Palma

Arecaceae

Palma

  • In foto, kentia e howea belmoreana: due palme perfette per la coltivazione in contenitore date le dimensioni modeste.
  • La kentia (foto) è la più diffusa e celebre palma d'appartamento.
  • La palma è originaria di diverse aree climatiche: umide e tropicali o aride e desertiche.
  • La palma ha un grandissimo valore ornamentale ed è per questo ampiamente usato per abbellire giardini, viali e parchi.
  • Esemplari di kentia coltivati in vaso.
  • Anche in casa, la palma ha bisogno di stanze molto luminose.
  • In foto, il bellissimo fogliame verde della palma chamaedorea elegans.
  • In foto, kentia e howea belmoreana: due palme perfette per la coltivazione in contenitore date le dimensioni modeste.
  • La kentia (foto) è la più diffusa e celebre palma d’appartamento.
  • La palma è originaria di diverse aree climatiche: umide e tropicali o aride e desertiche.
  • La palma ha un grandissimo valore ornamentale ed è per questo ampiamente usato per abbellire giardini, viali e parchi.
  • Esemplari di kentia coltivati in vaso.
  • Anche in casa, la palma ha bisogno di stanze molto luminose.
  • In foto, il bellissimo fogliame verde della palma chamaedorea elegans.

Da sempre apprezzata per il grande valore ornamentale, la rusticità e la longevità, la palma è tipica di diverse zone geografiche e climatiche, dalla fascia tropicale calda e umida dell’Indonesia e dell’America Meridionale, sino alle regioni desertiche e semidesertiche del vicino Oriente. Le piante di palma vengono coltivate sia negli spazi aperti, soprattutto le specie di grandi dimensioni, sia in appartamento. Molte di esse, nei luoghi di origine, sono anche considerate utili per l’estrazione di sostanze alimentari o per ricavarne fibre da destinare all’industria tessile.

Le palme destinate all’arredo verde da interni hanno altezze più contenute, sviluppi delle chiome meno ingombranti e sono per lo più di origine tropicale, risultando quindi molto sensibili alle basse temperature del periodo autunno-invernale. Le due specie più importanti, più resistenti e più diffuse sono la kentia, Howea forsteriana, e la “palmetta”, Chamaedorea elegans. Ma ce ne sono molte altre, tra cui, anche se può sembrare strano, la palma da cocco.

  • Howea forsteriana. Chiamata anche kentia (nome scientifico con il quale un tempo veniva definito tutto il genere), è la palma da interni più pregevole e più nota. Originaria dell’Australia, è di facile coltivazione: le piante adulte resistono anche a 10-12°C, mostrando però un rapido accrescimento a temperatura ottimali comprese tra 20 e 24°C. Vuole esposizione a luce indiretta: vanno assolutamente evitati i contatti diretti con i raggi solari. Le irrigazioni non devono essere particolarmente elevate anche in periodo estivo, mentre costanti devono essere le nebulizzazioni fogliari, al fine di evitare i classici rinsecchimenti delle punte. L’ambiente deve essere aerato, ma protetto da correnti d’aria. Nelle condizioni ottimali di crescita può raggiungere anche i 3-4 metri di altezza. Una specie affine, anche se meno diffusa, è Howea belmoreana, dal portamento simile alla precedente, anche se dotata di fusti più gracili e dal colore rossiccio, con foglie più strette.
  • Chamaedorea elegans. Originaria degli altipiani del Messico e del Guatemala, è la classica “palmettada appartamento, spesso presente nelle composizioni, insieme ad altre piante. Ha fusti sottili ma robusti, che formano una rosetta di fronde sottili. Di facile coltivazione, è molto rustica, specialmente se coltivata come pianta singola. Vuole luce indiretta e temperature ottimali comprese tra 16 e 22°C. Può raggiungere in pochi anni anche un metro e mezzo di altezza ed è pianta molto longeva. Vuole irrigazioni abbondanti, specialmente in primavera e in estate. Deve essere costantemente nebulizzata al fine di evitare il rinsecchimento delle punte. Spesso mostra lunghe e ramificate infiorescenze giallastre che abbelliscono l’intera pianta.

Le regole generali di coltivazione della palma cambiano proprio in base all’ubicazione della pianta stessa: se, come si è visto, le piante da interni temono il freddo (possono essere spostate all’esterno solo durante i mesi più caldi dell’anno), richiedono annaffiature regolari, amano le posizioni luminose, ma non direttamente irraggiate, e necessitano di interventi di concimazione (da aprile a settembre con un concime ternario composto da azoto, fosforo e potassio in parti uguali, con aggiunta di microelementi; una volta ogni 15 giorni, dall’autunno alla primavera), la palma da esterno necessita di cure molto più contenute. Se trapiantata in un terreno di buona qualità, moderatamente fertile, ben drenato e ricco di humus, la palma da esterno non ha bisogno di fertilizzazione; le annaffiature avranno cadenza occasionale (se non in caso di prolungata siccità), mentre l’esposizione ideale è il pieno sole. La potatura si rivela importante solo nei primi 2-3 anni di vita della pianta per definire il portamento e la forma della chioma.

In tutti i casi, la palma si riproduce per divisione del cespo principale, fiorisce in primavera e in estate (anche se difficilmente in areali diversi da quelli di appartenenza) e, purtroppo, è soggetta a innumerevoli malattie, spesso derivanti dalla scorretta manutenzione della pianta stessa (eccesso di concimazione, esposizione errata, terriccio poco drenato), tra cui: malattie fungine, come fumaggine, marciumi e maculature fogliari, e infestazione di insetti e parassiti quali afidi, cocciniglie e acari. Per prevenire e combattere queste minacce, è essenziale monitorare regolarmente la pianta di palma e intervenire tempestivamente con trattamenti specifici o rimedi naturali, più o meno intensi a seconda dell’entità e gravità del problema.

Fioritura

InvernoPrimaveraEstateAutunno

La palma fiorisce generalmente in primavera, anche se alcune specie hanno fioritura estiva.

Commestibilità

SemiFoglieFioriFustoFruttiRadici

Riproduzione

SemeTaleaDivisioneBulboInnestoMargottaPropaggine

In natura, il sistema più diffuso per la riproduzione della palma è rappresentato dalla semina. Questa tecnica trova scarsa diffusone in ambito hobbystico per la difficile reperibilità in commercio dei semi e per la bassa percentuale di germinazione. Per la maggior parte delle palme da interno, specialmente Chamaedorea e Howea, si esegue pertanto la moltiplicazione per divisione del cespo principale, in concomitanza dei rinvasi primaverili.

Semi

La palma produce delle drupe, ovvero frutti carnosi contenenti uno o due semi legnosi.

Informazioni e curiosità

Alcune specie di palma sono molto importanti per l’economia di interi paesi:

  • la palma da dattero (Phoenix dactylifera) è coltivata nel Maghreb per la produzione di grandi grappoli di frutti (bacche), chiamati appunto datteri;
  • la palma da cocco (Cocos nucifera), così diffusa lungo le coste equatoriali, produce una grossa noce dalla quale si ricava il latte di cocco, sostanze grasse e olio; anche il legname è molto usato nei luoghi d’origine;
  • Elaeis guineensis e Elaeis oleifera sono palme molto coltivate nei paesi caldi per l’estrazione dell’olio di palma, materia prima utilizzata nelle industrie alimentari e tanto discussa negli ultimi tempi.

Coltivazione

VasoPiena Terra

Nel caso non si abbia lo spazio sufficiente in giardino o la specie di palma acquistata non resista ai climi freddi, le palme si possono coltivare in ampi vasi, possibilmente di terracotta (che offrono migliori garanzie di traspirabilità e tenuta termica). In genere tutte le palme di origine tropicale o subtropicale si possono coltivare in vaso, avendo però l’accortezza di ripararle durante l’inverno in una serra fredda o tiepida, o anche in una veranda di dimensioni opportune, scegliendo tra le varietà di dimensioni più contenute come la cycas o palma nana, quella cinese, e anche la kentia.

Collocazione

InternoEsterno

La palma può essere sia dappartamento (come Areca catechu) sia da esterno, a seconda della specie.

Concimazione

La concimazione riveste un ruolo molto importante nella coltivazione della palma in vaso. Si dovrà fertilizzare con regolarità da aprile a settembre con un concime ternario composto dai tre elementi principali, cioè azoto, fosforo e potassio in parti uguali, con l’aggiunta di microelementi. Consigliato è il ricorso a dosaggi bassi ma con maggiore frequenza, all’incirca una volta ogni 15 giorni, dall’autunno alla primavera; con la riduzione e il successivo arresto dell’attività vegetativa, le concimazioni vanno interrotte.
Le palme coltivate in piena terra di solito non hanno bisogno di concimazione, se non al momento della messa a dimora, purché il terreno sia quello ideale, ossia di buona qualità, moderatamente fertile, drenato e ricco di humus.

Esposizione

SoleMezz’ombraOmbra

Trattandosi di una pianta tropicale, la palma ha bisogno di esposizioni soleggiate e posizioni luminose anche in casa.

Annaffiatura

GiornalieraFrequenteRegolareOccasionale

La palma in piena terra necessita di regolari bagnature solo nel primo anno dopo la messa a dimora, eventualmente anche nel secondo per gli esemplari di grosse dimensioni; una volta attecchita, non richiede più particolari interventi di annaffiatura, a meno che non si verifichino estati particolarmente secche e calde.
Le palme coltivate in vaso vanno annaffiate in modo regolare e costante, senza mai esagerare, specialmente d’estate. Nei mesi invernali le bagnature vanno sospese o drasticamente ridotte: molto dipende dalla temperatura di ricovero e se la pianta benefici o meno del sole diretto.
Come regola generale per non sbagliare, si tenga presente che la palma da interno, come del resto quella da esterno, tollera meglio la carenza che non l’eccesso di acqua. Le irrigazioni pertanto devono garantire semplicemente un’idratazione moderata del substrato e non vanno quindi effettuate troppo spesso, risultando comunque più frequenti in primavera-estate rispetto ad altri periodi dell’anno.

Potatura

La potatura della pianta di palma si effettua nei primi 2-3 anni per determinare la forma e il portamento della chioma: tale operazione viene detta potatura di formazione. Oltre a questa, non sono necessarie potature di produzione per stimolare la maturazione dei fiori e dei frutti, ma si consiglia sempre l’eliminazione delle parti secche o danneggiate.

Trapianto

La palma da esterno esige sempre posizioni di pieno sole (a parte la kentia) e terreni ben drenati. La buca predisposta per il trapianto dovrà essere più profonda di almeno 40-50 cm rispetto alle dimensioni della zolla, sia per poter inserire materiali inerti per il drenaggio (quali sabbia grossolana, ghiaia grossa, perlite, o argilla espansa), sia perché le palme in genere hanno radici grosse ma poco sviluppate. La quantità di materiale inerte, ovviamente, dipenderà anche dal tipo di terreno, ma dovrebbe essere in quantità pari alla metà dello spazio. Si dovrà aggiungere al terreno di scavo del buon terriccio leggero e abbondante sostanza organica, come letame pellettizzato o guano. Una volta riempita parzialmente la buca con questa miscela, si appoggia la zolla dell’albero e si copre con altro terriccio di medesima costituzione sino alla copertura totale della zolla, facendo attenzione a non interrare il colletto.

Terminato il trapianto, si crea il tondello, cioè una conca di terra per il contenimento dell’acqua, e si irriga abbondantemente per evitare che rimangano delle sacche d’aria attorno alla zolla e in questo modo si assesta il terreno. Il trapianto va eseguito nella tarda primavera (maggio-giugno), in modo che la palma possa formare subito il capillizio radicale e affrancarsi al terreno; in caso di soggetti di una certa altezza è importante collocare dei pali di sostegno a triangolo per evitare movimenti del fusto e pericolosi strappi alle radici in formazione. Nelle regioni settentrionali andrebbero privilegiate le posizioni riparate da muri esposti a Sud, così che le pareti possano accumulare il calore del giorno e riversarlo nelle fredde notti invernali.

Il rinvaso delle palma coltivata in contenitore si effettua generalmente ogni 2-3 anni per quelle giovani e ogni 4-5 anni per quelle adulte, sempre a seconda del tipo di palma e del relativo sviluppo. Si deve eseguire in primavera, prestando attenzione a non strappare le radici, che, nel caso delle palme giovani, sono generalmente delicate. Occorre accorciare invece (con tagli netti) di alcuni centimetri le radici delle piante adulte prima del cambio di vaso. Per eseguire correttamente il rinvaso, andrebbero usati preferibilmente contenitori più alti che larghi, sul cui fondo va posto un opportuno strato di drenaggio (argilla espansa in granuli, oppure cocci di terracotta).

Ubicazione stagionale

La palma vede cambiare la propria ubicazione ideale a seconda si tratti di una specie da esterno, e quindi adatta al giardino, o d’appartamento.

Le palme da esterno sono tali perché dimostrano una grande resistenza al freddo o al caldo: la palma cinese (Trachicarpus fortunei) è sicuramente la specie più resistente al freddo, riuscendo a sopportare temperature invernali prossime ai -15 °C (per questo motivo risulta la palma più diffusa, e quasi infestante, nelle aree verdi del Nord Italia); invece, la palma delle Canarie (Phoenix canariensis) ha una sopportazione abbastanza modesta dei rigori invernali e raramente supera indenne inverni con temperature che scendono sotto i -5/-7°C: pertanto, la si può utilizzare prevalentemente nelle zone costiere marine, mentre al Nord d’Italia solo lungo le rive dei grandi laghi. La palma nana è dotata di una buona resistenza al freddo (massimo -8°C), motivo per cui la si utilizza anche al Nord nella zona dei grandi laghi insubrici, ma anche in giardini di città, patii e balconi riparati e ben esposti. È una specie facilmente reperibile nei garden center e nei vivai specializzati, ma chi la volesse coltivare nel Nord d’Italia, dovrebbe acquistarla nella zona in cui verrà piantata, per averla già acclimatata ai climi freddi.

Ci sono poi palme da esterno che sopportano altissime temperature, ma non il gelo, e quindi la loro coltivazione va riservata solo ad alcune aree del mondo: la palma da dattero (Phoenix dactylifera) ne è l’esempio lampante. Questa palma non sopporta il freddo anche di pochissimo al di sotto dello zero e, per portare a maturazione il dattero, richiede irrigazioni abbondanti e soprattutto temperature molto alte (anche superiori a 40°C).

Venendo alle palme da interno, queste possono essere portate all’esterno solo durante i mesi più miti dell’anno per evitare danni da gelate: la kentia (Howea forsteriana), ad esempio, si può collocare all’aperto non prima del mese di maggio-giugno, sempre però in luoghi luminosi ma senza esposizione al sole diretto, per poi ricoverarla in ambiente protetto a metà dell’autunno.

In generale, la palma da interno possiede dimensioni più ridotte rispetto a quella da esterno e necessita di temperature medio-alte tutto l’anno, non potendo crescere bene al di sotto dei 15-17°C. Durante il periodo estivo, le palme da interni possono però essere trasferite all’esterno, in luogo mediamente luminoso ma ben protetto dai raggi solari diretti.

Raccolta

Alcune specie di palma producono frutti squisiti la cui raccolta e vendita è, come già anticipato, fonte di reddito per i paesi di origine: è il caso del cocco e del dattero. La noce di cocco della palma si raccoglie in qualsiasi periodo dell’anno, utilizzando lunghi bastoni in bambù; il dattero si raccoglie manualmente sul finire dell’estate, verso settembre e fino a ottobre, e di solito viene avviato all’essiccazione affinché duri più a lungo, ma si può ovviamente consumare anche fresco.

Malattia e cure

Le malattie e avversità che possono colpire la palma sono piuttosto numerose.

Problemi ambientali

In casa, il più classico dei problemi che affligge la palma sono le punte fogliari secche, ma anche gli ingiallimenti delle lamine e gli imbrunimenti dei fusti: la causa è quasi sempre dovuta a un’eccessiva secchezza dell’ambiente interno, associata a volte a un eccesso di concimazione, all’esposizione errata (troppa o poca luce) o al cattivo drenaggio del terriccio.

Malattie fungine

  • Maculature fogliari: hanno diverso aspetto, ovvero aree irregolari o tondeggianti marroni, contornate da margine giallastro; piccolissime macchie acquose e decolorate che rapidamente si espandono sino a raggiungere 2-3 cm di diametro; macchie puntiformi nerastre circondate da alone rossiccio. Si combattono favorendo la circolazione dell’aria tra le piante, evitando la bagnatura prolungata della chioma, eliminando le foglie molto colpite e usando anticrittogamici specifici (a base di rame o tebuconazolo), da distribuire al terreno o sulle foglie.
  • Fumaggine: sulle pagine superiori delle foglie di palma si nota la presenza di ammassi polverulenti o oleosi di colore nerastro. La copertura da parte degli ammassi fungini impedisce che le lamine vengano illuminate e possano correttamente effettuare scambi gassosi con l’aria e la fotosintesi: ciò comporta un deperimento vegetativo delle porzioni interessate. L’infezione da fumaggine è favorita da un ambiente eccessivamente umido, inoltre i funghi della fumaggine proliferano sui residui zuccherini (melata) secreti da afidi e da cocciniglie e attaccano le piante indebolite per scarsa nutrizione o quelle troppo ombreggiate. In caso di incrostazioni superficiali, è consigliabile lavare le parti colpite con una soluzione di acqua e sapone di Marsiglia e successivamente risciacquare abbondantemente, quindi trattare con prodotti a base di rame. Come prevenzione è indispensabile contrastare gli insetti che sono all’origine della diffusione della fumaggine.
  • Marciumi delle radici e del colletto: colpiscono specialmente le giovani piante che presentano fusti rammolliti e marcescenti e radici bruno-nerastre non più in grado di assorbire acqua ed elementi nutritivi: nei casi più gravi la pianta non sopravvive a lungo. Gli attacchi da parte dei funghi sono favoriti dalle ferite che spesso si generano quando si asportano le foglie di palma ormai vecchie. Per difendere la pianta si può: usare terricci non troppo pesanti; evitare eccessive bagnature e non lasciare acqua nel sottovaso; intervenire tempestivamente con prodotti a base di rame o più specifici. Inoltre, si può distribuire al terreno prodotti a base di tiofanato di metile, ma solo se la palma è di grande pregio, quindi meritevole di essere recuperata.

Insetti

  • Cocciniglie: si manifestano in varie forme, ovvero come ammassi biancastri, più o meno densi e appiccicosi (cocciniglia cotonosa o cerosa) o come scudetti grigiastri, più o meno coriacei (cocciniglia a scudetto); sono tutte localizzate prevalentemente lungo le nervature fogliari e sui fusticini dei rametti, che spesso vengono avvolti a manicotto. Le cocciniglie sottraggonolinfa alla palma, causando rallentamento di crescita, deformazione delle foglie ed emissione di abbondante melata, con conseguente rischio di fumaggine. Il loro sviluppo è favorito da un ambiente caldo-umido, da una vegetazione molto fitta e dalla scarsità di luce. Per curare la palma, occorre intervenire tempestivamente con insetticidi specifici (oli minerali), che ricoprono gli insetti e li soffocano. Nel caso di forte infestazione eliminare le porzioni più colpite ed effettuare potature di sfoltimento interno e di ringiovanimento delle siepi.
  • Afidi (bruni o neri): sulle foglie giovani e sui giovani fusticini della palma si sviluppano colonie di piccoli insetti che, alimentandosi dei succhi della pianta, causano deformazioni dei margini fogliari, arrotolamenti delle lamine fogliari, arresto di sviluppo (nei casi più gravi), formazione di melata e di fumaggine. Gli attacchi sono frequenti in primavera su esemplari giovani e su quelli troppo concimati con azoto. Trattamenti tempestivi con insetticidi biologici a base di piretro, neem o spinosad o più specifici (deltametrina per la lotta chimica) nel caso di grave attacco, possono salvare la palma. Inoltre, concimare con prodotti ricchi in fosforo e potassio, al fine di irrobustire le lamine fogliari, ed eliminare con il taglio le porzioni terminali più gravemente attaccate.
  • Acari e ragnetto rosso: il ragnetto rosso compare se l’ambiente è particolarmente secco, causando decolorazioni puntiformi e successivi ingiallimenti diffusi sulle foglie, a partire dalla pagina inferiore. La sua presenza è segnalata anche dalla formazione di estese ragnatele; si combatte usando acaricidi specifici e nebulizzando costantemente le foglie. Gli acari risultano invisibili ad occhio nudo e si riconoscono dalla presenza di microscopiche ragnatele che avvolgono le foglie e i germogli, ma determinano anche sulla pagina fogliare superiore bronzature e ingiallimenti. Gli attacchi di acari si verificano soprattutto nei periodi molto caldi e secchi (estate e durante il funzionamento dell’impianto di riscaldamento). e si contrastano in vari modi: bagnare adeguatamente il terreno e distribuire acqua anche sulle foglie, per umidificare la vegetazione e impedire l’insediamento dei parassiti; eliminare le porzioni di vegetazione vecchie e ingiallite, per consentire l’arieggiamento della parte interna della chioma; distribuire sulla chioma della palma, al primo apparire dei sintomi, prodotti chimici specifici, ossia gli acaricidi (a base di Etoxazole).

Altri accorgimenti utili per prevenire i problemi sanitari più ricorrenti nella palma sono:

  • Per le nebulizzazioni fogliari usare acqua poco calcarea, al fine di evitare antiestetiche e dannose incrostazioni.
  • Quando si usano antiparassitari spray mantenere una corretta distanza (almeno 50-60 centimetri) tra l’ugello di erogazione e la parte verde da irrorare, onde evitare ustioni fogliari, frequenti specialmente su foglie giovani.
  • Tenere le palme colpite da malattia ben distanziate da quelle sane, per evitare il contatto diretto e la diffusione veloce della problematica (questo vale specialmente per afidi e cocciniglie).
  • Non utilizzare per altre piante (per rinvasi ad esempio) terriccio proveniente da vaso contenente una palma morta per grave malattia (marciume del colletto e delle radici): facilmente contiene spore di funghi che si possono diffondere ad altre specie.
 

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