- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione
- Annaffiatura
- Potatura
- Trapianto
- Ubicazione stagionale
- Raccolta
- Malattia e cure
- La pianta di mora di rovo si coltiva principalmente in piena terra, nell’orto domestico, ma è possibile farla crescere anche in vaso.
- La pianta di mora di rovo deve essere dotata di supporti e tralicci affinché possa arrampicarvisi.
- I frutti della mora di rovo vanno raccolti quando sono pienamente maturi: il colore deve essere scuro (non verde come in questo caso), intenso, omogeneo e brillante.
- La mora di rovo ha bisogno di sole diretto per crescere bene e fruttificare.
- La mora di rovo produce in estate le caratteristiche bacche, ricche di proprietà nutritive e vitamine.
Il rovo è una pianta formata da una base perenne da cui si diramano lunghi tralci sui quali si formano i rametti che produrranno le more. Le varietà selezionate sono molto fertili e permettono di coltivare anche una sola pianta, perché non necessitano di un altro esemplare per l’impollinazione. È possibile scegliere fra molte varietà di more di diversa altezza, a partire da un metro, ma le più produttive e scenografiche sono quelle a sviluppo verticale e poi ricadente. Vanno legate a un tutore a spalliera e poi lasciate scendere in modo naturale o su supporti ad arco o a pergola. Sono piante che hanno bisogno di spazio: tenerne conto prima di iniziare a coltivarle.
La coltivazione della mora di rovo (preferibilmente in piena terra, ma non si esclude la crescita in vaso purché di dimensioni sufficienti) non è affatto complessa, ma richiede alcune attenzioni al fine di ottenere piante sane e una produzione abbondante di frutti. Per prima cosa, si scelga un terreno fresco e ricco di sostanza organica, possibilmente con un pH subacido compreso tra 5,5 e 6,5. La preparazione del terreno per il trapianto deve prevedere l’aggiunta di compost o letame ben maturo, incorporati al suolo prima della messa a dimora delle piante; la mora di rovo ama infatti i terreni fertili: una concimazione annuale a base di azoto stimola la produzione di una maggior quantità di bacche. L’esposizione ideale per la mora di rovo è rappresentata dal pieno sole, sebbene possa tollerare anche una leggera ombra. Per quanto riguarda la potatura, questa si esegue in due momenti distinti: a inizio primavera occorre potare i rami laterali del rovo che porteranno frutto a una lunghezza di 25-50 cm per favorire la produzione di more di grandi dimensioni. Dopo la raccolta, il secondo anno, si taglino alla base i polloni ormai esauriti e non più produttivi, che seccherebbero in ogni caso. L’annaffiatura delle piante di mora di rovo deve essere frequente, soprattutto nei periodi di siccità: è importante mantenere il terreno umido, ma non inzuppato; le piante giovani necessitano di maggiore attenzione, mentre quelle adulte sono più tolleranti alla carenza idrica.
La raccolta delle more avviene generalmente in estate, quando i frutti sono completamente maturi, colorati uniformemente e facilmente staccabili dalla pianta. Si consiglia di raccogliere al mattino presto, quando la temperatura è più fresca, per preservare la qualità del frutto, e di non sovrapporre eccessivamente le drupe, per evitare che si spacchino rilasciando i succhi.
La riproduzione della mora di rovo può avvenire per talea o propaggine, mentre le malattie a cui è soggetta sono di natura fungina o parassitaria, dato che le bacche aromatiche e saporite sono molto ambite, tra gli altri, da afidi e uccelli. In questi casi la lotta con strumenti e prodotti naturali è indispensabile per poter avviare i frutti al consumo umano.
Da un punto di vista botanico, la mora non è un frutto, ma un’infruttescenza composta da molti frutti, che sono i singoli granelli. I fiori del rovo, bianchi o rosa, grandi e a cinque petali, sono così belli da far sembrare questa pianta un cespuglio decorativo. Le foglie (e in generale tutta la pianta) sono molto resistenti al freddo e in autunno si colorano di rosso, creando una piacevole macchia di colore.
Fioritura
La fioritura della pianta di mora di rovo si protrae per due mesi, da maggio a giugno, e il raccolto si effettua da giugno a luglio.
Commestibilità
Riproduzione
La semina, seppur possibile, è la tecnica meno utilizzata per riprodurre le piante di mora di rovo: meglio ricorrere a propaggine o talea. Nel primo caso, durante l’estate, procurarsi un getto ancora attaccato alla pianta, spaccarlo torcendolo, senza però separarlo completamente dalla madre e interrarlo a circa 15 cm di profondità. Il getto interrato deve restare attaccato alla pianta e bisogna annaffiarlo di frequente. A primavera, la parte interrata sarà radicata e si potrà separare, ottenendo così una nuova pianta.
Per la talea, invece, basta procurarsi getti giovani lunghi circa 35/40 cm, tagliarli, metterli in vaso e annaffiare spesso. Le nuove piantine saranno pronte per essere trapiantate la primavera successiva.
Semi
Ogni singola drupa della mora di rovo, ossia ogni singola sferetta che compone la mora, contiene un grande seme. Questo possiede innumerevoli proprietà benefiche grazie all’olio che contiene, ricco di Omega 3 e Omega 6, oltre a proteine, fibre, carotenoidi.
Informazioni e curiosità
Le more di rovo sono frutti ricchi di vitamine (soprattutto vitamina C e K), fibre, antiossidanti e antociani. Questi componenti così preziosi le rendono ideali per rafforzare il sistema immunitario, migliorare la digestione e combattere i radicali liberi.
Coltivazione
La mora di rovo si può coltivare sia in vaso sia in piena terra. I vasi devono avere dimensioni di 40×40 cm o essere vasche da 80-120×40 cm se si vogliono coltivare più piante. La profondità deve essere di almeno 40 cm, per avere abbastanza terreno in cui inserire i pali della struttura su cui far arrampicare le piante: si possono usare canne di bambù, legarle tra loro con un cordino robusto e fissare la struttura di bambù al muro del balcone con un tassello, per evitare che il vaso si rovesci.
Collocazione
La mora di rovo va coltivata all’esterno.
Concimazione
Utilizzare un fertilizzante ricco di azoto per la concimazione della pianta di mora di rovo può agevolare la produzione di una maggior quantità di bacche. Per chi ha l’orto domestico, come concimazione di fondo è ottimo il letame, mentre nella fase di coltivazione è utile aggiungere al terriccio letame maturo o stallatico in pallet. Tra i concimi organici la cenere è particolarmente utile nella coltivazione della mora perché apporta potassio: si può usare per integrare il letame.
Esposizione
Più che di bosco, le more sono frutti di radura e perciò hanno bisogno di sole diretto per maturare. La mora di rovo non è quindi una pianta adatta per un balcone esposto a Nord. Quando però le temperature raggiungono i 30°C è meglio ombreggiare la pianta nelle ore centrali della giornata.
Annaffiatura
Bagnare la pianta di mora di rovo a giorni alterni, ma senza mai eccedere, per mantenere un’umidità costante, diradando le annaffiature dopo la raccolta delle bacche.
Potatura
A inizio primavera occorre potare i rami laterali del rovo che porteranno frutto a una lunghezza di 25-50 cm per favorire la produzione di more di grandi dimensioni. Dopo la raccolta, il secondo anno, si taglino alla base i polloni della mora di rovo ormai esauriti, che seccherebbero in ogni caso.
Trapianto
Sia per il trapianto in piena terra, sia in casi di coltivazione in vaso, la mora di rovo necessita di un terriccio organico e fresco come quello per le piante da orto, con l’aggiunta di compost e fertilizzanti a cessione molto lenta, come la cornunghia. Se in vaso, ogni anno rinnovare il primo strato di terriccio, quello più dilavato dalle bagnature frequenti, sostituendolo con terriccio fresco.
Il periodo ideale per mettere a dimora le more rampicanti nel frutteto sono i mesi della stagione primaverile, o, nel caso delle regioni meridionali dove le temperature sono molto più elevate, l’autunno inoltrato.
Ubicazione stagionale
La mora di rovo è una pianta che resiste abbastanza bene al freddo e si adatta ad essere coltivata anche in montagna. Affinché la pianta stia bene all’esterno tutto l’anno, fondamentale è la scelta della posizione, ossia soleggiata e al riparo dal vento.
Raccolta
La raccolta delle more va effettuata in modo scalare quando i frutti sono maturi: questi devono essere ben idratati, con i singoli grani sferici e pieni. Il colore delle more deve essere omogeneo e brillante, perché, quando diventa spento, indica che la mora è troppo matura. In questo caso il sapore diventa piatto, mentre quando è acerba è aspra e poco aromatica. Si devono raccogliere in giornata le more che si desiderano consumare fresche; chi invece volesse trasformarle in marmellata o in succo le può tenere in frigorifero fino a due giorni. I frutti colti dalla pianta di mora di rovo non vanno sovrapposti per uno spessore superiore ai cinque centimetri perché inizierebbero a rompersi rilasciando il succo.
Malattia e cure
La pianta di mora di rovo può essere soggetta a diverse malattie quali:
- Verticillium: provoca l’avvizzimento delle foglie e in seguito di tutta la pianta. Nell’orto, si previene con la rotazione colturale, evitando di far seguire l’impianto di more alla coltivazione di piante solanacee, e si contiene eliminando eventuali piante infette.
- Antracnosi: rovina i frutti e forma delle piccole chiazze tonde tipo sbucciature sul fusto del tralcio. Si contiene potando le parti infette della pianta.
- Botrite o muffa grigia: si manifesta con muffa sui frutti e sul fusto del rovo. Questa malattia è favorita dall’umidità, pertanto si previene con potature che disciplino la pianta permettendo un buon circolo di aria, e con l’attenzione a non eccedere nelle irrigazioni.
- Anche uccelli, ragnetto rosso e giallo, afidi e antonomo del lampone sono molto ghiotti di more. Per non ricorrere ai insetticidi, che renderebbero i frutti non più idonei al consumo, si può fare affidamento a metodi casalinghi, come porre delle piantine di tabacco o aglio attorno ai rovi in modo da scoraggiare l’avvicinamento di ospiti indesiderati.