infestazione. Gli iris soffrono la competizione con altre piante, quindi risulta indispensabile il controllo delle malerbe. Soffrono anche di marciumi radicali, ma non sono immuni dalle ruggini e dalla ticchiolatura. In questo caso, le cause predisponenti sono: eccesso idrico, umidità ambientale troppo elevata e uno scarso sgrondo del terreno. Cause spesso concomitanti e fra loro rafforzanti.
Come rimedi, migliorare il drenaggio del terreno, ridurre gli apporti idrici e favorire il ricambio d’aria.
Le chiocciole che spesso trovano riparo fra i ventagli di foglie, nella parte basale dove le macchie s’infittiscono e maggiore è l’umidità, causano danni limitati e le “brucature” sono un fatto occasionale e di ridotta estensione.
Danni ben diversi può causare la presenza, anche occasionale, di animali selvatici come gli istrici. La loro modalità di attacco è facilmente riconoscibile: recidono i ventagli di foglie alla base e li lasciano sul terreno senza cibarsene; divorano, ordinatamente, senza scavare il terreno, tutto il rizoma superficiale. Un animale adulto in una notte può distruggere più di dieci piante.