Mandarino

Citrus reticulata

Mandarino

  • Il mandarino si può facilmente coltivare nell'orto o frutteto domestico.
  • Il mandarino è una pianta ornamentale e da frutto coltivabile anche in vaso.
  • Il mandarino fiorisce in primavera producendo profumatissimi fiorellini bianchi.
  • Il mandarino fruttifica da fine settembre a inizio maggio.
  • Anche in vaso, il mandarino va posto in pieno sole ma in posizione riparata dal vento.
  • Il mandarino si può facilmente coltivare nell’orto o frutteto domestico.
  • Il mandarino è una pianta ornamentale e da frutto coltivabile anche in vaso.
  • Il mandarino fiorisce in primavera producendo profumatissimi fiorellini bianchi.
  • Il mandarino fruttifica da fine settembre a inizio maggio.
  • Anche in vaso, il mandarino va posto in pieno sole ma in posizione riparata dal vento.

Il mandarino, come la maggior parte degli agrumi, è pianta sempreverde di altezza variabile compresa fra i 3 e i 5 metri, ridotto però a dimensioni più contenute negli impianti da frutto e talvolta anche nei giardini, oltre che, ovviamente, in caso di crescita in contenitore.

Il mandarino si coltiva all’esterno, ma, temendo fortemente il freddo, solo nelle regioni a clima temperato; in tutte le altre zone d’Italia si rende obbligatoria la coltivazione in vaso, così che la pianta possa essere ricoverata in serra non fredda e molto luminosa non appena le temperature notturne si attesteranno attorno ai 4°C. Il mandarino si riproduce per innesto, talea o semina e va annaffiato con regolarità tramite distribuzione dell’acqua goccia a goccia o conca da allagare; per evitare i ristagni, le piante in contenitore devono essere private del sottovaso. Il mandarino va concimato più volte durante l’anno al fine di mantenerlo sano ma anche favorire una produzione dei frutti più ricca: fertilizzanti organici molto maturi, prodotti minerali, concimi azotati e microelementi vanno distribuiti a seconda del periodo dell’anno per garantire al mandarino un terreno sempre fertile. La pianta va posta in pieno sole e occorre potarla adeguatamente al fine di:

  • eliminare i rami secchi e i succhioni;
  • sfoltire la chioma per favorire la circolazione dell’aria tra le fronde;
  • diradare i frutticini per ottenere produzioni di frutti qualitativamente elevate.

I mandarini sono soggetti a clorosi ferrica e attacchi di parassiti, ma, trattandosi di una pianta i cui frutti sono destinati al consumo, le lotte a infestazioni e malattie devono essere sempre eseguite con prodotti concessi in agricoltura biologica.

La chioma ha forma globosa, meno densa di quella dell’arancio e del limone. I rami talvolta presentano spine di difesa. Le foglie sono piccole, di forma lanceolata, alterne, a margine intero, lucide sulla pagina superiore e persistenti (possono restare sui rami fino a quattro anni). Si distinguono da quelle dell’arancio già al tatto perché più sottili e intensamente profumate.

I fiori, piccoli e riuniti in corimbi o isolati, sempre numerosi, si aprono da aprile a maggio e sono bianchi e profumati. La corolla è formata da un numero variabile di petali, da tre a cinque. Si tratta di fiori ermafroditi con pistillo e da 20 a 60 stami. Il frutto è una bacca, più precisamente un esperidio con epicarpo (buccia) prima verde e poi giallo e arancio, ricchissimo di ghiandole oleifere ricche di essenza profumata, mesocarpo spugnoso e bianco assai meno sviluppato rispetto ad arancio e pompelmo, ed endocarpo che racchiude la polpa formata da spicchi succosi. La polpa del mandarino, dolce, gradevole e acquosa, racchiude i semi. I semi sono in numero variabile e solo alcune cultivar sono apirene (cioè prive di semi) o con semi sporadici (non presenti in tutti gli spicchi). Gli spicchi si separano sempre facilmente fra loro. I mandarini maturano da ottobre a inizio aprile, secondo la precocità della varietà considerata, coprendo oggi un arco temporale assai più lungo di quello offerto trenta-quaranta anni fa. Sono gli agrumi più delicati perché poco resistenti agli urti e di limitata conservazione in frigorifero o in cella. Al contrario delle arance, che si disidratano assumendo un colore più scuro e un sapore meno dolce, i mandarini perdono di consistenza e diventano insapori perché il grado zuccherino, non troppo elevato, si abbassa con rapidità.

Fioritura

InvernoPrimaveraEstateAutunno

Il mandarino è una pianta dalla fioritura primaverile.

Commestibilità

SemiFoglieFioriFustoFruttiRadici

Riproduzione

SemeTaleaDivisioneBulboInnestoMargottaPropaggine

La riproduzione del mandarino viene effettuata tramite innesto su un arancio amaro, una pianta che possiede radici e una struttura della base più resistente e meno vulnerabile alle malattie. Altra alternativa è la talea e, solo per ultima, la semina.

Semi

Contenuti all’interno dei frutti in numero variabile, i semi di mandarino sono lisci, di colore chiaro e assolutamente commestibili.

Informazioni e curiosità

Il mandarino più interessante dal punto di vista ornamentale, ma anche adatto alla coltivazione in vaso e di buona resistenza al freddo, è il mandarino “Satsuma”, un alberello con la chioma espansa e il portamento leggermente pendulo che cresce lentamente. Le foglie sono ellittiche, di colore verde scuro, lunghe 6-8 cm. I frutti, di colore arancione, sono di forma sferica solo leggermente schiacciata ai poli e hanno un sapore dolce. Se lasciati a lungo sulla pianta aumentano di dimensioni fino a raggiungere quelle di un’arancia, grazie alla buccia che si gonfia staccandosi dalla polpa.

Altra varietà molto bella, ma dai frutti non commestibili freschi perché eccessivamente asprigni, è il mandarino “Keraji”.

Coltivazione

VasoPiena Terra

Il mandarino si coltiva certamente in piena terra (in zone a clima mite, con inverni senza rischi di forti gelate), ma riesce bene anche in vaso.

Collocazione

InternoEsterno

Il mandarino è una pianta da esterno ma può essere coltivato solo in regioni a clima temperato. In tutti gli altri casi, in inverno va ricoverato all’interno.

Concimazione

La concimazione del mandarino serve a mantenere elevata nel tempo la fertilità del terreno per avere, di conseguenza, produzioni abbondanti, di qualità e piante sane e longeve. La distribuzione di fertilizzanti organici, molto maturi e sotto forma di terricciato, deve integrare l’impiego di prodotti minerali.
I concimi azotati si distribuiscono in gennaio prima della ripresa vegetativa. Durante primavera ed estate si possono distribuire piccoli quantitativi di microelementi come ferro, zinco, magnesio e manganese per prevenire i fenomeni carenziali piuttosto diffusi negli agrumi.

Esposizione

SoleMezz’ombraOmbra

La posizione ideale per la crescita della pianta di mandarino è in pieno sole con esposizione Sud-Est, sempre al riparo dal vento.

Annaffiatura

GiornalieraFrequenteRegolareOccasionale

Il mandarino può essere coltivato solo laddove sia possibile irrigare con regolarità perché è più sensibile degli altri agrumi agli stress idrici. La carenza idrica arreca gravi danni soprattutto nella fase di maturazione dei frutti che possono andare soggetti ad una pesante cascola, già naturalmente abbondante nel mandarino. Anche precipitazioni prolungate che infradiciano il terreno sono altrettanto negative.

Per i frutteti familiari è consigliato l’impianto di distribuzione dell’acqua goccia a goccia così da mantenere un’umidità abbastanza costante nel terreno. Nelle piante isolate, o dove non è possibile predisporre l’impianto, si ricorra al metodo della conca, che consiste nel formare intorno alla pianta un piccolo avvallamento da allagare. Il terreno assorbirà lentamente l’acqua immessa che percolerà distribuendosi uniformemente nel terreno sottostante.

Potatura

La potatura del mandarino non si discosta da quella degli altri agrumi e serve a eliminare i rami secchi e i succhioni. Lo sfoltimento per favorire un buon ricambio d’aria all’interno della chioma, non sempre è necessario.
La potatura si esegue tra la seconda metà di gennaio e la prima di febbraio, prima della ripresa vegetativa della pianta. La forma rispettosa della naturale direttrice di sviluppo della pianta è quella del globo, che si può mantenere anche accorciando i rami a legno più lunghi.

Il mandarino fruttifica principalmente sui rami misti di un anno, che devono essere rispettati e non potati, e solo in parte limitata sui rami dell’anno.

Il diradamento dei frutticini è necessario per ottenere produzioni qualitativamente elevate, sia in termini di pezzatura sia come sapore, e per evitare che la pianta entri in alternanza (ossia si alternano anni di grande produzione ad anni scarsi). Il diradamento può essere compiuto sino a un mese prima dell’epoca di maturazione. Una pianta vigorosa, ben tenuta e in piena produzione, può produrre anche più di 500 frutti all’anno.

Trapianto

Il terreno ideale per il trapianto del mandarino deve essere ben drenato, profondo, ricco di humus e di medio impasto. La pianta non tollera i terreni freddi, pesanti, argillosi, fradici o, all’opposto, aridi e sciolti.

Per quanto riguarda la coltivazione in vaso, il mandarino, come tutti gli altri agrumi, andrebbe rinvasato a inizio primavera, al termine delle gelate. Tuttavia in alcuni casi è necessario rinvasare al più presto per poter dare nuove energie alla pianta in vista dei mesi di ripresa vegetativa.
Per esempio, è opportuno il rinvaso se durante l’anno la pianta ha avuto uno sviluppo notevole, sproporzionato rispetto al contenitore che la ospita, oppure se il terriccio è molto impoverito e deve essere rinnovato (operazione da eseguire in media ogni 2-3 anni) al più presto.
Il vaso più indicato per gli agrumi è in coccio, sufficientemente pesante, tale da mantenere stabile la pianta e, allo stesso tempo, in grado di consentire una buona traspirazione dell’acqua eventualmente in eccesso (a differenza dei vasi in materiale plastico).
Riguardo le dimensioni del nuovo vaso, questo deve essere scelto in base allo sviluppo della pianta, né troppo piccolo, né eccessivamente grande.
Finché la pianta non ha raggiunto la taglia limite, oltre la quale è impossibile tenere un vaso in terrazzo, è necessario sostituire ogni 2 anni circa il contenitore con uno di diametro poco più grande.

Una volta raggiunta la crescita massima della pianta, sarà sufficiente sostituire il terriccio. Ogni 1-2 anni si può sostituire solo lo strato in superficie (i primi 10 cm circa) di terra con terriccio nuovo; tuttavia, ogni 3 anni in media, è consigliabile ricorrere al rinvaso nello stesso contenitore dopo avere sostituito tutto il terriccio.
Esistono terricci prodotti specificatamente per gli agrumi, arricchiti dei nutrienti necessari a questo tipo di piante per crescere sane e vigorose: sono venduti in sacchi di diverso volume presso vivaisti o centri giardinaggio. In alternativa è sufficiente utilizzare un terriccio di tipo universale, addizionato di concime granulare specifico per agrumi.

Ubicazione stagionale

Il mandarino non può essere coltivato dove le temperature scendono con una certa frequenza sotto ai 2°C, anche se può resistere fino a -2°C. Il range ottimale è compreso fra i 10 e i 30°C; temperature fresche influiscono favorevolmente sulla qualità dei frutti.
Le piante in vaso sono più esposte di quelle in piena terra a tutti gli sbalzi termici. Quindi, d’inverno, dovranno essere ritirate appena le temperature notturne raggiungono i 4°C, eliminando il sottovaso perché non si creino ristagni d’acqua, specie dopo prolungate precipitazioni.

È necessario disporre, per il ricovero invernale, di una serra non fredda e molto luminosa perché le piante possano superare l’avversa stagione senza patire troppo, limitando la perdita di foglie, continuando a sostenere la produzione dei frutti e preparando la nuova fioritura.

D’estate, quando si oltrepassano i 30°C, è meglio non porre i mandarini in pieno sole e, in ogni caso, si consiglia una schermatura del vaso, per impedire che si danneggino le radici, e di bagnare con frequenza affinché il terreno non asciughi mai completamente.

Bonsai

Il mandarino è un agrume che si presta perfettamente alla coltivazione come bonsai, anche perché non richiede troppe attenzioni se non una protezione adeguata dal freddo.

Raccolta

Il periodo di raccolta del mandarino va da fine settembre a inizio maggio. Trattandosi di un frutto delicato e poco serbevole, una volta raccolto va conservato in un luogo fresco, evitando gli urti, meglio se disteso e non sovrapposto o schiacciato sotto altri mandarini.

Malattia e cure

Gli agrumi in vaso temono la clorosi ferrica, una malattia che si manifesta con ingiallimento fogliare.
Per prevenirla bisogna evitare di bagnare le piante con acqua calcarea, quindi, se l’acqua di cui si dispone è ricca di calcare occorre mettere un cucchiaino di aceto nell’annaffiatoio e lasciarla depositare almeno una notte prima di usarla.
Se la pianta rallenta la crescita e le nuove foglie già ingiallite diventano biancastre e seccano, la clorosi ferrica è già in atto: occorre distribuire al substrato ferro chelato in polvere o liquido.

Afidi, cocciniglia, minatrice serpentina e mosca degli agrumi sono poi sempre in agguato: in questo caso la tempestività è la chiave per salvare la pianta e il primo intervento che si può fare è potare la chioma eliminando le parti colpite. Altra operazione utile è trattare l’esemplare con prodotti specifici possibilmente biologici, come olio di neem.

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