Sottotetto d’epoca: cementine restaurate in spazi eclettici
Pavimenti originali e altri tratti del sottotetto d'epoca sono stati mantenuti e valorizzati. Dal recupero del sottotetto d'epoca, si è ricavata una mansarda di 25 mq con una camera e un bagno in più.
Una ristrutturazione in più tempi e a più livelli ha interessato il sottotetto d’epoca di media metratura, in un edificio degli anni ’30 nella zona semicentrale di Porta Romana, a Milano.
Prima di tutto è stato recuperato il livello superiore sotto la falda, in precedenza non abitabile, ampliando così di oltre 25 mq la superficie calpestabile che al piano d’ingresso è di 68 mq (la superficie totale è quindi 93 mq).
Si è intervenuti in un secondo momento con un progetto di relooking che, su entrambi i piani del sottotetto d’epoca, ha conservato l’impronta preesistente: i materiali impiegati e gli elementi decorativi sono infatti un omaggio al passato con le cementine originali a terra nella zona giorno, i tradizionali radiatori in ghisa, le piccole piastrelle diamantate nei bagni, le porte modanate in legno e vetro e i profili a soffitto lungo il perimetro delle diverse stanze.
Nell’abitazione, accanto a mobili e finiture di gusto prettamente classico, trovano una giusta collocazione pezzi di design moderno, di grande comfort come gli imbottiti della zona conversazione, o d’effetto come le differenti lampade che illuminano il living.
Le tonalità scelte per arredi e finiture sono in prevalenza morbide, a rafforzare atmosfera e spirito del luogo.
AL PIANO D’INGRESSO del sottotetto d’epoca gli ambienti – cucina, soggiorno e zona notte – ruotano intorno al blocco centrale della scala condominiale. Questa particolarità della pianta fa sì che il disimpegno della camera matrimoniale risulti accessibile, con passaggio obbligato, dal living. Il recupero del livello superiore nel sottotetto, al quale si sale tramite una scala a chiocciola, ha permesso di “guadagnare” 25 mq di superficie per una camera da letto e un bagno in più; si aggiungono inoltre gli spazi del terrazzo che si sviluppa su un intero lato dell’edificio e che è stato attrezzato con salotto e zona pranzo all’aperto.
LA CUCINA occupa l’ambiente indipendente a destra dell’ingresso, illuminato da una portafinestra affacciata sul balconcino. La stanza è completata da un piccolo locale dispensa aggettante rispetto al volume principale, chiuso da una porta vetrata.
I BAGNI, pur nella metratura piuttosto contenuta dell’appartamento, sono due: uno nella zona d’ingresso, attrezzato anche come lavanderia; l’altro vicino alla camera. Un terzo ambiente di servizio è stato ricavato nel sottotetto.
NEL SOTTOTETTO, all’arrivo della scala a chiocciola che parte dal living al piano sotto, una zona di passaggio distribuisce il bagno e la stanza da letto e dà accesso al grande terrazzo di oltre 30 mq.
Nella zona conversazione del sottotetto d’epoca, stili molto diversi tra loro per gli imbottiti che formano la composizione : un divano contemporaneo rivestito in tessuto grigio (di Cargo), una poltrona anni ’60 rivisitata da un nuovo rivestimento in lino e due poltrone gemelle modello Wassilly di Knoll, design Marcel Breuer, nella versione in pelle bianca. Sulla parete di fronte alla finestra, la riproduzione della pagina di antico testo di architettura di Piranesi è applicata su un sottile pannello in Poliplat. La Nesso di Artemide accanto al divano, la Tolomeo, sempre di Artemide di fianco alla poltrona e, nell’angolo a destra, la Parentesi di Flos, design Achille e Pier Giacomo Castiglioni, sono tutte lampade di design. In soggiorno spicca centralmente la sagoma a pianta circolare della scala a chiocciola che porta in mansarda.
All’ingresso dell’abitazione, il breve corridoio di passaggio distribuisce bagno, soggiorno e cucina. Sopra la porta a doppio battente di quest’ultima, la profondità di circa 10 cm dello stipite in legno smaltato bianco è stata sfruttata per allineare una decorativa collezione di piccole sculture di ortaggi: una diversa dall’altra, poggiano su basi in legno tornito
Cementine e graniglia, superfici antiche
In tutti gli ambienti della casa in cui era possibile sono stati conservati i pavimenti originali degli anni ’30. In soggiorno si tratta di cementine che formano sulla superficie una composizione decorativa: una doppia cornice perimetrale di colori diversi e al centro, come un grande tappeto, un motivo floreale che si ripete. Le piastrelle sono state trovate in buone condizioni, non coperte da altri rivestimenti; l’intervento di ripristino è stato quindi semplice, è bastato ripulirle e rinnovarle con una finitura a cera che sottolinea la natura d’epoca del materiale. In cucina il pavimento è invece in graniglia (o battuto veneziano): le mattonelle, esteticamente abbastanza simili alle cementine, contengono però nell’impasto con il cemento anche frammenti di minerali, per esempio marmo, granito, quarzo o porfido, in diverse quantità e granulometrie. Dalla presenza di questi frammenti di vari colori deriva il tipico aspetto delle piastrelle in graniglia, molto utilizzate nella case dagli anni ’20 ai ’40; la compattezza della mattonella deriva dal fatto che il materiale viene battuto per rendere omogenea la distribuzione dei minerali in tutta la massa.
La cucina occupa, nel sottotetto d’epoca, un ampio ambiente indipendente con superficie di circa 12 mq: la zona operativa con tutti gli elementi indispensabili e lo spazio conviviale sfruttano rispettivamente i due lati del locale liberi da aperture. Lo stile della stanza è costruito con un mix di elementi d’epoca – dal pavimento in graniglia al tavolo arte povera – note industrial e funzionalità moderna. Nell’insieme, l’atmosfera è quella delle cucine di una volta, accoglienti e vissute. In cucina, la composizione in linea in laccato bianco lucido è appoggiata alla parete a destra della porta, dove è stato conservato il preesistente rivestimento in piastrelle di bicottura. La cappa e il forno multifunzione con finitura inox sono di Whirlpool. Affacciata sul balcone, la portafinestra è protetta da tende in lino naturale con sollevamento a pacchetto. La lampada a sospensione è stata realizzata da Paralumi Amodio.
In cucina, il tavolo viene appoggiato alla parete sul lato lungo quando non è utilizzato e sul lato corto invece per poter disporre di cinque comodi posti a sedere. Si tratta di un modello rustico in legno di noce, dotato anche di un piano d’appoggio inferiore: degli anni ’40, è in stile arte povera. Un design d’ispirazione industriale caratterizza invece le sedute abbinate, in contrasto, al tavolo rustico. Il modello è stato disegnato da Mallet Stevens negli anni ’30, proprio per la cucina. La struttura è in acciaio cromato o verniciato; impilabili, le sedie hanno anche la caratteristica di essere salvaspazio. La lampada a sospensione è un pezzo contemporaneo, realizzato artigianalmente. La struttura è in tondino di ferro, mentre il diffusore è in telina di cotone di colore grigio. Il fascio luminoso si indirizza verso il basso: all’interno è possibile montare uno o anche due portalampade per ottenere una diffusione più intensa. Per un lampadario di questo tipo sono indicati apparecchi led a luce calda che hanno un basso consumo e non si surriscaldano.
L’ambiente che ospita la camera matrimoniale del sottotetto d’epoca è un’estensione della zona giorno: introdotto da un piccolo disimpegno, è infatti raggiungibile solo passando attraverso il living. Questo spazio, completato da una cabina armadio e affacciato su un piccolo balcone, è arredato in modo essenziale, con l’apporto però di soluzioni creative del progettista. Nella camera matrimoniale il letto è un modello a sommier senza testiera e senza pediera. I comodini sono diversi per forma e altezza: quello a sinistra, dalla parte della finestra, è un tavolino rotondo in metallo smaltato. La moquette in fibra di sisal che ricopre il pavimento è di Domus Moquette.
Sisal al naturale sul pavimento
Per renderne la superficie più calda e attutire i rumori, il pavimento della camera da letto è stato rivestito con una moquette di sisal intrecciata. Si tratta di una fibra naturale che si ottiene dalle foglie della pianta dell’agave, coltivata nei paesi tropicali (Sisal è il nome di un porto messicano dello Yucatán). Il materiale è particolarmente indicato per realizzare rivestimenti a terra e a parete in quanto molto resistente, fonoassorbente, antistatico; è lavabile ma, in quanto non trattato, può assorbire le macchie più persistenti (per esempio quelle di caffè). Inoltre, essendo un materiale vegetale utilizzato al naturale, non è ignifugo. La sisal è indicata per tutti gli ambienti della casa, anche per quelli umidi perché è traspirante. La posa: una moquette in sisal può avere spessori molto diversi a seconda dell’intreccio e del tipo di lavorazione, arrivando anche fino a 7 mm; la fibra può essere colorata prima della filatura ed è quindi disponibile in un’ampia varietà di tonalità.
Il rivestimento viene incollato oppure appoggiato al supporto che deve essere però prima adeguatamente preparato; occorre infatti rasare la superficie perché risulti perfettamente liscia e levigata: a questo scopo, viene steso sul pavimento preesistente un prodotto autolivellante. Altra fibra vegetale che si può utilizzare con modalità simili per realizzare moquette e tappeti “nature” su misura è il cocco, che presenta però una trama più grossa e irregolare, è più resistente all’usura e viene in genere impiegato nelle diverse sfumature del suo colore naturale.
Nella stanza matrimoniale del sottotetto d’epoca non sono presenti armadi, perché tutti gli elementi contenitori sono all’interno della cabina armadio indipendente. La parete di fronte al letto rimane quindi libera per una piccola libreria a giorno bassa e una poltrona vintage simile a quella del soggiorno: rifoderata dal tappezziere in tessuto di lino chiaro, è decorata lungo i bordi con coda di topo rossa in contrasto.
Il comodino di destra, con struttura in ferro e piano in listellare di pioppo, è stato decorato da una stampa grafica elaborata al computer dal progettista, a partire da una vecchia foto di famiglia dei proprietari. La serigrafia, stampata in quadricromia sulla superficie del legno, è stata alla fine passata con una mano di resina trasparente in modo da proteggerla e impermeabilizzarla.
L’ambiente di servizio principale, che si apre di fianco alla camera da letto, è un locale di forma lunga e stretta nel sottotetto d’epoca. Lavabo e sanitari sono installati in linea su un lato e la mini vasca è nel sottofinestra. Gli elementi originali e quelli nuovi trovano un denominatore comune nel gusto classico alleggerito da note contemporanee: alcuni complementi d’arredo di forte presenza, dal lampadario chandelier alla cornice in legno anticato dello specchio, fanno pensare piuttosto a uno spazio giorno che a un bagno, impreziosito da dettagli che ne connotano lo stile. Le pareti del bagno sono rivestite, ad altezze differenziate sui diversi lati, con piastrelle in bicottura sormontate da torelli stondati: sono tutti elementi preesistenti, restaurati con stucco nei punti in cui risultavano danneggiati e rinnovati nella colorazione con uno smalto bicomponente lucido color panna che ha coperto completamente il blu sottostante. La stessa tonalità neutra, vicina al bianco, è stata utilizzata anche per tinteggiare e impermeabilizzare, quasi a tutta altezza, la fascia superiore del muro con un prodotto a smalto specifico. La stuoia di cotone a righe colorate percorre in lunghezza la stanza, sottolineandone la forma. Il lavabo a colonna, il bidet e il vaso sono installati in linea sullo stesso lato. L’apertura verticale sopra la vasca è schermata da una tenda a pacchetto in lino semitrasparente.
Nella seconda camera del sottotetto d’epoca le zone più basse sotto lo spiovente – lungo la parete di fianco al letto, a destra e a sinistra dell’abbaino – sono state chiuse in modo tale da ricavare due armadi a effetto incasso. Lungo la parete di fronte al letto, gli spessori sfalsati del muro perimetrale formano una sorta di “dente” che differenzia le profondità della stanza. Sulla porzione aggettante della superficie verticale è appeso un grande corno napoletano, in ferro tagliato al laser e verniciato in rosso e oro.
Spazi recuperati
Il recupero del sottotetto d’epoca per fini abitativi è stato possibile perché sussistevano le condizioni necessarie, a cominciare dalle altezze minime e dai rapporti aeroilluminanti (cioè il rapporto tra la superficie del pavimento e quella delle aperture). È bene ricordare che interventi di questo tipo sono regolamentati da leggi regionali: per la Lombardia, regione in cui si trova quest’immobile, il riferimento è L.Reg. 12/2005 con successive modifiche. L’altezza media ponderale si calcola dividendo il volume della parte di sottotetto la cui altezza supera quella minima (nel caso della Lombardia 1,5 metri) per la superficie relativa. In questo caso il tetto a doppia falda ha una linea di colmo molto alta e quindi si raggiunge agevolmente l’altezza media minima richiesta (240 cm); le zone in cui la parete si abbassa sotto i 150 cm da terra sono state chiuse con vani contenitori, come prescrive la normativa. La finestra che illumina la camera in mansarda è “a cappuccina”, una tipologia architettonica che ha la caratteristiche di essere aggettante all’esterno in facciata rispetto alla falda inclinata del tetto. All’interno, ai lati dell’apertura, la struttura del tetto è tamponata con pannelli in cartongesso lasciando a vista solo la trave centrale.
Progetto: arch. Mirko Pancaldi, Milano – http://www.mirkopancaldi.com Foto: La Camera Chiara/Andrea Vierucci – Styling: Anna Maria Eustachi