Spazi aperti e luminosi: 82 mq all’ultimo piano con vista
L'abitazione cittadina con un grande terrazzo è valorizzata da un layout che prevede spazi aperti e da uno splendido terrazzo verde. Le finiture sono alleggerite da toni chiari.
L’appartamento si trova all’ultimo piano di un edificio della fine degli anni ’50: siamo a Milano, nella zona residenziale nei dintorni di piazza Firenze. All’epoca di costruzione del palazzo la vista dall’alto – settimo piano – non presentava particolari attrattive, mentre ora l’affaccio risulta più panoramico grazie ai cambiamenti urbanistici che hanno interessato l’intera area: dal terrazzo, la casa guarda sul parco Vittoria nel quartiere riqualificato del Portello e, in lontananza, sul complesso di Citylife che ha preso il posto degli ex padiglioni della Fiera. Gli interni sono stati ripensati con spazi aperti grazie a un nuovo schema distributivo che enfatizza la luminosità naturale: nell’abitazione, di media metratura, un valore aggiunto è costituto dal terrazzo di oltre 40 mq che illumina con grandi vetrate la zona giorno. Le finiture sono chiare e leggere e si armonizzano con le tonalità calde del legno di acero. Arredi, luci, complementi: tutto è estremamente essenziale e sobrio, proprio perché l’intento è quello di rendere protagonisti gli spazi stessi, sottolineando l’effetto di una ristrutturazione che li ha resi non solo più aperti e vivibili ma li fa addirittura apparire più grandi.
Foto casa 82 mq ristrutturata
Il progetto
L’impianto tradizionale dell’appartamento è stato modificato con un progetto teso ad amplificare la luce naturale proveniente dal terrazzo esposto a Sud e a disporre di percorsi fluidi e “circolari”. In una metratura di poco superiore agli 80 mq, il preesistente corridoio di forma lunga e stretta tra il terrazzo e la zona giorno sacrificava molto gli ambienti. Con la demolizione della tramezzatura, il passaggio ha ora maggiore respiro. La cucina, che in origine occupava un locale indipendente, si concentra invece adesso nel blocco centrale a isola. Sono stati inoltre realizzati dei ribassamenti tecnici che consentono di ricavare volumi per contenere in quota, sfruttando così le altezze.
1 Ingresso 2 Soggiorno 3 Zona pranzo 4 Cucina 5 Camera matrimoniale 6 Bagno 7 Cabina armadio 8 Studio 9 Terrazzo 10 Balcone
Nel passaggio verso la zona notte, in linea con la cucina e in corrispondenza del bagno, un sistema di tramezzature in muratura ha consentito di ricavare quattro rientranze che, sui quattro lati, integrano volumi per contenere con diverse funzioni. Questo blocco contribuisce anche a scandire i percorsi interni sottolineandone l’andamento circolare.
Nella zona notte la camera matrimoniale occupa la posizione d’angolo e ha doppio ingresso. Ai lati della stanza sono posizionati rispettivamente la cabina armadio e il bagno. Quest’ultimo, l’unico della casa, è comodamente accessibile anche dal soggiorno; due porte lo disimpegnano dalla cucina, come richiede la normativa.
Lo studio, accessibile dal corridoio della zona notte, occupa un volume che aggetta sul terrazzo e vi si affaccia con una vetrata scorrevole a tutta parete; sull’altro lato esposto verso l’esterno si apre una finestra a nastro che ugualmente occupa tutta la lunghezza del muro perimetrale.
Il terrazzo, con superficie di circa 42 mq, offre ampi spazi aperti pienamente sfruttabili. È accessibile dallo studio e anche, tramite due aperture, dalla zona della cucina. Quest’ultima concentra l’area operativa al centro della stanza; solo la colonna con i forni è separata, posizionata in nicchia.
Nel soggiorno aperto, l’area living, il tavolo da pranzo e la cucina occupano spazi adiacenti. Protagonista della nuova distribuzione è proprio la composizione della cucina: un blocco a penisola che serve anche per dividere, lasciando però sempre tutto a vista; sopra, la funzione di parziale separazione è svolta anche dalla cappa “ingabbiata” in un’intelaiatura in metallo.
Nell’open space, il passaggio tra l’area del pranzo-living e quella della cucina è sottolineato dal cambio di rivestimento a terra con un netto contrasto di materiali, colori e formati. La calda tonalità del parquet industriale in acero si congiunge alle piastrelle in gres porcellanato bianco ghiaccio, più pratiche e di facile manutenzione per il pavimento intorno alla zona operativa: entrambi sono stati posati sul sottofondo preesistente in marmette. Lungo le linee di raccordo, la non perfetta complanarità tra le due superfici è stata mimetizzata grazie all’inserimento di un listello in metallo. Nel living il tavolo da pranzo e la zona conversazione convivono senza elementi divisori interposti. Il divano inserito in nicchia con rivestimento in tessuto scuro è di Ikea; le fodere in diverse fantasie dei cuscini appoggiati sopra sono di Silva. Parquet di Millleun Parquet e piastrelle rettangolari in gres tinta unita di Casalgrande Padana.
La nicchia a sviluppo verticale in cui è inserita la libreria a colonna, lungo la parete di confine con il bagno, è un volume di risulta che si è venuto a creare perché il box doccia dall’altra parte “aggetta” verso la zona pranzo. A destra della rientranza, invece, l’elevato spessore di questa muratura tecnica è stata sfruttata per alloggiare gli impianti. Nella zona pranzo il tavolo rettangolare T01 di Colé Italia ha la struttura in mdf laccato bianco e il piano in vetro trasparente di elevato spessore; le sedie con seduta e schienale imbottiti sono le Bernhard di Ikea. Il vaso è della serie Tonale di Alessi, mentre l’uccellino in legno è l’Eames House Bird di Vitra. La lampada a sospensione cilindrica è Oty Light di Viabizzuno. La libreria a colonna in pino massiccio è Ivar di Ikea.
Dalla preesistente cucina indipendente alla soluzione aperta, a vista: la composizione a penisola sfrutta la zona centrale dell’open space e svolge anche la funzione di suddividere l’ambiente. Il lato corto, attrezzato con moduli a colonna, si appoggia a una spalla in muratura realizzata anche allo scopo di schermare l’area dell’ingresso rispetto alla zona giorno; altre colonne con i forni e il frigorifero sono inserite in nicchia sulla parete di fronte. Dietro la cappa, una mensola a elle in cartongesso attraversa in quota la stanza ribassando parzialmente il soffitto e consentendo l’incasso di una sequenza di faretti. In cucina la composizione su misura formata dal blocco a penisola e dalla zona office è di Cappellini Cucine. Il piano cottura a gas è di Foster, il lavello in acciaio inox di Smeg; i forni incassati uno sotto l’altro sono di Whirlpool. Sgabelli di Ikea completano il bancone snack. I faretti da incasso che illuminano la zona operativa sono di Wever & Ducré.
Nella composizione della cucina i frontali e i piani di lavoro sono in laminato opaco, rispettivamente con finitura grigio-azzurro e nero. Le nuove tipologie di laminato, pur mantenendo costi inferiori a quelli delle laccature, sono molto evolute da un punto di vista tecnico, versatili, con un’ampia gamma di finiture tra cui l’effetto legno. Il migliore è l’HPL, High Pressure Laminate, formato da più strati che vengono uniti tramite una forte pressione a caldo. Quando, come in questo caso, il materiale è utilizzato per i piani è importante che sia sigillato con molta cura per evitare infiltrazioni d’acqua.
Lo studio è la stanza più luminosa della casa: ha due lati rivolti verso il terrazzo e ricrea quasi l’idea di una veranda. A differenza del resto della casa, il soffitto è in legno con le travi a vista, tinteggiate di bianco come le pareti. Quest’ultima è una variante architettonica che movimenta la stanza senza appesantirla perché moltiplica ulteriormente la luce naturale. Nello studio la scrivania in legno con piano in laminato bianco e la libreria a giorno appoggiata alla parete sono di Ikea. La sedia da ufficio girevole in metallo regolabile in altezza, con seduta e schienali imbottiti è della serie Aluminium Chairs di Vitra, design Charles & Ray Eames. Il parquet industriale è di Milleun Parquet.
La chiase-longue sistemata davanti alla vetrata dello studio è il modello LC4 di Cassina, design Le Corbusier, Pierre Jeanneret, Charlotte Perriand. I tendaggi che schermano le vetrate sono in cotone semitrasparente con sistema di sollevamento a pacchetto. Nello studio e negli altri ambienti della casa, le porte sono modelli filomuro a battente in mdf laccato bianco opaco di Lualdi. Gli interni sono stati arredati privilegiando le soluzioni low cost ma senza trascurare di inserire qualche prestigioso pezzo di design d’autore. Come la chaise-longue di Le Corbusier, un “classico” progettato alla fine degli anni ’20 e sempre attualissimo innanzitutto per la sua forma ergonomica: è studiata per accogliere il corpo in pieno relax e per offrire la massima stabilità con qualsiasi inclinazione.
Tra la zona giorno, lo studio e la camera matrimoniale è stato predisposto un blocco funzionale che, oltre a servire come elemento di separazione, integra armadi inseriti in nicchia; all’interno della stanza – che ha due ingressi su lati diversi – è stata ricavata poi una cabina armadio di circa 3 mq. Inoltre, dal momento che in un’abitazione di 80 mq gli spazi per contenere non bastano mai, il progettista ha pensato di sfruttare a questo scopo anche le altezze. Sono stati quindi realizzati ripostigli in quota, uno sopra la zona dell’ingresso e l’altro nella zona notte; quest’ultimo si sviluppa in lunghezza, in esatta corrispondenza sopra il volume con le armadiature ed è accessibile sia dalla cabina armadio sia dal disimpegno del bagno. In pianta, la forma è quella di un rettangolo lungo e stretto che misura 250 x 100 cm: il ripostiglio è stato realizzato a circa 220 cm da terra.
La camera matrimoniale e l’ambiente di servizio sono distribuiti entrambi da un mini disimpegno che funge da filtro tra la zona giorno e la parte notte. La scelta dei materiali e delle finiture – che non si discosta dal tema dominante di tutta la casa, evidenzia anche la continuità stilistica tra questi spazi. La stanza, essenziale nelle linee, trova l’unica concessione decor nei tessuti dei cuscini sui toni dei verdi e dei blu. Nella zona notte e in tutta la casa, il progetto illuminotecnico è in sintonia con lo stile minimal degli interni. Sono state privilegiate luci tecniche che quando sono accese disegnano atmosfere interessanti ma che da spente risultano particolarmente discrete. In camera, per esempio, le zone lettura sono illuminate da applique che hanno la forma di piccoli cubi metallici, unici elementi in contrasto che spiccano sullo sfondo della parete bianca dietro il letto. Nella camera matrimoniale, i comodini e il letto con struttura e testiera in legno sono di Ikea; lo stesso modello è proposto anche nella versione con contenitore sotto la rete. Il coordinato tessile in 100% lino è della linea Soffio di Fazzini, le fodere dei cuscini sono di Silva. Le applique sono di Wever & Ducré.
Parquet industriale a correre
In tutti gli ambienti, a esclusione del bagno e della cucina, i rivestimenti a terra sono in legno di acero. Si tratta di un parquet industriale, formato cioè da sottili listelli montati su rete a formare piccoli blocchi compatti, realizzati industrialmente. In questa tipologia di parquet, il formato sottile dei singoli pezzi permette di produrre meno scarti di lavorazione e quindi di contenere i costi; inoltre questi listelli hanno uno spessore superiore (fino a 2 cm) rispetto al tradizionale parquet ed è quindi possibile effettuare nel tempo ripetuti interventi di lamatura in opera (anche fino a 6-7 volte). In questo progetto, una particolarità è la lunghezza dei listelli che è di 30 cm, mentre di solito nel parquet industriale standard sono più corti. Differente anche la posa che è a correre e non con blocchetti incrociati a 90° come avviene più di frequente: la differenza è soltanto estetica. Il legno di acero ha caratteristiche tecniche simili al più diffuso rovere: resistenza, stabilità e durezza; solo la tonalità è un po’ più “bionda” e luminosa. L’acero ha in genere costi superiori perché si tratta di un legno più raro e pregiato: proviene perlopiù dalle foreste canadesi.
L’ambiente di servizio è unico, ma organizzato con una doppia postazione lavabo per poterlo utilizzare in due contemporaneamente. I bacini sospesi in ceramica a semincasso sono incorniciati dai piani laterali, dalle cassettiere e dalla boiserie in acero. Lo specchio a tutta parete riflette la doccia in muratura inserita in nicchia e il rivestimento in gres che non ha soluzione di continuità tra il pavimento e le pareti. Nel bagno i lavabo sospesi sono della serie Acquagrande di Ceramica Flaminia, mentre i mobili in acero sono realizzati su disegno dalla Falegnameria Chieregato. La rubinetteria è della serie Easy di Zucchetti Kos. A pavimento e a parete, piastrelle da 40 x 40 cm in gres bianco ghiaccio di Casalgrande Padana. Le spugne a pois sono della coll. Blow di Fazzini.
Sul terrazzo
Il terrazzo, con un’esposizione molto soleggiata a Sud, ha una superficie di circa 42 mq, pari alla metà circa di quella dell’appartamento. In fase di ristrutturazione è stata rifatta l’impermeabilizzazione: una volta rimossi il rivestimento e il massetto esistenti, è stata posata una nuova guaina in catrame e sopra una pavimentazione di tipo flottante che prevede cioè un’intercapedine tra la guaina e le piastrelle rettangolari in gres. Lo scolo dell’acqua verso l’esterno è favorito anche dalla pendenza del terrazzo. Negli spazi aperti sono state ricavate una zona pranzo e un’area relax, mentre i grandi vasi con le piante sono stati sistemati lungo il perimetro: una soluzione più agile rispetto a quella delle fioriere perché consente una maggiore libertà nella disposizione, modificabile nel tempo. Lungo i muri di contenimento è stato predisposto un graticcio per i rampicanti che svolge anche la funzione di proteggere la privacy dei padroni di casa: in bambù, alto circa 200 cm, è fissato a montanti in metallo.
Sul terrazzo le sedie “da regista” nella zona relax e intorno al tavolo sono modelli vintage. Nella foto a sinistra, il tavolo rettangolare in listelli di acacia massiccia è della collezione Applaro di Ikea; vaso e ciotola appoggiati sul piano sono di Alessi. I rivestimenti in gres a pavimento sono di Casalgrande Padana.
L’ampio spazio esterno, protetto da murature di contenimento laterali, è completamente aperto in alto. Sono stati previsti soltanto sistemi di copertura mobili con tendaggi apribili che solo quando occorre proteggono dal sole la zona pranzo
Vegetazione: uno sguardo a Sud
Il vantaggio di quest’esposizione, per spazi aperti da arredare con il verde, è quella di avere – alle nostre latitudini – luce dalla mattina alla sera con ampio soleggiamento nelle ore centrali della giornata; certo, le esigenze di irrigazione aumentano, specie per le piante in vaso. L’importante è scegliere specie che stiano bene in pieno sole ed eventualmente fare in modo che le piante più delicate possano essere ombreggiate da quelle più alte e resistenti.
Ficus: originario delle zone equatoriali, tropicali e subtropicali, è della famiglia delle Moraceae che comprende 800 specie. È resistente e duraturo, in estate sta bene all’aperto, al sole o in posizione semiombrosa, protetta dai raggi del sole. Nei ficus a foglie grandi, queste vanno passate con un panno umido o nebulizzate per favorire la traspirazione. Annaffiare spesso e concimare fino a fine di settembre; a fine di ottobre, ai primi freddi, il ficus va portato all’interno al riparo.
Cicas: di origine esotica, è una pianta sempreverde che per il fusto e la chioma con foglie di colore brillante, pennate e disposte a spirale, ricorda una palma. Ha una crescita lenta e si sviluppa bene in posizione soleggiata o semi ombrosa; se coltivata in vaso, va periodicamente rinvasata. Nel caso l’inverno sia rigido, conviene riparare la cicas dentro casa.
Agrifoglio variegato: appartiene alla famiglia delle Aquifoliaceae e si distingue per il colore verde lucido con bordi bianchi delle foglie spinose; sempreverde, arbusto o piccolo albero, in autunno produce piccole bacche rosse. Se il clima non è torrido, d’estate resiste bene anche in pieno sole. La crescita è lenta e la pianta, anche in vaso, richiede pochissime cure.
Limone: È possibile coltivarlo in vaso sul terrazzo? Sì, ma ha bisogno di molta aria e di luce almeno per 6-8 ore al giorno; sta bene in posizione soleggiata ma va protetto dal vento e dalle correnti d’aria. Irrigato con frequenza e concimato in modo corretto con prodotti che contengono azoto, fosforo e potassio, il limone in vaso può facilmente produrre fiori e frutti.
Abete bianco: il suo nome botanico è Abies alba, ma è chiamato anche abete comune. In Italia cresce spontaneamente sulle Alpi e gli Appennini. Nei primi anni di vita può essere
coltivato in vaso ma perché possa crescere va poi spostato in piena terra: se tenuto al sole deve essere irrigato con molta frequenza e deve avere spazio intorno per poter “respirare”.
Rincospermo: conosciuto anche con il nome di “falso gelsomino” è una specie rampicante dal fogliame di un verde scuro e intenso che produce in luglio piccoli fiori bianchi profumati che somigliano appunto a quelli del gelsomino. Richiede un terriccio universale
e annaffiature abbondanti, specie se coltivato in vaso, e va potato in primavera e a fine estate.