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La cucina a vista è una soluzione sempre più diffusa nelle case, per via sia delle trasformazioni dell’abitare sia dell’ottimizzazione di superfici contenute. La ricerca di una maggiore fluidità funzionale, e di conseguenza dello spazio e dei percorsi, fa sì infatti che la zona dedicata alla preparazione del cibo e quella della convivialità e del relax – con divani e poltrone – si fondano strettamente, contaminandosi con arredi e finiture armonicamente condivisi. Una tendenza che anche le aziende di settore hanno recepito e sostenuto, offrendo sistemi modulari capaci di risolvere stilisticamente un dialogo sempre più armonico tra cucina e soggiorno.
Foto case con cucina a vista
Cosa si intende per cucina a vista?
La cucina a vista, come spiega il termine stesso, non occupa un locale dedicato e concluso, ma si affaccia senza soluzione di continuità sulla zona giorno. La sua presenza può essere in qualche modo parzialmente delimitata e protetta – da una vetrata trasparente, da una veletta superiore, dal bancone di una penisola o di un’isola… -, pur restando comunque in stretta relazione con il resto della superficie dell’ambiente comune. Soluzioni queste che ritmano lo spazio, senza precluderne appunto la percezione visiva – nel caso di una parete trasparente viene in aggiunta preservato anche l’isolamento acustico (oltre che la diffusione di odori e vapori) -, e che nel contempo servono magari per aggiungere praticità di utilizzo.
Pro e contro di una cucina a vista
Se la scelta di una cucina aperta sul soggiorno spesso è obbligata – dalla superficie disponibile, dall’organizzazione degli spazi, dalla disposizione degli impianti – si tratta comunque di una opzione che amplia percettivamente lo spazio. Il demolire una parete eventualmente divisoria tra cucina e soggiorno, oltre che per guadagnare centimetri abitabili in più, serve in genere a una diffusione maggiore dell’illuminazione naturale, a favore della piacevolezza dell’insieme. Ne guadagna anche una concezione di cucina come luogo della condivisione e della convivialità.
Per contro è anche vero, però, che una cucina aperta non permette troppa libertà in fatto di ordine – ma in questo vengono in ausilio i sistemi contenitivi sempre più flessibili ed evoluti delle proposte oggi disponibili, anche per sviluppi volumetrici minimi – e di protezione dalla diffusione di rumori, odori e vapori della cottura. Anche se, pure in tal caso, la tecnologia è di supporto, declinata in cappe, impianti di purificazione dell’aria e piccoli complementi in grado di smorzare le onde sonore estremamente efficaci anche in un open space.
Quanto deve essere grande un soggiorno con cucina a vista?
Secondo la normativa nazionale – il D.M. del 5 luglio 1975 – la superficie minima di un soggiorno deve essere di 14 mq, dimensione che può includere anche il cosiddetto angolo cottura, vale a dire la cucina aperta. Bisogna tuttavia ricordare che tale dimensione può variare in base ai regolamenti edilizi di ogni Comune e che per maggior comodità e per un gradevole risultato estetico è sempre preferibile che ci siano una ventina di mq.
Usare il colore per inquadrare una cucina aperta
Un buon strumento per dare carattere alla zona tecnica dedicata alla preparazione del cibo e per inquadrare l’ingombro della cucina a vista in un soggiorno può essere il colore, da stendere a parete, ma anche a pavimento o da utilizzare per il sistema compositivo modulare della stessa cucina.
La superficie di fondo in nuance nettamente a contrasto rispetto al resto dei muri può infatti attirare l’attenzione e rendere più interessante anche uno sviluppo di segno minimale, di piccole dimensioni e magari nel classico colore bianco. Ugualmente, sfruttare il cambio di rivestimento a pavimento – magari sfruttando la necessità di un materiale più resistente, come ad esempio il gres – aiuta a dare movimento a un ambiente unico, delimitando in modo esclusivamente percettivo i percorsi dedicati alle preparazioni e alla cottura degli alimenti.
Cucina a vista mimetizzata nel soggiorno
La cucina aperta sul soggiorno è in parte schermata da un mobile tv passante. Uno stratagemma maschera la presenza dei pensili (inseriti a filo in una rientranza della parete) con un rivestimento anche della parete della zona pranzo con la stessa pannellatura in legno cannettato con un effetto di planarità completa tra le due parti.
La scala scherma la cucina open space che si trova all’ingresso
Quando la cucina a vista è posizionata direttamente all’ingresso di una abitazione, è utile la realizzazione di una separazione, più o meno netta, per ridurne l’impatto. Le opzioni sono diverse: si può pensare a una spalletta di muratura o cartongesso, a una colonna contenitiva di profondità adeguata, a una libreria passante. Anche un elemento strutturale di rilievo – come ad esempio una scala o un pilastro – diventa interessante, se correttamente dimensionato e non di impedimento per funzionalità e percorsi.