Melograno

Punica granatum

Melograno

  • Il melograno può essere coltivato in forma di alberello o cespuglio.
  • Per fruttificare il melograno ha bisogno di esposizioni calde e assolate.
  • Il melograno è pianta piuttosto semplice da coltivare sia in giardino, sia in frutteto domestico.
  • La melagrana è una bacca carnosa formata da numerosi arilli, ciascuno contenenti un seme.
  • La coltivazione del melograno è cominciata in tempi remoti, fin dai Fenici e nell'antica Roma.
  • Il melograno può essere coltivato in forma di alberello o cespuglio.
  • Per fruttificare il melograno ha bisogno di esposizioni calde e assolate.
  • Il melograno è pianta piuttosto semplice da coltivare sia in giardino, sia in frutteto domestico.
  • La melagrana è una bacca carnosa formata da numerosi arilli, ciascuno contenenti un seme.
  • La coltivazione del melograno è cominciata in tempi remoti, fin dai Fenici e nell’antica Roma.

Pianta originaria dell’Afghanistan, il melograno assume l’aspetto di un piccolo albero o di un grosso cespuglio a seconda del tipo di potatura. Dove il clima è favorevole, si consiglia di allevare il melograno monocaule, cioè ad alberello, poiché il rischio di gelate è minimo. Dove il clima è più inclemente, si preferisce la forma a cespuglio perché in caso di danni da gelo si può cippare la pianta e ripartire da terra allevando nuovi rami che già al secondo anno potrebbero dare frutti.

Il melograno è sia una pianta da frutto sia ornamentale, coltivabile all’esterno sia in vaso sia in piena terra, che si riproduce per seme o talea legnosa. A fronte di annaffiature limitate (fatta eccezione per le piante in vaso che sono più esigenti, dato che le radici non possono giungere in profondità nel terreno), è forse la concimazione l’aspetto da tenere più in considerazione nella cura del melograno: la pianta va fertilizzata a primavera con prodotti ricchi di ferro, microelementi, azoto e potassio e va mantenuta o trapiantata in un terreno ben drenato (cosa che previene l’insorgere di diverse malattie fungine), sabbioso, di medio impasto e leggermente acido. L’esposizione deve essere pianamente soleggiata e il clima ideale è preferibilmente temperato, anche se la pianta di melograno si dimostra abbastanza resistente alla basse temperature (ma il freddo non deve essere prolungato). La raccolta delle melagrane si effettua all’inizio di ottobre e i frutti si consumano sia freschi, sia trasformati (ad esempio succhi). Infine, la potatura adempie a molteplici funzioni (dal rinnovo della vegetazione alla stimolazione per produrre più bacche), ma in tutti i casi va eseguita nel rispetto della forma originaria che si vuole dare alla pianta, ossia a cespuglio o ad alberello.

Gli esemplari di melograno più alti raggiungono i 7 metri, ma spesso, specie in climi temperati, restano molto al di sotto di queste dimensioni. Le varietà coltivate hanno uno sviluppo più contenuto e si distinguono secondo la taglia in nane (circa 60 cm) adatte per vasi, fioriere e aiuole, in medie (circa 2 m) e normali (superano di poco i 3 m). Le piante da frutto sono in genere di taglia normale ma tutte producono raccolto. In forma libera la chioma di melograno è globosa e il diametro può essere considerato pari all’altezza della pianta. Resistente e dotato di buona longevità, il melograno può raggiungere e superare i 100 anni d’età. Il tronco, di sezione non perfettamente rotonda, spesso contorto, eretto e ramificato, presenta branche aperte che possono assumere portamento ascendente o ricadente, tanto che i rami (talvolta spinosi) possono piegarsi quasi a toccare il terreno. Dal piede del tronco nascono spesso vigorosi succhioni, che è meglio eliminare, o utilizzare, se ben radicati, per riprodurre la pianta. Le radici sono nodose, profonde e di colore rosso. Le foglie sono semplici, caduche, di un bel verde lucido, di forma lanceolata, hanno margine intero e l’apice può essere acuminato od ottuso. I fiori, posti in posizione terminale sui rami o portati da dardi isolati, solitari o in un mazzetto, sono ermafroditi, nella forma tipica hanno un calice di un colore rosso corallo accesso, una corolla rosso scarlatta formata da un numero di petali variabili da 5 a 8, e un interno a contrasto di colore giallo.

Una varietà dai frutti particolarmente succosi e saporiti è punica granatum Wonderful.

Fioritura

InvernoPrimaveraEstateAutunno

La pianta di melograno inizia a produrre fiori già nel mese di marzo (al Sud) in ondate successive, ma sono solo quelli di maggio e giugno che produrranno frutti.

Commestibilità

SemiFoglieFioriFustoFruttiRadici

Riproduzione

SemeTaleaDivisioneBulboInnestoMargottaPropaggine

Il melograno si può riprodurre tramite semina in autunno, ma la tecnica migliore resta la talea legnosa. In inverno bisogna procurarsi talee legnose di circa 20-25 cm di lunghezza, eliminare la maggior parte delle foglie presenti (lasciandone solo 3 o 4 apicali) e trapiantarle in un mix di terreno soffice e perlite per 15 cm, lasciando fuoriuscire solo le ultime gemme.

Semi

Il frutto di melograno, inizialmente verde e poi di colore sfumato fra il bruno e il rossastro, è una bacca particolare chiamata balausto. La polpa interna, protetta dalla robusta scorza e divisa da setti membranosi, è formata da arilli, strutture traslucide e succose, dal caratteristico colore, ognuno contenente un seme commestibile.

Informazioni e curiosità

Il melograno conta due specie diverse, quella da frutto e quella solo ornamentale, Punica nana. Di dimensioni ridotte, la seconda è capace di adattarsi a situazioni estreme (caldo eccessivo, terreno povero e sassoso) e produce frutti piccoli e non commestibili.

Coltivazione

VasoPiena Terra

Il melograno si può coltivare sia in vaso sia in piena terra.

Collocazione

InternoEsterno

Anche in vaso, il melograno è pianta da esterno (ma attenzione a coltivarlo dove le condizioni ambientali lo consentano).

Concimazione

Il melograno è una pianta esigente per quel che riguarda la nutrizione minerale e la concimazione. Una mancanza di ferro e altri microelementi può indurre, alla ripresa vegetativa, uno stato di clorosi con ingiallimento della nuova vegetazione.
Ogni anno a primavera si provveda quindi a somministrare un concime che apporti ferro, microelementi, azoto e potassio. L’azoto deve essere somministrato nelle due forme: solubile e a lenta cessione.
La concimazione andrà ripetuta alla fine d’agosto e all’inizio della maturazione dei frutti.
Le piante in vaso sono più esigenti perché maggiori sono le bagnature che diluiscono i concimi somministrati. Ogni anno sostituire i primi centimetri di terreno con materiale nuovo e si ripeta la concimazione a metà dosaggio anche a maggio.

Esposizione

SoleMezz’ombraOmbra

Il melograno è una pianta termofila, che quindi ama il sole e il caldo. Non deve essere posto a Nord e deve godere di una buona esposizione.

Annaffiatura

GiornalieraFrequenteRegolareOccasionale

Apprezzato fin dall’antichità come pianta da frutto resistente alla siccità, il melograno deve questa caratteristica all’apparato radicale profondo. Coltivato in piena terra, deve essere irrigato con regolarità solo nel primo anno d’impianto per garantire l’attecchimento e un ottimo sviluppo della prima struttura.
Nei giardini basta la semplice irrigazione del prato a garantire gli apporti richiesti.
Per le piante in vaso il terreno non dovrebbe mai seccare fra una bagnatura e l’altra, ma restare sempre fresco.

Potatura

Per effettuare la potatura del melograno esistono alcune regole di base:

  • per i soggetti ad alberello con tronco centrale togliere tutti i nuovi rami che si sviluppano sul tronco;
  • per assicurare una buona produzione di frutti eliminare i rami che già fruttificano da tre anni;
  • per consentire un rinnovo della vegetazione eliminare durante la prima parte dell’inverno i rami secchi, spezzati o vecchi, al massimo di un quarto rispetto all’intera chioma;
  • per contenere lo sviluppo intervenire su tutti i rami riducendoli ad anni alterni di circa 40 cm di lunghezza, eliminando quelli più vecchi.

In tutti i casi è importante rispettare la forma scelta inizialmente (alberello o cespuglio).

Trapianto

I soggetti in vaso, acquistati o troppo cresciuti, possono essere messi a dimora tutto l’anno, anche se è meglio evitare il periodo estivo più caldo.
Per i soggetti provenienti da vivaio, acquistati con zolla, è consigliabile operare nel periodo di quiescenza, anche se molti attendono la primavera.

La buca d’impianto deve essere larga e profonda. Prima di effettuare il trapianto, verificare l’assenza sul fondo di lenti d’argilla che ostacolerebbero l’affondamento delle radici, poi riempire con terreno sciolto. La concimazione d’impianto si riduce a una distribuzione di stallatico molto maturo, nell’area interessata dalla chioma, da mescolare con il terreno superficiale. Per quanto riguarda la scelta del terriccio, occorre tenere presente che il melograno teme il ristagno idrico e non riesce bene in suoli pesanti e argillosi. Predilige piuttosto terreni ben drenati, sabbiosi, al massimo di medio impasto, tendenzialmente acidi. La presenza di scheletro non preoccupa.

Per quanto riguarda gli esemplari in vaso, si ricordi che la dimensione del contenitore deve essere rapportata a quella della pianta, per cui per un soggetto d’altezza di 150 cm è consigliato un vaso di almeno 50 cm di diametro.
Il rinvaso è un’operazione delicata perché, per rallentare lo sviluppo della pianta, deve essere accompagnato dal taglio delle radici (5 cm ogni 5 anni). Si effettua con forbici o lama affilata e disinfettata.

Ubicazione stagionale

Il melograno resiste anche a freddi intensi (fino a 10°C sotto lo zero), ma solo per brevi periodi. Per questo, spesso si è tentati di piantarlo in località al limite termico: si tratta però di un’operazione sconsigliata perché il gelo invernale ostacola la fruttificazione, specie quando temperatura e radiazione solare non sono sufficienti (almeno mezza giornata di sole pieno).
Sebbene il melograno possa restare all’esterno tutto l’anno, in autunno si protegga il colletto con una buona pacciamatura e anche l’uso di tessuto non tessuto per avvolgere la chioma può essere un buon accorgimento per le piante in fase d’allevamento.
I soggetti allevati in vaso sono più sensibili ed è consigliato ricoverarli, in determinate regioni, sotto un portico o in un locale luminoso e non riscaldato.

Bonsai

Il melograno è una pianta molto apprezzata come bonsai, anche perché si adatta bene alla vita in vaso, sopporta le potature drastiche e la pinzatura continua delle gemme.

Raccolta

Il melograno inizia a fruttificare di norma fra il terzo e il quarto anno e produce con forza per circa trent’anni (seppur minore, la produzione non cessa nemmeno in piante molto vecchie, se curate a dovere).
I frutti si raccolgono generalmente all’inizio del mese d’ottobre, usando delle forbici e facendo molta attenzione, in modo che non si rompano o cadano a terra. Una volta raccolta, la melagrana resiste molto a lungo, se tenuta in un luogo asciutto e fresco.

Malattia e cure

Il melograno è soggetto all’attacco di diverse malattie fungine come:

  • Alternaria, anche conosciuta come marciume nero, è causata dalle eccessive piogge e fa marcire l’interno del frutto.
  • Aspergillus, una muffa che provoca danni molto simili a quelli causati dall’alternaria.
  • Botrytris o muffa grigia, colpisce gli alberi nel momento della fioritura.
  • Cercospora, un fungo che crea delle macchie nere non solo all’esterno dei frutti, ma anche sui rami e sulle foglie. Se non si interviene può anche portare l’albero alla morte.

Per evitare l’insorgere di questi problemi è buona norma garantire al melograno un terreno drenato, eliminare sempre fiori e frutti marciti e garantire alla chioma una buona circolazione dell’aria.
In caso di grave infestazione, si può sempre ricorrere ad appositi fungicidi.

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