- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione
- Annaffiatura
- Potatura
- Trapianto
- Ubicazione stagionale
- Raccolta
- Malattia e cure

- L’olivo ama le posizioni calde e soleggiate.
- Il fusto dell’olivo è cilindrico e contorto, con corteccia di colore grigio e legno duro e pesante.
- L’olivo si caratterizza per la crescita piuttosto lenta e la straordinaria longevità: in condizioni climatiche favorevoli può diventare millenario e sfiorare un’altezza di 15-20 metri.
- Le foglie di ulivo sono opposte, di consistenza coriacea, forma ellittico-lanceolata, con picciolo corto e margine intero.
- Le olive appena raccolte hanno un sapore amaro affatto gradevole. Per questo vanno trattate prima di essere avviate al consumo.
L’olivo è una pianta da frutto dalla storia millenaria, probabilmente originario dell’Asia Minore e della Siria.
Vanta una notevole resistenza anche grazie all’apparato radicale molto esteso (ben oltre la proiezione della chioma), ma solo mediamente profondo (fra zero e 80 cm), che gli consente di affrontare lunghi periodi di relativa siccità. Coltivato in giardino si accontenta delle bagnature del manto erboso e riesce a utilizzare con successo anche le fertilizzazioni somministrate a questo senza avere bisogno di ulteriori apporti di nutrienti.
L’olivo è, infatti, una pianta non troppo esigente in fatto di cure: il nemico più temibile è rappresentato dal freddo, dalle gelate e dal forte vento (specie se associato a basse temperature): per questo, occorre garantire all’ulivo un’esposizione calda e soleggiata, preferendo la coltivazione in vaso nelle regioni in cui, d’inverno, le temperature scendono sotto i 3-4°C.
Sono più che altro i giovani esemplari appena messi a dimora a dover essere adeguatamente curati e protetti: le piantine devono essere irrigate con regolarità; fertilizzate in primavera almeno due volte con prodotti azotati; pacciamate al piede per impedire la crescita di erbacce; irrorate con un prodotto rameico a fine estate per prevenire attacchi fungini; difese dal freddo al piede con terricciato di letame da rimuovere a primavera.
Caratteristico dell’olivo è il punto di unione fra l’apparato radicale e il fusto vero e proprio, detto colletto, che si presenta ampio, allargato e ingrossato, capace di produrre strutture rotondeggianti da cui si originano con facilità polloni basali. I polloni devono sempre essere tolti perché l’olivo, in giardino come nel frutteto familiare, si alleva ad albero singolo e non a macchia.
La lunghezza del tronco è determinata dalla forma di allevamento scelta. Per i giardini e per i frutteti famigliari la più diffusa è quella a globo o semi-globosa, facile da ottenere, semplice da mantenere nel tempo, e vicina all’idea di “albero”.
Ad un’altezza di circa un metro da terra, o poco meno, dal tronco si dipartiranno verso l’esterno le branche principali su cui si innestano i rami che porteranno le fronde.
Le foglie dell’ulivo non sono in realtà sempre verdi, ma il processo di spogliazione non è mai totale. La formazione delle nuove foglie inizia in primavera e continua fino all’autunno, se le condizioni climatiche lo consentono. La vita di una foglia è di circa un anno, o più, ma di rado raggiunge e supera i due anni.
Alla base di ogni foglia, in posizione ascellare si trova una nuova gemma. Le gemme non entrano tutte in vegetazione la primavera successiva, come accade per le piante spoglianti, ma, nel caso di gemme a legno, potrà restare quiescente per lunghi periodi, pronta ad entrare in attività nel momento del bisogno, come in caso di forti potature, perdita di chioma causata da rotture o grandine, morte di una parte delle branche.
I fiori, poco appariscenti, ermafroditi e riuniti in infiorescenze ascellari a grappolo, si aprono da aprile a giugno, a seconda di esposizione, latitudine, andamento climatico e cultivar.
Fioritura
La fioritura dell’olivo è primaverile; a questa segue, di solito a maggio/giugno, l’allegagione, ossia la trasformazione dei fiori nei piccoli frutti.
Commestibilità
Riproduzione
L’olivo è riproducibile tramite diverse tecnica, per via gamica (utilizzando i semi) o agamica (permette di ottenere piante geneticamente omogenee tra loro e con la pianta madre).
Nel primo caso, i noccioli vanno prima lavati accuratamente con acqua o con una soluzione di soda caustica all’1% per eliminare tutte le sostanze oleose residue che potrebbero impedire la penetrazione dell’acqua quando vengono messi a germinare. Dopodiché, i noccioli si lasciano asciugare in un ambiente ventilato e conservati in locali freschi o in frigorifero alla temperatura di circa 4°C in attesa dell’epoca della semina.
Il secondo tipo di riproduzione comprende:
- ovulo
- pollone radicato
- innesto
- talea
Semi
Il vero seme dell’olivo è contenuto all’interno del nocciolo legnoso e spesso dell’oliva.
Informazioni e curiosità
Le olive sono tecnicamente delle drupe e si compongono di tre parti:
- il nocciolo centrale, duro e legnoso, detto endocarpo, che protegge il seme
- la buccia esterna, sottile e pruinosa, epicarpo, che protegge il frutto
- la parte centrale, polpa o mesocarpo, di sviluppo e colore diverso a seconda delle varietà considerate, nei cui tessuti la pianta, maturando il frutto, accumula olio.
In più è possibile distinguere tra olive da mensa e olive da olio: le olive da mensa hanno grande sviluppo della polpa e bassa resa in olio, mentre le olive da olio si caratterizzano per un minor sviluppo della polpa, ma un’elevata capacità di accumulare olio.
Mentre le prime sono poco adatte a produrre olio, le seconde, opportunamente trattate, possono essere conservate come alimento.
Le piante coltivate in giardino sono di solito varietà da olio o a duplice attitudine, e in entrambi i casi si potrà utilizzare il raccolto per produrre olive da mensa, anche se di dimensioni ridotte.
Coltivazione
L’olivo è coltivabile anche in vaso, oltre che in piena terra.
Collocazione
L’olivo è un albero da esterno.
Concimazione
In generale, l’olivo ama i terreni sciolti o di medio impasto, freschi e ben drenati. Ciononostante si adatta anche ai terreni grossolani o poco profondi, mentre mal sopporta i terreni pesanti e soggetti al ristagno.
Si dimostra tollerante ai terreni poveri e a reazione acida o calcarea (fino a un pH di 8,5–9) e quelli caratterizzati da un’elevata salinità (come lungo i litorali).
Nonostante le modeste richieste nutritive, non bisogna commettere l’errore di sottovalutare le esigenze dell’ulivo e tenere presente che la pianta cresce bene se riceve il giusto apporto di fosforo, potassio e azoto. A questi 3 elementi fondamentali se ne aggiungono altri in quantità variabili quali: zinco, rame, ferro, zolfo, calcio, magnesio o manganese.
Il concime stallatico pellettato organico contiene tutti questi elementi e in più ha il vantaggio di essere concesso in agricoltura biologica. Questo va utilizzato in fase di trapianto, circa un mese prima della ripresa vegetativa e almeno un mese prima della raccolta dei frutti, spargendolo sotto l’intera chioma.
Esposizione
L’olivo ha bisogno di luce diretta. In giardino, predilige le posizioni a Sud e ad Ovest, sicuramente più calde e meno soggette a raffiche di vento.
Annaffiatura
L’olivo in vaso è più soggetto al rischio di ristagno, quindi le annaffiature dovranno limitarsi a una volta a settimana nel periodo estivo e una volta al mese nei periodi più piovosi.
L’olivo in giardino si dimostra poco esigente in fatto di acqua, anche se carenze idriche prolungate possono provocare gravi danni alle piante. Le annaffiature vanno accentrate più che altro nei periodi più delicati dell’anno, ossia dall’allegagione (giugno) fino all’ingrossamento delle drupe (agosto).
Potatura
La potatura rende le piante di olivo più soggette ai danni da freddo e deve essere sempre effettuata abbondantemente prima, o certamente dopo, la stagione invernale.
Occorre ricordare che la produzione di olive si concentra sui rami deboli e sottili, con sole gemme da fiore, e su quelli misti, di vigoria media che concentrano le gemme da fiore nella parte terminale. In particolare si formano sui rami di due anni che non bisogna eliminare in fase di potatura.
Trapianto
Nelle regioni a clima caldo e temperato porre le giovani piante di olivo a dimora in autunno; in tutti gli altri casi, meglio aspettare la fine della primavera, per evitare danni da gelate tardive.
In fase di impianto effettuare uno scavo di 80 m di diametro altrettanto profondo. Sul fondo della buca sistemare dei sassi per garantire un drenaggio efficiente (come detto, l’olivo teme i ristagni), su cui spargere 10 cm di ghiaia come fascia prefiltrante, terra di scavo e 10 kg di letame bovino paglioso e vecchio. Nei terreni molto sciolti e poveri di sostanza organica raddoppiare la dose solo se si tratta di materiale molto maturo (due anni di età).
Le giovani piante di olivo hanno bisogno di essere tutorate per almeno due anni, così che l’apparato radicale si sviluppi esplorando il terreno in profondità e oltre la buca di scavo.
Ubicazione stagionale
Le esigenze climatiche dell’olivo sono abbastanza modeste. Fondamentale è garantire alla pianta un’ottima esposizione evitando di porla in zone ombreggiate e caratterizzate da basse temperature invernali: la pianta manifesta sintomi di sofferenza a 3-4°C. Sotto queste temperature gli apici dei germogli disseccano.
Da evitare assolutamente le gelate, che possono danneggiare il legno già a temperature di -7 °C e, nei casi più gravi, provocare la morte di tutto l’apparato aereo.
Altri danni possono provocarli il forte vento, specie se associato a basse temperature, l’eccessiva piovosità e l’elevata umidità dell’aria.
Bonsai
L’olivo è il bonsai italiano per eccellenza, dal tronco massiccio e l’inconfondibile fogliame.
Raccolta
Determinare il momento della raccolta delle olive è un’arte, dato che non esiste un mese preciso.
Le olive da olio devono essere raccolte nel momento dell’invaiatura, in pratica quando mutano di colore, e la maggior parte dei frutti presenta l’apice di colore violaceo o vinato. I frutti non hanno ancora raggiunto un grado di maturazione fisiologica, ma è massimo il loro contenuto d’olio e l’olio che se ne ricava ha bassa acidità, aroma intenso senza presentare note troppo aggressive e un colore verde luminoso.
Per le olive da mensa la raccolta è scalare e si effettua in più volte, ad una settimana di distanza, scegliendo i frutti con la buccia chiara, fra il verde pallido e il verde-giallo. Anche la polpa di queste drupe avrà assunto una colorazione più chiara mentre la consistenza da dura diventa carnosa.
Per le olive da mensa o da conservare la raccolta può essere soltanto manuale. È necessario disporre di recipienti rigidi, ma foderati, di guanti in lattice, e di molta delicatezza nello spiccare le olive così da non danneggiarle. Anche l’eccessiva pressione esercitata sui frutti tenuti nella mano chiusa o deposti in più strati può rovinare visivamente e qualitativamente il prodotto.
Le olive raccolte dalla pianta e assaggiate sono senza dubbio amare. Per togliere questi principi amari, si lavano in acqua corrente e per otto ore si pongono in una soluzione ottenuta aggiungendo 20 grammi di soda per ogni litro di acqua. Le olive devono restare sommerse fino a quando tutta la polpa avrà cambiato colore, diventando più scura. Gettata la soluzione di acqua e soda, si sciacquano le drupe e si mettono in grandi vasi con semplice acqua, la quale andrà cambiata due volte al giorno fino a quando apparirà limpida.
A questo punto si può preparare una salamoia con acqua, sale (un cucchiaio da cucina per litro), alloro, semi di finocchio e buccia di cedro e/o limone. Dopo averla fatta bollire per favorire l’estrazione degli aromi, si lascia freddare e si utilizza per ricoprire le olive. I frutti devono restare sommersi almeno due mesi prima di perdere il caratteristico sapore amaro di fondo. Se si forma una ricca morchia di fondo, filtrare, risciacquare e preparare una nuova salamoia.
Malattia e cure
Purtroppo, l’olivo è soggetto a una molteplicità di problematiche fitosanitarie, suddivisibili essenzialmente in due categorie, ossia malattie causate da parassiti e malattie causate da funghi e batteri.
Nel primo caso rientrano:
- Mosca delle olive: danneggia i frutti causandone la caduta e rendendo le olive inutilizzabili. Si combatte con apposite trappole.
- Tripide dell’olivo: succhia la linfa dalle foglie più giovani e tenere e dai germogli. I danni che provoca non sono pericolosi e di solito non occorre intervenire con trattamenti specifici.
- Cotonello dell’olivo: anche in questo caso i danni non sono eccessivamente debilitanti per la pianta. L’insetto produce antiestetiche secrezioni cerose dall’aspetto di batuffoli di cotone e si combatte facilmente garantendo la libera circolazione dell’aria all’interno della chioma.
- Cocciniglie: a livello preventivo, evitare le zone ombreggiate e gli ambienti secchi e poco ventilati. La cocciniglia provoca l’ingiallimento delle foglie o la comparsa di macchie sulle stesse.
- Tignola dell’olivo: è un lepidottero che, nella maggior parte dei casi, non causa grossi danni. Purtroppo, non esistono misure preventive per contrastare questo insetto.
- Margaronia: lepidottero ben più temibile del precedente, si ciba degli apici delle giovani piante in crescita causandone a volte addirittura l’arresto. Si combatte con gli stessi metodi della mosca olearia.
Nella seconda tipologia di malattie si includono:
- Occhio di pavone: si manifesta con caratteristiche macchie circolari circoscritte da un alone giallo, in ambienti molto umidi e con temperature comprese tra 16 e 24°C; per questo, è indispensabile evitare ristagni, garantire una buona esposizione e la libera circolazione dell’aria tra i rami delle piante. Come prevenzione, trattare l’olivo con prodotti rameici in primavera e autunno.
- Cercosporiosi dell’olivo: si manifesta a livello fogliare, provocando ingiallimento e caduta delle foglie. Anche in questo caso, prodotti a base di rame svolgono un’utile funzione preventiva.
- Verticilliosi: decolarazione, disseccamento e caduta delle foglie sono le conseguenze più comuni di questa malattia fungina, che attacca i tessuti della pianta. In caso di infestazione, eliminare e distruggere eventuali rami infetti.
- Lebbra dell’olivo: causa il disseccamento e la marcescenza dei frutti con conseguente cascola degli stessi. Le corrette tecniche di coltivazione sono fondamentali per mantenere sano l’olivo, ma si può anche intervenire preventivamente con prodotti rameici.
- Massariella: rami e polloni si ricoprono di rigonfiamenti. Si tratta di una malattia che compare su olivo mal coltivati, in aree umide e ombreggiate. Se ben tenuta, quindi, la pianta non rischia di ammalarsi.
- Fumaggine: le foglie dell’olivo si ricoprono di una patina scura; mantenere la chioma ben areata è un ottimo modo per evitare l’infestazione di questo fungo.
- Rogna dell’olivo: il batterio si insinua all’interno delle cicatrici provocate, ad esempio, da una grandinata e trova terreno fertile in ambienti umidi e caldi. Proteggere la pianta di olivo in caso di condizioni meteorologiche avverse e potarla adeguatamente senza lasciare ferite (e sterilizzando gli strumenti) sono i modi migliori per evitare che si ammali.
- Xylella: si tratta di un pericoloso batterio trasmesso da insetti vettori, che provoca malattie gravi che interessano un’estesa varietà di piante, non solo l’olivo. Per la sua pericolosità e contagiosità, in caso di sintomi sospetti occorre avvisare immediatamente l’Osservatorio fitosanitario regionale in modo che vangano prese tutte le misure necessarie, compresa la distruzione dell’esemplare malato, per evitare la diffusione della patologia.