Una casa con un patio centrale che illumina e collega

Grandi superfici vetrate moltiplicano la luminosità degli ambienti, distribuiti intorno a uno spazio all’aperto. Il living, arredato con gusto contemporaneo, è completato da un livello superiore attrezzato anche per l’home fitness.

Silvia Scognamiglio
A cura di Silvia Scognamiglio, Fotografo Adriano Pecchio
Pubblicato il 07/07/2014Aggiornato il 06/09/2018
Una casa con un patio centrale che illumina e collega

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  • La zona giorno della casa si snoda ad angolo retto intorno al patio: grazie al collegamento visivo creato dalle vetrate, questo diventa parte integrante dell’ambiente. Nel living aperto, le travi a vista della copertura inclinata, verniciate di bianco, sottolineano la continuità tra le diverse zone funzionali. Un lato è occupato dal soggiorno, arredato con due divani rivestiti in tessuto bianco, modello Harry di B&B Italia. Davanti al mobile basso della collezione Maya di Minotti, su cui poggia il televisore, pouf Osorom disegnato da Konstantin Grcic per Moroso.

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  • Il passaggio tra l’esterno e l’interno è segnato da un canale perimetrale che è stato colmato con sassi sbiancati; in corrispondenza dei punti di accesso alla corte interna, questo camminamento irregolare è interrotto da pedane in vetro temperato. Al centro, il piano di calpestio è rivestito in pietra leccese e illuminato dal basso con faretti a incasso di Viabizzuno. Nella vasca quadrata in acciaio inox, rivestita in legno di teak, è stato piantato un albero di ulivo che risulta visibile da tutti gli ambienti della casa.

Sottotetto

  • Al centro del soggiorno, tra la zona conversazione e l’angolo pranzo, l’ampio passaggio è dominato dalla presenza di uno scenografico camino sospeso di forma circolare, in acciaio nero opaco con canna fumaria completamente a vista, il modello Ergofocus di Focus; in corrispondenza del focolare, nel pavimento in parquet di rovere tinto wengé è stato creato uno scavo, anche in questo caso riempito con ciottoli bianchi. Sul fondo della stanza, appoggiata alla parete, una scala a giorno in acciaio inox con gradini e balaustra in vetro temperato conduce alla zona soppalcata costituita da due ambienti comunicanti.

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  • Una vetrata invisibile unisce e separa. Tra l’area pranzo e la cucina il collegamento visivo risulta molto diretto, anche se la vetrata trasparente a tutta parete – con apertura scorrevole – garantisce l’indipendenza di ciascuna funzione. Riprendendo il motivo decorativo utilizzato nel patio, lo stacco tra i due ambienti è segnato da una fascia di ciottoli bianchi a pavimento. La zona operativa è attrezzata con un bancone a penisola in finitura ebano con top in acciaio inox: questo blocco scherma parzialmente la parete di fondo, occupata dagli elementi contenitori e dal frigorifero side by side. Dall’altra parte della stanza, l’effetto scenografico della lampada di design è enfatizzato dall’accostamento con il tavolo bianco, caratterizzato dall’essenzialità della struttura. Al tavolo in metallo verniciato bianco (modello Less di Molteni&C.) sono accostate, in contrasto cromatico, le sedie Vol au vent di B&B Italia, rivestite in pelle. Il piano è illuminato dalla sospensione a sfera in filo di alluminio, modello Fil de Fer di Catellani & Smith.
Pietra leccese per le finiture

Nella zona giorno le pareti sono rivestite con lastre di questa roccia calcarea, tipica della zona del Salento dove è nota anche con il nome di “leccisu”. ll materiale, molto compatto, si trova in natura in colori che vanno dal grigio al paglierino; spesso è impreziosito dalla presenza di residui fossili nella massa. La composizione omogenea lo rende facilmente plasmabile e lavorabile, adatto per realizzare oggetti e sculture. Tagliato in lastre, anche di grandi dimensioni, può essere impiegato per rivestire ampie superfici, anche all’esterno.

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  • In cucina, la penisola ospita il lavello integrato nel top in acciaio e il piano cottura a gas incassato a filo. Nell’armadiatura a parete il forno è nascosto dietro un’anta. I mobili fanno parte della composizione Gandhara di Minotti Cucine.

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  • Anche la camera affaccia sul patio centrale attraverso un’ampia vetrata con apertura scorrevole che può essere schermata da un sistema oscurante a veneziana. Lo spazio a disposizione consente di sistemare il letto al centro della stanza: si tratta del modello Adia di B&B Italia, con testiera reclinabile rivestita in pelle chiara. Lungo la parete si apre la cabina armadio, delimitata da pannelli scorrevoli in vetro realizzati su disegno: è divisa in due settori che hanno accesso indipendente.

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  • Alla camera matrimoniale si aggiungono la stanza per gli ospiti ricavata sul soppalco e una singola che si trova invece al piano del patio. Quest’ultima è arredata con il letto tessile Dodicesima Notte di Molteni&C. Fissata a parete, la libreria flessibile Bookworm, design Ron Arad per Kartell. 

 

La doccia è nella vasca

 

I due bagni principali dell’appartamento si intersecano parzialmente l’uno con l’altro grazie a un insolito collegamento. Nel primo il volume trasparente del box doccia sporge infatti rispetto alla pianta della stanza e si trova così ad affacciare sulla grande vasca-piscina ricavata nel locale adiacente. In entrambi gli spazi, per i rivestimenti a parete sono state scelte lastre in vetro verniciato chiaro che si alternano però a un mosaico monocromatico molto scuro. Tonalità ripresa anche dalle finiture del pavimento e degli elementi d’arredo. 

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  • Il bordo sporgente della vasca in muratura forma una nicchia dove sono inseriti i sanitari sospesi (Duravit). La parete di fronte, rivestita con mosaico in vetro Bisazza, è occupata da un mobile in finitura wengé completo di lavabo da appoggio; è il modello Opera di Toscoquattro. La grande specchiera orizzontale, priva di cornice, è inserita a filo del muro. Per avere quasi una piscina: un’originale soluzione ha permesso di ottenere una vasca-doccia in muratura di grandi dimensioni, a filo pavimento. Il bacino è delimitato frontalmente, da un bordo in calcestruzzo alto circa 30 cm. L’interno della vasca è impermeabilizzato con uno strato in pvc, sopra il quale è stata effettuata un’altra gettata di cemento e posato poi un sottofondo in resina per lisciare e uniformare la superficie. La finitura è infine realizzata con la lastre in vetro cristallo extrachiaro. La rubinetteria e il soffione della doccia sono installati a parete. Quando l’ampia vasca viene riempita, il livello dell’acqua è visibile in trasparenza dal box doccia del bagno adiacente con il quale confina.

 

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  • La palestra sopraelevata Nella zona soppalcata affacciata sul living è stato ricavato uno spazio per l’home-fitness. Un angolo dedicato all’attività fisica si può organizzare facilmente: bastano pochi metri quadrati e gli attrezzi adatti.
Dimensioni e praticità d’uso in primo piano

Qual è lo spazio ideale? Per organizzare una mini-palestra in casa non è necessario disporre di una stanza in più. Può essere sufficiente ritagliarsi un angolo nel bagno, nel corridoio, nello studio o in camera da letto; o, perché no, anche in soggiorno: i nuovi attrezzi, compatti e curati nel design, si inseriscono infatti con facilità nei diversi ambienti. La zona prescelta deve essere poco rumorosa; dotata di aperture per il ricambio di ossigeno e per un’adeguata illuminazione naturale; deve avere una luce artificiale calda e soffusa (eventualmente predisposta per la cromoterapia); la temperatura ideale è di 18-20 °C, con umidità media. Quanti metri quadrati occorrono Una zona wellness completa di tutte le macchine fondamentali – per allenamento cardiovascolare, tonificazione e potenziamento muscolare, stretching – si può organizzare in un locale di 14-15 mq. Per un singolo apparecchio, per esempio una panca, una cyclette o uno stepper o una pedana vibrante, bastano in alcuni casi anche 2-4 mq (per alcuni modelli compatti addirittura un solo metro quadrato). Esistono attrezzi in versioni pieghevoli che si possono riporre in pochi centimetri. La scelta degli attrezzi Bisogna valutare non soltanto l’ingombro di ogni singola macchina, ma anche lo spazio di movimento necessario per utilizzarla durante l’allenamento. Meglio decidere in anticipo la tipologia di esercizi con cui prevalentemente ci si allenerà o quale disciplina si vuole praticare, in modo da essere in grado di scegliere la soluzione più specifica. Ci sono comunque macchine multifunzione che richiedono un po’ più spazio, permettendo però di effettuare esercizi per braccia, gambe e busto; sono in genere complete di pesi e cavigliere per poter aumentare progressivamente l’intensità dello sforzo.

Progetto: un doppio soppalco amplia la superficie 

L’appartamento di 135 mq è stato ricavato rendendo abitabile il livello sottotetto di un edificio occupato al piano inferiore da locali commerciali. Vi si accede salendo una scala che immette direttamente nel patio scoperto: il percorso viene quindi indirizzato da una parte verso un ampio spazio aperto di forma allungata, dove è installata la piscina; dall’altra verso l’interno dell’abitazione.
● Ripensando completamente la suddivisione degli ambienti, questi risultano ora ridistribuiti intorno allo spazio aperto centrale: delimitato da vetrate trasparenti, dà luce a tutta la casa.
● La zona giorno è un open space che si sviluppa su due lati, integrando il salotto e la zona pranzo; la cucina, con annesso locale lavanderia, è divisa da una porta vetrata. Sul terzo lato si susseguono invece le due camere da letto e i due bagni adiacenti uno all’altro.
● Dal soggiorno, una scala conduce al doppio soppalco di circa 50 mq, costituito da due settori che comunicano tra loro tramite una passerella: si trovano rispettivamente in corrispondenza di cucina e camere.
● Uno degli spazi sopraelevati è adibito a palestra, l’altro è una stanza completa di bagno.

Piano d’ingresso

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1 Scala – 2 Ingresso – 3 Patio – 4 terrazzo/piscina – 5 Soggiorno – 6 Zona pranzo – 7 Cucina – 8 Lavanderia – 9 Camera matrimoniale – 10 Camera – 11 Bagno – 12 Cabina armadio

Pianta del soppalco
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1 Scala – 2 Palestra – 3 Passerella – 4 Zona relax – 5 Camera – 6 Bagno

Progetto: arch. Paola Fracasso via Zara 22, Porto Viro (Ro), tel. 0426/322060

Foto di Adriano Pecchio

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