- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione
- Annaffiatura
- Potatura
- Trapianto
- Ubicazione stagionale
- Raccolta
- Malattia e cure
- Una splendida pianta di mimosa in giardino: la sua fioritura giallo canarino non passa di certo inosservata.
- Per fiorire in abbondanza, la mimosa ha bisogno di posizioni ben soleggiate.
- Un rametto di mimosa in piena fioritura.
- La mimosa si può coltivare all’esterno in giardino solo nelle regioni a clima temperato.
La mimosa, genere Acacia, è conosciuta come simbolo della festa dedicata alle donne, l’8 marzo, e amata per la fioritura gialla e delicatamente profumata che ricopre tutta la chioma durante l’inverno, da febbraio alla seconda metà di marzo, prima dell’emissione delle foglie. Si tratta di una pianta originaria dell’Australia (regioni del Queensland e del Nuovo Galles del Sud) e dell’isola di Tasmania.
La specie più diffusa è Acacia dealbata, la mimosa comune, ma esiste anche Acacia retinoides, mimosa delle 4 stagioni. La mimosa è un albero imponente, che raggiunge rapidamente i 10 metri d’altezza e oltre, facile da coltivare, con una chioma di diametro variabile fra i 5 e i 10 metri. Tuttavia, richiede potature molto attente perché sui rami primari, a metà del tronco, si sviluppano rami divergenti che, come delle “fiammate”, fuoriescono dalla sagoma. La mimosa si riproduce tramite seme o talea, e si coltiva all’esterno, ma solo nelle regioni dal clima mite anche in inverno: la pianta, infatti, non tollera minimamente il freddo e temperature sotto lo zero termico, specie se prolungate. Al Nord Italia si può tentare quindi con la coltivazione in vaso, purché sufficientemente capiente, in modo da ritirare la pianta al coperto all’arrivo del freddo. La mimosa va concimata ogni anno per favorire la fioritura, mentre le annaffiature, almeno per gli esemplari coltivati in giardino, non sono necessarie poiché la mimosa tollera abbastanza bene la siccità e in genere si accontenta delle precipitazioni piovose. Diverso discorso per le piante in vaso, il cui terriccio deve sempre essere leggermente umido ma ottimamente drenato. La posizione ideale, anche per il trapianto, è soleggiata e calda, mentre il substrato di coltivazione è opportuno che sia tendenzialmente acido. La cocciniglia è il nemico più comune che può attaccare la mimosa, nonché il più tenace da debellare.
La chioma di mimosa ha forma irregolare, le foglie sono composte, di forma bipennata, con due ordini di “penne” lungo il rachide centrale. Lunghe fino a 25 cm, sono di colore difficilmente definibile mescolando verde, grigio e argento. Ogni “penna” è a sua volta una foglia composta, che riunisce da 60 ad 80 foglioline disposte sui due lati di un asse centrale flessibile. I rami giovani sono di colore grigiastro, pubescenti, piacevoli al tatto, mentre il tronco è liscio. La finezza delle foglioline, la flessibilità degli assi, l’organizzazione generale della foglia e la sovrapposizione dei vari elementi, conferisce alla chioma un senso di grande leggerezza. Ogni singolo fiore ha forma sferica e numerosi stami di colore giallo. Sono raccolti in un’infiorescenza racemosa piuttosto grande (fino a trenta unità), che si origina in posizione ascellare. Dai fiori fecondati si formano i frutti, legumi con semi evidenti nel baccello.
Fioritura
La mimosa fiorisce a fine febbraio-marzo, secondo l’esposizione e l’andamento stagionale.
Commestibilità
Riproduzione
La mimosa si riproduce per seme o per talea. Entrambe le tecniche si effettuano nel periodo primaverile. Le talee prelevate dovranno avere una lunghezza di circa 5-15 cm ed essere tagliate di netto subito sotto una gemma, eliminando anche le foglie presenti per almeno i due terzi della lunghezza della talea. Il terriccio più idoneo deve essere formato da una parte di torba ben sminuzzata e da una parte uguale di sabbia di fiume ben lavata. Una volta mescolate insieme si dovrà aggiungere al composto una piccola quantità di perlite per aumentarne la capacità di areazione. Infine, per essere sicuri che il terriccio mantenga un buon grado di umidità, si potrà aggiungere un 15-20% di vermiculite o di corteccia di pino finemente triturata.
Semi
Dai fiori fecondati si formano i frutti di mimosa. Si tratta di legumi di colore scuro, lunghi e a superficie liscia, con semi evidenti, piccoli e scuri, disposti nel senso della lunghezza del baccello.
Informazioni e curiosità
Sebbene siano spesso assolutamente necessarie, le potature sono sempre operazioni traumatiche per le piante, specie le mimose. Qualunque taglio, anche quello effettuato al meglio (netto, senza schiacciamenti del ramo, praticato obliquamente, senza sfilacciature ed eseguito alla giusta altezza), apre la via a una serie di spore e insetti che possono essere potenzialmente dannosi o addirittura mortali per la pianta. Per evitarlo, soprattutto sui tagli più estesi, si possono effettuare dei trattamenti antibatterici, che aiutano la cicatrizzazione delle ferite, per esempio utilizzando la propoli.
La propoli ha infatti poteri altamente benefici sull’organismo umano, ed è impiegabile anche in natura, in campo agricolo. È una sostanza resinosa prodotta dalle api e si presenta con una consistenza vischiosa e appiccicosa. Il prodotto va diluito in acqua per poter essere nebulizzato all’occorrenza, ma nei garden center si possono trovare flaconi con soluzioni liquide pronte e miscelate.
Questa sostanza è un disinfettante naturale che contrasta gli agenti patogeni ad ampio spettro. È adatta quindi per tutte le specie vegetali che si coltivano in giardino, nell’orto e nel frutteto, mimosa compresa. Nel caso della potatura, il trattamento con la propoli stimola una rapida cicatrizzazione e fa diminuire il rischio causato dagli agenti patogeni. Se la pianta dovesse avere qualche patologia, i trattamenti andrebbero intensificati oppure ridotti a favore di prodotti più specifici per il problema in corso.
Coltivazione
La mimosa si coltiva prevalentemente in piena terra, ma nelle regioni con clima freddo si può far crescere anche in vaso. Le piante in vaso necessitano però di grandi contenitori che è bene dotare di ruote sin dall’inizio per favorirne la movimentazione.
Collocazione
La mimosa è pianta da esterno che però andrebbe coltivata solo nelle regioni a clima mite poiché non tollera il freddo.
Concimazione
La mimosa in vaso ha bisogno di essere concimata regolarmente: ogni due o tre mesi, somministrare alla pianta un fertilizzante liquido a base di azoto.
Per la mimosa coltivata in piena terra, si può distribuire ogni fine inverno concime organico ben maturo, o concime granulare a lenta cessione, zappando leggermente il substrato.
Esposizione
La mimosa deve essere posta sempre in piena luce e in pieno sole, nel posto più caldo del giardino, sfruttando, specie nelle regioni al margine dell’areale di possibile diffusione, il riverbero di un muro a secco o il riparo di una conca. L’esposizione a venti forti o freddi deve essere sempre evitata.
In posizione dominata od ombreggiata la vegetazione diventa rada, sono numerosi i rami che tendono a seccare, e lo sviluppo generale si arresta.
Annaffiatura
La pianta adulta di mimosa è molto resistente alla siccità, quindi basta annaffiare con parsimonia. Le annaffiature non vanno tralasciate però nei primi due anni di vita, ovvero fino a che l’esemplare non abbia attecchito completamente.
Per quanto riguarda le piante in vaso, bisogna fare in modo che il terriccio sia sempre ben drenato, ma è necessario mantenerlo al contempo leggermente umido perché l’esposizione dei vasi in pieno sole tende ad elevare troppo la temperatura all’interno del contenitore.
Potatura
La potatura della mimosa è fra le più difficili da effettuare perché può aiutare l’equilibrato sviluppo della pianta, ma deve sempre essere leggera e ragionata.
In fase giovanile si eliminano i rami basali accompagnando la crescita della pianta, prima accorciandoli e poi tagliandoli a raso, così da ottenere piante con tronco libero e chioma definita.
I rami nudi, vale a dire privi di foglie, andranno eliminati perché difficilmente ne emetteranno di nuove.
Dopo la fioritura, in primavera, si accorciano i rami, si eliminano quelli secchi, deboli o filati.
In estate, lo sfoltimento nei soggetti con vegetazione ricca e compatta può servire a dare luce alle fronde interne così che la vegetazione con il tempo non si localizzi solo sull’esterno della chioma. Nei luoghi ventosi lo sfoltimento aiuta a diminuire la resistenza offerta riducendo i rischi di schianto, presenti in terreni superficiali.
Trapianto
La buca destinata al trapianto della mimosa deve essere grande il doppio del vaso, sia in larghezza sia in profondità. Sul fondo si disponga uno strato generoso di sabbia e ciottoli, almeno dieci centimetri, che garantisca un drenaggio efficiente e una zona di accumulo dell’acqua in eccedenza. Il resto andrà riempito mescolando sabbia, torba e terriccio per piante acidofile al materiale già presente così da ottenere un substrato di medio impasto, ricco e ben drenato.
La mimosa non tollera il calcare e per avere piante sane, non clorotiche o con crescita stentata, è necessario garantire un substrato tendenzialmente acido, impedendone la successiva alcalinizzazione.
Svasando la pianta ci si trova spesso di fronte ad un pane di radici molto compatte e intricate. Per cercare di districarlo senza arrecare troppi danni non è sufficiente procedere con cautela, ma si deve lasciare la zolla in ammollo qualche ora in un secchio con acqua non fredda per aumentare l’elasticità dei tessuti.
È infine importante che il colletto della pianta sia posto all’altezza del livello del terreno senza “affogarlo” o lasciarlo scoperto.
Ubicazione stagionale
La mimosa è un albero sempreverde che non è in grado di resistere per lungo tempo al gelo. Sotto allo zero termico le piante soffrono, e se il termometro raggiunge i -5°C è facile registrare la perdita di soggetti anche vigorosi e in salute.
La coltivazione, specialmente in piena terra, è quindi consigliata solo nelle regioni costiere del Centro e del Sud, dove gli inverni sono miti e il gelo un evento eccezionale. In alternativa, si può tentare la coltivazione in vaso, in modo che, all’arrivo dei primi freddi e fino a quando non si verificherà più il rischio di gelate tardive, la mimosa possa essere spostata all’interno.
Raccolta
Con l’avvento della Giornata internazionale della donna, marzo è il mese per eccellenza per la raccolta dei fiori di mimosa, ad esempio per creare colorati bouquet. In particolare, vanno raccolte le singole pannocchie con un poco di stelo e per conservare i mazzetti il più possibile, occorre scegliere un vaso con la bocca ampia, per non “strozzare” i gambi e non schiacciare i fiori.
Prima di mettere i fiori nel vaso si provveda a staccare le foglie più basse, in modo che non stiano a contatto con l’acqua, e a rimuovere la parte terminale dello stelo. Quindi immergerli nell’acqua, a una temperatura intorno ai 20°C. Non mettere nel vaso più di 6-10 cm d’acqua. L’acqua andrà cambiata tutti i giorni se non sono stati inseriti conservanti nel vaso (le bustine da addizionare all’acqua che servono come nutrimento per i fiori recisi e hanno potere battericida). In caso contrario, l’operazione andrà eseguita ogni tre giorni circa, rabboccando quotidianamente solo il livello dell’acqua evaporata o assorbita.
Malattia e cure
La cocciniglia è il nemico più fastidioso che può infestare la mimosa, specie le giovani piante in fase d’allevamento o coltivate in vaso. Prima di applicare un prodotto specifico è sempre consigliato attaccare le cocciniglie manualmente con alcool e pennello per rimuoverne il più possibile.
Un solo intervento non è sufficiente e la lotta può prolungarsi per più mesi. Solo la costanza e il continuo monitoraggio del parassita assicurano un esito positivo della lotta.