- Fioritura
- Commestibilità
- Riproduzione
- Semi
- Informazioni e curiosità
- Coltivazione
- Collocazione
- Concimazione
- Esposizione
- Annaffiatura
- Potatura
- Trapianto
- Ubicazione stagionale
- Raccolta
- Malattia e cure
- Il fiore di amarillide è solitamente rosso ma può anche presentarsi rosato o bianco.
- Il fiore di amarillide ha una tipica forma a trombetta.
- L’amarillide si può coltivare tanto in vaso, quanto in piena terra.
- All’interno di questo fiore di amarillide è ben visibile la screziatura bianca.
- L’amarillide è un fiore che sboccia durante il periodo invernale.
Bulbosa riconoscibilissima per i caratteristici fiori imbutiformi, grandissimi e colorati, l’amarillide viene utilizzato come fiore reciso, pianta fiorita o venduta come bulbo. Si tratta di una specie perenne, di non difficile coltivazione che, tuttavia, viene spesso considerata come annuale perché, dopo la fioritura, tende ad essere trascurata e muore. Se correttamente curata, però, amarillys può risbocciare per diversi anni.
In questo senso, la coltivazione dell’amarillide, sia in vaso sia in piane terra, richiede un terreno ben drenato e fertile, preferibilmente arricchito con materiale organico. La posizione ideale è in un luogo soleggiato durante la fase di fioritura, o parzialmente ombreggiato allo spuntare delle foglie, dove la pianta possa godere di una buona esposizione alla luce, ma senza essere soggetta a eccessiva insolazione diretta durante le ore più calde della giornata. La concimazione si effettua con uno specifico fertilizzante per piante da fiore, una volta alla settimana, a partire dall’inizio della fioritura. La potatura dell’amarillide non è necessaria in senso tradizionale, ma è utile rimuovere i fiori appassiti e le foglie secche per prevenire malattie e favorire la crescita di nuovi getti. Questa operazione va eseguita con cura, tra ottobre e novembre. L’annaffiatura deve essere regolare ma non eccessiva: durante la fase di crescita attiva e fioritura, il terreno va mantenuto umido ma ben drenato, bagnando ogni due giorni ma evitando ristagni d’acqua che potrebbero causare la marcescenza del bulbo. Quando la pianta entra in riposo vegetativo, le operazioni di annaffiatura vanno ridotte sensibilmente, mantenendo il terreno appena umido.
La raccolta dei bulbi di amarillide, necessaria nelle regioni al Nord caratterizzate da inverni piuttosto rigidi, va eseguita quando le foglie della pianta iniziano a ingiallire e seccare. A questo punto, è possibile estrarre i bulbi dal terreno, pulirli e conservarli in un luogo fresco e asciutto fino al momento del trapianto (in primavera). È proprio attraverso la separazione dei bulbilli dai bulbi che comunemente si realizza la moltiplicazione della pianta (mentre la semina è un metodo scarsamente praticato poiché molto lungo).
L’ubicazione stagionale dell’amarillide è importante per la sua salute: nelle regioni del Nord Italia va trattata come una tipica pianta invernale da interno, poiché fiorisce da gennaio a marzo, mentre nelle zone a clima mite vive bene anche all’esterno. Attenzione però anche al caldo, oltre che al freddo: con temperature al di sopra dei 25°C la pianta si affloscia ed è per questo che, se spostata all’esterno d’estate, va comunque mantenuta in un luogo fresco e ombreggiato. Pur essendo una pianta robusta, l’amarillide è soggetta agli attacchi di mosche del Narciso (le cui larve si annidano nel bulbo, rallentando lo sviluppo delle foglie) e di limacce (lumache che danneggiano le foglie mordicchiandole). Per contrastare la mosca del Narciso, è consigliabile immergere i bulbi infestati in acqua calda per circa un’ora; mentre per le limacce, è necessario rimuoverle manualmente appena si notano. Anche un’ annaffiatura eccessiva può portare a complicazioni: l’acqua stagnante favorisce la crescita di funghi, che a loro volta provocano macchie e muffe su fiori e radici.
Il genere amaryllis o Hippeastrum, originario del Sud America, conta numerosi ibridi dai fiori colorati o screziati in bianco, rosa, rosso, talora anche in azzurro e verde. Tali fiori possiedono una caratteristica forma a trombetta e grandi dimensioni (fino a 30 cm di diametro) e ogni pianta ne può portare fino a sei. Le foglie, invece, che crescono solo al termine della fioritura, sono carnose, di consistenza coriacea e di colore verde brillante. L’amarillide dà origine anche a dei frutti, che contengono i semi, utili per essere trapiantati e generare così nuove piantine.
Fioritura
L’amarillide fiorisce da gennaio a marzo.
Commestibilità
Riproduzione
Solitamente la riproduzione dell’amarillide avviene attraverso la separazione dei bulbilli, i quali si generano a partire dal bulbo principale da piante con almeno 4 anni di vita, mentre è possibile, ma più difficile, la semina. La semina va fatta in casa o in semenzaio, ponendo i semi a dimora in un vaso in piena luce e, una volta seminati, occorre procedere con regolari annaffiature.
Semi
I semi dell’amarillide sono piatti, secchi e neri e l’uso è solo per la riproduzione, dal momento che non sono commestibili.
Informazioni e curiosità
Prima di effettuare l’acquisto dei bulbi bisogna controllare che siano sodi, pieni, di consistenza elastica, senza ammuffimenti e con le tuniche integre. Se ben conservati, potranno rifiorire da tre a cinque volte.
Coltivazione
Nelle zone a clima mite l’amarillide può vivere all’esterno sia in piena terra, sia in vaso. Nel Nord Italia è invece raccomandabile la sola coltivazione in vaso: amaryllis si dimostra, infatti, una splendida pianta fiorita invernale per l’appartamento.
Collocazione
La collocazione della pianta dell’amarillide dipende strettamente dal clima dell’area geografica: nelle regioni del Nord Italia è una tipica pianta a fioritura invernale da interno, mentre nelle zone a clima mite vive bene anche all’esterno.
Concimazione
La concimazione va effettuata mediante l’uso di uno specifico fertilizzante per piante da fiore, da applicare una volta a settimana a partire dall’inizio della fioritura fino a quando i fiori appassiranno.
Esposizione
In fase di fioritura l’amarillide va collocata in una posizione luminosa, ma non sotto l’azione diretta dei raggi del sole. Quando sviluppa le foglie va spostata invece in pieno sole, per favorire la fotosintesi clorofilliana e l’accumulo di sostanze nutritive.
Annaffiatura
Quando la pianta dell’amarillide è in fiore occorre bagnarla ogni due giorni; in fase di prefioritura ogni tre; nel momento in cui la pianta perderà le foglie ed entrerà nella fase di riposo vegetativo le annaffiature andranno sospese.
Potatura
La potatura (minima) va effettuata tra ottobre e novembre. Occorre eliminare i fiori quando sono appassiti e attendere poi la completa essiccazione di foglie e stelo prima di tagliare quest’ultimo alla base.
Trapianto
L’amarillide può essere piantata usando i semi, ma per la prima fioritura bisognerà attendere almeno quattro o cinque anni. In alternativa si può ricorrere ai bulbi (da acquistare) o ai bulbilli (ricavati dai bulbi della pianta a partire dal quarto anno) che andranno messi a dimora in un terriccio fertile e ben drenato, perché è dalla fertilità del terriccio che dipende in buona parte la capacità del bulbo di accumulare sostanze utili a sufficienza per nutrire e sostenere le nuove gemme.
Ubicazione stagionale
Primavera/Autunno: interno fresco o esterno (fra i 18 e i 24°C la pianta di amarillide cresce con maggior vigore).
Estate: luoghi freschi e luminosi (come scale vetrate); in ambienti troppo caldi e secchi le piante si afflosciano (al di sopra dei 25°).
Inverno: interno e mezz’ombra (evitare di esporre l’amarillide al di sotto dei 5°; essendo una pianta tropicale non sopravvive alle gelate).
Raccolta
Nelle zone più fredde e nelle regioni del Nord Italia i bulbi vanno estratti dal terreno, raccolti e lasciati asciugare in una zona arieggiata e ombreggiata, infine conservati in un locale buio e non umido. Andranno inseriti nuovamente nel terreno a primavera.
Malattia e cure
Pur trattandosi di una pianta resistente e robusta, l’amarillide è soggetta soprattutto agli attacchi di mosche del Narciso (le cui larve si insediano nel bulbo e provocano una lenta crescita delle foglie) e limacce (lumache che rosicchiano le foglie). Nel primo caso occorre porre i bulbi colpiti in acqua calda per un’ora circa; nel secondo caso l’unica cosa da fare è rimuovere subito le lumache manualmente. Anche le eccessive annaffiature possono causare problemi: i ristagni originano infatti funghi che a loro volta causano macchie e muffe su fiori e radici.