Per il problema dei rifiuti solidi urbani, tra le varie alternative che mirano alla conservazione e al riutilizzo delle risorse, si sta sempre più proponendo per lo smaltimento della frazione organica l’uso dei dissipatori domestici, che permettono di triturare finemente e convogliare nel sistema fognario tutti i residui alimentari. Installato sotto il lavandino della cucina e collegato allo scarico, il dissipatore alimentare può smaltire la maggior parte dei residui alimentari (compresi carne e piccoli ossi, pesce, bucce, gusci d’uovo, noci e molto altro ancora). Si tratta di un piccolo elettrodomestico da collegare al tubo di scarico del lavello della cucina, per triturare tutti i rifiuti e gli avanzi alimentari in modo che possano scivolare via, insieme all’acqua del rubinetto, ed essere eliminati direttamente nel sistema fognario.
Esistono modelli di differente potenza, da scegliere a seconda del numero dei componenti della famiglia, della tipologia e dalla quantità di rifiuti che si producono quotidianamente: i più diffusi sono comunque quelli con potenza che varia dai 350 ai 750 W. Sono dispositivi silenziosi poiché hanno isolamento acustico che riduce la rumorosità durante il funzionamento; inoltre sono dotati di uno speciale rivestimento anticorrosione che protegge la camera di triturazione dalle sostanze acide e di un sistema di guarnizioni che isola il blocco motore dalle infiltrazioni, garantendo durata nel tempo. Sono inoltre sicuri perché possono essere azionati da un interruttore, che può essere montato sia sul lavello sia sul piano di lavoro, e non posseggono né lame né coltelli (tramite la forza centrifuga i rifiuti sono spinti contro elementi dentati e qui, con appositi martelletti, dissipati in minuscole particelle) e infine anche perché, durante l’uso, è evitata la necessità di qualsiasi contatto con interruttori elettrici. In Italia l’utilizzo del dissipatore è disciplinato dalla normativa (DL 152/199, modificato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 3/1/2009).