Rosa

Rosa

Rosa

  • La rosa rampicante trova la sua collocazione ideale come copertura di staccionate, pergolati, frangivista in giardino.
  • Rosa della varietà "Jude the obscure".
  • La rosa ha bisogno di esposizioni ben soleggiate ma il sole diretto, specie d'estate, può provocare danni alla pianta.
  • La rosa non ha solo petali di colore uniforme: moltissime sono anche le varietà screziate.
  • La rosa fiorisce in periodi diversi dell'anno a seconda della varietà, ma in genere la fioritura è primaverile.
  • In foto, la rosa italiana "Signora Piero Puricelli".
  • In foto, la rosa "Daybreak".
  • In foto, la rosa rampicante "Perennial blue".
  • In foto, la rosa "Mermaid pink".
  • La rosa si può coltivare anche in vaso, purché sufficientemente ampio da ospitare il suo apparato radicale.
  • La rosa è il fiore perfetto per decorare le staccionate e il perimetro della casa.
  • Con il roseto si può creare un bellissimo gazebo ombroso in giardino.
  • Le rose rampicanti bianche sono romanticissime per adornare archetti in legno, anche matrimoniali.
  • La pianta di rosa ha bisogno di essere annaffiata con regolarità, specialmente d'estate.
  • Iceberg®, la rosa ibrida a cespuglio.
  • La rosa è una pianta da giardino e coltivazione all'aperto (anche se alcune varietà possono crescere in contenitore).
  • La rosa è utilizzatissima anche come fiore reciso: il suo significato per chi la regala varia a seconda del colore dei petali.
  • La rosa Astronomia®, dedicata all'Osservatorio di Parigi.
  • In foto, la rosa "Sally Holmes".
  • La splendida rosa variegata di Bologna.
  • Rosa Montecito, a fiore semplice e con un profumo leggerissimo.
  • Rosa rampicante "Lucietta".
  • La rosa "Maria Cristina".
  • Rosa "Souvenir de Gilles Villeneuve".
  • Rosa rampicante "Nahema®".
  • Rosa "Sorriso di pace".
  • La rosa non è solo un meraviglioso fiore reciso: i petali di alcune varietà sono anche commestibili.
  • Per creare una profumatissima aiuola in giardino, si possono abbinare alla rosa piante di lavanda, salvia e aster.
  • In foto, la rosa "Cocktail".
  • Rosa "Rosalita", color crema o bianca.
  • In foto, la rosa "Brilliant Pink Iceberg".
  • Rosa ibrida "Love song".
  • Rosa "Edgar Degas®".
  • In foto, la rosa "Lady Emma Hamilton".
  • Rosa "Mokarosa®", dal particolare e unico colore rosa caffè-latte.
  • Rosa "Imperatrice Farah".
  • La rosa "Nevada".
  • Rosa "Lavender Dreams".
  • La rosa rampicante trova la sua collocazione ideale come copertura di staccionate, pergolati, frangivista in giardino.
  • Rosa della varietà “Jude the obscure”.
  • La rosa ha bisogno di esposizioni ben soleggiate ma il sole diretto, specie d’estate, può provocare danni alla pianta.
  • La rosa non ha solo petali di colore uniforme: moltissime sono anche le varietà screziate.
  • La rosa fiorisce in periodi diversi dell’anno a seconda della varietà, ma in genere la fioritura è primaverile.
  • In foto, la rosa italiana “Signora Piero Puricelli”.
  • In foto, la rosa “Daybreak”.
  • In foto, la rosa rampicante “Perennial blue”.
  • In foto, la rosa “Mermaid pink”.
  • La rosa si può coltivare anche in vaso, purché sufficientemente ampio da ospitare il suo apparato radicale.
  • La rosa è il fiore perfetto per decorare le staccionate e il perimetro della casa.
  • Con il roseto si può creare un bellissimo gazebo ombroso in giardino.
  • Le rose rampicanti bianche sono romanticissime per adornare archetti in legno, anche matrimoniali.
  • La pianta di rosa ha bisogno di essere annaffiata con regolarità, specialmente d’estate.
  • “Iceberg®”, la rosa ibrida a cespuglio.
  • La rosa è una pianta da giardino e coltivazione all’aperto (anche se alcune varietà possono crescere in contenitore).
  • La rosa è utilizzatissima anche come fiore reciso: il suo significato per chi la regala varia a seconda del colore dei petali.
  • La rosa “Astronomia®”, dedicata all’Osservatorio di Parigi.
  • In foto, la rosa “Sally Holmes”.
  • La splendida rosa variegata di Bologna.
  • Rosa Montecito, a fiore semplice e con un profumo leggerissimo.
  • Rosa rampicante “Lucietta”.
  • La rosa “Maria Cristina”.
  • Rosa “Souvenir de Gilles Villeneuve”.
  • Rosa rampicante “Nahema®”.
  • Rosa “Sorriso di pace”.
  • La rosa non è solo un meraviglioso fiore reciso: i petali di alcune varietà sono anche commestibili.
  • Per creare una profumatissima aiuola in giardino, si possono abbinare alla rosa piante di lavanda, salvia e aster.
  • In foto, la rosa “Cocktail”.
  • Rosa “Rosalita”, color crema o bianca.
  • In foto, la rosa “Brilliant Pink Iceberg”.
  • Rosa ibrida “Love song”.
  • Rosa “Edgar Degas®”.
  • In foto, la rosa “Lady Emma Hamilton”.
  • Rosa “Mokarosa®”, dal particolare e unico colore rosa caffè-latte.
  • Rosa “Imperatrice Farah”.
  • La rosa “Nevada”.
  • Rosa “Lavender Dreams”.

Si fa presto a dire rosa: il mondo delle rose è, infatti, talmente variegato che è possibile declinarlo in mille modi e sfumature diverse, e per fare una scelta su quale fiore acquistare bisogna coniugare le preferenze estetiche con le informazioni necessarie sulla varietà individuata (epoca di fioritura, dimensioni finali del cespuglio, tecnica di potatura). Come regola generale, al momento dell’acquisto non bisogna lasciarsi distrarre dalla bellezza della fioritura, bensì scegliere piante con poche corolle aperte e molti boccioli, ben idratati, turgidi, con steli diritti e forti. Poi occorre osservare le foglie, che devono essere sane, integre, senza rosicature o macchie e ben colorate: imprimendo una leggera vibrazione alla pianta, non devono cadere. La struttura, inoltre, deve essere forte e ben distribuita, priva di tagli importanti alla base. Sollevando il vaso, dai fori di fondo non devono uscire le radici e la pianta deve essere pesante.

Per quanto riguarda le regole di coltivazione, nonostante ogni singola varietà presenti caratteristiche ed esigenze proprie, possiamo affermare che la rosa richieda un ambiente soleggiato e ben ventilato, preferibilmente con un’esposizione diretta al sole per almeno sei ore al giorno (ma non durante le ore più calde della giornata, specialmente d’estate). Coltivabile sia in vasi adeguati sia in piena terra in giardino, la rosa predilige, per il trapianto o il rinvaso, un terreno ben drenato, fertile e ricco di sostanze organiche, con un pH leggermente acido o neutro. Per preparare il terreno, è utile incorporare del compost o del letame maturo. La concimazione è, infatti, operazione fondamentale per il mantenimento in salute della pianta, e avviene generalmente due o tre volte all’anno: durante la primavera, si consiglia di utilizzare un fertilizzante bilanciato per stimolare la crescita vegetativa e la formazione di nuovi germogli; in estate, si possono applicare fertilizzanti ricchi di potassio per favorire la fioritura; in autunno, è opportuno somministrare un fertilizzante con contenuto di fosforo per rafforzare le radici e preparare la pianta all’inverno. Altra opera di manutenzione necessaria è la potatura: questa si effettua diversamente a seconda della tipologia di rosa, ma in genere include sempre l’eliminazione dei polloni e dei rami secchi e danneggiati. Per quanto concerne l’annaffiatura, questa deve essere effettuata con regolarità, evitando però di inzuppare il terreno e ricordando di non bagnare mai le foglie, ma sempre e solo al piede; la rosa, dimostrandosi rustica nei confronti delle basse temperature, non tollera affatto il caldo intenso, specie in caso di esposizione diretta o irrigazione insufficiente: durante i periodi di siccità, è consigliabile quindi annaffiare le rose in profondità, in modo da non indurre, in caso di forte disidratazione dei tessuti, il blocco della fioritura.

La rosa si riproduce principalmente (ma non solo) tramite talea e margotta ed è suscettibile a diverse malattie, le quali tendono a manifestarsi soprattutto all’avvento della primavera: tra queste si segnalano le infestazioni di afidi, oltre che problemi di natura fungina (ticchiolatura, oidio), nonché mancanze nutrizionali dovute alla scorretta manutenzione del roseto.

Una catalogazione possibile, tra le tanti esistenti, del gigantesco mondo delle rose vede la distinzione, a seconda della destinazione d’uso, tra:

  • Rose profumate. Tutte le varietà che nel nome portano il termine “Fragrant” fanno del profumo un grande punto di forza e sono indicate per essere poste vicino agli ingressi e nei punti di passaggio dove questa caratteristica possa essere apprezzata anche dal visitatore occasionale. 

  • Rose paesaggistiche coprisuolo. Fra le rose paesaggistiche quelle definite come groundcover, ossia coprisuolo, possono risolvere non pochi problemi perché, grazie a vigore e adattabilità, occupano terreni difficili, anche esposti al sole più intenso. Tra le migliori si segnalano la rosa White Meidiland e la Kronenburg.

  • Rose italiane. Gina Lollobrigida, dedicata alla nostra attrice, è una rosa gialla classica di colore intenso che risalta con forza sulla vegetazione di colore scuro. Rifiorente e molto fiorifera, è caratterizzata da un profumo dolce e delicato. Primo Bacio ha un aspetto delicato e classico, romantico come il suo nome. Le rose italiane trovano spazio in tutti i giardini e rappresentano un vero orgoglio nazionale.

  • Rose rugose. Le rose rugose sono considerate rose indistruttibili, adatte dunque alle seconde case, specie quelle di montagna perché resistono fino a 25°C sotto lo zero. Devono il loro nome alla forma delle foglie, incise e non a superficie liscia e lucida come tutte le altre, ma, appunto rugosa. In queste rose i fiori risaltano con forza sulla ricca vegetazione, ma talvolta restano parzialmente nascosti e questo accentua ancora di più la loro somiglianza alle peonie cinesi. 

  • Rose rampicanti. La rosa Handel ha tutto l’aspetto di una rosa classica, ma è una rampicante di dimensioni limitate per piccoli giardini. Alta solo fino a 3 metri e larga 2, cresce lentamente ma rifiorisce in modo continuo offrendo corolle formate da petali color crema orlati da una banda cremisi. La rosa rampicante è perfetta per adornare pergolati e archetti in giardino.

  • Rose per i grandi spazi. La rosa Pink è robusta, arbustiva e particolarmente adatta per formare grandi macchie, siepi e roseti nei parchi, nel verde pubblico e nei prati ai confini delle proprietà. I petali increspati e la fioritura a mazzi che continua fino all’arrivo del gelo, sono le qualità che fanno di questa varietà una rosa molto amata. Accanto a questa si segnala anche la rosa Lavender Dream

  • Rose rosse. Fra le rose rosse, forse le più apprezzate per il significato simbolico che incarnano, Amadeus di Barni è quella indicata per essere coltivata in terrapieno o su terreni declivi. Di altezza modesta, produce un’abbondante vegetazione che si ricopre, nel periodo della fioritura, di corolle color rosso intenso. Non è rifiorente ma produce molte bacche decorative.
 

Fioritura

InvernoPrimaveraEstateAutunno

La rosa si distingue in due grandi gruppi: la non rifiorente che ha una sola fioritura, generalmente a maggio, e la rifiorente che invece prosegue la fioritura, più o meno abbondante, sino ai primi geli del tardo autunno.

Commestibilità

SemiFoglieFioriFustoFruttiRadici

Riproduzione

SemeTaleaDivisioneBulboInnestoMargottaPropaggine

La rosa si moltiplica soprattutto tramite talea e margotta.

La talea può essere: 

  • di legno tenero: in giugno-luglio si prelevano germogli non completamente lignificati, lunghi 20-30 cm, dalla pianta madre;
  • di legno duro: si prelevano verso la fine dell’autunno legni dell’anno, ben lignificati e lunghi 30 cm.

Entrambe le talee vanno poste a radicare in cassette contenenti un substrato adatto (50% sabbia e 50% terriccio universale) e poste a una temperatura compresa tra 20 e 22°C per 50-60 giorni.

La margotta si esegue invece nella tarda primavera, effettuando un’incisione anulare al di sotto di una gemma, avvolgendo l’area interessata con muschio o torba umida e fasciandola con plastica trasparente: nelle migliori condizioni, in autunno le radici saranno visibili e la primavera successiva si potrà recidere la porzione dotata delle proprie radici.

Esiste anche la possibilità dell’innesto, ma questo dà risultati non sempre soddisfacenti, mentre la riproduzione tramite seme è possibile ma troppo lunga e destinata solo agli ibridatori.

Semi

I semi di rosa sono contenuti all’interno delle bacche, o cinorrodi, della pianta. I semi all’interno sono protetti dagli acheni e il loro numero è molto variabile, a seconda della varietà (ce ne possono essere da poche unità fino a qualche decina). Si presentano lisci, di forma irregolare e colore marroncino chiaro.

Informazioni e curiosità

Le piante di rosa si possono suddividere in tantissimi modi, ma le tre più grosse categorie sono: rose selvatiche, rose antiche e rose moderne. Da quelle selvatiche, tramite incroci naturali od operati dai giardinieri e dai botanici nel corso dei secoli, e le successive selezioni, si sono evolute le centinaia di specie attualmente presenti in tutto il mondo e divenute oggetto di coltivazione da parte di appassionati e produttori. Negli ultimi 150 anni sono state create più di diecimila nuove varietà. Le rose selvatiche hanno generalmente portamento rampicante, sono alte sino a 3-4 metri e presentano rami con molte spine e fiori molto semplici, a 4-5 petali, di vario colore. Tra queste, si segnala la rosa canina: è la specie di rosa spontanea più comune in Italia, facile da scorgere nelle siepi e ai margini dei boschi, ha fiori bianchi o rosa ed è originaria dell’Asia e dell’Europa.

Coltivazione

VasoPiena Terra

La rosa si può coltivare sia in vaso sia in piena terra. Le rose coltivate in vaso devono, però, sempre essere poste in contenitori capienti, che consentano loro di sviluppare un apparato radicale adeguato.

Collocazione

InternoEsterno

La rosa è tendenzialmente una pianta da esterno. Con la creazione di nuovi ibridi provenienti dall’Olanda, però, anche questi fiori sono diventati piante da appartamento. Tali varietà particolari, disponibili in molti colori diversi e in varietà sfumate, si possono trapiantare all’aperto in un secondo tempo, regolandosi per la coltivazione come per le altre specie da giardino. L’aspetto di queste rose è molto simile a quello della rosa chinensis minima e si tratta di piante particolarmente resistenti a parassiti e malattie.

Concimazione

A fronte di fioriture abbondanti, la rosa avrà bisogno di un adeguato nutrimento. Le varietà moderne, rifiorenti e capaci di ricoprirsi interamente di corolle, sono geneticamente selezionate proprio per ottenere splendide fioriture e per farlo, in caso di nutrizione insufficiente, daranno fondo anche alle sostanze di riserva contenute negli organi legnosi, impoverendosi e divenendo più deboli.
Per questo, occorre integrare la concimazione organica autunnale e primaverile con prodotti minerali.
In commercio si trovano prodotti specifici per rose a lenta cessione (2-3 mesi di rilascio costante di sostanze in percentuali equilibrate), oppure a cessione programmata (rilascio del fertilizzante al momento del bisogno della pianta e del terreno).
Questi prodotti vanno sempre usati secondo le dosi indicate sulla confezione: agire secondo abitudine è un errore perché gli apporti insufficienti non sortiscono l’effetto desiderato, mentre i sovradosaggi si traducono in uno spreco.

Per concimare nel modo corretto la rosa, distribuire il prodotto nell’area interessata dalla proiezione della chioma, o anche oltre se si tratta di piante vecchie che abbiano già subito uno o più drastici interventi di riduzione della chioma. Interrarlo leggermente ma sempre senza rovinare le radici più superficiali.

Esposizione

SoleMezz’ombraOmbra

La rosa desidera posizioni soleggiate o intensamente luminose. Esposizione luminosa non significa, però, sempre in pieno sole: l’ideale sarebbe una zona del giardino illuminata pienamente dal sole mattutino, ma riparata dai raggi del mezzogiorno e del primo pomeriggio, che in estate possono danneggiare i fiori.
Vanno evitate assolutamente le zone in ombra: la scarsità di luce causa deperimento della vegetazione e riduzione della produzione dei fiori, che risultano piccoli e scarsamente profumati. Le posizioni ombreggiate possono inoltre far insorgere malattie quali oidio e ruggine, difficilmente debellabili in tali condizioni ambientali.

Annaffiatura

GiornalieraFrequenteRegolareOccasionale

La pratica insegna che nulla più di un apporto idrico regolare serve a prolungare la fioritura della rosa.

Per annaffiare correttamente, versare sempre l’acqua al piede evitando di bagnare le foglie, specie di sera, perché l’umidità ristagnante aumenta il rischio di malattie fungine, le più pericolose per le rose. Controllare il raggio d’azione degli irrigatori del prato, e, nel caso, ridurne l’ampiezza così da non irrorare tutte le sere le piante.
La leggera erpicatura necessaria a interrare i fertilizzanti consentirà anche una migliore penetrazione dell’acqua verso gli strati del terreno esplorati dalle radici.

La corretta annaffiatura delle piante di rosa prevede la distinzione tra:

  • nuovi impianti: le piante di rosa messe a dimora da poco vanno annaffiate con regolarità mantenendo sempre fresco il terreno, così che l’apparato radicale possa svilupparsi con forza.
    Prevedere quindi bagnature regolari delle rose, rimandandole solo nel caso in cui le piogge siano efficaci, in grado cioè di bagnare il terreno a una profondità di circa 10 cm (e non solo i primi 2 cm), occupati in buona parte da detriti vegetali o dalla pacciamatura che fungono da spugna assorbendo la prima acqua.
  • vecchi impianti: se i cespugli sono stati impiantati da tempo e sono dotati di un apparato radicale profondo, necessitano di irrigazioni meno frequenti. Si bagnano come fossero alberi, lasciando filare nell’area interessata acqua da una canna.

Potatura

Prima di effettuare la potatura della rosa bisogna considerare che:

  • le varietà più comuni fioriscono sui rami nuovi;
  • la potatura ha lo scopo di favorire lo sviluppo di questi rami, così da ottenere una fioritura abbondante;
  • più germogli la pianta emetterà, maggiore sarà il numero di fiori.

Nella rosa a cespuglio, i rami vanno raccorciati all’altezza desiderata, solitamente a circa 30 cm da terra (si lasciano circa 2-3 gemme sul ramo), allo scopo di sfoltire la chioma, mantenere la forma del cespuglio e rinforzare la pianta. Con la ripresa vegetativa, si svilupperanno i nuovi germogli, e da questi si allungheranno i nuovi rametti che porteranno i fiori.

Nelle rose rampicanti, la potatura viene fatta tenendo i rami un po’ più lunghi (lasciare almeno 6 gemme sul ramo), soprattutto nei primi due anni d’impianto della pianta, legandoli ai tutori (pali, cancellata, grata, …) in modo tale che la pianta si sviluppi e allarghi su tutta la superficie da coprire (muro o cancellata che sia).

In tutti i casi, con la potatura si eliminano i polloni (cioè i rami che crescono alla base della pianta), i rami lesionati e quelli secchi o malati, asportandoli alla base, finché la sezione del legno tagliato non appare sana (di colore verde/bianco).
Il taglio deve essere eseguito in senso obliquo, così da far scorrere via l’acqua che si deposita sulla ferita di taglio, appena sopra una gemma (a circa 0,5 cm); preferibilmente al di sopra di una gemma rivolta all’esterno della pianta, così che il nuovo germoglio darà origine ad un ramo esterno alla chioma.

Trapianto

Il primo passo per effettuare il trapianto di una rosa è scegliere la posizione più indicata, ossia sempre in piena luce (meglio se in pieno sole, ma non nelle ore centrali della giornata), mai dominata e al riparo da correnti fredde. Si procede a scavare la buca che ospiterà la nuova pianta, che dovrà essere il doppio della zolla del vaso, tanto in larghezza come in profondità. Dal terreno di scavo si eliminano sassi, lenti di argilla e radici. Sul fondo si pone uno strato di drenaggio formato da ghiaia grossolana se si opera in terreni pesanti, e sopra, dopo un primo strato di terriccio, una buona dotazione di fertilizzanti organici a lento rilascio (come il letame molto maturo), ancora terriccio e solo dopo la pianta, così che possa attingere alla riserva di sostanze nutritive solo dopo che si sarà stabilizzata e inizierà a esplorare il terreno espandendo l’apparato radicale.

Prima di estrarre la pianta dal vaso, si provvede a effettuare una potatura, riducendo i rami alla metà o a un terzo della loro lunghezza. Una volta tolta la pianta, occorrerà valutare la quantità, la lunghezza, l’estensione e l’andamento delle radici: radici che hanno occupato tutto il terreno, racchiudendolo al loro interno, corrono in modo circolare lungo le pareti del vaso così da fasciare tutta la zolla. È il difetto classico delle piante, anche belle e vigorose, che abbiano soggiornato troppo a lungo in vaso. In questo caso, procedere con determinazione e aprire le radici cercando di stenderle in senso radiale così da poterle porre nella buca indirizzandole verso l’esterno e il basso. Questa operazione è sempre necessaria perché le radici potrebbero non riuscire ad aprirsi nel terreno, ma continuare a crescere avvolgendosi su se stesse così da rimanere all’interno di un vaso virtuale, senza poter trarre nutrimento e acqua dal terreno. Queste piante di rosa, dopo qualche stagione, sono destinate a morire.

A questo punto, rimuovere quanto più terreno originario possibile, specie lo strato superficiale, cambiandolo con materiale nuovo, fresco e fertile. Lo strato più superficiale può essere terricciato di letame maturo. Togliere il terreno dalla zolla non all’interno della buca dove andrà messa a dimora la rosa, ma su un sacco di carta, per poi reimpiegarlo, così da poter evidenziare la presenza di larve e altri parassiti che andranno eliminati. Solo con temperature ancora alte e in caso di stagione piovosa, che sono fattori predisponenti per una proliferazione batterica e fungina, trattare le piante con un’irrorazione a base di solfato di rame. In primavera non sono rari i casi di siccità prolungata che può essere resa più grave, nelle zone di montagna, dal persistere del freddo e della neve. Nel caso bagnare il terreno di mattino dopo che il sole avrà iniziato a scaldare il terreno, sempre al piede della pianta.

Per quanto riguarda il rinvaso, non è difficile scegliere il terriccio adatto: basta acquistarne uno specifico per rose. Tuttavia è necessario:

  • predisporre il drenaggio sul fondo e i sottovasi, nei quali l’acqua deve essere visibile per almeno un giorno nel periodo estivo. In alternativa, sono utili i vasi con riserva d’acqua;
  • disporre uno strato di stallatico e uno di uguale altezza di terriccio da giardino, argilloso misto a torba;
  • inserire la pianta colmando il vaso con il terriccio;
  • coprire con materiale pacciamante prestando attenzione a lasciare almeno 2 cm dal bordo del vaso; se il contenitore è alto, è meglio lasciare anche 5-7 cm di distanza tra il materiale pacciamante e il bordo.

Tutte le rose, anche le mini, hanno apparati radicali molto profondi e desiderano vasi alti e stretti in grado di contenere i seguenti quantitativi di terriccio:

  • almeno 5 litri per le varietà che non superano i 40 cm di altezza;
  • 15-20 litri per i cespugli alti un metro circa;
  • almeno 50 litri per le varietà rampicanti.

Il vaso più adatto è quello in terracotta, che presenta una maggiore difesa dalle temperature calde e fredde, ma presenta lo svantaggio della porosità, la quale determina una maggiore evaporazione dell’acqua dal terreno. Per ridurre questo problema, un modo semplice consiste nell’inserire un telo di plastica all’interno del lato esposto al sole. Se si adotta un contenitore di plastica, meno poroso ma più agevole da movimentare, si espongono le radici delle piante a bruschi sbalzi termici: in questo caso, è utile acquistare i contenitori a doppia parete o foderare tutto l’interno del vaso con un telo di tessuto non tessuto.

Ubicazione stagionale

La rosa è generalmente una pianta molto rustica, in grado di sopportare bene i climi freddi invernali. Solo alcune varietà, e gli impianti di recente costituzione, necessitano di protezione invernale, da realizzarsi mediante pacciamatura del terreno con abbondante corteccia, segatura, paglia o foglie secche.
Tutte le rose soffrono le alte temperature estive, che facilmente determinano il blocco della vegetazione e della fioritura. Le fioriture più belle e prolungate della rosa si hanno con temperature comprese tra 12-13°C e 23-24°C e moderata ventilazione. In caso di temperature estremamente calde, la rosa in vaso va necessariamente trasferita in ombra nelle ore più calde della giornata. La scelta della posizione giusta in fase di trapianto in piena terra, tenendo conto delle condizioni climatiche della propria regione, è fondamentale per garantire la sopravvivenza del roseto anche d’estate.

Bonsai

La rosa si può coltivare come bonsai, e anche in questo formato sa regalare bellissime fioriture. Tra tutte è particolarmente indicata la rosa canina, per lo sviluppo contenuto delle foglie e dei fiori.

Raccolta

Della rosa non si raccolgono sempre e solo i fiori interi, se non per scopo decorativo, bensì anche i petali (a scopo alimentare). Questi ultimi andrebbero staccati uno per volta senza cimare il ramo. Devono essere carnosi, vellutati, freschi e senza difetti. Si raccolgono al mattino, non appena i fiori si saranno asciugati dalla rugiada mattutina, disponendoli in un solo strato: anche se il profumo dei petali appena raccolti è tenue, il sapore è piuttosto intenso. I petali raccolti si fanno generalmente essiccare su un graticcio in un luogo fresco e ventilato, sempre distanziati fra loro.

Malattia e cure

L’avvento della primavera favorisce, oltre al risveglio delle piante di rosa, anche quello dei loro nemici: è questo, infatti, il periodo di maggior vulnerabilità dei roseti, favorita anche dall’umidità che inevitabilmente segue le piogge e stimola lo sviluppo di muffe e marciumi.
Chi conosce e ama le rose sa che deve imparare a convivere con questi problemi, potendo solo arginarli. Perciò, con l’arrivo delle giornate tiepide, è opportuno controllare lo sviluppo delle foglie e dei primi boccioli, per verificarne lo stato di salute.
Di qualunque trattamento necessiti la rosa, bisogna armarsi di pazienza: le cure devono essere ripetute ogni 8-15 giorni, a seconda delle condizioni climatiche e dell’entità del problema, perché nessun prodotto è di per sé risolutivo in un solo passaggio.

Gli afidi

I nemici primaverili più comuni sono gli afidi, comunemente detti pidocchi. Vivono in colonie numerose adese alla nuova vegetazione, la più tenera, con i tessuti non ancora ispessiti. Si nutrono, infatti, della linfa delle piante pungendole e, contemporaneamente, iniettano nei tessuti una sostanza che provoca l’arricciamento delle foglie e la loro successiva caduta.
Non è immediato individuarli perché sono di colore verde chiaro, lo stesso dei teneri germogli, ma è di primaria importanza: anche un paio di pidocchi, all’apparenza innocui, possono diventare una schiera in pochi giorni.

Per arginare e sconfiggere questi parassiti bisogna acquistare un insetticida specifico contro gli afidi (e non un insetticida universale). Per la modalità di utilizzo è opportuno seguire le indicazioni riportate sulla confezione: in genere, per i flaconi, si deve spruzzare l’insetticida a 20 cm di distanza su tutta la pianta, non solo la parte colpita.
Chi preferisce i prodotti naturali può indirizzarsi sull’acquisto di un piretroide: si tratta di un preparato liquido da diluire in acqua, secondo le dosi indicate sulla confezione, e distribuire con piccole pompe a pressione. In alternativa, agire con l’acqua: utilizzare il tubo da giardinaggio con un ugello per poter indirizzare il getto in modo preciso, aprire il rubinetto ad elevata pressione e spruzzare sui teneri germogli di rose (staccati dalle piante, gli afidi mostrano una scarsa vitalità).

I funghi

Una malattia che spesso colpisce la rosa è la ticchiolatura. Si tratta di un fungo che, in condizioni di alta umidità ambientale, colpisce la pianta manifestandosi sulle foglie sotto forma di macchie nerastre. Le foglie prima ingialliscono, poi si accartocciano e quindi cadono.

Per prevenire la formazione di questo fungo, e combatterlo prima che provochi la spoliazione di parte della pianta di rosa, può essere efficace associare un prodotto a base di piretro, anche l’insetticida usato contro gli afidi, miscelato con prodotti in polvere a base di rame (il classico “verderame”, l’ossicloruro tetraramico). I prodotti vanno sempre diluiti in acqua e distribuiti sulla pianta con l’aiuto di una pompa a pressione. Ripetere il trattamento ogni 20 giorni, in assenza di pioggia.

Altro nemico assai comune della rosa è l’oidio o mal bianco. Si manifesta con la formazione di una patina polverulenta, prima sottile e biancastra, poi spessa e bruna, che ricopre tutta la vegetazione. Questo fungo provoca la deformazione delle foglie, e la loro successiva caduta, e intacca i boccioli, compromettendone la fioritura.
Alla comparsa delle prime macchie occorre effettuare alcuni trattamenti con zolfo bagnabile, cioè addizionato con principi che consentano al prodotto di “aggrapparsi” alla superficie fogliare, senza essere dilavato, oppure con prodotti antioidici specifici. Anche questi prodotti vanno distribuiti sulla pianta con una pompa a pressione ogni 10-15 giorni.

Attenzione anche alle erbacce. Bisogna ricordarsi di estirparle sempre, manualmente o con l’aiuto di una zappetta, perché questa operazione limita la dispersione delle sostanze nutritive e permette una migliore circolazione dell’aria alla base dei cespugli.

Le carenze nutritive

In condizioni ambientali non idonee, e in mancanza di appropriate cure colturali, la rosa è facilmente soggetta ad alcune carenze nutrizionali: non si tratta di malattie, bensì di danni dovuti alla scarsa presenza nel substrato di alcuni elementi nutritivi fondamentali.
In particolare, se la pianta si trova in terreni calcarei, poco fertili o con persistenti ristagni idrici, può risentire della carenza di ferro, nota come “clorosi ferrica”. Si manifesta soprattutto in primavera e in autunno, con ingiallimento del tessuto fogliare compreso tra le nervature, che però rimangono verdi; se non si interviene subito, la pianta rallenta la crescita e le nuove foglie, già ingiallite, diventano biancastre e seccano; nei casi gravi la fioritura viene bloccata.
I rimedi sono: distribuire al terreno prodotti ricchi di ferro, in polvere o liquidi (solfato di ferro, ferro chelato); aggiungere torba al terreno; non eccedere con l’irrigazione.

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