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Il trilocale si trova nel centro di Mantova, al secondo piano di una tipica casa a schiera dell’800 nel quartiere San Leonardo affacciata su piazza Virgiliana. Con la ristrutturazione effettuata negli anni ’70, gli interni erano stati suddivisi ricorrendo a tagli poco razionali che facevano sembrare i locali piccoli e angusti. Il nuovo assetto, che è stato realizzato impiegando un budget low cost, risponde invece a esigenze di apertura, fruibilità e comunicazione visiva tra gli ambienti. Le divisioni non sono state eliminate, ma sia nella camera matrimoniale che in quella dei ragazzi pareti in legno e vetrate trasparenti hanno sostituito le murature, lasciando così le stanze parzialmente a vista; strategici nell’individuazione degli spazi si rivelano anche i cambi di quota a pavimento. Molti degli elementi d’arredo – realizzati su disegno – sono parte integrante del progetto architettonico, contemporaneo, innovativo e salvaspazio. Lo stile è essenziale, le finiture chiare, il bianco e il rovere ovunque presenti.
- La casa ha un doppio affaccio: il balcone delle camere verso la storica piazza; la loggia che corre sul lato opposto è invece esposta verso il cortile interno.
- Dall’ingresso, lungo il percorso rettilineo si susseguono il mini soggiorno, il tavolo da pranzo e la cucina. Sulla zona giorno affacciano, grazie alle pareti vetrate, le due camere e anche la zona studio ricavata tra le due stanze.
- La cucina, all’estremità opposta rispetto all’ingresso, è schermata da una quinta in legno disposta in posizione centrale; verso la zona operativa, la struttura forma una rientranza nella quale è inserita la zona cottura.
- L’ambiente di servizio occupa un locale di forma lunga e stretta, aggettante: probabilmente è stato costruito in un periodo successivo rispetto alla casa. L’antibagno, chiuso da una porta scorrevole esterno muro, è adibito a lavanderia e ripostiglio.
La cucina occupa un ambiente semi indipendente del trilocale, delimitato da una quinta centrale che la divide dalla restante parte dell’open space. La composizione è distribuita su due lati: appoggiato alla parete perimetrale c’è il blocco più largo con la colonna frigo e il lavello; di fronte, in nicchia, trova posto la zona cottura. Nel mezzo rimane un agevole passaggio di circa un metro, in linea con la porta della camera matrimoniale.
Dietro la quinta, ecco la cucina
Nell’ottica di ridurre allo stretto necessario gli interventi sugli impianti e di contenere i costi, la cucina è stata mantenuta nella stessa posizione di prima. La realizzazione di una quinta in legno al centro del volume della zona giorno ha permesso però di schermare l’area operativa rispetto all’ingresso e alla zona pranzo e anche di inserire il blocco cottura in nicchia. La struttura non arriva a tutt’altezza, ma a circa 240 cm da terra in modo da non impedire il passaggio della luce da una parte all’altra dell’ambiente. È formata da tre pannelli – uno frontale largo poco più di 1 m e due laterali – che disegnano una U rivolta verso la cucina; sono stati posati dopo aver praticato delle fresature nel parquet già in opera e avvitati a pavimento: all’esterno sono in mdf scanalato laccato bianco, mentre verso la cucina sono rivestiti in laminato effetto rovere. Lo spessore di queste paretine in legno è di circa 4 cm: su quella frontale è stato ritagliato un foro a oblò con diametro 30 cm che collega visivamente la zona cottura con l’area conviviale e il living. Questa soluzione soddisfa una delle principali linee guida del progetto che è quella di non avere più, nella casa, tramezzi in muratura.
Tre ambienti in successione
A destra dell’ingresso, il trilocale è diviso in tre ambienti, separati da tramezzi in legno: la stanza del bambino, la zona studio e la camera matrimoniale. La scelta progettuale di aprirli il più possibile verso il living rende possibile la sensazione che tutta l’abitazione risulti molto più grande dei 65 mq effettivi. La scansione interna è sottolineata dagli arredi: pochi pezzi, perlopiù realizzati su disegno del progettista.
Il legno in varie forme
È il protagonista assoluto del progetto del trilocale, sia dal punto di vista estetico e cromatico sia da quello architettonico e strutturale. Il legno è stato infatti impiegato non soltanto per realizzare i nuovi tavolati – molto più sottili – che sostituiscono i tramezzi in muratura, ma anche per i rivestimenti a terra e a parete. Il parquet, posato sopra il preesistente pavimento ceramico, è in listoni (140 x 12 cm) di rovere sbiancato verniciato opaco, disposti a correre. I tramezzi tra gli ambienti – con spessore di circa 7 cm – sono in mdf, al naturale o tinteggiato di bianco. In rovere naturale è, infine, la boiserie attrezzata con ripiani che ricopre la parete della zona studio e fornisce l’appoggio per il piano della scrivania. Per mantenere un’uniformità nelle finiture, anche i rivestimenti in laminato, più pratici ed economici del legno per rivestire le pareti della cucina, sono stati scelti nello stesso colore e texture del rovere presente nel resto della casa.
La stanza del bambino – accessibile dalla zona studio – occupa il primo ambiente a destra dell’ingresso, sul quale affaccia con una grande vetrata fissa; il volume è concepito come una sorta di grande “scatola” le cui nuove pareti sono tutte in legno: tra pannello esterno e rivestimento in rovere interno, il loro spessore totale è di circa 7 cm. Dentro la camera, la costruzione di una pedana in legno laccato bianco alta circa 40 cm che sopraeleva la quota del pavimento, ha permesso di ricavare due cassettoni profondi 120 cm che si aprono frontalmente; e anche di ottenere in fondo, una sorta di “botola” per contenere i giocattoli: a quest’ultima si accede sollevando un coperchio con maniglia che si trova a pavimento di fianco al letto. Quest’ultimo è costituito da un semplice materasso singolo appoggiato direttamente sulla pedana.
Anche la camera matrimoniale, come quella del bambino, gode di un grande affaccio trasparente, in questo caso sulla zona pranzo: il serramento fisso a tutt’altezza è formato da lastre in vetro stratificato extrachiaro di elevato spessore, oltre 1 cm.
La vetrata è predisposta per poter essere completata, in un secondo momento, da un sistema oscurante con tendaggi a rullo.
Progetto: arch. Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini, Archiplanstudio, Mantova – http://www.archiplanstudio.com
Foto: Studio Roy
Styling Chiara Dal Canto
Tratto da Cose di Casa numero di gennaio 2020