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La mansarda rinnovata si trova in Trentino Alto-Adige, a Siusi, una rinomata località a circa 1.000 metri di quota. È all’ultimo piano di una palazzina costruita negli anni ’80 e per questo necessitava di un progetto di relooking che la attualizzasse nel layout e permettesse di sfruttare in modo più funzionale la metratura contenuta di circa 75 mq. È stato così possibile venire incontro in modo specifico alle esigenze della famiglia di quattro persone che la abita durante le vacanze invernali. Mantenendo inalterate essenza e struttura del sottotetto, per migliorarne il comfort è stato fondamentale ricavare il secondo bagno e ampliare la superficie della zona giorno; l’eliminazione di buona parte delle controsoffittature ha inoltre permesso di sfruttare al meglio le altezze digradanti. Il carattere tipico dello chalet è preservato anche grazie all’utilizzo del legno per pavimenti, rivestimenti e mobili, molti dei quali realizzati da artigiani locali. Si alternano due essenze: il rovere del parquet e delle perlinature e l’abete invecchiato utilizzato per molti elementi d’arredo. L’alternanza del grigio scuro per le finiture delle grandi superfici è stata introdotta con l’obiettivo di dare alla mansarda rinnovata, anche per quanto riguarda la palette cromatica, un’impronta più contemporanea.
Foto sottotetto ristrutturato 75 mq
Il progetto della mansarda rinnovata
Con l’obiettivo di rendere più fruibile gli spazi e di sfruttare in modo più funzionale la metratura di circa 75 mq, la mansarda rinnovata è stata ridistribuita, soprattutto nella fascia centrale della pianta dove è stato ricavato il secondo ambiente di servizio. Inoltre, rinunciando nella zona giorno a un ripostiglio nel sottotetto dove il soffitto si abbassa maggiormente, è stato possibile rendere il living più profondo. Sono stati inoltre demoliti (e ricostruiti solo dove occorreva) i controsoffitti, rifatti gli impianti tecnici, sostituiti i pavimenti e installati nuovi lucernari nel bagno e nella zona giorno.
- All’ingresso il volume a pianta triangolare del camino scandisce i percorsi interni. Non più a isola ma a penisola, è diventato anche il punto di appoggio per le pareti del nuovo ambiente di servizio a uso della camera matrimoniale.
- La cucina occupa un ambiente indipendente, collegato con la zona pranzo e chiuso da una porta scorrevole. Su un lato, la stanza confina con un ripostiglio esterno, accessibile dal terrazzo.
- I tagli obliqui delle pareti nell’ingresso e nella zona centrale della casa sono una caratteristica progettuale originaria. Anziché intervenire per modificarla, è stata assecondata dando una forma irregolare “a incastro” al bagno di nuova realizzazione.
- Nella zona notte lungo la parete perimetrale tra le due camere da letto, le rientranze nella fascia bassa del sottotetto, tra una finestra e l’altra, sono state sfruttate per ricavare armadiature di elevata profondità a uso delle stanze.
- Il terrazzo a tasca tra il soggiorno e la cucina, ritagliato nel volume del sottotetto misura 6 mq. In origine era collegato con un ripostiglio a sinistra che è stato eliminato per ampliare il soggiorno (nella zona dove ora ci sono le due poltrone).
Nuovo look per il camino
Tra ingresso e soggiorno, il volume che integra il camino è molto ampio perché, oltre a contenere il focolare e la sua canna fumaria, è anche una colonna tecnica attraverso la quale passano i condotti di evacuazione fumi che salgono dai piani inferiori della casa. Prima della ristrutturazione, il camino era a isola e ci si poteva girare intorno a 360°: l’eliminazione del passaggio ha permesso invece di chiudere la zona dell’ingresso e di ricavare lo spazio necessario per il secondo bagno. L’intervento sulla struttura del camino ha poi riguardato anche le finiture, per armonizzarle meglio allo stile della casa. I lati rivolti verso la zona pranzo sono stati tinteggiati con smalto grigio scuro opaco, mentre quelli frontali sopra il focolare sono rivestiti in perline di rovere rifinite a olio. Il focolare angolare di tipo aperto in mattoni refrattari poggia su un basamento in pietra naturale.
Rivestimenti in resina effetto pietra
Nella sola zona della cucina il pavimento era in piastrelle: queste non sono state rimosse, bensì rivestite con una resina che ha spessore totale di soli 3-4 mm; il colore grigio scuro, a campione, è lo stesso degli smalti a parete utilizzati in soggiorno e intorno al camino. Il procedimento prevede diversi passaggi: le piastrelle preesistenti sono state lisciate e opacizzate con un apposito strumento a disco; quindi ricoperte con una rete che agevola la presa della resina. Questa è un prodotto in pasta che viene steso in 2-3 strati a spatola; ciascuno richiede almeno 24 ore per l’asciugatura. Per ottenere l’effetto “macchiato” che imita la texture della pietra naturale, la superficie già asciutta viene spruzzata con alcol. Infine, si posa a rullo un protettivo trasparente liquido che forma una pellicola opaca. Il pavimento risulta così liscio e uniforme. Lo stesso tipo di resina, dello stesso colore, è stato steso anche sul piano in multistrato marino della cucina.
Da rispostigli a guardaroba
Lungo il muro perimetrale tra le due camere, la fascia sotto lo spiovente del tetto – prima della ristrutturazione – era parzialmente chiusa da ripostigli in muratura. Accessibili ma molto bassi, toglievano spazio nelle stanze e non erano funzionali; gli armadi erano così per forza di cose posizionati sulla parete davanti ai letti, con un’ulteriore perdita di superficie utile. La soluzione progettuale è stata quella di demolire le murature dei ripostigli e realizzare al loro posto tre guardaroba profondi, due nella camera matrimoniale e uno in quella a due letti, quasi delle cabine armadio nel sottotetto profonde circa 100 cm con appenderie e, nella parte più bassa, ripiani multiuso. Ciascun guardaroba è chiuso da pannelli in rovere fissi e da ante a battente.
Lucernari, vecchi e nuovi
Tutta la mansarda è illuminata – a eccezione dell’affaccio sul terrazzo in soggiorno – esclusivamente da lucernari che si aprono ad altezze differenti sulla falda inclinata del tetto a spiovente. Quelli delle due camere da letto erano già esistenti e non sono stati modificati, mentre in bagno e nel living le aperture sono state ampliate e sono stati quindi installati nuovi serramenti, tutti in legno. L’apertura di una nuova finestra da tetto è più semplice rispetto a quella di un infisso verticale, anche dal punto di vista normativo; e nei sottotetti, ampliare i lucernari esistenti o realizzarne altri è una prassi molto comune che consente di ottimizzare i rapporti aeroilluminanti spesso insufficienti. È bene ricordare che il rapporto tra la superficie del pavimento e quella delle finestre deve essere infatti di almeno 1/10 perché i locali siano abitabili; possono esserci differenze a seconda della Regione o del Comune, quindi è sempre necessario consultare i Regolamenti locali prima di procedere con qualsiasi intervento di questo tipo. I lucernari di quest’appartamento sono in vetrocamera anticondensa con infissi a taglio termico per consentire un adeguato comfort e bassi consumi energetici sia d’estate sia d’inverno. Sono inoltre tutti dotati di un doppio tipo di sistema oscurante che prevede un tendaggio per filtrare la luce durante il giorno e una tapparella coprente per la notte: apertura e chiusura sono controllate con un sistema elettronico, azionato tramite telecomando. Per quanto riguarda l’apertura del vetro, le finestre più basse si aprono manualmente con una maniglia, mentre per quelle più alte e difficili da raggiungere è predisposto un sistema automatico.
Due pareti oblique in bagno
L’ambiente di servizio principale ha una forma di pentagono irregolare (dovuta ai tagli originali della casa) che non è stata modificata. L’ambiente è stato comunque interessato da opere importanti: rifacimento degli impianti, necessario anche per realizzare il nuovo bagno a uso esclusivo della camera; sostituzione della vasca con la doccia in muratura; demolizione dei vecchi pavimenti in piastrelle e posa di parquet e resina; apertura di un nuovo lucernario dato che in precedenza il locale era cieco. Alla fine, la stanza di soli 3 mq risulta sfruttata lungo tutto il perimetro.
Progetto: arch. Claudia Ponti, Milano – arch.claudiaponti@libero.it
Foto: Cristina Fiorentini
Tratto da Cose di Casa numero di febbraio 2020