- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione
- Annaffiatura
- Potatura
- Trapianto
- Ubicazione stagionale
- Raccolta
- Malattia e cure
- In foto, la dalia “Sweet Suzanne”.
- È nelle regioni settentrionali, nelle aree attorno ai grandi laghi o in zone di montagna sia al Nord che al Sud, che le dalie raggiungono il loro massimo splendore a livello di continuità e generosità di fioritura.
- Le dalie abbelliscono balconi e giardini fino all’autunno con fiori dalle forme semplici o più complesse e colori che spaziano dal giallo al rosso, con petali dalle sorprendenti sfumature e screziature.
- La fioritura copiosa e la grandissima varietà di colorazioni disponibili rendono la dalia uno dei fiori più amati.
- Clima caldo ed esposizione ben soleggiata sono condizioni imprescindibili per far crescere bene e in salute la dalia.
- Bella anche come fiore reciso, la dalia si dimostra pianta dalla grande versatilità.
- La dalia si può coltivare tanto in vaso, quanto in giardino in piena terra a seconda delle condizioni climatiche.
Perfetta per adornare balconi e giardini (si adatta poco alla vita in appartamento) e spesso considerata fiore simbolo dell’estate per le sue fioriture spettacolari e variopinte, la dalia è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.
La pianta si riproduce per seme, talea o divisione dei cespi e si può coltivare sia in vaso sia in piena terra, ma tenendo conto delle condizioni climatiche della regione di appartenenza: la dalia, infatti, è una pianta da esterno che però non tollera il freddo intenso (in inverno, in caso di temperature molto basse, è necessario estrarre i bulbi dal terreno e conservarli in luoghi riparati in attesa di poterli trapiantare in un terreno fertile, drenante, profondo, concimato con letame maturo, fresco, argilloso o con una moderata componente calcarea). La dalia ama le esposizioni pienamente soleggiate e si concima in estate e in autunno, ogni settimana, con un fertilizzante ricco di fosforo e potassio. La pianta va annaffiata abbondantemente soprattutto durante la stagione calda, ma solo dopo essersi assicurati che il terreno non sia soggetto a ristagni idrici: è proprio il marciume radicale, conseguenza dell’eccesso di annaffiature, a rappresentare il pericolo più frequente per la sopravvivenza della dalia. Infine, la potatura consiste nella cimatura delle giovani piante una volta che avranno raggiunto i 15-20 cm di altezza: questo favorirà l’emissione di nuovi e più ricchi germogli.
La maggior parte delle dalie oggi coltivate sono in realtà forme ibride (come dalia “Purple Flame” o “Happy Single Party“) di tre specie originarie del Messico: dalia purpurea, dalia pinnata e dalia coccinea. Si tratta di piante bulbose, dotate di grosse radici tuberizzate, di forma globosa-allungata e carnose (impropriamente chiamate tuberi), ovvero strutture sotterranee trasformate in organi di riserva e non più in grado di assorbire acqua e sali minerali dal suolo, funzione che invece viene svolta dalle vere radici nutritive, di aspetto filiforme, che si prolungano da quelle ingrossate.
I fusti sono verticali, carnosi, verdi-bruno, più o meno cavi all’interno e a sezione pressoché circolare, di altezza variabile a seconda del gruppo botanico o della varietà.
Le foglie sono composte, ovvero divise in parti più semplici, ciascuna di forma ovale, di colore verde più o meno intenso, che può virare verso tonalità bronzate in prossimità dell’autunno. Hanno margini seghettati e si inseriscono su steli dritti e simmetrici.
I fiori sono riuniti in capolini di forma, dimensioni e colori variabili (bianco, giallo, rosa o rosso), con la sola eccezione dell’azzurro e del blu.
Come in tutte le Compositae o Asteraceae (famiglia a cui le dalie appartengono), i capolini, impropriamente chiamati “fiori”, sono in realtà delle infiorescenze composte da due tipi principali di strutture: piccoli elementi tubulosi, molto piccoli e poco visibili, che formano il disco centrale (i veri fiori) ed elementi più o meno stretti e allungati (detti impropriamente “petali”, ma più correttamente definibili “petaloidi”), disposti lungo la circonferenza esterna del disco centrale, come fossero dei raggi e costituenti la parte più decorativa e visibile del capolino.
Il diametro dei capolini è variabile a seconda del gruppo botanico: si passa dai 5-7 cm delle dalie miniatura, ai 15-25 cm delle varietà di medio sviluppo, sino ai 30-35 cm di quelle giganti.
Le dalie vengono di norma classificate in base allo sviluppo in altezza e alla forma e dimensione dei capolini. Tre sono i principali gruppi:
- Dalie da bordura e da aiuola (ossia dalie in miniatura): sono quelle di minor sviluppo e con i capolini più piccoli e più semplici, per lo più formati da un disco centrale e da petaloidi esterni disposti in un unico giro. I capolini, nelle varietà più complesse, possono essere anche semi-doppi o doppi, e hanno diametro variabile da 5-7 cm sino a 10-12 cm. Queste dalie, adatte all’allestimento di aiuole e alla coltivazione in contenitori, raggiungono al massimo i 50-70 cm e sono frequenti le varietà alte solamente 30-40 cm.
- Dalie da fiore reciso (ossia dalie di medio sviluppo): hanno altezze variabili, all’epoca della fioritura, tra 120 e 180 centimetri. Sono le tipiche dalie coltivate negli orti per l’abbondante produzione dei fiori da recidere; le diverse varietà si differenziano per la forma dei capolini (semplici, a fiore di anemone, a fiore di peonia, a forma di palla, pompon, cactus) e per la dimensione di questi (diametri a partire da 8-10 cm e sino a 20-25 cm).
- Dalie arboree (o dalie giganti): originarie delle regioni montuose del Messico e del Guatemala, sono rappresentate da due specie, Dahlia imperialis e Dahlia maxonii. Iniziarono ad essere coltivate in Italia a partire dai primi decenni del 1900 nelle regioni meridionali e nella riviera ligure, dove possono crescere sino a un’altezza di 3-4 metri. I capolini sono molto grandi, con diametro compreso tra 15-20 cm e 30-35 cm, di colore fondamentalmente bianco, rosa e lilla, con corolle leggermente pendule verso il basso.
Fioritura
La fioritura della dalia avviene dall’estate all’autunno, fino all’arrivo del freddo.
Commestibilità
Riproduzione
La dalia si riproduce per seme, per talea di ramo maturo o per divisione delle radici tuberizzate.
- Per divisione: la dalia è facilmente riproducibile per divisione dei cespi delle radici, operazione da effettuare in primavera prima della messa a dimora in aiuola. L’operazione si può fare se la pianta ha raggiunto negli anni dimensioni notevoli: l’importante è che ogni parte di radice ottenuta abbia a mantenere una corta porzione di fusto da cui partiranno le gemme.
- Per talea: un altro sistema di moltiplicazione è la talea erbacea che si deve eseguire in primavera, prelevandola dai nuovi getti che si formano dalla base, tagliandoli al primo nodo sopra la radice dalla quale sono emersi. Le talee devono essere private delle foglie basali, lasciando solo quelle apicali, e poi si collocano in un composto formato da 2/3 di sabbia e 1/3 di torba, mantenuto umido. Per aumentare la percentuale di radicazione si possono utilizzare gli ormoni rizogeni per talee erbacee, da cospargere sulla superficie di taglio. Si potranno ottenere buoni risultati coprendo il vasetto che ospita la talea con un sacchetto di plastica trasparente fornito di numerosi fori e posizionando il tutto all’esterno sotto una siepe e in un luogo il più riparato possibile e all’ombra. Dopo pochi giorni la talea emetterà le prime radici e quando queste saranno più numerose e robuste, si potrà invasare la giovane piantina in un substrato torboso ma ben drenato.
- Per seme: la riproduzione gamica, cioè tramite seme, è possibile di norma per le specie da aiuola a ciclo breve, cioè le dalie da aiuola. Si semina a marzo in cassette o vasetti utilizzando terricci per semina, mantenendo umido il terreno e in ambiente protetto e riscaldato almeno a 15°C. Quando le piantine sono nate e si possono maneggiare, si ripicchettano singolarmente in contenitori alveolari o vasi più grandi e solo quando avranno il pane di terra ben formato e le temperature esterne saranno intorno ai 18-20°C (a Nord è fine aprile, al Sud metà aprile), si potranno trapiantare in aiuola.
Semi
I semi di dalia sono piatti, di colore marrone e dalla forma allungata. All’esterno si seminano da aprile a maggio.
Informazioni e curiosità
Le dalie da bordura sono sicuramente la categoria di dalie più decorative e versatili. Non solo sono quelle di maggiore taglia, infatti possono raggiungere e superare i due metri di altezza, ma si possono variamente utilizzare in giardino per creare bordure miste con altre erbacee perenni o piccoli arbusti.
Le dalie di questo gruppo si possono suddividere in 7 sottogruppi principali, in base alla forma e dimensione dei fiori.
- A palla: i capolini sono doppi e il singolo petalo, chiamato correttamente ligula, ha i margini curvati verso l’interno. Il diametro dei fiori è compreso tra 10 e 15 cm, mentre le piante sono alte al massimo poco più di un metro.
- Pompon: i capolini di questo gruppo vengono anche detti “a nido d’ape”, perché le ligule sono incurvate verso l’interno per tutta la loro lunghezza, facendo assumere all’infiorescenza una forma arrotondata simile a quelle delle dalia a palla, ma più piccola e curvilinea; misurano infatti circa 5 cm di diametro, mentre le piante non superano di norma il metro di altezza.
- Cactus e semicactus: a questo gruppo appartengono le cultivars con fiori doppi, con le ligule appuntite e arrotolate all’indietro per più di metà della loro lunghezza nel gruppo delle cactus, mentre nelle semi cactus le ligule dei capolini sono più larghe e arrotolate per meno di metà della loro lunghezza. In generale il diametro dei fiori è generalmente elevato, da 15 a 25 cm. Anche l’altezza delle piante è abbastanza elevata, potendo raggiungere i 150 cm.
- A fiore d’anemone: questo gruppo ha i capolini doppi con ligule corte e appiattite che circondano i veri fiori tubulosi e corti di colore spesso diverso. Il diametro dei fiori è di 10 cm circa, mentre l’altezza delle piante è compresa tra 60 e 90 cm.
- A collaretto (come dalia “Raissa“): i capolini sono semplici con un anello esterno, formati da ligule appiattite, a volte sovrapposti e dotati anche di un anello interno (da cui il nome) di fiori più corti e un disco centrale. Il diametro dei capolini è di 10 cm, mentre le piante raggiungono l’altezza massima di 1 metro.
- A fiore di peonia: questo gruppo ha i fiori composti da due o più serie di ligule appiattite e da un vistoso disco centrale. Il diametro dei fiori è mediamente di 10-15 cm, mentre l’altezza massima delle piante è di circa un metro.
Coltivazione
La dalia si coltiva in vaso ma anche in piena terra, purché in zone dove l’inverno sia mite.
Collocazione
La dalia è una pianta da esterno che cresce al meglio in luoghi caratterizzati da inverni miti; in caso di freddo intenso preferire un ambiente protetto come la serra.
Concimazione
La dalia è una pianta mediamente esigente in fatto di concimazione: una buona fertilizzazione al momento della sua messa a dimora generalmente basta a fornire elementi sufficienti per il ciclo di coltivazione, comunque non più lungo di 4-5 mesi. Eventuali carenze nel corso della crescita possono essere risolte mediante l’utilizzo di fertilizzanti specifici per piante fiorite da esterno.
Per prolungare la fioritura e nel caso di varietà tardive o in climi molto caldi, si consiglia di concimare con fertilizzanti granulari a fine estate, impiegando un concime ternario a basso titolo d’azoto, ma più ricco in fosforo e potassio, che come è noto, sono due elementi che favoriscono la fase riproduttiva, cioè la fioritura. È sufficiente una mezza manciata attorno alla pianta, badando di interrare leggermente i granuli di concime.
Esposizione
Piante a ciclo di crescita estivo-autunnale, tutte le specie di dalia vogliono posizioni pienamente soleggiate e ben riparate dai venti. Vanno evitati i luoghi ombrosi e umidi, nei quali i tuberi possono marcire, le foglie subire l’attacco da parte di funghi e le piante produrre pochi e non pregevoli fiori.
Tollera al massimo un’ombra parziale.
Annaffiatura
La dalia è molto esigente riguardo all’acqua: l’irrigazione deve essere frequente e abbondante durante tutto il ciclo di sviluppo, ma soprattutto nel periodo estivo o perlomeno sino alla emissione dei primi fiori, quando l’abbassamento termico autunnale e le prime rugiade o piogge sono generalmente sufficienti a fornire l’apporto idrico necessario.
Annaffiare però abbondantemente la dalia solo se si dispone di un terreno ben drenato per non favorire il ristagno.
Potatura
Per favorire l’infoltimento e la produzione di una maggiore quantità di fiori, basta cimare le giovani piante di dalia una volta che avranno raggiunto i 15-20 cm di altezza. In genere per le dalie più vigorose si lasciano 4-5 nuovi getti.
Se si vogliono ottenere capolini della massima dimensione, si esegue la sbocciolatura, cioè per ogni cima fiorita si eliminano i boccioli laterali, lasciando solo quello centrale, che raggiungerà dimensioni molto elevate. Questa operazione non si esegue di norma sulle dalie da aiuola di dimensioni più piccole, ma solo nel caso si vogliano utilizzare i fiori recisi o per migliorare l’effetto ornamentale dell’aiuola.
Per migliorare l’estetica della pianta e facilitare nuove fioriture, si consiglia anche di asportare tutte le infiorescenze sfiorite.
Trapianto
La dalia non necessita di rinvaso, ma può essere trapiantata in piena terra senza troppe difficoltà.
La dalia richiede terreni profondi e fertili, sub-acidi, cioè con pH leggermente inferiore a 7, fresco, argilloso o con una moderata componente calcarea; nei suoli poveri, sabbiosi o pietrosi, le piante non crescono bene, producono fusti esili e fiori in numero limitato e di scarsa qualità. I suoli ideali per le dalie sono quelli destinati all’orto, soggetti a continue lavorazioni e fertilizzazioni.
L’impianto si esegue in primavera verso la metà di aprile nelle regioni settentrionali, un paio di settimane prima nelle zone più tiepide.
Il terreno deve essere vangato anche profondamente, da 30 cm finanche a 50 cm nel caso di dalie di grandi dimensioni provviste di grossi rizomi e radici. Comunque la larghezza e la profondità della buca è in relazione alla dimensione dell’apparato radicale, dato che le dalie possono avere radici più o meno agglomerate o lunghe e più distese.
Durante queste lavorazioni del terreno è importante aggiungere abbondante sostanza organica quale letame pellettato o cornunghia, farina d’ossa o terricci compostati, per assicurare il nutrimento e la trattenuta dell’acqua nei momenti più asciutti. Utile anche il concime chimico ternario, possibilmente a lenta cessione, che contenga anche i microelementi, specie magnesio e boro (essenziale per la fioritura). Non va dato eccessivo azoto in quanto questo elemento, se da un lato favorisce la produzione di fusti e foglie, dall’altro ritarda e riduce la formazione dei fiori.
Una volta preparata la buca occorre osservare attentamente le singole radici tuberizzate, scartando le parti secche o marcite e facendo attenzione che ogni radice abbia una parte del vecchio fusto dell’anno precedente, nella quale sono presenti le gemme che daranno origine ai nuovi germogli e quindi alla pianta. Le radici prive di questo breve fusto vanno eliminate perché non in grado di originare fusti. Quindi le radici sane devono essere collocate in fondo alla buca ben distese e non arrotolate.
Se si vuole anticipare di qualche giorno la ripresa vegetativa, 15-20 giorni prima dell’effettivo trapianto in aiuola si possono immergere le radici per una notte in acqua, per avviare il processo di reidratazione dei tessuti, quindi successivamente distenderle su di uno strato di torba mantenuta umida, in ambiente luminoso e con temperature tiepide, per favorire la germogliazione.
La distanza delle piante varia notevolmente a seconda dello sviluppo raggiunto dalle stesse: si possono piantare a una distanza di 30-40 cm per le cultivars nane o mignon, sino a 80-100 cm per quelle di maggior sviluppo. Una sufficiente spaziatura consente all’aria di circolare riducendo la possibilità di infezioni fungine.
Per evitare che in occasione di maltempo il vento e la pioggia possa rovesciare e spezzare le piante appesantendo notevolmente i capolini occorre posizionare già al momento della messa a dimora i pali tutori (canne di bambù, pali di legno, metallo o plastica) a fianco delle radici. Si ricorda di impiegare, e collocare profondamente, sostegni robusti perché, come detto, vi sono dalie che raggiungono e superano l’altezza di 2 metri con volumi di chioma superiore al metro e quindi potrebbero subire un notevole effetto vela con il vento.
Ubicazione stagionale
Estate/primavera: è il periodo in cui i tuberi germogliano dando vita a nuove piantine. Lasciare la dalia all’esterno così che possa godere di sole e caldo.
Autunno/inverno: la dalia soffre molto il gelo, motivo per cui è necessario proteggere i tuberi per tutto il periodo invernale. In zone dove la temperatura non è mai particolarmente fredda e soprattutto non sussiste il rischio di gelate invernali, è possibile tenere i tuberi in terra anche in inverno; basterà solo coprire il terreno con paglia o foglie secche. In zone particolarmente fredde d’inverno, invece, è necessario estrarre i bulbi dal terreno, ripulirli e conservarli in luoghi riparati.
Raccolta
La raccolta di ceppaie e talee per la riproduzione della dalia va effettuata prima dell’inverno.
Nel tardo autunno, prima delle gelate, si deve infatti procedere con cautela all’estirpazione dei ceppi delle radici dal suolo, poi occorre scrollarli grossolanamente dalla terra e posizionarli per qualche giorno all’aria, ma non al sole, per farli asciugare in superficie. Infine si immagazzinano in cassette riempite di torba o sabbia asciutta, in un locale non troppo freddo, (la temperatura non deve superare possibilmente i 10°C) ma soprattutto non umido, per evitare l’insorgenza di marciumi. Durante l’inverno, di tanto in tanto, verificare la sanità delle radici e quindi in primavera si proceda a rimetterle a dimora dopo aver preparato il terreno e la buca.
Le radici possono rimanere a dimora solo nelle regioni più calde: basta recidere gli steli quasi a filo del terreno e in primavera le radici produrranno naturalmente i nuovi steli, favorendo pure un certo anticipo nelle fioriture.
Malattia e cure
Le dalie sono generalmente resistenti alle malattie, tuttavia, soprattutto nella fase che precede la fioritura possono essere attaccate da parassiti animali quali:
- afidi grigi o verdi: pungono facilmente le foglie più giovani e i capolini fiorali, causando arrotolamenti dei margini, piegature degli scapi fiorali, decolorazioni delle parti verdi, arresto della vegetazione, formazione di melata. Intervenire con trattamenti insetticidi a base di piretro (o più specifici) che tuttavia devono essere eseguiti con cautela (specialmente in presenza di fiori) e solo in caso di stretta necessità (a volte basta asportare le poche parti colpite per eliminare l’infestazione).
- Tripidi: le punture di questi piccolissimi insetti causano accartocciamenti delle giovani foglie, seccume lungo i margini fogliari, striature bianche sui petaloidi delle varietà a colore scuro e generale deperimento. L’irrorazione con insetticidi specifici, diversi da quelli utilizzabili contro gli afidi, è l’unica arma di difesa.
A fronte di una forte infestazione di parassiti, si può racchiudere le piante dalla base all’interno di un sacco di materiale plastico e saturare l’aria con il prodotto insetticida. Rimuovere il sacchetto il giorno dopo.
Sulle dalie può verificarsi anche l’attacco da parte di funghi:
- muffa grigia: la malattia si presenta sotto forma di ammassi di muffa bianco-grigiastra sulle foglie, specialmente nelle parti interne della pianta, dove circola meno aria, e nelle porzioni a contatto con il terreno; successivamente si ha il rammollimento e il disfacimento della vegetazione; possono venire colpiti anche i capolini fiorali, che velocemente possono marcire, soprattutto in presenza di piogge autunnali.
- Mal bianco: si nota la formazione di ammassi polverosi e biancastri, specialmente sulle foglie più interne; i capolini possono subire deformazioni (arricciature, ripiegamento dei petaloidi), particolarmente nelle varietà a colore più scuro.
In entrambi i casi, intervenire tempestivamente alla prima comparsa dei sintomi con anticrittogamici a base di rame e zolfo.
Il marciume radicale è, in ogni caso, ciò che più mette a rischio la sopravvivenza della dalia. Viene provocato dai ristagni ridici, i quali aprono la strada anche a infestazioni di parassiti e muffe. Per rimediare al danno, l’unica soluzione possibile è ridurre immediatamente le annaffiature e inserire sabbia nel terriccio per facilitare lo sgrondo dell’acqua.