Agli ultimi due livelli di una palazzina degli anni ’80, in un centro urbano lombardo della Brianza, il sottotetto rinnovato ha cambiato look a trent’anni dalla sua costruzione.
Gli interni richiedevano interventi di ammodernamento impiantistico, oltre che nel layout e nelle finiture: tutto ciò è stato fatto senza opere murarie troppo impegnative e salvando, per quanto possibile, alcuni elementi come i serramenti in legno e i pavimenti che non sono stati rimossi ma solo rivestiti in parquet.
La ristrutturazione ha rappresentato però anche l’occasione per portare a termine un progetto di styling che ha dato personalità ad ambienti di gusto contemporaneo con suggestioni vintage accuratamente diluite e mixate: se infatti le principali soluzioni d’arredo sono state realizzate su disegno, privilegiando le laccature in bianco, molti mobili e complementi sono invece pezzi di recupero, perlopiù degli anni ’60 e ’70, selezionati e riadattati al nuovo contesto dai proprietari stessi.
Anche le scelte di produzione attuale, come quelle per la cucina, riportano al recente passato, con tocchi industrial e d’ispirazione rétro. La componente cromatica è affidata anche ai rivestimenti, come nella composizione di cementine, una diversa dall’altra, sulle pareti del bagno o nella scelta di carte da parati fantasia in grado di caratterizzare, da sole, le stanze in mansarda.
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Il sottotetto rinnovato si sviluppa su due piani di dimensioni simili ma non identiche: a quello d’ingresso di 70 mq circa si aggiunge la mansarda di 66 mq. La ristrutturazione ha comportato il rifacimento totale degli impianti e delle finiture, alcune opere murarie e la realizzazione di nuove controsoffittature tecniche sopra la cucina e il bagno. Nella zona giorno il tramezzo tra living e cucina è stato parzialmente demolito per rendere più diretta la comunicazione. La zona notte del sottotetto rinnovato si divide tra i piani: la stanza matrimoniale è sotto mentre le due camere dei ragazzi si trovano in mansarda; anche i bagni sono uno sotto e uno sopra.
In cucina il blocco a penisola con bancone snack e piano cottura separa l’area pranzo dal resto della zona operativa che si sviluppa in linea lungo la parete.
La zona notte è introdotta da un disimpegno che distribuisce la camera matrimoniale e il bagno, confinante con la cucina così da poter condividere gli impianti. Il disimpegno è accessibile dal living tramite una porta rasomuro integrata nella parete attrezzata.
All’arrivo della scala che sale dal piano inferiore un ambiente adibito a studio (con due postazioni) e a zona relax distribuisce le due camere dei ragazzi e il secondo bagno della casa.
L’open space della zona giorno gode della doppia esposizione sui lati opposti. Rispettivamente nella cucina e nel living, due portefinestre danno accesso ai terrazzini, entrambi in posizioni d’angolo.
L’ambiente giorno, su cui si apre direttamente l’ingresso, è stato arredato sui due lati opposti liberi da aperture con composizioni su disegno che occupano, a misura, tutte le lunghezze e le altezze disponibili.
La libreria multifunzione sul lato di fronte all’ingresso – lunga circa 5 m – è formata da moduli a giorno, scomparti chiusi e cassetti; integra anche la porta rasomuro di accesso al disimpegno che sembra una normale anta del mobile. Lo schienale della libreria è formato da una lamiera in ferro di 1 mm di spessore protetta dall’ossidazione con vernice opaca; i ripiani e gli altri elementi del mobile sono in Mdf laccato bianco opaco. In altezza i moduli arrivano quasi al soffitto, lasciando pochi centimetri così da mimetizzare la non perfetta complanarità tra mobile e plafone.
Lato camino: di fianco all’ingresso è stata progettata un’altra parete attrezzata su disegno ricorrendo allo stesso stile e colori di quella di fronte. Un mensolone profondo 55 cm in cartongesso rinforzato raccorda lo stipite superiore della porta d’entrata alla colonna del camino; di fianco una spalla, sempre in cartongesso, delimita il deposito per la legna. La parte bassa della composizione prevede una cassapanca e una panchetta intorno al camino che è stata pensata per aggiungere sedute supplementari alla zona conversazione.
Piastrelle diamantate, un richiamo al passato
La personalità della cucina si evidenzia anche nel rivestimento delle pareti che circondano i due blocchi della zona operativa. Le piccole piastrelle rettangolari in monocottura bianca, di formato 7,5 x 15 cm, sono posate a correre imitando la texture di un muro in mattoni. A caratterizzarle nella loro impronta rétro sono soprattutto la superficie lucida e i bordi “diamantati” che contraddistinguevano in passato anche le mattonelle utilizzate per ricoprire i muri di negozi e ambienti produttivi.
Il ritorno delle cementine
Le pareti che delimitano il box doccia e quella che fa da sfondo alla zona lavabo sono rivestite da una composizione di cementine, una diversa dall’altra: questa tipologia di mattonella, molto diffusa nelle case tra la fine dell’800 e gli anni ’30, è ormai di grande attualità. In genere gli elementi sono costituiti da un supporto in cemento con spessore di circa 2 cm e da uno strato superficiale decorato, realizzato artigianalmente mescolando, al cemento, polveri di marmo e ossidi di ferro per ottenere i colori desiderati. Qui le piastrelle sono trattate con impregnante per aumentarne la resistenza all’acqua.
Al livello superiore del sottotetto rinnovato si accede salendo una doppia rampa: con la sua posizione nella pianta, costituisce l’ideale prolungamento della scala condominiale che porta all’ingresso dell’abitazione. Le pareti interne che delimitano lateralmente il volume e i gradini stessi hanno assunto carattere grazie a un trattamento in resina e a una finitura con smalto poliuretanico semilucido: una scelta che risalta ancora di più grazie all’accostamento, del giallo con il grigio. Lungo la salita, all’altezza del pianerottolo intermedio, una piccola finestra lascia filtrare la luce naturale nel vano scala.
Come spesso accade nei locali mansardati, anche in questo sottotetto rinnovato l’insufficiente coibentazione della copertura in cemento armato (risalente agli anni ’80, epoca di costruzione della casa) rendeva il comfort termico inadeguato, soprattutto nei mesi estivi. Dal momento che la realizzazione di un sistema d’isolamento dall’esterno sarebbe risultato molto costoso e avrebbe comportato disagi e difficoltà tecniche, la scelta progettuale è stata quella di intervenire invece dall’interno, posando sulla falda inclinata un cappotto isolante efficace costituito da pannelli in cartongesso e polistirene accoppiati. Il polistirene è un materiale plastico di consistenza schiumosa che forma una sorta di materassino adatto per isolare pareti e coperture dal caldo e dal freddo provenienti dall’esterno.
Come si installano
I pannelli accoppiati sono stati trasportati con la gru all’interno dell’abitazione già tagliati a misura (in questo caso 1,5 x 3 m ciascuno), incollati alla muratura e fissati per maggiore sicurezza in alcuni punti con tasselli da cappotto. Il lato in cartongesso del pannello, rivolto verso l’interno, è stato rasato, stuccato e tinteggiato nella stessa finitura delle pareti. A lavoro ultimato, il vantaggio non è solo tecnico, ma anche estetico. Lo spessore dei materassini in polistirene dei pannelli è servito inoltre per il passaggio dei tubi corrugati dell’impianto antieffrazione collegato con i lucernari per segnalare eventuali tentativi di intrusione.
Un’ampia porzione del sottotetto rinnovato è dedicata ai bambini: le due camerette contigue (e con ingressi indipendenti) sono divise da un tramezzo che non arriva a tutta altezza ma solo alla base dello spiovente, lasciando in comunicazione i due ambienti. La scelta di sfondi in rosa e in azzurro per le carte da parati permette di differenziare al primo sguardo le scelte decorative – femminile e maschile – che caratterizzano le stanze
Carta da parati resistenti in TNT
Un motivo floreale su fondo rosa e una mappa geografica ludica e stilizzata su un fondo azzurro che rappresenta il mare: le tappezzerie delle due stanze sono in TNT, tessuto non tessuto. Questo tipo di materiale, rispetto alla carta tradizionale, ha il vantaggio pratico di poter essere posato direttamente sul supporto preincollato, è molto più resistente, i colori non si alterano nel tempo ed è anche molto più facile, eventualmente, da rimuovere. Le tappezzerie sono posate, nei due ambienti, sulle pareti non inclinate fino alla base degli spioventi.
I pavimenti del sottotetto rinnovato sono rivestiti in legno di rovere ma le superfici si differenziano, sui due piani, per dimensioni e posa degli elementi, lavorazioni e finiture.
Al piano d’ingresso del sottotetto rinnovato il parquet è stato posato sopra la pavimentazione in piastrelle esistente. Si tratta di listoni di rovere in una tipologia che lascia a vista i nodi del legno. Le superfici sono piallate: questa tecnica di lavorazione artigianale, di grande tendenza, le rende leggermente ruvide, grezze e irregolari. La successiva posa di un fondo all’acqua ossigenata impedisce al rovere di ingiallire nel tempo; mentre per la finitura è stata stesa una vernice protettiva superopaca.
Nel sottotetto rinnovato, in mansarda, è stato conservato il parquet originale degli anni ’80, formato da listelli di piccole dimensioni posati a correre in diagonale. Rispetto ai listoni piallati utilizzati al piano sotto, qui la finitura delle superfici è più lucida e il colore dell’essenza tende di più al rosso.
Progetto: arch. Francesco Brambilla – Studio Associato BBAA, Lissone (Mb) – http://www.bbaa.it – Foto: Studio Roy, Styling Candida Zanelli