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A Milano il quartiere di Porta Venezia è centrale, vivace, ricco di locali e attività commerciali e anche interessante dal punto di vista architettonico per i suoi edifici di diverse epoche e stili. Quest’appartamento si trova in una casa a ballatoio primo ‘900, ristrutturata a più riprese nel corso degli anni.
Il più recente intervento ha modificato la distribuzione con uno spostamento strategico della cucina e una nuova grande apertura vetrata sul balcone verandato ad angolo.
Il progetto d’arredo ha permesso di inserire e valorizzare in un contesto più attuale i mobili e i complementi classici che la proprietaria aveva nella sua precedente abitazione, molto più grande di questa.
Gli imbottiti d’epoca o di modernariato risalenti agli anni ’70 sono stati trasformati da nuovi rivestimenti tessili e colori e accostati ad arredi di design senza tempo e concept contemporanei.
Il trilocale ristrutturato era stat0 ricavato, in un precedente intervento di circa vent’anni fa, dall’accorpamento di due appartamenti più piccoli, un bilocale e un trilocale, ed è quindi ora caratterizzata da una pianta a elle. L’ingresso e le aperture sono sul ballatoio interno ma anche sul lato opposto – esposto a Sud – con un balcone a loggia che si sviluppa ad angolo. La casa è di media metratura, meno di 100 mq, ma grazie a una mirata ridistribuzione degli spazi appare più grande. Nonostante le difficoltà imposte dalla forma, è stato infatti possibile ricavare una cucina abitabile indipendente, un living con tavolo da pranzo e zona conversazione e due camere da letto, matrimoniale e singola, ciascuna delle quali completata da un bagno a uso esclusivo. Sono stati inoltre conservati l’ingresso e il corridoio: quest’ultimo, necessario anche nel nuovo layout per disimpegnare le stanze, è sfruttato a pieno con armadiature a tutt’altezza; c’è spazio infine per vani di servizio organizzati per svolgere funzioni diverse.
- La zona giorno (con cucina separata), introdotta dall’atrio d’ingresso, nella pianta a elle della casa occupa il lato più corto L’ambiente di forma regolare integra lo spazio conversazione e il pranzo.
- La cucina è stata ricavata in fondo al soggiorno ed è chiusa da una porta a libro. La zona operativa è illuminata da una finestra affacciata sul ballatoio.
- La loggia, coperta in alto, è annessa al living. Con superficie di circa 7 mq, è allestita come uno spazio green pienamente vivibile, con un mini salotto all’aperto.
- Nella camera matrimoniale è stato ricavato un bagno a uso esclusivo chiuso da una porta scorrevole. È completo di sanitari, lavabo e doccia in muratura.
- Due ripostigli adiacenti di metratura simile sono stati ricavati vicino alla loggia coperta. Uno è accessibile dal corridoio, l’altro dall’esterno. Un terzo ripostiglio si apre sul soggiorno. La zona lavanderia è invece integrata nella cucina.
- Il corridoio che parte dall’atrio d’ingresso distribuisce le due camere. La larghezza del passaggio è di circa 160 cm: il lato cieco è stato interamente sfruttato con un’armadiatura modulare.
La “ringhiera”
L’ingresso del trilocale ristrutturato è dal ballatoio, la lunga balconata affacciata sul cortile interno sulla quale si aprono anche gli altri appartamenti del piano. Questa tipologia architettonica, nota come “casa di ringhiera” era stata spesso utilizzata tra fine ‘800 e inizio ‘900 – a Milano e in altri città industriali del Nord Italia – per realizzare alloggi popolari e operai, alcuni con bagno esterno. Oggi queste abitazioni, ristrutturate e trasformate, sono considerate di grande tendenza: il ballatoio rimane il loro elemento distintivo.
In soggiorno la grande vetrata doppia rende ancora più diretta la comunicazione tra la zona conversazione e il balcone coperto, concepito come una mini veranda. All’interno, le scelte d’arredo sono un riuscito mélange di elementi classici rivisitati e soluzioni su disegno semplici e attuali. L’utilizzo del legno è stato privilegiato, ora al naturale ora laccato bianco.
1. La loggia nell’ex cavedio
Il balcone ad angolo coperto, non grande ma profondo e quindi pienamente sfruttabile, è stato ricavato nel volume di un preesistente cavedio condominiale, in origine una colonna tecnica esterna. Quest’intervento, che risale a circa vent’anni fa, aveva riguardato tutti gli appartamenti ai diversi piani dove erano state realizzate nuove solette per balconi a loggia tutti identici. Per l’esecuzione, oltre all’unanimità dei condomini si erano rese necessarie verifiche statiche, specifiche autorizzazioni in Comune e una pratica edilizia.
2. Tradizione rivisitata
Molti dei mobili del soggiorno sono pezzi di famiglia recuperati dalla precedente abitazione. Le due poltrone classiche anni ’70 sono abbinate a poggiapiedi coordinati realizzati in seguito. Sono riproposte con un nuovo rivestimento tessile in bianco e rosa che attenua l’impatto visivo delle forme con un motivo a Toile de jouy.
3. Radiatore di recupero
Nell’angolo vicino alla vetrata, una rientranza a parete larga circa 100 cm è attrezzata con mensole in mdf di spessore 4 cm. Sotto è installato un radiatore in ghisa originale degli anni ’30, tinteggiato di bianco come le pareti.
Zona giorno a schema flessibile
La cucina – a seconda delle necessità e dei momenti della giornata – può essere unita al living oppure separata. Il progettista ha però trovato una soluzione d’arredo discreta per la zona operativa in modo da renderne poco evidenti le funzioni: merito delle finiture in laccato bianco, ma anche dei moduli incassati a muro e della compattezza dell’isola.
4. Ripostiglio nascosto
All’interno della cucina è stato ritagliato un piccolo volume con superficie di poco più di 1,5 mq adibito a ripostiglio. Il mini locale si apre sul living, di fianco al grande serramento a libro della cucina, ma la sua presenza è quasi del tutto dissimulata da una porta rasomuro in legno laccato bianco: solo la maniglia è a vista.
5. Un separé specchiato
La cucina è stata spostata rispetto alla precedente collocazione all’interno della zona giorno: anche nel nuovo layout occupa un locale indipendente. Per agevolare una comunicazione diretta con la zona pranzo e il living, il passaggio tra i due ambienti è largo circa 200 cm. Per avere un sistema di chiusura “flessibile” è stata realizzata su disegno una porta a libro formata da quattro pannelli che, incernierati tra loro, si sovrappongono a due a due sui lati opposti. Quando l’apertura è completa, la cucina fa tutt’uno con il soggiorno; quando sono chiuse, le ante a libro specchiate riflettono il balcone a loggia di fronte, raddoppiando visivamente la prospettiva del locale ed enfatizzandone la luminosità naturale. Uno degli obiettivi era quello di continuare ad avere, come prima della ristrutturazione, una cucina separata: così è stato infatti, ma con un vantaggioso cambio di posizione. L’angolo cottura, di dimensioni anguste, occupava un locale vicino al balcone a loggia, impedendo di sfruttarne a pieno la luminosità; ora è invece un ambiente ampio utilizzato sia lungo il perimetro sia a centro stanza.
6. Sfruttare le nicchie
I due blocchi a parete che fanno parte della composizione della cucina, con basi, pensili e vani aperti al centro, sono incassati in nicchie preeesistenti
di profondità diverse e fuoriescono di soli pochi centimetri. La finitura, come per l’isola, è in laccato bianco opaco.
7. Stampe a parete in equilibrio compositivo
I due blocchi incassati a parete, separati da una porzione di muro, sono evidenziati dalle larghezze differenti. L’asimmetria della composizione è però compensata dalle quattro stampe inconiciate che, appese in alto, raccordano i due elementi disegnando una nuova geometria. Soggetti delle stampe sono dei bozzetti per modelli di vasi
L’isola multifunzione compatta
Il blocco centrale è l’elemento risolutivo della cucina: con uno sviluppo in pianta di 120 x 180 cm, alto circa 90 cm come un normale piano, è progettato infatti con un vero e proprio sistema a incastro e attrezzato sui quattro lati. Su uno dei due corti sono incassati il piano cottura a induzione e sotto il forno; dalla parte opposta è inserito il lavello a due vasche, filotop in acciaio inox. Con questa soluzione, tra le zone cottura e lavaggio rimane una fascia libera centrale: sul top è utilizzata come piano di lavoro mentre sotto è attrezzata con la lavastoviglie da incasso da una parte e due cassettoni dall’altra. Le basi sono in laccato bianco opaco RAL 9010, il top è invece in Corian bianco.
Il percorso della casa, determinato dalla forma della pianta, prevede una netta separazione tra le zone giorno e notte. Quest’ultima è introdotta da un corridoio cieco, separato dall’ingresso da una porta scorrevole: l’intento progettuale è stato quello di valorizzare il passaggio, non solo dal punto di vista funzionale, ma anche estetico: da qui la scelta di una carta da parati “preziosa” e luminosa per rivestire le ante dell’armadio come una vera e propria parete.
8. Parquet a listoni in più formati
Le pavimentazioni sono state totalmente rifatte. Il nuovo rivestimento, in prefinito di rovere a tre strati, è costituito da listoni piallati a mano e verniciati all’acqua. Sono di misure differenti: 12, 16 o 20 cm di larghezza; 140 o 200 cm di lunghezza. Accostando gli elementi di diversi formati, in modo asimmetrico e con posa a correre, si viene a formare una sorta di “collage” che movimenta la superficie orizzontale; nel corridoio viene così maggiormente sottolineata la forma lunga e stretta del passaggio.
9. La porta anni ’80
Per separare l’atrio d’ingresso dal corridoio, all’imbocco di quest’ultimo è stata inserita una porta scorrevole appesa a un binario incassato nel controsoffitto. Si tratta di un pannello in lamiera di ferro traforata e brunita, recuperato dalla vecchia casa.
10. Armadio con ante decorate
L’armadio lungo il corridoio, che era stato realizzato su misura in una precedente ristrutturazione e che arriva a quasi 270 cm di altezza, è ora rinnovato da una nuova finitura. Si tratta di una carta da parati con un motivo classico reinterpretato e attualizzato da colori particolari. La carta è incollata sulle ante in legno: per evitare che queste “si imbarchino” e stabilizzare il pannello, occorre tappezzarne anche il lato interno; per questo si usa però ovviamente un prodotto di minor pregio e meno costoso.
Nella camera matrimoniale la testiera del letto, le lampade da comodino e le stampe incorniciate sono elementi di gusto tradizionale presente un po’ in tutta la casa. La soluzione decorativa interessante è stata quella di farli vivere su un fondo colore decisamente saturo come il blu avio, scelto per la parete di fondo e i ripiani, i comodini minimali e il coordinato tessile con i cuscini rigati negli stessi toni. L’insieme risulta così, oltre che fortemente personalizzato, anche più “moderno”.
11. Parete blu avio come sfondo
Per evidenziare la parete dietro il letto e farne lo sfondo prospettico della stanza, è stata tinteggiata con smalto coprente opaco in tonalità blu, in contrasto con l’idropittura bianca delle altre superfici verticali. Lo stesso colore ritorna anche nel bagno a uso esclusivo della camera.
12. Ripiani a tutta parete
Sulla parete dietro il letto sono stati montati due scaffali in cartongesso di spessore 8 cm, tinteggiati nella stessa tonalità blu-avio. Volutamente fissati a distanza così ravvicinata l’uno rispetto all’altro, accentuano l’atmosfera raccolta della stanza di dimensioni contenute. Tra le due mensole, l’altezza di 30 cm è comunque ideale per allineare su quella inferiore i libri tascabili.
13. Testiera e lampade d’antan
Erano state acquistate dalla proprietaria da un antiquario per la sua precedente abitazione. La testiera è in ferro battuto; le lampade sui comodini hanno come base due candelabri da chiesa che in origine costituivano un pezzo unico e sono stati in seguito separati e riadattati come lampade; i paralumi sono in pergamena.
14. Le stampe in cornice
Come quelle che arredano le pareti della cucina sono state acquistate a Parigi. Inquadrate da semplici cornici in arte povera, sono disposte secondo una composizione asimmetrica ai lati della stanza. Riproducono modelli di letti a baldacchino e sono dunque perfettamente a tema con la stanza.
15. Piccole piastrelle di gusto rétro
Le zone del bagno che necessitano di una maggiore protezione dall’acqua sono state rivestite con piccole piastrelle da 10 x 10 cm in finitura bianco lucido che si ispirano a quelle spesso posate nei bagni e nelle cucine delle abitazioni degli anni ’60-’70. Lo stesso rivestimento ricopre anche la controparete di fronte al lavabo: spessa 20 cm, è stata fatta per alloggiare gli impianti tecnici e per rinforzare il muro, così da consentire l’installazione dei sanitari sospesi.
Progetto: arch. Elisabetta Pincherle, Milano, Tel. 02/34537075 – http://www.pincherlestudio.com
Foto: Cristina Fiorentini
Tratto da Cose di Casa numero di novembre 2019