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Surfinie, petunie o potunie: quali sono le differenze? Non è un errore, come si potrebbe subito pensare… in realtà surfinie, petunie e potunie sono varianti dello stesse Genere Petunia, appartenente alla famiglia delle Solanaceae, selezionate in seguito ai lavori di ibridazione eseguiti da specialisti del settore floricolo. Fino a una ventina di anni fa si conoscevano solo le Petunie, in seguito sono arrivate anche le surfinie e poi le potunie.
Il genere petunia è composto da 40 specie
Tutte le circa quaranta specie che compongono il genere petunia sono originarie dell’America meridionale e spontanee in Brasile. Il rosso-violetto dei fiori della maggior parte delle specie selvatiche, rappresenta a tutt’oggi il colore più diffuso delle petunie coltivate. Oltre alle petunie più classiche, oggi si trovano in commercio anche le calibrachoa, appartenenti a un altro genere ma molto somiglianti alle petunie: si tratta di piante facili da coltivare che hanno le stesse esigenze colturali delle petunie.
I fiori della petunia, belli ma delicati
La petunia è apprezzata da tempo come pianta ornamentale, per la bellezza dei suoi fiori, di forma tubulare o imbutiforme, e colori vivaci che vanno dal viola, al rosa, al giallo e bianco, in numerose tonalità diverse. Posizionata al sole, la petunia regala una ricca fioritura per tutta l’estate, fin quasi a ottobre. Le sue foglie, ovali e dal profumo caratteristico, hanno un aspetto vellutato per la presenza di una peluria sottile che le rende quasi appiccicose al tatto.
Tuttavia, la petunia presenta alcuni difetti… principalmente la delicatezza dei suoi grandi fiori e il portamento espanso, con i fusticini che si allungano lateralmente lasciando priva di fiori la parte centrale della pianta, che appare un po’ come svuotata.
Surfinie e Potunie sono più resistenti delle petunie
Ecco quindi che, negli anni recenti, in seguito a lunghi lavori di selezione fatti a partire dalle petunie, sono state ottenute le surfinie e, in seguito, le potunie, ibridi di petunia ottenuti rispettivamente in Giappone e in Germania, che hanno riscosso notevole successo. I fiori di surfinie e potunie, hanno le colorazioni classiche della Petunia, più qualche tonalità nuova e originale, come il crema e il giallo screziato.
Surfinie: un ibrido nato in Giappone
Surfinia è un nome che è stato attribuito alla petunia ricadente, non presente in natura, ma che è stata creata in Giappone nel 1989 grazie all’ibridazione tra due specie spontanee: Petunia violacea e Petunia nyctaginiflora. Trattandosi di una pianta ibrida, è tutelata da brevetto e, nella fase iniziale della coltivazione, la sua diffusione avviene attraverso le talee prelevate dalle piante madri a fine inverno e messe a radicare nelle serre di aziende floricole. La surfinia è molto più vigorosa della petunia, ha maggiore rifiorenza anche se non esposta al sole diretto e può sopportare al massimo una temperatura minima di un solo grado sotto lo zero.
Fiori abbondanti per tutta l’estate
I fiori di surfinia sono più piccoli rispetto a quelli della petunia, ma prodotti in numero molto maggiore, per tutta l’estate in continuazione, a creare una splendida cascata di colore. Il portamento della surfinia è ricadente, come quello della petunia, ideale da coltivare in vasi sospesi, molto utilizzata per la creazione di fioriere di ringhiera e anche nell’arredo urbano.
Le potunie sono ideali nei vasi e per le bordure
Le potunie, invece, si caratterizzano per la loro chioma, più folta, compatta e ordinata rispetto alle petunie, caratteristica che permette loro di crescere non ricadenti, ma di mantenere un portamento quasi eretto. Sono, quindi, l’ideale per vasi fioriti o per bordure di aiuole. Il termine potunia, proprio per questa sua caratteristica, riprende la parola “pot”, cioè “vaso” in inglese.
Calibrachoa: simile alla petunua, ma diversa la specie
Calibrachoa è un genere di piante spontanee nel continente sudamericano. Non sono quindi petunie ma assomigliano molto. Viene definita anche “petunia cascante” perché ha fiori simili nella forma a quelli della classica petunia, ma più piccoli e con un maggiore assortimento di colori. Si usa nelle composizioni ricadenti di grande effetto decorativo; è più sensibile al ristagno idrico e alla clorosi ferrica rispetto alle classiche petunie.
Esiste anche la sentunia, un ibrido di petunia
L’ultima nata è la sentunia, un ibrido di petunia selezionato in Italia, caratterizzato e apprezzato per la sua elevata vigoria e maggiore resistenza alla siccità. Ha una forma compatta, similmente alle potunie, e fiori di tonalità multicolor nuove e più vivaci.
Come si coltivano surfinie e potunie
Le esigenze colturali di surfinie e potunie sono le medesime della petunia, essendo loro stesse, fondamentalmente, delle petunie.
In particolare richiedono:
- un’esposizione al sole, o comunque molto luminosa: la luce è un elemento essenziale per la fioritura della pianta;
- terriccio sciolto e ben drenante, ond’evitare ristagni idrici e sviluppo di marciumi radicali;
- annaffiature regolari, da ripetere in base alla temperatura, evitando che il terriccio si asciughi troppo, poiché queste piante tendono a soffrire la sete e appassiscono con facilità;
- concime specifico per piante fiorite: ogni 10 giorni circa a partire da aprile, diluendo il prodotto nell’acqua dell’innaffiatoio secondo le dosi indicate in etichetta garantisce una fioritura più abbondante e colorata.
Petunie e surfinie in vaso sul davanzale
Tutti desiderano una fioriera che a inizio giugno sia già al massimo dello splendore e che si mantenga così fino all’arrivo del freddo. Petunie e Surfinie, da sempre uniche e vere rivali dei gerani sui davanzali italiani, possono garantire questo risultato a fronte di poche semplici cure: un contenitore adeguato, bagnature regolari e pulizia di foglie e fiori secchi.
Tre suggerimenti per fioriture top di petunie e surfinie
1- Il vaso giusto
Evitate di porre petunie e surfinie in ciotole piccole e basse (10 cm) perché a causa del volume scarso a disposizione il substrato sarà presto occupato interamente dalle radici e si asciugherà troppo rapidamente.
2- Potarle per rinvigorire
La potatura può servire solo per rinnovare una pianta che a metà estate sembra prossima a esaurire il proprio ciclo. Accorciate i fusti a metà della loro lunghezza, o addirittura un terzo, per due settimane restringete le bagnature e aspettate l’emissione di nuovi germogli.
3- Una sola manutenzione
L’unica cura richiesta dalle petunie e da una parte delle surfinie è la rimozione del secco: foglie fiori. Togliendo i fiori rovinati se ne favorisce la produzione di nuovi.
Temono il vento e a volte la pioggia
Le petunie e le surfinie devono essere coltivate in luoghi riparati dal vento perché questo, insieme al freddo, è il loro peggior nemico. I fusti, infatti, nonostante l’aspetto quasi lianoso e la massa compatta che possono creare sono abbastanza fragili e possono piegarsi tanto da interrompere il ciclo della linfa e seccare ad alcuni giorni di distanza dall’urto o dall’esposizione al vento. Anche per questa ragione il consiglio è di acquistare piante protette da gabbia di plastica per evitare danni durante il trasporto e di prestare la massima cura nel liberarle perché assai meno resistenti dei gerani. La pioggia, invece, si comporta in modo diverso per i fiori petunie e surfinie: quelli delle petunie sono quasi sempre danneggiati, mentre la gran parte dei fiori delle surfinie sono in grado di riprendersi e tornare alla forma e ai colori originari. A soffrire maggiormente sono i fiori già in fase di maturità avanzata che si chiudono, s’inzuppano e devono essere rimossi o si lasciano cadere.
Petunie & Co.: risposte per tutti i problemi
Qual è l’esposizione ideale di surfinie e petunie?
Per garantire un’ottima fioritura, prolungata ed abbondante da metà primavera, sino ai primi freddi autunnali, devono essere collocate a pieno sole. Temperature estive molto alte (superiori ai 30°C) causano tuttavia la formazione di fiori piccoli e di scarsa durata in pianta. Non tollerano le zone semiombrose, né tantomeno quelle completamente in ombra, nelle quali producono solo molte foglie e pochissimi fiori. Non sono adatte neppure per ambienti freddi, ventosi e molto piovosi, nei quali si ha un rapido deperimento dell’intera pianta. Non possono permanere in appartamento, se non per brevi periodi (al massimo due settimane).
Il terriccio? Meglio ben drenante
Tutte le petunie, ma soprattutto la surfinia, sono molto esigenti riguardo al terriccio, che deve essere di ottima qualità, soffice, torboso, molto fertile e ben drenante al fine di evitare pericolosi ristagni di acqua. Nei substrati sciolti (sabbiosi) ed in quelli poveri di elementi nutritivi, le piante rallentano la crescita e sviluppano fiori di scarsa qualità ed in numero ridotto. In commercio esistono substrati già preparati che hanno la seguente composizione indicativa: 50% terra di foglie di faggio; 40% torba bruna o bionda grossolana; 10% sabbia di fiume. Il terriccio adatto per le petunie è indicato anche per tutte le varietà di pelargoni.
Quanto devono essere bagnate?
Le irrigazioni devono essere regolari, anche se non molto abbondanti: l’acqua va distribuita quando il terriccio in superficie inizia ad asciugare, evitando di bagnare foglie e fiori, che potrebbero rovinarsi. Le massime esigenze idriche si hanno durante la piena fioritura: a partire dagli inizi di settembre, quando si riduce notevolmente il numero dei nuovi fiori, l’irrigazione va sensibilmente ridotta. L’eliminazione regolare delle foglie e dei fiori che marciscono perché a contatto con il terriccio inumidito, rende più ordinata la pianta e la predispone ad una migliore fioritura.
Petunie e surfinie devono essere concimate?
Per favorire una cospicua fioritura, le concimazioni devono essere effettuate in modo regolare: ogni 10-12 giorni sciogliere nell’acqua di irrigazione una adeguata quantità di concime liquido per piante annuali da fiore, o specifico per petunie, ricco in elementi quali ferro, zinco, boro, particolarmente richiesti da queste piante e utili per stimolare abbondante fioritura. Il fertilizzante liquido è da preferirsi a quello solido in granuli, in quanto più facilmente assimilabile e meno suscettibile di creare ustioni radicali. La concimazione va sospesa nei periodi estivi molto caldi e secchi e completamente abbandonata indicativamente verso gli inizi di settembre al Nord.
Possono essere conservate per l’anno successivo?
Le petunie sono piante annuali, che deperiscono più o meno rapidamente all’arrivo dei primi freddi autunnali: la temperatura di sopravvivenza è attorno ai 10-12 °C. Pertanto non si possono mantenere di anno in anno come accade per i pelargoni. Le surfinie sopravvivono generalmente più della Calibrachoa. Quelle meno durature sono le classiche petunie da aiuola.
Se il fogliame ingiallisce, che cosa fare?
Le petunie possono soffrite di “clorosi ferrica” che si manifesta con ingiallimento del tessuto fogliare compreso tra le nervature, che però rimangono verdi. Se non si interviene subito, la pianta rallenta la crescita e le nuove foglie, già ingiallite, diventano biancastre e seccano; nei casi gravi la fioritura viene bloccata e la pianta muore. È un problema frequente in terricci poco fertili, con persistenti ristagni idrici o quando la pianta è in contenitore con terriccio vecchio. La cura consiste nella ripetuta distribuzione al substrato di prodotti ricchi in ferro, in polvere o liquidi(solfato di ferro, ferro chelato); non si deve inoltre eccedere con l’irrigazione, in quanto l’eccesso di acqua nel substrato rallenta l’assorbimento del ferro.
Se le foglie decolorano velocemente?
In questo caso si tratta di una carenza di azoto: le foglie crescono lentamente, assumendo una colorazione inizialmente verde pallido, sono meno spesse e non raggiungono la normale dimensione. Nei casi più gravi l’intera pianta ingiallisce in modo uniforme, restando piccola e producendo solo un numero limitato di fiori, di ridotta dimensione. Il danno si manifesta soprattutto in piante mal coltivate in partenza nelle serre di produzione, oppure trapiantate in contenitori troppo piccoli e messe a dimora in substrato povero di elementi nutritivi. Per prevenire l’alterazione è indispensabile acquistare piante di ottima qualità, sane e ben sviluppate ed utilizzare substrati fertili ed organici; è inoltre opportuno distribuire concimi ricchi in azoto, ad esempio sangue di bue, alternandoli ai classici fertilizzanti per specie annuali da fiore.
Quali sono le principali malattie delle petunie?
Tra gli insetti i nemici più diffusi sono: afidi neri, i tripidi e le larve di farfalle (nottue). Per difendersi da afidi e tripidi si ricorre a insetticidi a base di piretro o deltametrina. Contro le nottue distribuire esche avvelenate in granuli sulla superficie del substrato. Tra i funghi, i più frequenti sono i marciumi radicali (sono causati da eccesso di acqua nel substrato), la muffa grigia (si presenta sotto forma di ammassi di muffa bianco-grigiastra sui fiori e sulle foglie), il mal bianco (si formano ammassi polverosi biancastri). La lotta è preventiva (con opportuni accorgimenti di coltivazione) e curativa con anticrittogamici a base di rame e zolfo o tebuconazolo. Le petunie possono essere facilmente colpite anche da virus trasmessi alla pianta dalle punture di afidi o tripidi, le cui lesioni non sono curabili e causano deformazioni delle foglie e dei fiori. Non esiste lotta diretta contro i virus, pertanto si devono eliminare le piante colpite e condurre lotta diretta contro gli insetti responsabili della loro diffusione.
Petunie e surfinie rigogliose? Ecco sei errori da evitare
Tutti dicono di saper coltivare petunie e surfinie, ma fra un davanzale e l’altro la differenza c’è: a festoni di colori fantastici fanno seguito balconi con cassette striminzite. Per farvi riuscire nel modo migliore vi indichiamo quali sono gli sbagli più comuni e vi spieghiamo come fare in modo corretto. Avrete vasi da concorso!
1. Tenerle sempre al sole
Tutte le petunie vogliono il pieno sole e hanno bisogno di molta luce per crescere e fiorire. Ma per fare durare i fiori più a lungo e mantenere colori più intensi provate ad abbassare il tendone del terrazzo dopo le undici così da ombreggiarle fino alle tre del pomeriggio. Osserverete che la pianta può davvero creare un effetto esplosivo perché le fioriture dei diversi giorni si accumulano più velocemente di quante se ne perdano.
2. Eccedere con il fertilizzante
La crescita vigorosa e l’instancabile produzione di fiori inducono spesso a eccedere con le fertilizzazioni. Questo è un errore, specie se si utilizzano prodotti ricchi di azoto. Al momento della messa a dimora utilizzate un prodotto a lento rilascio per piante da fiore che copra quattro mesi di coltivazione e solo una volta ogni due settimane diluite nell’acqua di bagnatura un fertilizzante liquidi ricco in fosforo e potassio per migliorare fioritura e intensità dei colori.
3. Usare un terriccio a caso
Le petunie, e tutte le altre simili, sono piante tendenzialmente acidofile che crescono meglio in un terreno a pH compreso fra 5 e 6. Si dovrà utilizzare un terriccio per acidofile sapendo già che le acque dure della pianura tenderanno ad alcalinizzare il substrato. Quando potete raccogliete l’acqua piovana: resta sempre la migliore per irrigare perché è priva di calcare. Aggiungiamo al terriccio sabbia, pomice e corteccia di conifera per migliorare il drenaggio senza penalizzare eccessivamente la capacità di trattenere umidità.
4. Metterle in un vaso qualunque
Per i fiori da balcone si tende a utilizzare vasi ampi e poco profondi che non danno alle nostre piante un volume di terra sufficiente per lo sviluppo corretto dell’apparato radicale e non consentono di accumulare abbastanza umidità. Basta non irrigare per un solo giorno che già le piante tendono a perdere vigore, il secondo reclinano gli apici, il terzo sono prostrate. Se si può garantire una costanza di bagnature quotidiana, la profondità minima è di 15 cm; se si bagna con meno frequenza deve essere almeno doppia.
5. Dare molta acqua velocemente
Bagnare i vasi è un’arte, semplice ma rigorosa. Chi annaffia di fretta di solito non esegue bene il proprio lavoro: usare grandi volumi d’acqua, così da far tracimare i sottovasi è un errore che si paga con la perdita dei nutrienti solubili, con il compattamento del substrato, e con spreco di terriccio trascinato via. Si deve annaffiare al piede, senza irrorare la vegetazione, di sera o di mattino presto, con acqua non troppo fredda, meglio se ha riposato qualche minuto per eliminare il cloro che serve a mantenerla potabile. Si bagna allagando lo spazio fra il terriccio e il bordo del vaso così che l’acqua penetri in modo abbastanza uniforme. Si passa agli altri vasi e solo alla fine se l’acqua non è arrivata nel sottovaso se ne aggiunge altra.
6. Buttarle dopo un anno
Dopo un temporale, una grandinata, un colpo di freddo o un abbandono prolungato si pensa che queste piante non siano in grado di riprendersi. Invece surfinie e petunie hanno un’elevata capacità di reazione. Provate a potare le piante danneggiate, riducendole a metà della loro lunghezza, bagnatele poco ma senza farle soffrire, e attendete la ripresa della vegetazione. In due settimane vedrete un buon numero di getti laterali svilupparsi dai rami rimasti. A questo punto fertilizzate con un prodotto, una sola volta, per piante verdi, ricco di azoto per incoraggiare lo sviluppo dei nuovi germogli, e riprendete il normale ciclo di coltivazione.
Come seminare le petunie nei vasi estivi
Le petunie sono i fiori ideali per le cassette estive: resistenti e durature, possono rifiorire per tutta la stagione senza interruzione. Per risparmiare sull’acquisto delle piantine, in primavera è possibile seminarle, utilizzando sementi autoprodotte oppure acquistate in bustine. Saranno pronte a fiorire a giugno.
È questo il momento giusto per seminare le specie annuali da fiore che si apriranno in estate. In particolare, si possono seminare le petunie, appartenenti alla famiglia delle Solanaceae, una delle piante ornamentali più diffuse e coltivate in vaso per la generosa e colorata fioritura. Fioritura che si protrae per tutta l’estate e che riesce ad abbellire le fioriere di balconi e terrazzi, richiedendo poche cure e regalando tante soddisfazioni.
Preparare i vasi
Una volta procurate le bustine di sementi, di buona qualità, procedere con la preparazione dei contenitori, ovvero dei semenzai, in cui verranno posti a germinare i semi. Allo scopo, possono essere utilizzate terrine in terracotta, larghe in media 20×30 cm, poco profonde (sono sufficienti 10 cm), dotate di fori basali per lo scolo dell’acqua in eccesso. Queste devono essere riempite con terriccio da semina (è possibile acquistarlo in sacchi presso un centro di giardinaggio) oppure con terriccio universale miscelato con sabbia, in maniera tale da ottenere un substrato morbido, ben drenante e allo stesso tempo in grado di mantenere un minimo livello di umidità, necessario alla germinazione dei semi.
Mettere i vasi al caldo per far spuntare le petunie
Dopo averlo versato nella terrina, il terriccio deve essere premuto (per eliminare eventuali bolle d’aria) e livellato con una tavoletta di legno, così da creare un perfetto letto di semina. I semi vanno distribuiti manualmente in superficie sul substrato, in maniera uniforme ed evitando di ammassarli troppo; le bustine di sementi riportano sempre la densità dei semi e la profondità da rispettare se si vuole ottenere un buon risultato.
I semenzai devono essere riposti in un luogo caldo (18-20 °C) e semiluminoso (protetto dai raggi diretti del sole). Per mantenere il giusto livello di umidità del terriccio, si può coprire la terrina con un foglio di cellophane trasparente, o con un vetro, avendo però l’accortezza di aprirlo nel caso si dovesse verificare condensa di umidità (dannosa e in grado di inficiare la germinazione dei semi per lo sviluppo di muffe). In genere, la germinazione avviene nel giro di un paio di settimane. Le plantule troppo fitte dovranno essere diradate, eliminando gli esemplari più deboli.
Dopo un mese vanno trapiantate
Quando le plantule avranno raggiunto un’altezza di 4-5 cm (e 3 foglioline vere), potranno essere trapiantate in vasetti del diametro di 12-14 cm, in gruppi di 3-4 plantule, al fine di ottenere un effetto più compatto. Il trapianto deve essere eseguito avendo l’accortezza di non lesionare né le foglioline, né l’apparato radicale, ancora tanto delicato. Per trapiantare ogni singola piantina nel vasetto, in un comune terriccio di tipo universale, procedere facendo un foro nel terreno con una matita (o un trapiantatoio), inserirvi la piantina mantenendola a livello del colletto e premere la terra ai bordi con le dita. I vasetti vanno tenuti nello stesso locale a temperatura stabile di 18-20 °C fino a quando le piantine non si saranno irrobustite, quindi, gradualmente, potranno essere trasferite all’esterno, nella posizione definitiva, esposte al sole.
L’autoproduzione dei semi
I semi delle petunie sono di dimensioni piccolissime (1 mm di diametro in media), tondi e scuri. In seguito alla fioritura, nel corso dell’estate, è possibile estrarli dalle capsule aperte, semplicemente strofinandole tra le mani. Ogni capsula ne contiene centinaia ed è quindi possibile ottenerne un numero sufficiente per eseguire la semina la primavera successiva.
E in giardino? Petunie e surfinie in piena terra
Per chi desidera porre surfinie e petunie in giardino come piante da piena terra, il consiglio è di scavare una buca larga il doppio del vaso di partenza. Districate le radici se troppo avviluppate su se stesse, ma con delicatezza cercando di distenderle senza troppo danneggiarle. Compattate il terreno con le mani aperte e bagnate.
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