Al primo piano di un complesso di edifici a corte degli anni ’30 – ’40, nella zona ex industriale della Bovisa, a Milano, si trova il corpo di fabbrica in cui è ubicato quest’appartamento costruito più di recente, intorno agli anni ’60.
In origine adibito a spazio produttivo, con un intervento di rinnovamento e relooking si è connotato di forte personalità. Il layout della zona giorno open space è orientato dalla presenza di un terrazzo con superficie di circa 20 mq che dà luce a tutti gli ambienti che gli ruotano intorno e che vi si affacciano. È però soprattutto l’atmosfera a sorprendere, perché mette insieme accuratamente pezzi d’arredo su disegno e vintage, giocando con le finiture delle pareti. È la casa di un giovane creativo che ha scelto di privilegiare l’utilizzo del legno, declinato anche attraverso pezzi d’arredo e complementi che spaziano dagli anni ’50 agli anni ’70, con tocchi industrial e anche soluzioni di recupero.
Gli interni appaiono equilibrati nel ritmo compositivo eppure vissuti, costruiti a misura di “collezionista”; tutto è infatti a vista e a portata di mano, dagli oggetti alle fotografie d’autore. Gli spazi del living, che nella bella stagione si prolunga con la zona pranzo all’aperto, sono stati decisamente privilegiati: occupano infatti oltre due terzi dell’appartamento, includendo l’area d’ingresso. La camera da letto, preceduta da un passaggio che funge anche da disimpegno, è attrezzata con una cabina armadio indipendente.
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La pianta dell’appartamento, di circa 80 mq, è suddivisa in due blocchi che ruotano intorno al terrazzo: quello d’ingresso, che gode del triplo affaccio, è occupato dalla cucina e dalla zona pranzo, in un ambiente unico. Passando dall’altra parte della casa si trovano prima il soggiorno, completo di un piccolo angolo studio, quindi il bagno e la camera matrimoniale; la scelta di utilizzare quasi esclusivamente porte interne scorrevoli permette di dividere gli spazi riducendo al minimo gli ingombri.
Il terrazzo, in posizione d’angolo rialzato da un gradino, è accessibile sia dal lato della cucina sia da quello del soggiorno. Una barriera verde nasconde l’affaccio verso la strada, mentre la zona centrale è attrezzata con un’area conviviale all’aperto.
L’ingresso della casa si apre direttamente sulla prima sezione dell’ambiente giorno, quella che ospita la zona pranzo, l’area relax e l’angolo cottura. Senza soluzione di continuità e divisioni murarie, si passa quindi, tramite un restringimento di passaggio, al living e alla zona studio .
La cabina armadio a pianta quadrata, con accesso diretto dalla camera, è stata ritagliata sottraendo pochi metri quadrati tra la stanza stessa e il soggiorno.
1. Sistemi oscuranti
La portafinestra del terrazzo, che si allinea al muro esterno dell’edificio e forma quindi una rientranza profonda circa 20 cm, è nascosta da una tenda in lino naturale che si raccoglie a lato e ricade morbida a terra; mentre la finestra della cucina è schermata da una veneziana in sottili lamelle in legno laccato bianco opaco.
2. Il frigo in nicchia
Di fronte alla composizione in linea, il volume a tutta altezza in cartongesso, addossato alla parete laterale, è stato realizzato con diverse funzioni: consentire l’incasso del frigorifero, ricavare un vano contenitorein alto e anche segnare il confine tra gli spazi della cucina e il resto dell’ambiente.
3. Quinta passante
Sulla stessa linea del frigo, la libreria anni ’50 è composta da ripiani e cassettiere che si possono anche spostare o orientare dall’altra parte; è quindi fruibile su entrambi i lati. Il mobile, fissato a pavimento e a soffitto, regolabile in altezza grazie ai piedini telescopici, completa la divisione tra ingresso e cucina: una quinta che separa senza togliere luce al tavolo.
4. Lampade “da officina”
Sul piano della cucina, le zone cottura e lavaggio sono illuminate da due lampade vintage: si tratta di vecchi modelli industriali con diffusore in metallo laccato, del tipo utilizzato in passato in fabbriche e officine. Gli apparecchi sono stati riconvertiti a led e i cavi sono lasciati a vista per completare l’effetto factory di questa soluzione.
5. Personalità mista
Nei diversi spazi del soggiorno emerge l’impronta stilistica caratterizzante dell’abitazione, basata su un ricercato mix di pezzi di modernariato acquistati nei mercatini, arredi low cost e creazioni personalizzate del progettista. Così, nella zona conversazione, le poltroncine in ecopelle e il tavolino centrale sono originali anni ’50, il divano è di produzione attuale, il lampadario è hand-made.
6. Parete arredata
Una tonalità di grigio polvere mette in evidenzia lo sfondo dietro il divano, incorniciandone il profilo. Sopra, prevedendo una distanza di circa 50 cm dallo schienale dell’imbottito, è stata installata una composizione di ripiani che arrivano a tutta altezza, completando la parete.
7. I radiatori: conservati e valorizzati
Come in molti edifici costruiti negli anni ’50-’60, i radiatori sono modelli in ghisa: oggi, nelle ristrutturazioni, non sono più considerati elementi da scartare o nascondere, anzi: una volta riverniciati nel colore più adatto, sono un elemento di pregio. Quello della zona studio, a sviluppo orizzontale, è ai piedi delle scrivanie, distanziate di qualche centimetro dal muro per lasciare spazio al volume del calorifero.
8. Parquet industriale
Questa tipologia di rivestimento in legno è stata utilizzata per i pavimenti di tutta la casa, compreso il bagno. La particolarità del parquet industriale, in questo caso in rovere, sta nel taglio: vengono infatti impiegate lamelle di piccole dimensioni, strette nella parte a vista ma di spessore più elevato rispetto ai tradizionali listelli o listoni; gli elementi vengono assemblati e compattati tra loro in “blocchetti” a parallelepipedo, tenuti insieme da un supporto (rete o nastro adesivo). Tra i vantaggi di queste superfici, oltre alle resa estetica data dal motivo delle lamelle accostate, ci sono l’elevata resistenza al calpestio, la possibilità di lamare più volte e i costi più contenuti, perché viene spesso impiegato legno proveniente da residui di altre lavorazioni.
9. La cabina armadio tra due ambienti
Per ottimizzare la metratura disponibile, il volume in muratura del guardaroba è stato realizzato “a metà strada” tra la camera da letto e il living, verso il quale aggetta: così nessuno dei due ambienti risulta troppo penalizzato. La cabina armadio è accessibile soltanto dalla stanza da letto: a pianta quadrata e chiusa da una porta scorrevole interno muro, è attrezzata su due lati con stender, sul terzo con contenitori e scarpiera.
10. Spazio intermedio tra giorno e notte
Non è stato previsto un vero e proprio disimpegno tra living e camera, e questa scelta consente di recuperare centimetri. Oltre la porta scorrevole che divide i due ambienti, la stanza è però introdotta da una zona di passaggio che svolge la funzione di filtro; arredata con una libreria sospesa a parete, ha una struttura leggera in metallo, con ripiani in legno, che veste l’angolo.
11. Una luce d’atmosfera
In tutta la casa, gli spunti d’ispirazione etnica sono un tratto ricorrente, anche se appena accennato. In camera, si rifà a questo gusto la lampada da terra per l’illuminazione d’ambiente, appoggiata alla porzione di parete di fianco alla cabina armadio: su disegno del progettista, ha struttura in tondino di ferro con mousse in lino bianco come diffusore.
12. Perché lo sfondo scuro?
La parete dietro il letto è stata tinteggiata con un’idropittura opaca colore ottanio: tra verde e blu, quindi. Questo sfondo, in contrasto con il bianco delle altre superfici intorno, fa di questa parete l’elemento attenzionale della stanza. Il muro acquista visivamente profondità e tridimensionalità, come se si trattasse di una nicchia; gli oggetti appoggiati sopra, in questo caso lo specchio, vengono ad assumere un particolare risalto, sembrano fuoriuscire dalla superficie retrostante.
13. Specchio reinterpretato
Disposto in orizzontale al centro della parete, sopra la testiera del letto, è un modello anni ’20, con i profili sagomati e stondati.Le scritte serigrafate in corsivo sulla sua superficie sono state invece aggiunte in un secondo tempo, alleggerendone l’estetica.
14. Revival anni ’60
Un po’ cassetti e un po’ scomparti chiusi, il mobile appoggiato alla parete di fronte al letto è un altro pezzo di recupero. Queste madie multifunzionali con finitura melaminica effetto legno, negli anni ’60-’70 trovavano una loro collocazione, come veri jolly dal living alla camera.
Progetto: arch. Mirko Pancaldi, Milano – http://www.mirkopancaldi.com
Foto: La Camera Chiara/Andrea Vierucci
Styling: Anna Maria Eustachi