Il bilocale si trova al quarto e ultimo piano di un condominio degli anni ’50 nel centro di Vigevano e gode della vista su un parco privato e sulla torre del Bramante nella storica piazza Ducale, a breve distanza dalla casa. L’intervento di ristrutturazione è calibrato sulle esigenze della giovane coppia che la abita. Modifiche solo parziali al layout hanno portato a una maggiore apertura della zona giorno del bilocale che può così godere al massimo della luminosità naturale, grazie all’esposizione su due lati. Per quanto riguarda lo stile, si è optato per sfondi uniformi basati su pochi colori neutri – bianco, grigio, rovere chiaro del parquet – con l’obiettivo di mettere in risalto gli arredi, le lampade e i complementi di design “da collezione”. L’accostamento tra pezzi di gusto nordico contemporaneo (in omaggio alle origini finlandesi della proprietaria di questo bilocale) e arredi disegnati negli anni ’50 e ’60, diventati veri e propri classici, permette di ottenere un mélange armonico, tenuto insieme delle tonalità sobrie e morbide delle pareti e dei pavimenti.
Foto del bilocale di 80 mq
Il progetto del bilocale di 80 mq
La pianta del bilocale, all’ultimo piano dell’edificio, è caratterizzata dalla forma irregolare, determinata da pareti perimetrali non ortogonali; altro elemento vincolante è il muro di spina che taglia l’abitazione definendo il passaggio tra la zona d’ingresso e il soggiorno. Per il resto, il layout del bilocale è stato ripensato in modo da avere una zona giorno open space esposta su due lati. La zona notte, distribuita dall’ingresso, prevede una sola camera da letto, matrimoniale, un bagno e un pratico ripostiglio che serve anche come guardaroba per i cappotti.
L’ingresso del bilocale di 80 mq
L’ingresso si apre sul soggiorno: sulla parete della zona di passaggio, la composizione di specchi tondi è Lenti di Fuoriluogomilano. Nel living, alle spalle della zona conversazione, il tavolo rettangolare, con piano in rovere e gambe in metallo verniciato nero, è il modello EM Table di Vitra, design Jean Prouvé; stesso design per la sedia in primo piano a sinistra, modello Standard. Le altre sedute, una diversa dall’altra, sono le CH20, CH24, CH36 di Carl Hansen, design Hans J. Wegner. Il tavolo è illuminato dalla lampada a sospensione Crown Minor di Nemo Lighting, design Jehs+Laub.
Hans J. Wegner- Intorno al tavolo, le sedie in legno sono modelli diversi, tutti progettati negli anni ’50 dal designer danese Hans J. Wegner: nato nel 1914, iniziò la sua carriera come ebanista artigianale per poi sviluppare il lavoro su scala industriale e internazionale, collaborando anche con Arne Jacobsen e Erik Møller. Al centro della sua ricerca, materiali naturali e funzionalità come primo requisito degli elementi d’arredo: tra i suoi progetti si contano oltre 500 sedie, molte delle quali esposte nelle collezioni permanenti dei più importanti musei di design del mondo.
Nella zona conversazione, il divano a tre posti è il modello Place di Vitra, design Jasper Morrison; i cuscini, che riprendono nei motivi le tonalità blu del rivestimento, sono di Marimekko e Ken Scott. Accostato all’imbottito, lo sgabello tondo è Stool 60 di Artek, design Alvar Aalto, special edition di Mike Meiré. Dietro lo schienale, la lampada da terra è Coupé 3321 di Oluce, design Joe Colombo.
Nella zona dell’ingresso, le due porte rasomuro (di Garofoli) che si vedono sullo sfondo sono quelle del ripostiglio e della camera, mentre la porta d’entrata è a destra, schermata dal sistema contenitore passante. La madia in laccato bianco è T030 di Lema, design Piero Lissoni; la lampada da tavolo con diffusore a fungo è Atollo 237 di Oluce, design Vico Magistretti. L’ingresso è identificato dalla tonalità in grigio delle pareti che soltanto in questa zona sono tinteggiate in bianco, in modo da rendere più luminosa l’area di passaggio priva di aperture. Lungo il lato che fronteggia la struttura con la nicchia passante, la camera matrimoniale e il ripostiglio-guardaroba sono chiusi da porte rasomuro, allineate perfettamente a filo della superficie verticale. Sono modelli senza stipiti e non presentano sporgenze, se non quelle delle maniglie e degli zoccolini; se rifiniti come il muro, risultano quasi del tutto mimetizzati.
Prima dell’intervento, i pavimenti di questo bilocale erano rivestiti in marmette e altri materiali che si trovavano in cattivo stato di conservazione. La scelta è stata quella di rinnovarli posando il parquet direttamente sopra il supporto esistente, così da evitare la rimozione e le macerie. Tale soluzione ha comportato un rialzo di quota di circa 1 cm: nessun problema, dal momento che si trattava di una ristrutturazione totale che ha previsto anche la sostituzione di tutti i serramenti interni, installati solo dopo la posa del parquet. Le doghe di grandi dimensioni, da 12 x 120 cm ciascuna, sono in prefinito di rovere spazzolato, con finitura a olio per un colore dall’effetto molto naturale che tende a ossidarsi e a scurirsi solo leggermente nel tempo per l’esposizione alla luce. Le doghe, disposte a correre, sono caratterizzate dal taglio al vivo e dalla posa rettificata che rende del tutto invisibili le linee di giunzione: in questo modo, le superfici risultano omogenee, prive di fughe, e le sfumature e le venature del legno risaltano in particolare evidenza.
Uno dei principali obiettivi del progetto per questo bilocale era quello di avere un living aperto e vivibile che costituisse il cuore della casa, spesso utilizzata anche come studio. Nell’open space, il lieve contrasto tra grigio, bianco e i toni del blu riguarda le finiture dei mobili e degli sfondi, come anche la componente tessile. I tendaggi a balze in lino grezzo che, scendendo fino a terra, schermano le aperture delle finestre richiamano la tonalità delle pareti e del soffitto, alto più di 300 cm . La parete di fronte alla zona conversazione è stata arredata a misura da una libreria realizzata con i moduli di un programma di produzione che offre però piena libertà di varianti su disegno in base agli spazi disponibili. Questa composizione, dalle geometrie in grande evidenza, è formata da riquadri di diverse larghezze, con ripiani ad altezze sfalsate; alla base una fascia di scomparti chiusi. I profili in laccato bianco del mobile risaltano nell’inquadratura grigio chiaro del soffitto e delle pareti laterali. Nella zona conversazione-tv, la parete attrezzata personalizzabile fa parte del programma Selecta di Lema. A sinistra nell’angolo, la postazione di lettura è arredata con la poltroncina DAW serie Plastic Chair di Vitra, design Charles & Ray Eames ed è illuminata dalla lampada Parentesi di Flos, design Achille Castiglioni.
Nella zona dell’ingresso, la panca in rovere naturale con ante in laccato grigio e nero e i moduli che attrezzano la nicchia passante sono stati realizzati su disegno del progettista. L’appendiabiti a parete è il modello Hang It All di Vitra, design Charles & Ray Eames. Le pitture a parete sono di Farrow & Ball. La tinteggiatura opaca monocroma uniforma le superfici in materiali diversi: le parti in muratura e in legno, gli zoccolini, i cassetti e i ripiani. L’apertura passante, nello spessore del muro, risulta così perfettamente omogenea con le altre pareti all’interno del living; nella colonna di sinistra è integrata una lampada al neon che, schermata da un vetro opalino, illumina l’ingresso.
La struttura passante
Tra ingresso e soggiorno del bilocale, sfruttando – nel muro di spina – il vano di una porta preesistente, è stata realizzata una sorta di “finestra interna” che favorisce ulteriormente il passaggio della luce tra i due ambienti. Nello spessore di questa nicchia passante, parzialmente chiusa in basso con un muretto che arriva a 45 cm da terra, sono stati inseriti cassetti e mensole in legno, realizzati su misura dal falegname.
Come un angolo cottura che occupa però, a misura, un locale indipendente: così è concepita la cucina del bilocale. Si è quindi mantenuto uno schema distributivo molto frequente negli appartamenti degli anni ’50 di piccole e medie dimensioni. Il mini ambiente, separato dal soggiorno tramite una porta scorrevole e dotato di portafinestra con affaccio sul balconcino, è stato attrezzato con una progettazione “a incastro” della composizione, costruita sull’alternanza in bianco e marrone extra scuro di basi ed elementi sospesi. La composizione della cucina in laccato bianco e nero è stata realizzata su disegno del progettista. Il piano di lavoro e l’alzata tra le basi e i pensili sono in marmo bianco di Carrara. Il lavello da incasso a una vasca e il miscelatore sono in acciaio inox, il tagliere laterale in legno di rovere.
Il locale della cucina ha forma lunga e stretta e una metratura di circa 5,5 mq; nel progetto si è dovuta considerare la presenza della porta scorrevole su uno dei lati lunghi e della finestra su uno dei lati corti. Le due pareti utili sono state invece arredate con una composizione a elle che sfrutta l’angolo (tenendo conto del volume che contiene una canna fumaria condominiale); i pensili verticali raggiungono i 310 cm di altezza del soffitto. Per le finiture si è scelta la laccatura opaca degli elementi con contrasti in chiaroscuro: per i pensili, un bianco definito “off” che spegne l’intensità e attenua i riflessi; per le basi e la colonna frigo, invece, un moka molto scuro.
Di fianco alla zona lavaggio con lavello incassato, un tagliere a ribalta in rovere largo circa 30 cm si può sollevare all’altezza del piano di lavoro per ampliarne la superficie oppure “abbattere” a parete. Quest’ultima posizione consente di recuperare lo spazio necessario per aprire l’anta della finestra.
In cucina il piano cottura a gas inox ribaltabile, a 4 fuochi, è di Alpes Inox; nella base sottostante è incassato il forno. Nell’angolo, il volume della canna fumaria condominiale è rivestito in marmo bianco, in continuità con l’alzata.
Alternative all’incasso
La zona cottura è attrezzata con un piano cottura a gas ribaltabile che, grazie a un sistema di cerniere, si può sollevare e allineare alla parete liberando quando occorre una porzione di piano di lavoro; due piccoli fori nel top consentono il passaggio del cavo elettrico e del condotto del gas. Per piccole cucine, esistono anche modelli da appoggio, a gas o a induzione che, quando non vengono utilizzati, si possono riporre o appendere, come piccoli elettrodomestici.
Camera matrimoniale e bagno
La camera matrimoniale è unica e distribuita dall’ingresso. Il grigio è l’ideale per creare un’atmosfera riposante e mettere in risalto – nel contrasto – le geometrie e le sagome dei pochi elementi d’arredo per lo più total white, dei quadri e delle applique di design. Il grigio, declinato in diverse gradazioni, è richiamato da altri elementi, a cominciare dal rivestimento tessile della testiera. Quando la porta della camera è aperta, la prospettiva verso atrio d’ingresso e soggiorno è ininterrotta. Di fianco al letto, una sedia di design, identica a quella della postazione studio (ma in nero) si presta alla funzione di comodino così come sul lato destro.
Nella camera matrimoniale del bilocale il letto tessile con testiera imbottita è il modello Arca di Poliform. Sul comodino a destra, la lampada da tavolo è Lampadina di Flos, design Achille Castiglioni. Le applique montate una sotto l’altra nell’angolo di fianco alla finestre sono le Foglio di Flos, design Tobia Scarpa. La stampa orizzontale con cornice bianca, lunga come la testiera è Tate Artist Timeline di Sara Fanelli (Tate Modern Shop). La porta rasomuro della stanza, tinteggiata nella stessa tonalità della parete è di Garofoli con maniglia Lama di Olivari, design Gio Ponti.
Nel bilocale il lato della camera matrimoniale di fronte al letto è occupato in tutta la sua larghezza da un’armadiatura in laccato bianco con ante scorrevoli (Prima di Lema): non occorrendo spazio davanti per l’apertura, la distanza dalla pediera può essere quindi anche ravvicinata. Il tavolo in finitura bianca e la sedia nera della postazione studio sono il modello Fronzoni 64 di Cappellini; accanto al computer, la lampada da tavolo nera è AJ di Louis Poulsen, design Arne Jacobsen.
AG FRONZONI, grafico e designer – Nella postazione studio della camera, il tavolo e la sedia caratterizzati dalle linee squadrate dei profili in bianco e in nero sono state disegnate da AG Fronzoni (Angiolo Giuseppe Fronzoni). Nato nel 1923 a Pistoia, divise la sua attività tra architettura, design, editoria e grafica (realizzata da lui l’opera appesa alla parete della zona conversazione e riportata qui sotto), lavorando molto a Milano. Ha insegnato all’Istituto Statale d’Arte di Monza, è stato redattore della rivista Casabella, ha collaborato come progettista per numerose aziende e con la Biennale di Venezia.
Nel bagno a pianta lunga e stretta del bilocale il box doccia, al centro della parete, è racchiuso tra due spalle in muratura, una delle quali permette anche di schermare i sanitari. Le piastrelle di rivestimento bicolor sono in maiolica di Made a Mano. Il lavabo d’appoggio su piano in ardesia è Sfera di Catalano, il rubinetto Pan di Zucchetti Kos. Il pensile specchiato è illuminato nella zona inferiore.