Lillà o serenella

Syringa vulgaris

Lillà o serenella

  • Il lillà può essere coltivato in vaso solo per qualche anno, dopodiché va messo a dimora in piena terra in giardino.
  • Il violetto non è l'unico colore che contraddistingue le infiorescenze di serenella: molto bella è anche la variante a fiori bianchi.
  • I fiorellini di lillà sono piccoli, semplici, riuniti in pannocchie terminali profumate.
  • Il lillà presenta caratteristiche foglie cuoriformi di un bel verde chiaro.
  • Il lillà forma piccoli alberelli o cespugli di grande rusticità, a dispetto dell'apparenza molto delicata dei fiorellini.
  • Il lillà può essere coltivato in vaso solo per qualche anno, dopodiché va messo a dimora in piena terra in giardino.
  • Il violetto non è l’unico colore che contraddistingue le infiorescenze di serenella: molto bella è anche la variante a fiori bianchi.
  • I fiorellini di lillà sono piccoli, semplici, riuniti in pannocchie terminali profumate.
  • Il lillà presenta caratteristiche foglie cuoriformi di un bel verde chiaro.
  • Il lillà forma piccoli alberelli o cespugli di grande rusticità, a dispetto dell’apparenza molto delicata dei fiorellini.

Arbusto dalle forme leggere capace di una fioritura abbondante, colorata e profumatissima syringa vulgaris, chiamata comunemente serenella o lillà, sembra essere da sempre un elemento del nostro paesaggio agricolo. Originaria dell’area balcanica, resiste nei vecchi giardini, lungo le strade di campagna, presso i casolari abbandonati, nonché ai margini dei boschi dove è nata spontanea.

Tra la fine del 1800 e i primi anni del 1900 ha conosciuto un successo straordinario per poi cadere progressivamente nell’oblio. Oggi la serenella e gli altri lillà sono relegati a piccoli ruoli di comprimari, collocati spesso in macchie o in siepi ai margini della proprietà e figurando di rado fra le scelte che caratterizzano uno spazio verde. Ma è un vero peccato: il lillà non è solo molto decorativo, è anche facile da curare e piuttosto rustico.

Riproducibile tramite divisione dei polloni radicali o talee semilegnose, il lillà si può coltivare inizialmente in vaso, ma poi, quando le dimensioni della pianta diverranno importanti, occorrerà procedere con il trapianto (da effettuare durante la primavera o l’autunno) in un terreno fresco, acido, ricco di sostanza organica. La concimazione prevede l’utilizzo, al momento dell’impianto, di letame molto maturo mescolato in precedenza a terriccio; ogni anno poi, in primavera, andrà interrato nuovamente questo composto nella zona sottostante la chioma. Il lillà va annaffiato regolarmente soprattutto durante la stagione calda (o in caso di siccità), così da mantenere sempre fresco il terreno, mentre l’esposizione ideale è rappresentata dal pieno sole. La potatura è operazione indispensabile per ottenere una fioritura copiosa l’anno successivo: questa si esegue quando i fiori sono ormai appassiti e consiste nell’asportazione dei rami rotti e danneggiati, di quelli deboli e troppo delicati, nonché nell’accorciamento di pochi centimetri dei rametti fioriti poco prima, insieme alle infiorescenze disseccate che portano. Il lillà sa resistere bene al freddo intenso, ma nonostante la sua rusticità, può ammalarsi di batteriosi o peronospora, patologie da curare tempestivamente con trattamenti specifici.

La serenella è un arbusto a foglia caduca capace di raggiungere col tempo, e in condizioni favorevoli, anche la ragguardevole altezza di 7 metri, ma nella maggior parte dei casi si ferma a misure assai più modeste, poco più di 3 metri.

Si presenta come un cespuglio, sempre molto ramificato, che tende ad allargarsi per la sua capacità di produrre numerosi polloni. Le piante allevate ad alberello possono formare tronchi del diametro di 15-18 cm. La forma a cuore delle foglie rende inconfondibile la pianta anche quando è priva di fiori o è allo stadio giovanile. Le foglie dei rami più bassi sono più grandi di quelle dei rami alti o di quelle poste in posizione terminale. Sono opposte, lunghe da 5 a 10 cm, e larghe più o meno altrettanto, hanno margini lineari, di colore verde chiaro con venatura centrale evidente. Le foglie nuove sono inizialmente di un colore rossastro. 

I fiori di lillà sono raccolti in pannocchie a forma piramidale. Si formano sui rami dell’anno precedente in posizione terminale; proprio per questa ragione una potatura generalizzata della pianta può essere causa di una fioritura assente o molto ridotta l’anno successivo all’intervento. I boccioli, prima di aprirsi, si ingrossano e cambiano colore facendo assumere alla pianta una colorazione delicata. Il valore ornamentale dei boccioli è paragonabile a quelli del viburno perché, come questi, richiedono molto tempo prima di aprirsi.

In piena fioritura le pannocchie hanno colore intenso e si mostrano turgide, di aspetto quasi ceroso, mentre con il passare dei giorni schiariscono, perdono freschezza e profumo.

I fiori di color lillà sono profumatissimi: caratteristica che si è in parte o totalmente persa in molti ibridi caratterizzati da fioriture di colore diverso, doppie, o più copiose.

La serenella fiorisce nel mese di maggio, potendo anticipare o ritardare secondo l’altitudine e dell’esposizione; per il resto dell’estate è un cespuglio verde capace d’ombra, ma dalle forme leggere, poco invadente, che crea una quinta per coprire o far risaltare fioriture diverse. Si abbina a meli da fiore, per contemporaneità, a clemantis montana, a camassia scillodes, a bulbose che necessitino di un fresco riparo dal sole.

Può essere coltivata isolata, o meglio in macchie, per dare maggiore risalto alla fioritura, oppure in siepe. Come siepe deve essere piantumata mantenendo una distanza di almeno 150 cm fra una pianta e l’altra. I vuoti iniziali si riempiranno nel giro di qualche anno; piante poste a dimora con distanze inferiori al metro entrano in competizione spogliandosi spesso alla base.

Fioritura

InvernoPrimaveraEstateAutunno

Il lillà fiorisce in primavera (marzo/aprile) ma la fioritura dura solo un paio di settimane.

Commestibilità

SemiFoglieFioriFustoFruttiRadici

Riproduzione

SemeTaleaDivisioneBulboInnestoMargottaPropaggine

La pianta di lillà produce col tempo polloni radicali che possono essere separati per produrre nuovi soggetti.

Si possono separare dalla pianta in qualsiasi momento dell’anno ad eccezione del tempo della fioritura. Prelevarne sempre in numero ridotto e non vicini fra loro per non impoverire l’effetto di riempimento della parte bassa del cespuglio.

A fine estate si possono fare talee semilegnose lunghe circa 10 cm, dotate di una porzione di ramo portante, da far radicare in un mix di sabbia e torba mantenuto umido alla temperatura di circa 16°C.

La riproduzione per semina, invece, è poco praticata poiché molto lenta: occorrono, infatti, diversi anni di attesa prima di veder sbocciare i primi germogli.

Semi

I semi di lillà sono ellittici o trigoni, piccoli, di colore marrone scuro e fertili. Sono contenuti, in numero variabile da 1 a 4, nei frutti dell’arbusto, ossia capsule bivalve legnose simili a noci che si formano dopo la fioritura e, una volta mature, si aprono liberando i semi.

Informazioni e curiosità

Anticamente, nella medicina popolare, le foglie del lillà venivano impiegate per la preparazione di tisane terapeutiche utili a combattere gli stati febbrili, a decongestionare le vie respiratore e a favorire il benessere del fegato. Oggi questi usi medicali si sono progressivamente persi e la pianta viene utilizzata a scopo puramente ornamentale.

 

Coltivazione

VasoPiena Terra

Il lillà si può coltivare in vaso sul balcone o terrazzo, ma quando le dimensioni della pianta non consentono più il rinvaso (da effettuare ogni 2-3 anni) occorre procedere con il trapianto in piena terra.

Collocazione

InternoEsterno

Il lillà è una pianta ornamentale da esterno.

Concimazione

Per concimare il lillà, utilizzare al momento dell’impianto letame molto maturo mescolato in precedenza a terriccio e ogni anno, in primavera, interrare questo composto nella zona sottostante la chioma senza scavare in profondità per non danneggiare le radici.

Esposizione

SoleMezz’ombraOmbra

Porre sempre il lillà in piena luce (al massimo una leggera mezz’ombra) per ottenere piante sane, forti e capaci di buone fioriture.

Le piante in ombra parziale fioriscono soltanto sui rami meglio esposti.

Arbusti ramosi, con fitta vegetazione ma non forti, i lillà devono essere posti al riparo dai venti dominanti.

Annaffiatura

GiornalieraFrequenteRegolareOccasionale

Il lillà va annaffiato regolarmente soprattutto durante la stagione calda e/o asciutta, così da mantenere sempre fresco il terreno.

Potatura

Quando i fiori sono ormai appassiti e seccati, ossia subito dopo la fioritura, è il momento di potare il lillà, operazione necessaria se si vuole avere un’abbondante fioritura anche l’anno successivo. 

Se necessario, inoltre, occorre eliminare i rami rotti, lesionati o troppo deboli, in modo tale da rinforzare e dare più vigore all’arbusto e ai nuovi rametti fioriferi che si formeranno. Per lo stesso motivo, è possibile diradare la chioma se troppo fitta, asportando i rametti più delicati.

Trapianto

Acquistare cespugli di lillà in zolla con almeno tre fusti, privi di lesioni. Si pongono a dimora fra ottobre e novembre scavando una buca grande almeno il doppio della zolla. Si tolgono le pietre e si mescola il terreno di scavo con un poco di calce se è acido e con un concime organico a lenta cessione come la farina d’ossa. La terra deve essere ben compattata prima di bagnare il terreno. Per contrastare la crescita di erbacce si impieghi una pacciamatura con materiale vegetale come cortecce o aghi di pino, oppure pigne. Il terreno ideale deve essere abbastanza pesante e umido: nei terreni sciolti e asciutti la serenella stenta.

In generale, il lillà preferisce suoli freschi e ricchi di sostanza organica.

Ubicazione stagionale

Per la sua rusticità, il lillà si adatta bene a vivere all’esterno tutto l’anno anche se la temperatura ideale per la sua crescita si attesta attorno ai 20°C. La pianta resiste bene al freddo intenso, anche prolungato, mentre il caldo eccessivo riduce la durata della fioritura ma non ne compromette la sopravvivenza.

Bonsai

Il bonsai di lillà appare spoglio in inverno ma poi produce le stesse caratteristiche infiorescenze della pianta madre.

Malattia e cure

I lillà soffrono la batteriosi (un’infezione molto pericolosa che potrebbe causarne la morte se non si interviene in tempo), e possono venire colpiti dalla peronospora, una malattia fungina che provoca l’ingiallimento e la caduta precoce delle foglie. Nel primo caso, occorre procedere con trattamenti periodici a base di ossicloruro di rame e calcio, mentre per il secondo problema sono efficaci i prodotti a base di piretro.

Se ben curata, però, la pianta di lillà si mostra molto rustica e resistente, non particolarmente soggetta a problemi fitosanitari ricorrenti.

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