30+30 mq: restauro di una tipica casa di montagna

Il recupero di una piccola casa di montagna, che si trova all'interno di un complesso di costruzioni tipiche del 1700, su un terreno scosceso.

Giovanna Strino
A cura di Giovanna Strino, Architetto Barbara Piccinno, Fotografa Cristina Fiorentini
Pubblicato il 06/07/2015Aggiornato il 10/08/2018
30+30 mq: restauro di una tipica casa di montagna

Con un accurato intervento di recupero architettonico, la piccola casa di montagna torna a vivere illuminandosi con tinte intense. Che ben si sposano con il legno, protagonista in tutti gli ambienti. Su due livelli sfalsati, gli interni rimessi a nuovo si caratterizzano per le soluzioni d’arredo realizzate artigianalmente e per alcuni elementi originari reinterpretati in chiave funzionale.
Accogliente e dal tratto informale, l’abitazione completamente ristrutturata si trova in un complesso del 1700 edificato su un terreno scosceso, con le murature in pietra e il tetto in legno, tipici delle costruzioni alpine. L’intervento che l’ha trasformata in una casa moderna e che ha aggiunto un bagno su ogni piano, ne ha anche riadattato la struttura, con opere di consolidamento e di coibentazione termica. L’ingresso avviene al piano superiore, direttamente nella zona giorno, mentre nella parte sottostante vi sono gli ambienti privati.

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  •  IL SOGGIORNO è un ambiente aperto multifunzione che però risulta idealmente suddiviso in due zone, grazie alla conformazione del locale. Il salotto utilizza la parte a sinistra dell’ingresso ed è arredato con sedute singole e due divani “personalizzati”, realizzati artigianalmente secondo lo stile non convenzionale della casa. Al centro, a separare la zona cucina, quello che apparentemente sembra un armadio antico è in realtà un’apertura a doppia anta dalla quale si accede al vano scala.

 

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  • Nella zona giorno al piano superiore sono molti gli elementi che evidenziano le caratteristiche tipiche di questa abitazione  alcune riconvertite da criteri contemporanei di praticità dall’ampio imbotte delle finestre al pavimento in assi di larice. LA CUCINA è arredata con una composizione in linea che utilizza tutta la parete libera tra la porta principale e i locali di servizio, di fronte al tavolo per il pranzo. Formata da basi e pensili, con colonna frigorifero all’estremità, ha ante in laccato lucido e piano in corten (che è una lega d’acciaio molto resistente alla corrosione e all’azione meccanica). Una spalletta in muratura scherma il fianco dei mobili rispetto all’entrata, definendo anche una piccola zona di ingresso. ■ Cucina: Wood di Colombini ■ Lavello: di Ikea ■ Forno e piano cottura in vetro retro laccato nero: di Tecnogas

 

L’architetto: per isolare: “fodere” e tamponamento

 Per rendere confortevoli gli interni si sono rese necessarie opere di coibentazione termo-acustica, che hanno interessato le murature e le ripartizioni orizzontali.
● Sull’esistente solaio interpiano in legno si è intervenuti dal basso, tamponando direttamente l’assito con pannelli in lana di roccia – altamente isolanti – sui quali sono state applicate lastre di cartongesso rivestite sul lato interno con un foglio di piombo (che fa da barriera sonora).
● Il nuovo controsoffitto è stato realizzato in modo che rimanessero a vista almeno le facce esterne delle travi originarie.
● Gli stessi materiali isolanti sono stati utilizzati anche per foderare le pareti in pietra, il cui effetto caratteristico è rimasto intatto all’esterno.
● Tale sistema di coibentazione ha favorito anche la parte tecnico-impiantistica dell’intervento: cavi e tubi sono stati alloggiati facilmente all’interno del telaio applicato alle pareti per la posa dei pannelli isolanti; si è evitato così di intaccare i muri con le tracce.

 

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La zona pranzo è nella nicchia in corrispondenza della finestra, il cui davanzale interno – grazie al forte spessore del muro – è utilizzato come utile piano di servizio. Sfruttando le due pareti come schienale, per il grande tavolo quadrato sono state realizzate
due panche fai-da-te, utilizzando pannelli di fibra legnosa. ■ Sgabelli verdi: di Maisons du Monde

Sgabello: Sgabelli o tavolini? Entrambi: con porzioni di tronchi di abete della misura di Ø 45 x H 45 cm sono stati realizzati questi oggetti multiuso che completano con funzionalità l’angolo conversazione. Per alleggerirne il peso sono stati svuotati della parte interna; ricoprendone la superficie con una tovaglietta rotonda in pvc colorata, coordinata agli altri elementi tessili dell’ambiente.
Tavolo: Anche il tavolo è di produzione artigianale, con parte del materiale di recupero, che è stato opportunamente trattato per essere riutilizzato. Il piano, infatti, è costituito da un ampio pannello in mdf, tagliato a misura, rifinito in superficie e lungo i bordi con i listoni del parquet originario. È fissato al supporto centrale: un parallelepido cavo, formato da cinque pannelli sempre in mdf, riempito internamente di sabbia per aumentarne il peso e quindi renderlo stabile.
Divano: Entrambi i divani sono composti da un pianale in mdf di L 180 x P 90 cm, alto 10 cm, rifinito lungo il bordo con l’applicazione di un frontale in corteccia. Tale supporto è sostenuto al centro e alle estremità da listelli in legno alti 15 cm, disposti in senso traversale. La particolare cuscineria che completa le sedute è realizzata su misura con tessuti in cotone (di Inthema, http://www.inthema.it) nelle sfumature dei colori del bosco. Tutti gli elementi imbottiti, alti 15 cm, sono sfoderabili. In totale le sedute sono alte 40 cm, esattamente come quelle di produzione.

 

 

Dalla rampa si scende alla zona notte composta da due camere da letto e un bagno. Il fatto che il piano inferiore sia un volume traslato rispetto a quello superiore non incide in alcun modo sul comfort dell’abitazione, anzi risulta un vantaggio la divisione netta data dal vano scala separato.

Dalla rampa si scende alla zona notte composta da due camere da letto e un bagno. Il fatto che il piano inferiore sia un volume traslato rispetto a quello superiore non incide in alcun modo sul comfort dell’abitazione, anzi risulta un vantaggio la divisione netta data dal vano scala separato.

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La camera da letto ha dimensioni contenute, nei limiti consentiti dalla normativa locale. La superficie ridotta ha richiesto l’installazione di una porta scorrevole interno muro, e anche l’arredamento si compone dei pezzi indipensabili, con elementi di produzione attuale, come la base letto con testata imbottita separata, mixati a pezzi d’epoca come il cassettone di fianco al letto. ■ Base letto: Fuji di Flexilan ■ Porta a scomparsa: di Leroy Merlin

 

L’architetto: controparete doppio uso

Per esigenze tecniche – ovvero quella di avere un’intercapedine di separazione tra la muratura dell’edificio e il terrapieno – la parete perimetrale dell’intera zona notte è aggettante verso gli interni di circa 20 cm e sino a un’altezza di 160 cm. Questo vincolo è stato sfruttato negli ambienti in modo funzionale: nella stanza doppia lo sbalzo offre una superficie d’appoggio in più.

 La copertura è nuova
In questa parte di edificio è stato necessario sostituire il vecchio tetto. Quello nuovo – un sistema completo già assemblato – offre alte prestazioni in termini di isolamento termico e di contenimento energetico.
● È stato appoggiato su un’orditura di travi in abete e travetti, anticati per ricreare all’interno l’estetica originaria.
● Il manto è invece costituito da lose (le caratteristiche lastre in pietra delle coperture di montagna), per uniformità con il contesto.

 

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La camera singola riprende lo stile che caratterizza l’arredamento del soggiorno, qui proposto in versione più vivace, certamente indicata per la stanza dei ragazzi. I mobili principali allineati lungo la parete lasciano spazio libero, eventualmente anche per far dormire un ospite. Il letto a soppalco è una composizione realizzata su misura per la cameretta integra divano e letto sovrapposti e un armadio. Tutti gli elementi sono costruiti artigianalmente con pannelli in mdf dipinti a rullo con smalto all’acqua in tonalità calde: i tre pezzi sono legati tra loro e funzionali uno all’altro. Così come nella stanza matrimoniale, anche qui il muro esterno che dà verso monte è caratterizzato dalla sporgenza della controparte: in questo caso occultata dal piano del letto superiore che vi si “appoggia” e che è anche fissato da un lato al modulo guardaroba e dall’altro a un setto in legno di 5 cm, applicato alla parete del locale. Grazie a questo gioco di incastri, la reale larghezza del letto (100 cm) la si percepisce solo una volta arrivati in quota. Come quelli del soggiorno ma di dimensioni leggermente inferiori, il divano è realizzato artigianalmente con effetto trapuntato.
■ Poltrona letto: Lycksele Lövås di Ikea

 

Arredi originali realizzati con materiali insoliti personalizzano anche i locali di servizio, a sottolineare quanto un po’ di creatività possa trasformare vari elementi di recupero. Nuovi invece i serramenti, con profili a tenuta e vetri bassoemissivi.

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Quello al piano superiore è suddiviso in tre zone, di cui una separata con porta che contiene i sanitari. La parte centrale è riservata al lavabo che, sotto la finestra alta, gode della luce naturale, sfruttando poi il vano dell’apertura come prolungamento del top. SPECCHIO: anche lo specchio applicato in corrispondenza del lavamano è una realizzazione fai-da-te. La cornice infatti è formata da profili battiscopa – gli stessi che sono stati posati in tutti gli ambienti dell’abitazione. Dimensionati e tagliati in modo da combaciare ai quattro vertici senza tagli a 45° – che richiedono particolare precisione – sono fissati con collante specifico per legno. IL BAGNO della zona notte è composto da due vani separati, uno per la doccia e l’altro per vaso igienico e lavabo. Al centro, il passaggio verso la camera dei ragazzi. È una soluzione progettuale inusuale, ma di grande efficacia quando lo spazio è un problema. MOBILE: Il mobile per il lavabo a incasso è costruito con tre pannelli in mdf, a formare un top con due fianchi di sostegno. Il primo ha la superficie rivestita con i listoni del parquet (già utilizzati nella casa anche per altri pezzi d’arredo), trattati sulla faccia esterna per resistere al contatto con l’acqua. Per alloggiare il lavabo ovale, il piano è stato poi forato seguendo la dima che ne riproduce la sagoma. ■ Sanitari compatti: Serie D-code di Duravit ■ Rivestimento doccia: marmo Foresta umbra di Benetti Stone

 

Tutti recuperati

Dal punto di vista tecnico-edilizio l’abitazione ha richiesto un notevole intervento per rendere l’intero immobile salubre e consentirne l’abitabilità. Diverse anche le opere di recupero degli elementi originari di finitura.

L’architetto: i vuoti sanitari

All’interno la parte di pavimento del piano superiore che appoggiava direttamente sul terreno – come si usava costruire un tempo – è stata rialzata per ricavare sotto il vespaio aerato, un’intercapedine che serve a distanziare l’edificio dal suolo, preservandolo dall’umidità e garantendo l’indispensabile aerazione. Requisitito indispensabile per l’abitabilità di un piano interrato. Per quanto riguarda il piano inferiore, che è aggettante e traslato rispetto a quello di sopra, è stato necessario invece prima un intervento di “sbancamento” del terrapieno, cioè è stata asportata della terra. E poi, lungo il lato a monte – che corrisponde a una delle pareti lunghe della zona notte – è stato necessario desolidarizzare (ovvero separare) l’immobile dalla roccia. In questo modo il volume risulta ben coibentato ed è anche stato dotato di un’intercapedine per il drenaggio.

 

 

La scala in pietra faceva già parte dell’edificio, ma è stata completamente ripristinata nella sua funzionalità e nell’estetica, utilizzando anche le lose del vecchio tetto eliminato per sostituire alcune lastre mancanti a copertura delle pedate. Con una mano di primer applicata a tutta la rampa si sono protette anche le alzate che tendono a “sfarinarsi”.

La scala in pietra faceva già parte dell’edificio, ma è stata completamente ripristinata nella sua funzionalità e nell’estetica, utilizzando anche
le lose del vecchio tetto eliminato per sostituire alcune lastre mancanti a copertura delle pedate. Con una mano di primer applicata a tutta la rampa
si sono protette anche le alzate che tendono a “sfarinarsi”.

Il serramento che chiude il vano scala è originario: trattato e restaurato per riportare alla luce il suo aspetto, è stato anche oggetto di un piccolo ritocco. A seguito dell’intervento architettonico sulle quote interne, le due ante risultavano basse rispetto all’altezza dell’apertura: per allinearle, sono state aggiunte liste in legno nella parte inferiore, “invecchiandole” con olio per motori che ne ha macchiato e scurito la superficie.

La porta: Il serramento che chiude il vano scala è originario: trattato e restaurato per riportare alla luce il suo aspetto, è stato anche oggetto di un piccolo ritocco.
A seguito dell’intervento architettonico sulle quote interne, le due ante risultavano basse rispetto all’altezza dell’apertura:
per allinearle, sono state aggiunte liste in legno nella parte inferiore, “invecchiandole” con olio per motori che ne ha macchiato e scurito la superficie.

Il parquet esistente in assi di larice è stato completamente rimosso e riutilizzato. Tenendo conto che per più di 300 anni erano state a contatto diretto con la terra, l’opera di recupero e ripristino è stata alquanto laboriosa, ma certamente appagante per l’effetto ottenuto. Gli elementi in legno sono stati fatti essiccare in un luogo appropriato per circa 8 giorni, al fine di eliminare completamente l’umidità assorbita nel tempo. Successivamente sono state tagliate in senso longitudinale per poterne ricavare - e utilizzare - solo lo strato superficiale, nobile, pulito e asciutto. Questo è stato poi applicato su supporti multistrato, aschiati per semplificare la posa, ottenendo così un parquet antico, originale ma perfettamente trattato e stabile per essere riposizionato su un nuovo massetto.

Il parquet esistente in assi di larice è stato completamente rimosso e riutilizzato. Tenendo conto che per più di 300 anni erano state a contatto diretto con la terra, l’opera di recupero e ripristino è stata alquanto laboriosa, ma certamente appagante per l’effetto ottenuto. Gli elementi in legno sono stati fatti essiccare in un luogo appropriato per circa 8 giorni, al fine di eliminare completamente l’umidità assorbita nel tempo. Successivamente sono state tagliate in senso longitudinale per poterne ricavare – e utilizzare – solo lo strato superficiale, nobile, pulito e asciutto. Questo è stato poi applicato su supporti multistrato, maschiati per semplificare la posa, ottenendo così un parquet antico, originale ma perfettamente trattato e stabile per essere riposizionato su un nuovo massetto.

Progetto: arch. Barbara Piccinno e arch. Niccolò Patetta – niccolo.patetta@fastwebnet.it Milano, Tel. 02/36554145
Foto: Cristina Fiorentini

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