Non lontano da Milano, in una zona della Brianza che era in passato un distretto produttivo molto attivo, l’ex laboratorio di falegnameria è stato trasformato in un loft contemporaneo, che sfrutta bene la doppia altezza con un soppalco e con una scala-armadio che contiene. sottotetto, l’abitazione evidenzia i tratti caratteristici di questa tipologia architettonica, il loft, nata appunto per il riadattamento a uso abitativo di spazi industriali dismessi.
Completamente ripensata, l’unità immobiliare si articola ora tra il livello principale, di circa 60 mq, e un piano superiore di circa 40 mq, ampliato da una balconata affacciata sulla zona pranzo e collegato da una scala-armadio di nuova realizzazione.
Una parte del loft è stata mantenuta a doppia altezza, in modo da salvaguardare l’impronta originaria dell’edificio, caratterizzato, come tutti i capannoni industriali, da soffitti molto alti (qui oltre i 5 m).
In fase di ristrutturazione, conservando soltanto l’involucro esterno in cemento, l’intervento ha comportato anche il rifacimento delle coperture e del vespaio aerato; all’esterno, sono stati rinnovati il cappotto isolante sulla facciata e sostituiti i serramenti.
All’interno – in prevalenza su disegno del progettista – soluzioni, come appunto la scala-armadio, che nascondono una doppia funzione e danno al progetto una connotazione molto tecnica, studiata nei dettagli per ottenere un “incastro perfetto” degli elementi, senza sprechi di spazio e con la massima resa. Anche dal punto di vista estetico e, per così dire, scenografico.
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Il corpo di fabbrica è formato da un unico volume – a pianta rettangolare – con minime divisioni interne sia al piano terra sia a quello superiore; in posizione centrale è disposta la nuova scala che collega i livelli. L’esposizione è su due lati con grandi vetrate, mentre altre due pareti (a Nord e a Ovest) sono cieche; quella dietro la composizione della cucina non è perpendicolare rispetto alle altre, ma la leggera inclinazione è del tutto assorbita e mimetizzata dalla forma trapezoidale dei mobili, appositamente progettati.
Al piano d’ingresso il layout prevede un’unica divisione muraria interna tra il soggiorno e il blocco della zona notte che comprende il disimpegno con lavanderia, il bagno e la camera singola. Ciascun vano è chiuso da una porta scorrevole, così da non sottrarre centimetri preziosi ai locali tra loro comunicanti.
Il volume del piano superiore è suddiviso in due zone, a destra e a sinistra della scala. Da una parte, chiusa da una porta scorrevole esterno muro, la camera matrimoniale con annesso il bagno a uso esclusivo; dall’altra la balconata – con affaccio sulla cucina – che ospita zona studio e spazio relax.
Nell’ambiente unico della zona giorno, le diverse aree funzionali si susseguono senza soluzione di continuità. Ampi spazi lasciati liberi con l’obiettivo di mettere in evidenza la doppia altezza del soffitto, a falda leggermente inclinata che raggiunge i 5,5-6 metri. In un unico colpo d’occhio è quindi possibile cogliere nell’open space tutti gli elementi architettonici significativi del loft: a sinistra sul lato Sud le grandi vetrate in alluminio, in parte fisse e in parte apribili, a destra la balconata del soppalco, in alto la copertura in legno con travi a vista.
La composizione, che si articola su più lati della zona giorno, è stata realizzata su disegno, modellata nello stile del loft anche nella scelta di materiali e finiture. I frontali alternano il laccato bianco opaco, l’essenza betulla e il rovere tinto grigio, con maniglie sporgenti o a gola. La parete più lunga – in cui sono inseriti gli elementi indispensabili delle zone cottura e lavaggio – è arredata con una serie di basi di diverse larghezze; e al posto dei pensili, meno adatti in un ambiente dalle altezze così elevate, una mensola corre per tutta la lunghezza della composizione; è forata per consentire il passaggio di uno dei pilastrini portanti del soppalco e integra il corpo aspirante della cappa a camino.
In sintonia con la scelta stilistica di lasciare il più possibile a vista strutture portanti e impianti, la canna fumaria della cappa aspirante è racchiusa in un tubo in alluminio (si tratta di un involucro normalmente impiegato per realizzare pluviali) che sale in verticale lungo la parete. Il piano di lavoro e l’alzata lungo la parete sono in Okite®, in una tonalità di grigio simile a quella delle ante. Questo materiale brevettato in quarzo, resina poliestere e pigmenti naturali è prodotto in grandi lastre che hanno però spessori molto più sottili (3-5 mm) rispetto al gres e altri materiali ceramici.
Colonne attrezzate: disposta sull’altro lato della cucina, sotto la soletta del soppalco, un’armadiatura formata da moduli di diverse larghezze integra scomparti contenitori, cestelli estraibili, portabottiglie ed elettrodomestici da incasso. Anche qui tutto è progettato su misura, con soluzioni tecniche interessanti: come le ante a battente retrattili della colonna forno che, una volta aperte, rientrano nella profondità dell’armadio scomparendo completamente; l’ultimo vano, quello d’angolo, poggia sul piano della composizione che si prolunga sull’altro lato: funge così da elemento di raccordo.
Per raggiungere il piano sopraelevato è stata realizzata una salita che si sviluppa a elle con due rampe distinte, in materiali diversi: nel suo complesso il volume, che “taglia” il soggiorno, serve anche per dividere le aree funzionali dell’open space e per contenere. La prima parte della scala-armadio (come meglio spiegato nei disegni) è un’opera di falegnameria realizzata su disegno in finitura laccato bianco e betulla. Il primo gradino ha profondità maggiore rispetto agli altri, mentre gli ultimi due formano un piedoca che riempie l’angolo e si raccorda alla seconda rampa. Nel sottoscala vuoto sono stati ricavati vani contenitori chiusi da ante a battente, accessibili dal lato destro; sul lato sinistro, un pannello – ripiegato a formare una piccola mensola – divide la scala-armadio dalla zona conversazione con una schermatura parziale. La scala integra anche il pilastro portante del soppalco che attraversa la pedata di uno dei gradini, appositamente forata.
In lamiera piegata e forata: sono in questo materiale i nove gradini della seconda rampa che sbarca sulla balconata del soppalco. La struttura sospesa è protetta su un lato dalla parete, sull’altro da tiranti in acciaio che, tesi a una distanza di circa 10 cm uno dall’altro, formano il parapetto. La lamiera forata utilizzata per i gradini è rifinita anche nella parte sottostante, visibile dal soggiorno.
In fondo alla stanza, la porta del disimpegno-lavanderia quando viene aperta scorre – spostandosi lungo il binario superiore – dietro il volume della scala che è leggermente scostato dalla parete. La rampa in legno e quella in lamiera piegata sono state realizzate su misura da F.lli Mariani (falegnameria e opere in ferro).
Il livello superiore del loft, costruito ex novo durante la ristrutturazione, si sviluppa su due lati che si intersecano a formare una elle: la zona con la camera da letto e il bagno è costruita in laterocemento; ha invece struttura in ferro e soletta in legno la balconata con la zona studio: sostenuta da una putrella e da due sottili pilastri, affaccia sull’ambiente sottostante; anche i tondini di ferro incrociati che proteggono il parapetto assorbono una parte del carico e fanno quindi parte della struttura portante.
La copertura del tetto è stata rifatta, nella stessa tipologia di quella preesistente: in legno lamellare con travi e assito smaltati in bianco alterna due finiture diverse, lucida e opaca, così da distinguere a prima vista i diversi elementi. Al piano soppalcato, nella zona notte, una soluzione vetrata per chiudere il bagno consente un migliore collegamento visivo tra i due ambienti.
Al piano superiore, l’ambiente di servizio è stato “ritagliato” in un angolo della camera matrimoniale, delimitato su due lati dalle pareti perimetrali e sugli altri due da una struttura vetrata a tutta altezza, formata da un telaio in ferro verniciato grigio antracite. Su una delle due facciate è integrata anche la porta d’ingresso del bagno. Questa soluzione costituisce, nell’estetica, un esplicito richiamo all’origine industriale di questo spazio (ex falegnameria) e ricorda infatti nello stile i serramenti dei magazzini e delle officine.
Come è fatto: il telaio in ferro della struttura è montato su due muretti in Gasbeton (calcestruzzo cellulare) di altezze differenti che si incrociano ad angolo: quello di fianco al letto è alto circa 140 cm, l’altro è di circa 90 cm. I profili in ferro grezzo con finitura trasparente opaca, sono fissati ai muretti con tasselli e in alto, alla struttura in legno della copertura con viti autofilettanti; le lastre, montate grazie a fermavetri, sono in vetro, in parte trasparente e in parte in vetro satinato, a seconda della posizione in cui si trovano. Così, su entrambi i lati, le fasce basse del box risultano opache per assicurare la necessaria privacy, mentre quelle superiori lasciano a vista la copertura in legno, senza interrompere la sequenza delle travi.
Progetto: arch. Francesco Brambilla, Lissone (Mb), Tel. 039/480075 – http://www.bbaa.it
Foto: Adriano Pecchio
Styling: Laura Mauceri