Mandragola o mandragora

Mandragora autumnalis

Mandragola o mandragora

  • La mandragola è una pianta rustica, che non teme né il freddo né le malattie.
  • La mandragola predilige le esposizioni soleggiate per crescere e fiorire.
  • La mandragola assomiglia a piante selvatiche commestibili, ma è altamente tossica.
  • La mandragola produce, in primavera e in autunno, fiorellini di colore violetto o azzurro.
  • La mandragola si coltiva in piena terra per via dell'apparato radicale molto sviluppato e robusto.
  • La mandragola è una pianta rustica, che non teme né il freddo né le malattie.
  • La mandragola predilige le esposizioni soleggiate per crescere e fiorire.
  • La mandragola assomiglia a piante selvatiche commestibili, ma è altamente tossica.
  • La mandragola produce, in primavera e in autunno, fiorellini di colore violetto o azzurro.
  • La mandragola si coltiva in piena terra per via dell’apparato radicale molto sviluppato e robusto.

La mandragora o mandragola (dal persiano “mandrun-ghia” ossia “erba-uomo“) è una pianta altamente tossica appartenente alla famiglia delle Solanaceae (come patata e pomodoro) che cresce allo stato spontaneo nell’Africa settentrionale, in Medio Oriente e in Europa (Italia compresa). La si trova facilmente nei campi incolti, nelle zone collinari e lungo gli aridi sentieri di montagna battuti dal sole. Le dimensioni contenute della parte aerea sono controbilanciate da una robustissima radice fittonante di colore scuro e dall’aspetto biforcuto vagamente antropomorfo (da qui derivano le tante leggende, superstizioni e i racconti che accompagnano questa pianta fin dall’antichità).

Riproducibile per seme (anche se i tempi di germinazione sono piuttosto lunghi), la mandragola si coltiva sempre all’esterno, in piena terra e in posizione ben soleggiata (anche se riesce a vegetare in una leggera semi ombreggiatura). La pianta richiede un terreno ben drenato e calcareo, migliorabile nella composizione con stallatico maturo al momento della messa a dimora o trapianto, e non necessita di particolari interventi di annaffiatura (se non in caso di eccessiva siccità), poiché si accontenta dell’acqua piovana. La potatura non è pratica necessaria, poiché la mandragola ha una crescita limitata in altezza, tuttavia, è importante rimuovere eventuali foglie secche o danneggiate per evitare l’insorgere di problematiche fitosanitarie. Le foglie della mandragola, che formano una rosetta a livello del suolo, possono ingiallire e morire durante l’inverno, ma questo è un processo naturale. Per quanto riguarda l’ubicazione stagionale, la mandragola preferisce temperature miti, ma si dimostra comunque adattabile a climi anche freddi, dal momento che teme solo le gelate notturne. Le malattie che colpiscono la mandragola sono praticamente inesistenti, o per lo più legate al ristagno idrico, come il marciume radicale e alcune infezioni fungine. È importante monitorare la pianta e agire prontamente alla comparsa di sintomi come ingiallimento delle foglie o crescita stentata, eventualmente trattando il terreno con fungicidi appropriati.

Per quanto riguarda l’aspetto della pianta, la mandragola presenta grandi foglie ovali-lanceolate, con apice appuntito, e di consistenza ruvida e coriacea (derivante anche dalla fitta peluria che le ricopre), disposte a formare una larga rosetta che si sviluppa a livello del terreno; il perimetro delle foglie può essere intero o dentato. Dalla rosetta basale hanno origine i fiorellini, verdastri, azzurri o violetto chiaro, e le bacche, sferiche, carnose e di colore giallastro assolutamente non commestibili. Data la sua pericolosità in caso di ingestione (a causa dell’elevato contenuto di alcaloidi tropanici tossici) si sconsiglia la coltivazione di questa pianta in giardini frequentati da animali domestici e bambini.

Fioritura

InvernoPrimaveraEstateAutunno

La mandragola fiorisce in primavera e in autunno, mentre in estate entra in riposo vegetativo.

Commestibilità

SemiFoglieFioriFustoFruttiRadici

Riproduzione

SemeTaleaDivisioneBulboInnestoMargottaPropaggine

La mandragola si riproduce, facilmente anche in modo spontaneo, tramite seme. La semina si effettua in autunno ponendo i semi in un contenitore riempito con un terriccio specifico fine e leggero, da mantenere umido fino alla comparsa dei germogli. Questi ultimi spunteranno solo dopo mesi, ma le giovani piantine di mandragola, una volta radicate, sono molto resistenti e non temono il trapianto.

Semi

I semi racchiusi all’interno delle bacche di mandragola sono numerosi, piccoli, reniformi e capaci di germinare, anche se in tempi molto lunghi.

Informazioni e curiosità

Una delle leggende più famose e affascinanti sulla mandragola riguarda il suo “grido mortale“: proprio per via della forma particolare delle radici, si credeva che, estraendo la pianta dal terreno, questa emettesse un grido talmente forte da uccidere chiunque lo udisse. Nel Medioevo, la mandragola veniva considerata una radice cara alle streghe, per via del suo potere allucinogeno.

Coltivazione

VasoPiena Terra

La mandragola va coltivata in piena terra per via delle radici molto profonde (lunghe fino a 150 cm).

Collocazione

InternoEsterno

La mandragola è una pianta da esterno.

Concimazione

La mandragola non ha particolari esigenze in fatto di concimazione: solo al momento della messa a dimora distribuire stallatico maturo per agevolare l’accrescimento e la fioritura.

Esposizione

SoleMezz’ombraOmbra

La mandragola richiede un’esposizione soleggiata e luminosa, ma riesce a crescere anche nei luoghi parzialmente ombreggiati.

Annaffiatura

GiornalieraFrequenteRegolareOccasionale

La mandragola è una pianta rustica che generalmente si accontenta dell’acqua piovana; solo in caso di prolungata siccità occorre intervenire con le annaffiature.

Potatura

La mandragola non ha bisogno di potature: basta solo eliminare le foglie secche o rovinate.

Trapianto

La mandragola va trapiantata in terreni calcarei ben drenati e profondi; non sopporta invece i substrati umidi o ghiaiosi.

Ubicazione stagionale

Come detto, la mandragola è una pianta da esterno e piena terra, quindi vive in giardino tutto l’anno: non teme né il caldo né il freddo, ma è sensibile alle gelate notturne.

Raccolta

La raccolta della mandragola è regolamentata in molte regioni per questioni di sicurezza legate alla sua tossicità e data anche la somiglianza con altre piante commestibili, come la borragine o gli spinaci selvatici.

Malattia e cure

La mandragola non è particolarmente soggetta a malattie. Solo i ristagni possono causare marciumi radicali e per questo occorre limitare le annaffiature; le lumache sono poi particolarmente ghiotte delle foglie della pianta, ma si possono facilmente scongiurare i loro attacchi cospargendo il terreno attorno alla mandragola con cenere di camino.

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