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Il terrazzo, con una superficie di circa 31 mq e di forma trapezoidale, può essere considerato una vera e propria stanza all’aperto, dotata di una struttura che garantisce una leggera copertura ombreggiante di tutta l’area. Il progetto verde ha come obiettivo prioritario quello di creare una sorta di cornice intorno agli arredi, che non ostacoli i movimenti né la vista sulla città. La posizione così open lo rende però anche esposto a vento, caldo e freddo: meglio quindi orientarsi nella scelta di piante resistenti e già provate con successo in questa realtà climatica, quella della provincia di Modena, in piena Pianura Padana.
Fioriere con basilico, timo e altre aromatiche
Lungo il lato obliquo, a sinistra della porta finestra, si trovano, comode per l’uso, ma in una zona dove non sono d’intralcio al passaggio, fioriere o balconette su entrambi i lati. In questo modo si ha a portata di mano, con lo sviluppo lineare di un solo metro, prezzemolo, basilico, timo, santoreggia, menta o altre aromatiche a piacere.
Le piante rendono più bella sia l’area relax, con divano & C., che la zona pranzo, con tavolo e sedie
Salotto all’aperto protetto dal vento
Per creare un’atmosfera accogliente intorno al divano e alle altre sedute, ai lati si predispongono specie miste, a sviluppo verticale, che danno luogo a una coltre verde. Si nasconde così la ringhiera con una “barriera” naturale articolata su tre livelli diversi. Realizzata dentro ampi vasi, che assicurano maggiore stabilità, oltre a schermare in parte il vento offre ombra durante l’estate.
Una siepe impenetrabile vicino al divano outdoor
Il primo livello è quello a fianco del divano. Due grandi contenitori, uno per lato, ospitano piante di escallonia, un’arbustiva sempreverde a crescita lenta, facile da regimare per contenerla nelle misure quando tenderà a crescere. Capace di sopportare bene il pieno sole, ma resistente anche al freddo, ha una vegetazione compatta, fino al piede, di colore scuro e lucido.
La sua fioritura copre un lungo periodo estivo rinnovandosi continuamente se si ha l’accortezza di ripulirla dai fiori sciupati. La fioritura avviene sui rami dell’anno e una potatura primaverile, capace di stimolare la produzione di nuova vegetazione, avrà un impatto positivo sul numero di corolle prodotte e sulla rifiorenza (che è anche deliziosamente profumata).
Tra quelle utilizzate in giardino, la più diffusa è Escallonia rubra, che supera l’altezza di due metri; per spazi piccoli e in vaso sono preferibili varietà definite “nane”, di altezza limitata (da 60 a 90 cm), con una larghezza leggermente superiore, così che ne basterà una per vaso. La più conosciuta, affidabile e amata per la ricca fioritura di colore fra il rosa e l’amaranto, è Escallonia nana ‘Red Dream’.
I fiori, portati da steli eretti, sono riuniti in piccoli grappoli. Pianta facile, richiede bagnature regolari, ma solo quando il terreno tende ad asciugare perché teme il ristagno. Il terreno deve essere ben drenato, ma ricco di sostanza organica.
Negli angoli due colonne con il “falso gelsomino”
Alle estremità, per creare movimento, in vasi leggermente più alti a sezione quadrata, porre un sostegno di ferro a maglie larghe circa 10 cm per offrire appoggio ai rampicanti, così che assumano una dimensione tridimensionale.
La forma, inizialmente rigida, con il tempo sarà coperta dalla vegetazione e assumerà un aspetto più morbido. Il verde andrà così a ornare i montanti che sorreggono il telo ombreggiante. La specie scelta non può che essere l’indistruttibile Trachelospermum jasminoides, spesso confuso con il vero gelsomino, dal quale si differenzia per la forma del fiore, tipico a spirale, per le foglie più grandi, coriacee e più scure, mentre la fioritura bianca è ugualmente fragrante e duratura.
Con ottima resistenza al freddo, preferisce una posizione ben soleggiata, ma tollera molto bene anche la piena ombra, pur perdendo o limitando la capacità fiorifera.
Coltivare una graminacea in vaso
Per cambiare ritmo, davanti ai vasi del falso gelsomino si sistemano due contenitori rotondi, con sezione a cilindro e non rastremati, che ospitano una graminacea di taglia elevata come il Panicum virgatum ‘Northwind’. In piena terra col tempo forma cespi di altezza notevole, arrestandosi poco sotto i due metri, mentre in vaso resta più basso.
L’insieme delle foglie e dei culmi (si chiamano così i fusti cavi di queste specie) creano nella loro livrea autunnale – prima di seccarsi in piedi – un fantastico sovrapporsi di giallo, verde e toni bruno e ocra, sempre caldi e luminosi.
Si coltiva in pieno sole perché in ombra perde il suo portamento verticale e serrato divenendo più “lasso” e più rado. Resiste senza problemi al vento e alla pioggia, ma non sopporta il secco. Il terreno deve essere ricco ed equilibrato. Le graminacee si tagliano solo a inizio primavera quando la nuova vegetazione esce dal terreno, e non in autunno come le altre erbacee perenni.
Piante che contrastano le zanzare
Lungo la ringhiera trova posto una serie di vasi a terra, più grandi e profondi delle classiche balconette, scegliendo se ripetere lo stesso modulo o alternare contenitori di forme diverse, per creare movimento.
Al loro interno realizzare una “barriera antizanzara” scegliendo pelargoni, i classici gerani, ma nelle specie e varietà a foglia profumata. Si tratta di piante longeve che è facile tenere da un anno all’altro, prestando le dovute cure.
Possono diventare anche esemplari importanti, con una massa fogliare ricca e continua. Pur fiorendo per un lungo periodo, il loro punto di forza sono le foglie, sempre di forma particolare, ricchissime di oli essenziali, che si possono percepire sfregandole fra le dita, ma anche nell’aria se si ha modo di sostare prestando attenzione, quando non tira vento.
Tra i tanti, questi sono quelli che si consigliano: P. Graveolens, P. ‘Pink Capricorn’, P. ‘Royal Oak’, P. Tomentosum.
Tutte le cure necessarie per i gerani
I pelargoni, pur avendo esigenze diverse da specie a specie, devono essere bagnati con moderazione ma in modo continuo per garantire un’umidità costante. Temono il ristagno più della carenza perché il primo provoca marciumi dell’apparato radicale che si diffondono rapidamente a tutta la pianta provocandone la perdita, mentre la seconda causa disidratazione che potrà essere recuperata riprendendo le bagnature.
Considerata la natura del terreno, sempre molto permeabile, è naturale che l’acqua distribuita percoli nel sottovaso; non è corretto se vi ristagna e la pianta non riesce a riassorbirla nel giro di pochi minuti. Si bagnano al piede senza spruzzare le foglie che con acqua calcarea si macchierebbero facilmente. Utilizzare acqua fresca ma non fredda, possibilmente non calcarea.
Come fertilizzare i gerani
Per rimanere fioriferi, sani e vitali nel tempo, i gerani hanno bisogno di essere nutriti e sostenuti con fertilizzanti organici da distribuire due volte all’anno mescolati a terriccio fresco in sostituzione del primo strato ormai dilavato ed esausto. Ad accomunare questo tipo di nutrimenti è la lentezza di cessione, fra tutti la cornunghia e il cuoio torrefatto sono quelli più equilibrati, mentre il letame e i suoi terricciati sono in grado di migliorare la struttura del terriccio mantenendolo soffice e ben aerato.
I gerani più belli da scegliere
I fiori per la la zona pranzo all’aperto
Dove la ringhiera incontra il muro di casa, si dispongono vasi di oleandro, molto decorativo per la ricca e colorata fioritura estiva, di lavanda nel lato più esterno, in pieno sole, e di erigeron su quello, sempre con luce abbondante, ma meno esposto.
Il consiglio è di provare non la lavanda vera, ma il lavandino, un ibrido naturale originato dall’incrocio fra L. angustifolia e L. latifolia; è sterile, ma ha una maggiore vigoria e una buona resistenza al freddo. In particolare è consigliata la varietà ‘Spear Blue’ che è robusta, compatta, ordinata e longeva con spighe piccole portate erette. Si innaffia soltanto in estate a fronte di alte temperature e prolungata mancanza di precipitazioni.
Bagnare a fondo il terreno nel sottochioma, ma facendo attenzione a eventuali ristagni. Le piante devono essere collocate sempre in pieno sole, senza aver timore che si tratti di una posizione troppo assolata e rovente. Solo gli elementi giovani, messi a dimora in ritardo, in piena estate, devono essere nei primi giorni parzialmente ombreggiati.
Per crescere con forza e produrre ogni anno una gran massa di vegetazione necessitano di molti nutrienti. Si avvantaggiano di apporti di sostanza organica, ma non sempre il letame è disponibile e così si può ricorrere a terricciati o a compost, anche pellettato. I fertilizzanti chimici a lento rilascio vanno scelti fra quelli con apporto equilibrato di Azoto, Fosforo e Potassio.
Margherite da coltivare in balcone
Come ricadente usare l’erigeron, in particolare Erigeron karviskianus, perché i cuscini formati dalla vegetazione, morbidi e informali, una volta raggiunto il bordo del vaso tendono ad allungarsi. Per tutta la stagione offrono piccoli fiori a margherita bianchi con centro giallo dai riflessi rosati e l’unica operazione necessaria sono bagnature regolari senza eccedere nelle fertilizzazioni (servirsi sempre di un prodotto per piante fiorite).