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Le cappe con condotto per l’aspirazione dei fumi lasciato a vista sono le più diffuse: a seconda della posizione del piano cottura, si possono scegliere modelli a parete, ad angolo o a isola. In quest’ultimo l’apparecchio è ancorato al soffitto sopra il blocco cottura, al centro della cucina. Esistono anche cappe da incasso, di forma piatta e lineare. Vengono installate in un pensile della cucina, con tubo d’aspirazione coperto dall’anta del mobile. Possono essere a integrazione totale o a semincasso. Normalmente sono dotate di frontalino estraibile, per ampliare la superficie di raccolta di fumi e grassi.
Aspirante o filtrante
La cappa in cucina deve essere obbligatoriamente installata quando è presente un piano cottura a gas. È necessario scegliere un modello aspirante, in grado cioè di espellere all’esterno fumi e residui di combustione attraverso un’apposita canna fumaria. Solo nel caso non sia possibile realizzare il condotto di evacuazione, si può ricorrere a una cappa filtrante, o a ricircolo, abbinata a un elettroventilatore. Questi modelli non espellono all’esterno l’aria aspirata, ma la purificano grazie a speciali filtri e la immettono di nuovo nell’ambiente. Tutte le cappe sono aspiranti, ma possono essere riconvertite in modo da poter svolgere anche la funzione filtrante.
La cappa deve avere larghezza uguale o superiore al piano cottura, ma non inferiore. La larghezza varia in genere tra 60 e 120 cm, ma esistono anche modelli più piccoli o più grandi rispetto a questo misure. L’altezza è invece variabile, dipende dalla lunghezza del condotto per l’evacuazione dei fumi e può oscillare tra una misura minima e una massima. Un fattore importante da valutare al momento dell’acquisto è la capacità di aspirazione dell’apparecchio, o portata, che si misura in metri cubi all’ora. Va scelta in base al volume della cucina e alla frequenza d’uso. La cappa deve infatti garantire un ricambio minimo dell’aria pari a circa 6-8 volte il volume dell’ambiente. Per un utilizzo normale la portata dovrebbe essere di almeno 400 mc/h, mentre se si cucina spesso e per tante persone non dovrebbe essere inferiore a 500 mc/h.
L’intervento deve essere effettuato da un tecnico specializzato che rilasci, a lavoro ultimato, la Dichiarazione di Conformità alla normativa vigente. L’installazione della cappa richiede un sopralluogo preliminare da parte di un tecnico che deve controllare la posizione e le dimensioni del foro di ingresso e di uscita dell’aria e della presa per il collegamento all’impianto elettrico. Sarà così possibile effettuare gli allacciamenti in modo corretto. È necessario misurare l’altezza del soffitto, per prevedere un’eventuale prolunga del camino della cappa. Occorre conoscere anche il volume della cucina, per scegliere la potenza più adatta. La cappa aspirante va collegata a una canna fumaria apposita e non a quella collettiva, usata per altri apparecchi a gas, come stufe o caldaie. Il tubo di collegamento potrà avere lunghezze e forme differenti in base alla posizione della cappa e del foro d’uscita dell’aria sulla parete; può essere a vista o nascosto dal camino dell’apparecchio. La cappa va centrata sopra il piano di cottura, a un’altezza minima di 65 cm, se i bruciatori sono a gas, di 75 cm, se invece è a funzionamento elettrico. La distanza non deve in ogni caso essere superiore ai 90 cm. Dopo che la cappa è stata montata, bisogna controllare che tutto funzioni correttamente, comprese le lampade. È bene inoltre verificare la stabilità del collegamento tra il tubo e il foro d’uscita dell’aria.
Il rumore prodotto dalle cappe dipende soprattutto dal passaggio forzato dell’aria aspirata attraverso i condotti: cresce quindi proporzionalmente aumentando la velocità. I modelli di ultima generazione sono comunque molto più silenziosi rispetto a quelli del passato, soprattutto alle velocità più basse. Per ottenere questi risultati gli apparecchi vengono costruiti con protezioni insonorizzanti e prevedendo un perfetto dimensionamento delle tubature. I modelli meno rumorosi sono realizzati con il motore esterno al corpo della cappa, installato per esempio in un sottotetto o in un ripostiglio e collegato all’apparecchio tramite un tubo flessibile.
Sia nei modelli aspiranti sia in quelli a ricircolo sono presenti filtri antigrasso, in metallo o in materiale sintetico, che trattengono grassi e vapori di cottura, impedendo che entrino nella cappa e danneggino il motore e il tubo di scarico. Quelli in metallo hanno spesso una struttura a nido d’ape per trattenere più efficacemente le particelle di impurità. La cappa ha in genere una spia che indica quando il filtro è saturo e deve essere quindi smontato e pulito seguendo le istruzioni riportate sul libretto. Nelle cappe filtranti è presente anche un filtro antiodore ai carboni attivi, che va sostituito ogni quattro mesi circa.
Mai dimenticare che la cappa è un apparecchio elettrico e che va quindi utilizzata con le necessarie cautele, per evitare ogni rischio. Se la presa di collegamento della cappa all’impianto elettrico è accessibile, prima di pulirla o di effettuare qualsiasi tipo di intervento staccare la spina. Nel caso la cappa sia installata in una posizione che non permette di avere il collegamento elettrico a vista, si può prevedere un interruttore intermedio da spegnere quando non si utilizza l’apparecchio. Non lasciare la cappa in funzione quando c’è un fornello acceso senza recipiente di cottura, perché la fiamma tenderebbe a salire verso l’alto. Per lo stesso motivo, evitare di cucinare i cibi direttamente sulla fiamma. Mentre si cucina tenere sempre accese le luci della cappa, in modo da illuminare bene il piano di cottura.
Se in cucina è installato un piano di cottura a gas, oltre alla cappa aspirante deve esserci anche un foro di ventilazione, o presa d’aria, per assicurare il ricambio dell’aria pulita consumata durante la combustione. Il foro deve essere ricavato su una parete perimetrale e protetto sia all’interno sia all’esterno con una griglia. Le dimensioni della presa d’aria sono calcolate dall’installatore sommandoi kW/h di tutti gli apparecchi a gas presenti nell’ambiente (piano di cottura a gas, caldaia, stufa, ecc.). Bisogna calcolare 6 cmq per ogni kW installato; il foro non deve comunque mai essere inferiore a 100 cmq.