Di solito la si sceglie per ultima e, dopo tante variabili di cui tenere conto, si tende un po’ a trascurarne l’importanza: la maniglia, invece, oltre ad avere una rilevanza pratica, perché la si usa di continuo, ha anche una valenza estetica non trascurabile. La si vuole poco visibile? Ecco le versioni a gola (fino a poco tempo di grande tendenza) oppure integrata o incassata. La si vuole sporgente rispetto all’anta? Ci sono allora i modelli tradizionali, in metallo nelle finiture di tendenza (antracite, bronzo, zigrinata… ) o in legno.
In un mobile la scelta di una maniglia piuttosto che di un’altra può davvero cambiarne l’aspetto. In arredi “neutri”, per esempio una cucina con anta liscia, l’abbinamento di una maniglia particolare può caratterizzare in modo netto l’insieme. Vediamo qualche esempio.
Su un pannello a finitura chiara (bianco, grigio perla, beige…), una tradizionale maniglia in metallo, sia satinata che cromata, “raffredda” molto il look della cucina.
Invece, optando per un modello di maniglia in essenza, laccato nella stessa tinta dell’anta o magari anche solo rifinito parzialmente proprio in legno a vista, si ottiene un effetto caldo, totalmente differente (come nella foto sotto, dove il rovere viene ripreso dalla alzata tra basi e pensili, attrezzata con ripiani).
In altri casi, la maniglia può essere del tipo integrato nell’anta, larga quanto questa, quasi fosse un profilo superiore, al punto da scomparire quasi alla vista se rifinita nello stesso colore o in nuances.
Altra possibilità è quella della maniglia incassata, che garantisce la presa lasciando l’anta liscia, senza sporgenze ma disegna sul pannello un qualche motivo, a differenza del tipo integrato, che risulta invece meno visibile.