Chiamato anche serenella, il lillà si fa notare in primavera per la splendida fioritura profumata. Ma quando le infiorescenze sono appassite occorre potare la pianta. Ecco come fare.
Il lillà, o serenella, genere Syringa, è una pianta facile da coltivare e generosa di fiori colorati e profumati. È stata molto apprezzata nel secolo scorso, poi dimenticata, o passata di moda. Oggi sta tornando in voga, proprio grazie alle sue apprezzabili caratteristiche di rusticità, nonché per la bellezza dei suoi fiori Ma ricordate che dopo la fioritura occorre potare il lillà.
Lillà specie molto diffusa
Syringavulgaris (famiglia delle Oleaceae) è la specie più diffusa, originaria dell’Europa orientale. È un arbusto di medie dimensioni e ingombro, che può raggiungere un’altezza di 2-2,5 m, composto di rami assurgenti sui quali si inseriscono foglie cuoriformi, dai margini lineari, di colore verde chiaro: in autunno queste cadono, spogliando completamente l’arbusto. È una pianta resistente, che difficilmente si ammala, e richiede pochissime cure: si accontenta di un terreno povero e apporti di acqua regolari, soprattutto nella stagione più calda. Ama posizioni luminose, in pieno sole, ma cresce anche in mezz’ombra.
Infiorescenze spettacolari
Il lillà mostra la sua piena bellezza in primavera, a marzo-aprile, quando fiorisce con appariscenti infiorescenze a pannocchia, lunghe 10-20 cm, composte da numerosi fiorellini a quattro petali di colore lilla, ma anche bianco, azzurro-lavanda, rosa-malva in alcune varietà meno diffuse. La fioritura, purtroppo, ha durata breve e, generalmente in un paio di settimane, le pannocchie avvizziscono e seccano. È ora di potare il lillà.
La potatura di stagione
1- Subito dopo la fioritura, quando i fiori sono ormai appassiti e seccati, è il momento di potare il lillà, operazione necessaria se si vuole avere un’abbondante fioritura anche l’anno prossimo.
2- Il lillà emette i boccioli sui rametti più vigorosi dell’anno precedente: per favorire la formazione di questi rametti, dunque, bisogna provvedere ora al raccorciamento di quelli che hanno appena fiorito, rimuovendo le infiorescenze secche e pochi cm dei rami che le portano. Se necessario, inoltre, eliminare i rami rotti, lesionati o troppo deboli, in modo tale da rinforzare e dare più vigore all’arbusto e ai nuovi rametti fioriferi che si formeranno. Per lo stesso motivo, è possibile diradare la chioma se troppo fitta, asportando i rametti più delicati. Con l’asportazione delle infiorescenze secche, inoltre, si evita la formazione dei semi, attività che comporta un grande dispendio di energia per la pianta e che non ha alcun interesse del punto di vista ornamentale, a meno che non si voglia propagare la pianta per seme. In estate, da luglio in avanti, è possibile potare il lillà tagliando alla base i polloni, cioè quei rami vigorosi ed eretti che si sviluppano a partire dal piede della pianta, in prossimità del colletto; da questi rami si formano, infatti, solo gemme a legno e non fiori, motivo per il quale vengono rimossi.
3- In inverno è possibile potare il lillà in modo più drastico, solo nel caso si volesse rinnovare una pianta vecchia, troppo cresciuta e ormai senza forma. In questo caso, si esegue una potatura più decisa, durante il riposo vegetativo, quando la pianta è completamente spoglia di foglie. Si procede raccorciando i rami a un’altezza di 0,5-1m: la pianta, in seguito a questo tipo di potatura, non fiorirà la primavera successiva, per i motivi spiegati sopra, ma salterà una stagione, ricominciando a fiorire dopo un paio d’anni.