Con un accurato intervento di recupero architettonico, la piccola casa di montagna torna a vivere illuminandosi con tinte intense. Che ben si sposano con il legno, protagonista in tutti gli ambienti. Su due livelli sfalsati, gli interni rimessi a nuovo si caratterizzano per le soluzioni d’arredo realizzate artigianalmente e per alcuni elementi originari reinterpretati in chiave funzionale.
Accogliente e dal tratto informale, l’abitazione completamente ristrutturata si trova in un complesso del 1700 edificato su un terreno scosceso, con le murature in pietra e il tetto in legno, tipici delle costruzioni alpine. L’intervento che l’ha trasformata in una casa moderna e che ha aggiunto un bagno su ogni piano, ne ha anche riadattato la struttura, con opere di consolidamento e di coibentazione termica. L’ingresso avviene al piano superiore, direttamente nella zona giorno, mentre nella parte sottostante vi sono gli ambienti privati.
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- IL SOGGIORNO è un ambiente aperto multifunzione che però risulta idealmente suddiviso in due zone, grazie alla conformazione del locale. Il salotto utilizza la parte a sinistra dell’ingresso ed è arredato con sedute singole e due divani “personalizzati”, realizzati artigianalmente secondo lo stile non convenzionale della casa. Al centro, a separare la zona cucina, quello che apparentemente sembra un armadio antico è in realtà un’apertura a doppia anta dalla quale si accede al vano scala.
- Nella zona giorno al piano superiore sono molti gli elementi che evidenziano le caratteristiche tipiche di questa abitazione alcune riconvertite da criteri contemporanei di praticità dall’ampio imbotte delle finestre al pavimento in assi di larice. LA CUCINA è arredata con una composizione in linea che utilizza tutta la parete libera tra la porta principale e i locali di servizio, di fronte al tavolo per il pranzo. Formata da basi e pensili, con colonna frigorifero all’estremità, ha ante in laccato lucido e piano in corten (che è una lega d’acciaio molto resistente alla corrosione e all’azione meccanica). Una spalletta in muratura scherma il fianco dei mobili rispetto all’entrata, definendo anche una piccola zona di ingresso. ■ Cucina: Wood di Colombini ■ Lavello: di Ikea ■ Forno e piano cottura in vetro retro laccato nero: di Tecnogas
Per rendere confortevoli gli interni si sono rese necessarie opere di coibentazione termo-acustica, che hanno interessato le murature e le ripartizioni orizzontali.
● Sull’esistente solaio interpiano in legno si è intervenuti dal basso, tamponando direttamente l’assito con pannelli in lana di roccia – altamente isolanti – sui quali sono state applicate lastre di cartongesso rivestite sul lato interno con un foglio di piombo (che fa da barriera sonora).
● Il nuovo controsoffitto è stato realizzato in modo che rimanessero a vista almeno le facce esterne delle travi originarie.
● Gli stessi materiali isolanti sono stati utilizzati anche per foderare le pareti in pietra, il cui effetto caratteristico è rimasto intatto all’esterno.
● Tale sistema di coibentazione ha favorito anche la parte tecnico-impiantistica dell’intervento: cavi e tubi sono stati alloggiati facilmente all’interno del telaio applicato alle pareti per la posa dei pannelli isolanti; si è evitato così di intaccare i muri con le tracce.
Sgabello: Sgabelli o tavolini? Entrambi: con porzioni di tronchi di abete della misura di Ø 45 x H 45 cm sono stati realizzati questi oggetti multiuso che completano con funzionalità l’angolo conversazione. Per alleggerirne il peso sono stati svuotati della parte interna; ricoprendone la superficie con una tovaglietta rotonda in pvc colorata, coordinata agli altri elementi tessili dell’ambiente.
Tavolo: Anche il tavolo è di produzione artigianale, con parte del materiale di recupero, che è stato opportunamente trattato per essere riutilizzato. Il piano, infatti, è costituito da un ampio pannello in mdf, tagliato a misura, rifinito in superficie e lungo i bordi con i listoni del parquet originario. È fissato al supporto centrale: un parallelepido cavo, formato da cinque pannelli sempre in mdf, riempito internamente di sabbia per aumentarne il peso e quindi renderlo stabile.
Divano: Entrambi i divani sono composti da un pianale in mdf di L 180 x P 90 cm, alto 10 cm, rifinito lungo il bordo con l’applicazione di un frontale in corteccia. Tale supporto è sostenuto al centro e alle estremità da listelli in legno alti 15 cm, disposti in senso traversale. La particolare cuscineria che completa le sedute è realizzata su misura con tessuti in cotone (di Inthema, http://www.inthema.it) nelle sfumature dei colori del bosco. Tutti gli elementi imbottiti, alti 15 cm, sono sfoderabili. In totale le sedute sono alte 40 cm, esattamente come quelle di produzione.
Per esigenze tecniche – ovvero quella di avere un’intercapedine di separazione tra la muratura dell’edificio e il terrapieno – la parete perimetrale dell’intera zona notte è aggettante verso gli interni di circa 20 cm e sino a un’altezza di 160 cm. Questo vincolo è stato sfruttato negli ambienti in modo funzionale: nella stanza doppia lo sbalzo offre una superficie d’appoggio in più.
La copertura è nuova
In questa parte di edificio è stato necessario sostituire il vecchio tetto. Quello nuovo – un sistema completo già assemblato – offre alte prestazioni in termini di isolamento termico e di contenimento energetico.
● È stato appoggiato su un’orditura di travi in abete e travetti, anticati per ricreare all’interno l’estetica originaria.
● Il manto è invece costituito da lose (le caratteristiche lastre in pietra delle coperture di montagna), per uniformità con il contesto.
Arredi originali realizzati con materiali insoliti personalizzano anche i locali di servizio, a sottolineare quanto un po’ di creatività possa trasformare vari elementi di recupero. Nuovi invece i serramenti, con profili a tenuta e vetri bassoemissivi.
Dal punto di vista tecnico-edilizio l’abitazione ha richiesto un notevole intervento per rendere l’intero immobile salubre e consentirne l’abitabilità. Diverse anche le opere di recupero degli elementi originari di finitura.
All’interno la parte di pavimento del piano superiore che appoggiava direttamente sul terreno – come si usava costruire un tempo – è stata rialzata per ricavare sotto il vespaio aerato, un’intercapedine che serve a distanziare l’edificio dal suolo, preservandolo dall’umidità e garantendo l’indispensabile aerazione. Requisitito indispensabile per l’abitabilità di un piano interrato. Per quanto riguarda il piano inferiore, che è aggettante e traslato rispetto a quello di sopra, è stato necessario invece prima un intervento di “sbancamento” del terrapieno, cioè è stata asportata della terra. E poi, lungo il lato a monte – che corrisponde a una delle pareti lunghe della zona notte – è stato necessario desolidarizzare (ovvero separare) l’immobile dalla roccia. In questo modo il volume risulta ben coibentato ed è anche stato dotato di un’intercapedine per il drenaggio.
Progetto: arch. Barbara Piccinno e arch. Niccolò Patetta – niccolo.patetta@fastwebnet.it Milano, Tel. 02/36554145
Foto: Cristina Fiorentini