- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione
- Annaffiatura
- Potatura
- Trapianto
- Ubicazione stagionale
- Malattia e cure
- Una lunga siepe di photinia: la pianta si presta perfettamente a delimitare i confini della proprietà.
- La photinia produce durante la primavera delle caratteristiche infiorescenze bianche a pannocchia.
- Sebbene spesso venga coltivata in gruppi, la photinia fa bella mostra di sé anche come esemplare isolato.
- Folta e ricca di vegetazione, la photinia è tra le più famose piante da siepe antismog.
- La photinia è coltivabile anche in vaso in forma di alberello.
La photinia è un arbusto sempreverde, da alcuni decenni diffusamente utilizzato per la formazione di siepi o barriere verdi, anche di grande estensione, seppur possa essere messo a dimora anche come esemplare singolo o in gruppo di pochi elementi. Si tratta di una specie molto rustica, facilmente coltivabile, a crescita veloce, in grado di raggiungere altezze significative (sino ai 5-6 metri), di buon valore ornamentale, particolarmente quando raggiunge l’età matura, grazie al fogliame lucido e ai suoi vivaci colori stagionali.
La photinia si riproduce facilmente tramite talea semilegnosa in estate e la sua coltivazione in giardino, in piena terra ma volendo anche in vaso, richiede prima di tutto la scelta di una posizione pienamente soleggiata. La pianta non richiede grandi annaffiature: soltanto d’estate occorrerà intervenire almeno ogni 3-4 giorni con apporti regolari d’acqua, altrimenti si può bagnare anche una volta ogni 20 giorni. La concimazione della photinia, per i primi 4-5 anni, deve essere effettuata principalmente in primavera, utilizzando un concime bilanciato ricco di azoto, fosforo e potassio; una seconda concimazione si compie in autunno per preparare la pianta all’inverno. È importante non eccedere nella quantità di concime per evitare di danneggiare le radici e compromettere la salute generale della pianta. La potatura della photinia è un’attività essenziale volta a mantenerla in buona salute e favorire una crescita compatta e ordinata: si deve potare la pianta al termine del periodo di fioritura primaverile, per modellarne la forma e rimuovere eventuali rami danneggiati o malati. Infine, il trapianto si esegue preferibilmente in autunno, preparando adeguatamente il terreno e verificando che sia ben drenato, oltre che fertile. Pur trattandosi di una pianta rustica e resistente al freddo, la photinia è soggetta a diverse problematiche fitosanitarie, cha vanno dalla carenza di nutrienti (azoto, ferro), fino all’attacco di parassiti (afidi e oziorrinco), passando per patologie più o meno gravi come fumaggine, cancro dei rami e marciume radicale: l’applicazione di corrette tecniche di coltivazione è senza dubbio la prevenzione più efficace che assicura il mantenimento della pianta in salute.
La chioma della photinia è costituita da foglie di forma ovata-allungata, che assumono un colore rosso vivo lucente in primavera, quando sono giovani e tenere, per poi virare verso il verde scuro, una volta divenute mature. Se non potata, nella tarda primavera, la photinia emette infiorescenze a pannocchia, biancastre, dal caratteristico aroma. La presenza di un denso fogliame permette che le siepi formate da questa essenza costituiscano validi schermi vegetali protettivi contro rumori, polveri inquinanti, smog urbano e venti persistenti.
Fioritura
La fioritura della photinia avviene in primavera e ad essa segue il periodo estivo di produzione dei frutti.
Commestibilità
Riproduzione
Il modo più semplice per effettuare la riproduzione della photinia è tramite talea semilegnosa in estate. Le talee ricavate vanno piantate in un mix di sabbia e torba in parti uguali; una volta che le piantine avranno radicato, andranno tenute in contenitore per 2-3 anni prima di poter essere messe a dimora.
Semi
I semi della photinia sono contenuti all’interno delle sue bacche rosse. Possono essere raccolti in autunno, ripuliti dalla polpa e poi stratificati a freddo per diverse settimane prima di essere piantati in un terreno ben drenato.
Informazioni e curiosità
Il nome photinia deriva dal greco “photeinos,” che significa letteralmente “lucente“, in riferimento alle foglie brillanti e lucide della pianta. La specie photinia x fraseri è un ibrido, risultato dell’incrocio tra photinia glabra e photinia serratifolia.
La photinia è particolarmente apprezzata per la sua tolleranza alla potatura geometrica-formale. Questo permette ai giardinieri di modellarla facilmente in varie forme decorative, mantenendo sempre una chioma densa e compatta.
Coltivazione
La photinia si coltiva prevalentemente in piena terra, spesso come siepe, ma si adatta anche alla coltivazione in contenitore, purché questo sia adeguatamente profondo.
Collocazione
La photinia è pianta da esterno.
Concimazione
In fase giovanile, la photinia richiede costanti apporti di fertilizzanti: oltre alla concimazione d’impianto (con prodotti organici o chimici, ricchi in azoto e fosforo) per i primi 4-5 anni è opportuno effettuare fertilizzazioni regolari, una volta in primavera e una in autunno.
Esposizione
La photinia predilige posizioni soleggiate, indispensabili affinché il fogliame assuma una intensa colorazione rossa primaverile.
Non tollera gli ambienti ombreggiati, nei quali tende a diradare il fogliame, con lamine che rimangono più piccole del normale e decolorate.
Annaffiatura
Le annaffiature della photinia devono essere sporadiche: la pianta non ha infatti bisogno di grosse quantità d’acqua. Solo quando è stata da poco messa a dimora, e in caso di prolungata siccità, occorre bagnare con più frequenza ma sempre evitando il ristagno idrico. D’estate si può annaffiare orientativamente ogni 3-4 giorni; durante le stagioni fredde anche una volta ogni 20 giorni.
Potatura
La potatura della photinia va effettuata al termine del periodo di fioritura allo scopo di rimuovere tutti i rami secchi e quelli che hanno raggiunto una lunghezza eccessiva.
La potatura agevola inoltre la crescita della chioma in modo ben ramificato e fitto anche nelle parti inferiori della pianta, nonché il mantenimento di una forma armonica.
Nei primi anni di vita della photinia, si consiglia di effettuare la potatura più spesso e in maniera vigorosa, rimuovendo almeno 1/3 della pianta sia a lato che in altezza. Una volta fatto ciò, è sufficiente intervenire quando necessario, allo scopo di mantenere ordinata (e sana) la siepe o la singola pianta.
Trapianto
Il trapianto della photinia va effettuato preferibilmente in autunno. La buca destinata ad ospitare la pianta dovrà avere dimensioni doppie rispetto al pane di terra e bisogna assicurarsi che il terriccio sia perfettamente drenato (per migliorare questo aspetto si può porre sul fondo dello scasso uno strato di ghiaia drenante). Una dose di concime organico naturale, come lo stallatico pellettato, oppure un fertilizzante granulare, steso nella buca aiuterà la crescita più rigogliosa della photinia.
Ubicazione stagionale
La photinia può stare all’esterno tutto l’anno: sopporta bene le rigide temperature invernali, soprattutto quando è in età adulta (oltre i 4-5 anni), un po’ meno l’aridità estiva, che può determinare appassimenti e disseccamenti irreversibili. Per questo, durante la stagione calda va annaffiata con regolarità.
Bonsai
Il bonsai di photinia è una pianta elegante e robusta, di costo contenuto e facile gestione.
Malattia e cure
In condizioni ambientali non idonee e in mancanza di appropriate cure colturali, la photinia è soggetta a problemi nutrizionali e a malattie che possono comprometterne la crescita, la fioritura e ridurne il valore ornamentale.
Problemi nutrizionali
- Carenza di azoto. Le foglie più vecchie ingialliscono in modo uniforme; la pianta appare visibilmente sofferente, la crescita rallenta e nella siepe si possono aprire varchi causati da riduzione di fittezza della chioma. Si formano inoltre pochi fiori e la pianta, indebolita, può essere attaccata da parassiti fungini. Questa problematica si manifesta in piante di photinia messe a dimora in suoli sciolti, poco fertili e in esemplari mantenuti a lungo in contenitori, senza adeguata concimazione. I rimedi comprendono: aggiungere terriccio organico e fertile; distribuire letame bovino maturo o stallatico prima della ripresa vegetativa primaverile; fornire concimi, liquidi (sangue di bue) o solidi in granuli, ricchi in azoto (nitrato ammonico, nitrato di calcio, urea).
- Carenza di ferro. Nota come “clorosi ferrica”, è assai frequente in terreni calcarei, poco fertili, con persistenti ristagni idrici e provoca l’ingiallimento del tessuto fogliare compreso tra le nervature, che però rimangono verdi. Se non si interviene subito la pianta di photinia rallenta la crescita e le nuove foglie, già ingiallite, diventano biancastre e seccano; nei casi gravi la fioritura viene bloccata e la pianta deperisce velocemente. I rimedi sono: distribuire al terreno prodotti ricchi in ferro, in polvere o liquidi (solfato di ferro, ferro chelato); aggiungere torba al terreno; non eccedere con l’irrigazione (l’eccesso di acqua nel terreno ostacola la respirazione radicale e l’attività di assorbimento delle sostanze nutritive).
Avversità dovute a insetti
- Afidi (bruni o neri). Sulle foglie giovani e sui giovani fusticini di photinia si sviluppano colonie di piccoli insetti che, alimentandosi dei succhi della pianta, causano deformazioni dei margini fogliari, arrotolamenti delle lamine fogliari, arresto di sviluppo (nei casi più gravi), formazione di melata e di fumaggine. Gli attacchi sono frequenti in primavera su esemplari giovani e su quelli troppo concimati con azoto. Come difesa: intervenire tramite trattamenti tempestivi con insetticidi biologici a base di piretro, neem o spinosad o più specifici (deltametrina-lotta chimica) nel caso di grave attacco; concimare con prodotti ricchi in fosforo e potassio al fine di irrobustire le lamine fogliari; eliminare con il taglio le porzioni terminali più gravemente attaccate.
- Oziorrinco. Questo parassita provoca sui margini delle foglie erosioni a merletto o semicircolari. Il danno può risultare assai grave e determinare perdita di vigore vegetativo, deperimento, disseccamenti e blocco di fioritura della photinia. Gli attacchi si hanno dalla tarda primavera sino alla fine dell’estate. In questo caso, gli insetticidi normalmente impiegabili in ambito domestico risultano scarsamente attivi nei confronti di tale insetto: la lotta contro l’oziorrinco si effettua, quindi, più efficacemente distribuendo nel terreno, a partire indicativamente da febbraio-marzo, larve di nematodi entomoparassiti (vermi microscopici) che vanno a predare le larve dell’oziorrinco per cibarsene.
Malattie causate da funghi
- Fumaggine. Sulle pagine superiori delle foglie di photinia si nota la presenza di formazioni polverulente o oleose di colore nerastro; la copertura da parte di questi ammassi fungini impedisce che le lamine vengano illuminate e possano quindi effettuare adeguati scambi gassosi con l’aria e fotosintesi. Ciò comporta un deperimento vegetativo delle porzioni interessate e la formazione di fiori di ridotte dimensioni o addirittura la mancata produzione di questi. L’infezione è favorita da un ambiente eccessivamente umido. I funghi della fumaggine proliferano sui residui zuccherini (melata) secreti da afidi e attaccano le piante indebolite per scarsa nutrizione o quelle troppo ombreggiate.
In caso di incrostazioni superficiali, lavare le parti colpite con soluzioni di acqua e sapone di Marsiglia, oppure acque e sapone molle di potassio, successivamente si deve risciacquare abbondantemente, quindi trattare con prodotti a base di rame.
A livello preventivo, è indispensabile contrastare gli insetti che sono all’origine della diffusione della fumaggine con adeguati e rapidi interventi fitosanitari. - Macchie fogliari. Sulle foglie di photinia compaiono macchie di varia forma (tondeggianti, semicircolari, irregolari, puntiformi) e colore bruno-rossastro che possono anche determinare disseccamento di porzioni delle foglie. Le infezioni sono causate dal fungo Entomosporium maculatum e favorite da clima umido e scarsa ventilazione. In caso di gravi attacchi, si può avere perdita cospicua di foglie infette.
Come difesa, trattare la photinia con prodotti a base di rame (ossicloruro di rame, poltiglia bordolese) o con fungicidi a base di tebuconazolo (lotta chimica) nei casi più gravi. - Marciumi radicali. Le piante di photinia infettate presentano necrosi e disfacimento dei tessuti del colletto, delle parti più basse dei fusti e delle radici, ma il sintomo più evidente appare sulla vegetazione, dove si notano aree prima decolorate, poi appassite e da ultimo disseccate completamente e irreversibilmente. Le spore si possono conservare per anni nel terreno e vengono veicolate prevalentemente dall’acqua, penetrando attraverso lesioni o ferite presenti su radici o sul colletto. Lo sviluppo delle infezioni è favorito da temperature ottimali attorno ai 18°-20°C e da una umidità elevata del terreno. Anche la mancanza di arieggiamento attorno alla base delle piante, come nel caso di impianti ravvicinati, è fattore predisponente l’instaurarsi di tale problematica.
Per curare la photinia colpita, effettuare trattamenti con fosetil di alluminio (lotta chimica), che va sciolto in acqua e distribuito al terreno, precedentemente lavorato, al fine di favorirne la percolazione verso le radici. Possono risultare utili, ma non risolutive, ripetute distribuzioni di prodotti a base di rame sulle chiome. Le piante più gravemente colpite vanno rapidamente estirpate e bruciate. - Cancro dei rami. Si evidenzia con la comparsa sui rami di photinia di aree rinsecchite, che poi si fessurano, e dalle quali si distacca la corteccia; in corrispondenza di queste zone scortecciate si ha la fuoriuscita di piccoli grumi di sostanza resinosa rosso-brunastra. La vegetazione in prossimità delle lesioni ingiallisce e dissecca; successivamente può venire interessata l’intera pianta, che nei casi più gravi e negli esemplari più giovani può deperire rapidamente. Maggiormente suscettibili alla malattia risultano le piante di photinia deboli e quelle che crescono in terreni scarsamente drenanti.
Come difesa, trattare con prodotti a base di rame (ossicloruro di rame, poltiglia bordolese) al primo manifestarsi dei sintomi, o per via radicale con fungicidi chimici di sintesi (fosetil di alluminio) nei casi più gravi.