Tarassaco o dente di leone

Taraxacum officinale

Tarassaco o dente di leone

  • Sebbene spesso considerata un'erbaccia infestante, il tarassaco è un bel fiore dai petali ligulati e dalla fioritura gialla allegra e vivace.
  • Il tarassaco cresce allo stato spontaneo in tutti i tipi di terreno.
  • Il tarassaco cresce bene in mezz'ombra.
  • Fiori di tarassaco appena raccolti: della pianta si consumare praticamente tutto, dalle radici ai boccioli.
  • Il tarassaco ha fioritura tipicamente estiva.
  • Sebbene spesso considerata un’erbaccia infestante, il tarassaco è un bel fiore dai petali ligulati e dalla fioritura gialla allegra e vivace.
  • Il tarassaco cresce allo stato spontaneo in tutti i tipi di terreno.
  • Il tarassaco cresce bene in mezz’ombra.
  • Fiori di tarassaco appena raccolti: della pianta si consumare praticamente tutto, dalle radici ai boccioli.
  • Il tarassaco ha fioritura tipicamente estiva.

Nessun fiore da giardino racchiude in sé tutti i pregi del tarassaco (Taraxacum officinale): il dente di leone è, infatti, precoce, quasi non conosce stagione, non teme siccità o eccesso idrico, si adatta bene a tutti i tipi di terreno, fiorisce in continuazione, si autodissemina. Ed è proprio per questa sua prerogativa di essere ovunque che i più lo considerano soltanto un’erbaccia a carattere infestante difficile da sconfiggere. Diffuso dalle pianure alle montagne, è originario dell’Oriente, ma oggi si trova senza difficoltà in tutti i paesi europei, nei pascoli, nei prati, negli incolti, ai margini delle strade. Si riproduce con velocità, fiorisce per quasi tutto l’anno anche se riesce a salire a seme solo in condizioni climatiche favorevoli, continua a vegetare e a conquistare spazio quando le altre piante sono in fase di riposo vegetativo, si allarga sul terreno impedendo la crescita di altre essenze, è dotato di una robusta radice fittonante capace di accumulare sostanze di riserva tali da poter sostenere più ricacci se la pianta è sfalciata, ha una capacità di disseminazione a lungo raggio grazie ai pappi che il vento può portare lontano.

Come si sarà intuito, la cura del tarassaco è davvero semplice: coltivabile sia in piena terra in giardino sia in vaso, nel primo caso non necessita di concimazioni particolari (al massimo si può intervenire con del concime organico al momento della semina se il terreno è particolarmente povero di nutrienti), mentre nel secondo occorrerà operare un ciclo di fertilizzazioni con un concime liquido biologico, da aggiungere all’acqua per l’irrigazione, ogni 10 giorni in primavera e in estate. Le annaffiature devono essere piuttosto frequenti in estate (anche due volte al giorno se le temperature sono piuttosto alte), sempre scongiurando i ristagni (eliminando, ad esempio, il sottovaso), mentre l’esposizione ideale è la mezz’ombra. La potatura consiste, di fatto, nella raccolta delle foglie tenere, dei boccioli e dei fiori a scopo alimentare oppure officinale, tagliando a circa 2 cm sopra il colletto. Sebbene tenda a crescere a qualsiasi latitudine, il tarassaco ama le temperature miti o calde tipiche della primavera e dell’estate, dai 25°C in su. Il tarassaco è soggetto a poche malattie gravi, ma può essere colpito da alcuni problemi, come le macchie fogliari, oidio e muffa bianca, causati da funghi o batteri; per prevenire tali malattie, è importante mantenere una buona igiene del giardino e rimuovere le foglie marcescenti delle piante infette. Anche i parassiti, come gli afidi e le cimici, possono attaccare il tarassaco, ma spesso si controllano con metodi naturali o mediante l’uso di insetticidi specifici, se necessario.

Osservato più attentamente il tarassaco, o dente di leone, è un fiore splendido, così ricco di petali ligulati da risultare ammassati. Il piumoso “stuffione” è tecnicamente un’infruttescenza: sul capolino, infatti, i fiori fecondati sono stati sostituiti da achenidi di forma oblunga dotati di numerose setole pluriseriate.

Fioritura

InvernoPrimaveraEstateAutunno

La migliore fioritura del tarassaco va da maggio a fine agosto.

Commestibilità

SemiFoglieFioriFustoFruttiRadici

Riproduzione

SemeTaleaDivisioneBulboInnestoMargottaPropaggine

La semina è la tecnica più semplice per la riproduzione del tarassaco. Questa si effettua in semenzaio da marzo a maggio, oppure tra fine aprile e giugno direttamente in piena terra. La distanza tra le piantine di dente di leone deve essere compresa tra i 15 e i 20 cm, ma in genere si pongono i semi decisamente più vicini e si procede poi a diradare in un secondo tempo, usando in cucina le piantine giovani che vengono estirpate.

Semi

Il tarassaco ha semi di colore marrone chiaro e forma molto allungata. Non sono commestibili, al contrario delle altre parti della pianta.

Informazioni e curiosità

È pratica comune raccogliere il tarassaco allo stato spontaneo, ma attenzione alla zona: evitare sempre i margini delle strade e i centri cittadini, i campi vicini alle aree industriali e, in generale, quelle a rischio contaminazione.

Coltivazione

VasoPiena Terra

Il tarassaco si può coltivare sia in vaso, sia in piena terra in giardino.

Collocazione

InternoEsterno

Il tarassaco è una pianta spontanea, anche infestante, che cresce all’esterno.

Concimazione

Il tarassaco coltivato in giardino non necessita di particolari concimazioni: si può al limite interrare un po’ di concime organico, come lo stallatico pellettato, al momento della semina se il terreno lo richiede. Per le piante coltivate in vaso, invece, occorre operare un ciclo di fertilizzazioni con un concime liquido biologico, da aggiungere all’acqua per l’irrigazione, ogni 10 giorni in primavera e in estate.

Esposizione

SoleMezz’ombraOmbra

L’esposizione ideale per la coltivazione del tarassaco è in mezz’ombra, in un luogo protetto dai raggi del sole diretto e dalla calura estiva.

Annaffiatura

GiornalieraFrequenteRegolareOccasionale

Il tarassaco ha bisogno di annaffiature frequenti, specie se il clima è arido e le precipitazioni scarse (in estate occorre bagnare anche due volte al giorno). Attenzione però a non esagerare nel caso delle piante coltivate in vaso: il tarassaco non sopporta i ristagni idrici e l’acqua presente nel sottovaso va sempre eliminata per scongiurare la comparsa di marciumi radicali.

Potatura

La potatura del tarassaco consiste più che altro nel taglio e raccolta delle foglie a scopo alimentare. Queste si tagliano 2 cm sopra il colletto, in modo che la pianta possa produrre nuovi getti per un eventuale secondo raccolto.

Trapianto

Il tarassaco non ha particolari esigenze in fatto di trapianto poiché si accontenta di tutti i tipi di terreno, anche se predilige quelli freschi e soprattutto ben drenati. Per la coltivazione in vaso si può utilizzare un terriccio universale di buona qualità.

Ubicazione stagionale

Il tarassaco, per germogliare e crescere al meglio, ha bisogno di temperature costanti. Ama i climi miti o caldi tipici della primavera e dell’estate, dai 25°C in su. Per questo va seminato all’inizio della primavera, in modo che sia pronto alla raccolta in autunno. Di fatto, si tratta di una pianta rustica diffusa alle più svariate latitudini: per questo la coltivazione si può effettuare all’esterno tutto l’anno.

Raccolta

Le foglie giovani del tarassaco rappresentano una componente insostituibile di insalate di campo primaverili. Si raccolgono poco prima di consumarle perché tendono ad appassire con facilità, scegliendo solo quelle piccole perché tenere e non amare.
In estate anche le foglie giovani assumono un sapore più deciso e allora possono essere gustate dopo una lessatura in poca acqua.
I boccioli si raccolgono quando sono ancora piccoli e verdi, per essere conservati in acqua e sale come succedaneo dei capperi.
La radice, difficile da estirpare, può essere raccolta in autunno quando è al massimo dello sviluppo per essere tagliata in pezzi e torrefatta. Il caffè che se ne ricava è considerata una bevanda paragonabile nel sapore a quello della cicoria, ma dalle grandi virtù depurative.

Malattia e cure

Il tarassaco non è una pianta particolarmente soggetta a problematiche sanitarie, ma può accadere che si verifichino infestazioni da parte di parassiti (come cocciniglie, afidi, acari), che vanno combattuti attraverso trattamenti naturali anche di tipo preventivo, o attacchi fungini (mal bianco, muffe, oidio, peronospora, ruggine e ticchiolatura) da contrastare, anche in azione preventiva, con trattamenti a base di polveri bagnabili.
In entrambi i casi si tratta di prodotti consentiti in agricoltura biologica, in particolare:

  • per gli insetti: olio di lino (cocciniglie, acari), piretro (afidi, cimici), olio di neem (mosche bianche, afidi, lepidotteri), sapone molle (scioglie tutte le melate degli insetti ed evita fumaggini);
  • per i funghi: zolfo agricolo per l’oidio, ossicloruro di rame per le altre patologie.
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